" Un caso reale di vampirismo in Romania: Petre Toma."

Il seguente caso è reale, successe in Romania nell'anno 2003; è il caso di Petre Toma : "Il vampiro" che ritornò dalla tomba per attaccare sua nuora.

Il vampiro Pietre Toma in Romania , anno 2003.
Tutto successe a Marotinu de Sus, un villaggio con poco più di 700 abitanti situata al sud della Romania nel comune di Celaru, a 50 km ad est di Craiova nel distretto di Dolj.
In quel paese viveva Petre Toma.
Il 24 di dicembre del 2003, l'anziano Petre Toma morì a causa di un cancro, come appare nella relazione medica e sul certificato di morte.
Secondo alcuni compaesani la morte fu prodotta dalle bevute di vodka e brandy accumulati durante la sua vita; e secondo altri, morì perché era vecchio e questa è la legge della natura.
Quando arrivò il giorno della sepoltura niente di strano alterò il normale sviluppo dell'evento.
Nessuno tagliò il nastro che legava i piedi dell'anziano, né nessuno toccò gli aghi sentinella della sua anima.
Petre fu seppellito secondo i canoni del Camposanto del luogo.
Si pregò per la salvezza della sua anima.
Lo piansero i suoi cari ed i suoi cari amici di tutta la vita, dopo aver bevuto un bicchierino di vodka in memoria del morto, ritornarono alle loro case seminascoste dai campi di grano.
Fino a qui tutto normale.
Però la questione cominciò a distorcersi dopo cinque giorni dalla sepoltura.
Mirela Marinescu, nuora del defunto, si ammalò.
Vomito, febbre, dolori generalizzati ed un numero infinito di dolori si erano impossessati della nuora di Petre.
Se questa signora fosse vissuta nel paradiso occidentale, ed avesse consultato il proprio medico di testata o di famiglia, tutto sarebbe finito con il classico virus indeterminato, bere molta acqua, restare a letto alcuni giorni e poco più; però Mirela non viveva legata ai canoni  della nostra cultura.
Quasi immediatamente ricordò l'occasione nella quale sua nonna, erano passati già diversi decenni, e sua madre, le raccontarono alcune storie riguardanti morti che sono capaci di abbandonare la loro tomba di notte e ed entrare nelle case dei loro familiari per attirare l'attenzione sopra il loro stato, distruggendo la salute  dei  parenti o dei loro animali domestici.
La cultura popolare delle città perdute d'Europa hanno un altro modo di intendere la vita e la morte, perpetuata di generazione in generazione, senza che i libri di scuola, i politici o i sacerdoti si intromettano nella loro diffusione.
Così che la questione era chiara; soprattutto quando Mirela Marinescu cominciò a raccontare ai suoi familiari che di notte vedeva il viso di Petre e che questi entrava nella sua camera e che con una bocca sporca di sangue le leccava la faccia.
Dopo, quando Mirela si svegliava madida di sudore, le allucinazioni non sparivano.
Sentiva passi nel piano inferiore ed il legno della scala cigolava sinistramente, facendo riemergere nella sua mente l'immagine di quella nonna seduta davanti al fuoco mentre le raccontava di come un familiare morto quando non riesce a staccarsi dai legami di questo mondo, ricorre in maniera del tutto singolare ai suoi parenti vivi per chiedere loro aiuto.
La cosa curiosa è che non chiede aiuto in maniera abituale tale come lo intendiamo noi o come, reso pubblico dalla letteratura e Hollywood, lo fanno i vampiri"normali".
In questo caso non ci sono colpi, vasi che volano e si rompono, mobili che si muovono, persone innocenti ignare dei non-morti che si vedono immerse in un mondo soprannaturale dei vampiri.
Nelle tradizioni balcaniche il defunto si dirige verso i suoi familiari indebolendo la loro salute, anche arrivando a produrre la loro morte attraverso una o diverse malattie.
Così che Mirela Marinescu era sempre più convinta che era lo spirito di Petre Toma quello che gli causava i sintomi per attirare la  loro attenzione e chiedere che lo liberassero da questo mondo.
Soprattutto, quando si svegliava in piena notte dalle sue terrificanti visioni sentiva il sinistro ululato di  un cane del villaggio.
Se analizziamo la storia raccontata sino ad ora, non vi troveremo niente di straordinario; il fatto di avere un crollo di salute , persino un certo grado di allucinazioni relazionate con il proprio caro è relativamente abituale
Gli psicologi sono abituati a prendersi cura dei pazienti che vengono alle loro consultazioni affermando di aver parlato con il proprio caro e di averlo visto deambulare per la casa.
Curiosamente esiste uno studio in Spagna dove le statistiche dimostrano che sette vedove su dieci, affermano di aver visto, durante i giorni posteriori alla sepoltura, i loro mariti che passeggiavano nella camera da letto.
Non è così per i vedovi nel quale la percentuale raggiunge il 20℅.

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