Il lupo nero




Un giorno il re Park partì per far visita alle parti più remote del suo amato regno. La sua presenza era attesa dai suoi sudditi, che lo rispettavano per la sua saggezza e generosità. Prima di lasciare la corte, il figlio più giovane gli fece promettere di portargli, al suo ritorno, una ghirlanda dei suoi fiori selvatici preferiti, che crescevano nella foresta. Jimin era il più piccolo dei principi e la sua bellezza era conosciuta oltre i confini del regno. Molti sognavano di poterlo possedere ma nessuno sembrava essere all'altezza del principe Jimin.

Il re viaggiò per molti giorni, cercando di scorgere i fiori, ma non ne vide durante il viaggio di andata. Arrivato a destinazione, incontrò il duca e la popolazione locale. Dopo due giorni il re decise di fare ritorno a palazzo, decise di portare a ciascuno dei suoi figli un dono. Al primogenito comprò arco e frecce nuovi e una sella in pelle per il cavallo del secondogenito. Tuttavia non riuscì a trovare i fiori selvatici tanto desiderati dal figlio minore.

Quindi dovette ripartire senza fiori. Durante il tragitto cercava continuamente quei fiori selvatici, senza trovarne. La sua speranza si esauriva ad ogni miglio. Quando ad un tratto vide sul lato della strada un enorme lupo nero, sul suo capo una ghirlanda di fiori selvatici. Così il re gli chiese se fosse disposto a dargli la ghirlanda che aveva in testa.

"Mio signore, ti darò la ghirlanda, ma solo se mi darai qualcosa in cambio" disse il lupo.

"Che cosa desideri? Ti darò gioielli e ricchezze in cambio" ribatté il re. Tuttavia il lupo scosse la testa. "Non voglio né gioielli né ricchezze. Promettimi solo di consegnarmi la prima creatura che incontrerai durante il tuo viaggio verso il castello. Tre giorni dopo verrò a prenderla" il re pensò che mancava ancora molta strada da fare e che di certo avrebbe incontrato qualcuno prima di arrivare al castello. Quindi acconsentì e portò con sé la ghirlanda. I fiori intrecciati non erano piante comuni, perché sebbene il viaggio durò ancora molto tempo, si accorse che rimasero freschi e dai colori brillanti, come se fossero stati appena raccolti. Il re ne era felice, sapendo che suo figlio sarebbe stato entusiasta alla loro vista. Solo che più si avvicinava al palazzo, più cominciava a preoccuparsi. Non aveva incontrato nessuna creatura vivente per la strada, finché non arrivò ai cancelli del castello, dove lo aspettava il terzo figlio per dargli il benvenuto.

Il principe Jimin era solito dare il bentornato al padre ogni volta che era di ritorno da un lungo viaggio. I suoi morbidi capelli argentei erano animati dalla leggera brezza, il suo sorriso faceva sparire i suoi brillanti occhi dietro le palpebre. Non riusciva a stare fermo, desiderava correre in contro al padre per abbracciarlo, non sapendo ancora quale fosse il suo destino.

Quella sera il re era molto triste, ricordando la sua promessa. Quando raccontò alla regina quello che era successo, anche lei versò lacrime amare al pensiero del suo amato figlio nelle mani di uno sconosciuto. In quel momento odiò suo marito più di ogni altra cosa. Benché il principe fosse felice di aver ricevuto la ghirlanda, si accorse della tristezza dei genitori. Quando chiese loro perché stessero piangendo, suo padre gli disse che tra tre giorni il lupo nero sarebbe venuto a reclamarlo come suo sposo e l'avrebbe portato via per sempre. Il principe Jimin non si scoraggiò, accettò il suo destino senza battere ciglio e si preparò a lasciare per sempre la sua famiglia.

Il terzo giorno, come aveva promesso, il lupo entrò nel cortile del palazzo e salì la scalinata principale, arrivando nella sala in cui sedevano il re e la regina. "Sono venuto a reclamare il mio promesso. Datemi il figlio più giovane" disse il lupo, come se sapesse dall'inizio quale sarebbe stata la sua ricompensa.

I due sovrani piansero, ma avevano dato la loro parola e non c'era via di scampo. Quindi fecero chiamare il terzo principe. Jimin si preparò a lasciare la sua casa, ma prima tornò in camera per prendere la ghirlanda di fiori selvatici, che portò con sé. Quando il principe si avvicinò al lupo nero si accorse che la sua aura emanava potere e sicurezza in se stesso. "Salimi in groppa e ti porterò nel mio castello" gli disse il lupo. Il principe era coraggioso e rispose a testa alta. "Onorerò la promessa di mio padre" mostrando orgoglio e dignità. Con queste parole, il lupo se lo mise in groppa e lo portò via.

Quando raggiunsero il luogo in cui il re aveva ricevuto la ghirlanda di fiori, il lupo si fermò e gli disse di scendere, così che si potessero riposare per un po'.

"Mi chiedo se questa foresta appartenesse a tuo padre, cosa ne farebbe?" chiese il lupo al principe Jimin. "Mio padre abbatterebbe gli alberi e la trasformerebbe in un magnifico parco con bellissimi giardini e lui e i suoi cortigiani verrebbero qui a passeggiare tra le radure d'estate" rispose il principe.

"E se questa foresta appartenesse a te, cosa ne faresti?"

Jimin strinse la ghirlanda di fiori al petto, mentre osservava il paesaggio che lo circondava. "Io la lascerei così com'è e camminerei tra gli alberi e i fiori alla luce della luna, proprio come stiamo facendo adesso"

Al lupo piacque molto la sua risposta. "Salimi di nuovo in groppa e ti porterò al mio castello" e quando Jimin si fu sistemato sulla sua schiena, ripresero il viaggio e il lupo corse, corse e corse. Superò una collina dopo l'altra finché gli alberi non scomparvero e si ritrovarono a scalare una montagna. Il viaggio fu velocissimo, tale era il suo potere, finché il lupo non si fermò in un cortile maestoso con enormi cancelli.

"È un bellissimo castello" disse il principe, mentre i cancelli si aprivano ed entrava nel cortile. "Se solo non fossi così lontano dalla mia famiglia" continuò rattristandosi per un secondo, ma il lupo non era così crudele. "Quando i tuoi fratelli si sposeranno e alla fine di ogni anno, andremo a far visita a tuo padre e tua madre"

Dopo queste parole, la pelliccia nera del lupo scivolò giù dalle spalle e il principe scoprì che il suo promesso non era affatto un lupo, bensì un giovane affascinante, alto e forte. Aveva capelli neri come la pece così come gli occhi, lo sguardo serio e i muscoli che riempivano alla perfezione i suoi vestiti. "Principe Jimin, io sono il principe Jungkook ed è un piacere fare la sua conoscenza" disse il lupo mentre allungava una mano, affinché potesse accompagnarlo nelle stanze dove avrebbe vissuto d'ora in poi.

Passarono molto tempo insieme per molti mesi. Il principe Jungkook gli mostrò le sue terre e lo portò a fare passeggiate al chiaro di luna nella grande foresta. Ogni giorno che passavano in compagnia, Jimin scopriva un nuovo lato dell'alfa e se ne innamorava sempre più.

Un giorno, quando fu passata la metà di un anno, Jungkook entrò nelle sue stanze sorridendo. "Jiminssi, ti devi preparare per andare a delle nozze"

"Jungkookie quando smetterai di chiamarmi così?" si imbronciò il principe. Il lupo scosse la testa allargando il suo sorriso. "Il primo dei tuoi fratelli si sta per sposare e io ti porterò al palazzo di tuo padre. Quando la cerimonia sarà finita, verrò a prenderti e a riportarti a casa. Ululerò fuori dai cancelli e, quando mi sentirai, non dar retta a quello che dirà tuo padre o tua madre, ma abbandona le danze e il banchetto e vieni subito da me; perché se dovessi andarmene senza di te, non troverai mai più la via del ritorno attraverso la foresta. Non ti obbligherò a rimanere con me per mantenere la promessa di tuo padre" Jimin seppe che, malgrado i suoi avvertimenti, lui aveva paura di essere abbandonato.

Quando il principe fu pronto a partire, scoprì che il suo sposo aveva indossato la pelliccia nera e si era trasformato in lupo. Gli salì in groppa e lui iniziò a correre verso il palazzo del re, dove lo lasciò, mentre lui tornava a casa da solo. Quella sera, come aveva promesso, tornò a prenderlo e, aspettandolo davanti ai cancelli, emise un lungo ululato. Nel bel mezzo delle sue danze, Jimin lo udì e andò subito da lui. Durante la cerimonia il principe Jimin si accorse di amare il lupo e la sua nuova casa quanto Jungkook amava lui.

Quando lo vide, lì fuori ai cancelli in forma umana capì quanto tenesse a lui. Jimin corse nella neve alta fino ad arrivare di fronte a Jungkook e, con un salto si aggrappò al suo corpo. "Ti sono mancato?" disse scherzando il lupo nero. "Sì, tantissimo" la sua risposta spiazzò l'altro che non si aspettava quelle parole. Il principe dai capelli argento sentiva la felicità crescere nel suo cuore, non riusciva a controllarla. Non pensò a quello che fece, agì e basta. Baciò Jungkook con l'ansia di non essere ricambiato.

Ansia che scomparve appena sentì le labbra del lupo muoversi contro le sue, la lingua si intrufolò nella sua bocca per giocare con la gemella. Entrambi si amavano e niente li avrebbe separati.

Con la sua scelta di rimanere al suo fianco come prova dell'amore del principe Jimin, iniziarono a fare le ultime preparazioni per sposarsi. Ogni dettaglio era bellissimo e ogni angolo decorato con i fiori selvatici della foresta. L'unico problema era che il castello del lupo era così lontano e così difficile da raggiungere che solo le persone che già vi vivevano poterono partecipare alle nozze. Jimin scrisse ai suoi genitori, informandoli della novità. Benché gli mancassero, non era triste, perché era felice nella sua nuova casa. La cerimonia fu meravigliosa e, al posto di una corona, Jimin indossò la ghirlanda di fiori. Entrambi i principi erano pieni di gioia e tutto andava bene nel palazzo.

Quando passarono altri sei mesi, il principe andò da Jimin nella forma del lupo nero. "Amore mio, devi prepararti per le nozze del tuo secondo fratello. Ti porterò al palazzo di tuo padre oggi, faremo come per le nozze del primogenito" così il lupo lasciò Jimin ai cancelli con la promessa che sarebbe ritornato. La cerimonia si svolse tra danze e sontuosi banchetti. Quando giunse la sera si sentì l'ululato del lupo all'esterno dei cancelli, ma il re fece rinchiudere Jimin nelle sue vecchie stanze. Non ascoltò le proteste del figlio che pianse tutta la notte accompagnato dall'ululare disperato del lupo.

Al mattino non vi era traccia di Jungkook all'esterno, che durante l'alba aveva ripreso le sembianze umane per poter parlare civilmente con il re. Jimin si ingegnò per scappare dalla finestra, convinto che il suo amato avesse fatto ritorno al loro castello. Benché Jimin amasse la sua famiglia, il principe amava anche il lupo nero e il suo cuore si era spezzato a sentire il suo richiamo per tutto la notte. Anche se Jungkook lo aveva avvertito molto tempo prima che si sarebbe perso da solo nella foresta, lui era determinato a ritrovarlo. Ma girovagando tra i boschi e la foresta non riuscì a trovare alcun sentiero che lo guidasse a destinazione.

Jungkook non venne ascoltato dal re e dalla regina, che lo cacciarono dal palazzo senza pensarci nemmeno per un attimo. Ma il lupo nero sentiva che il suo amato sposo non si trovasse più in quel palazzo. Osservò la foresta e la paura lo assalì. "Ti prego, dimmi che non sei andato a cercare la via per il nostro castello da solo" tutte le sue più intime paure si stavano avverando, sentiva il dolce odore di Jimin condurlo proprio nella fitta foresta.

Verso sera iniziò a nevicare sempre più forte. Il lupo nero trovò la ghirlanda di fiori selvatici, ma non Jimin. L'ansia continuava a crescere nel suo petto, il suo cuore martellava nei timpani e le corde vocali dolevano. Nonostante tutto lui continuava ad urlare il suo nome, non gli importava di perdere la voce, doveva ritrovare Jimin.

Alle prime luci del giorno seguente, Jungkook trovò il suo amato svenuto ai piedi di un albero secolare. Il suo corpo era ricoperto di neve e si vedeva a malapena. Il lupo nero scavò con tutte le sue forze finché riuscì a tirarlo fuori dalla neve. Corse al castello e prese subito a riscaldare il suo corpo infreddolito.

"Ti prego apri gli occhi Jimin" continuava a ripetere mentre asciugava il suo corpo nudo e lo adagiava sotto il piumone crema. Per riscaldarlo più in fretta si spogliò anche lui e lo strinse a se, senza smettere di parlargli. Passarono minuti interminabili, sembravano ore finché...

"Sapevo che mi saresti venuto a prendere" gracchiò Jimin affondando il viso nell'incavo del suo collo. Jungkook si rilassò a sentire la sua voce, stava bene e questo era quello che contava più di tutto.

"Ti amo" disse il lupo tra i suoi capelli argentei.

"Ti amo anch'io Jungkookie"

Le loro bocche si cercavano e si perdevano in un bacio peccaminoso e bisognoso, le mani vagavano sul corpo dell'altro tastandone la morbidezza e provocando profondi brividi. Jimin trascinò il corpo di Jungkook fino a che non fu completamente disteso sul suo, le sue mani si infilavano tra i suoi capelli spingendolo sempre più verso di lui. Le sue piccole mani carezzavano tutto il corpo muscoloso del lupo arrivando ai suoi fianchi, mugolando di piacere nella sua bocca per il contatto con la sua pelle bollente.

Jungkook scese a baciare e marchiare il collo, che Jimin espose sempre di più. Sfiorò ogni centimetro di pelle mentre stuzzicava un capezzolo con la lingua. Cercò di trasmettere tutto il suo amore per lui attraverso i gesti.

Continuò a scendere sul suo ventre mentre alternava labbra e lingua.

"Ti prego" disse Jimin ansimando incontrollato sotto tutte quelle attenzioni.

"Impaziente?"

Jungkook non gli permise di continuare che poggiò le labbra sulla sua erezione, un gemito più alto uscì dalle sue labbra gonfie e rosse per i baci di prima. Carezzò il suo interno coscia mentre i suoi occhi coglievano e memorizzavano ogni sua espressione: le sopracciglia aggrottate, gli occhi leggermente chiusi, le guance rosse e la bocca semichiusa. Afferrò la sua erezione, gustandosi la sua espressione di piacere mista a sorpresa.

Jimin alzò il busto di scatto coinvolgendo il lupo in un bacio passionale, rude che trasmetteva tutto il bisogno che uno sentiva per l'altro. Jungkook ne approfittò, allineando la punta del suo membro all'apertura di Jimin e spinse lentamente. Quando fu completamente in lui lo baciò per distrarlo dal dolore iniziale. Dopo pochi minuti lo sentì rilassarsi, quindi iniziò a spingere piano. Jimin strinse le sue gambe attorno al bacino di Jungkook. Il lupo prese a spingere contro il suo punto di massimo piacere e i gemiti del principe aumentarono ogni secondo di intensità.

"Jimin godi per me" gli sussurrò all'orecchio e spinse più forte, ormai era il piacere e la lussuria a comandare le loro azioni. Fu tutto così intenso, pieno di passione, amore e felicità.

I due amanti raggiunsero l'apice del piacere all'unisono e ancora fusi tra di loro si strinsero in un tenero abbraccio che stonava con l'impazienza di prima. Lì tra quelle candide lenzuola sporche dei loro umori e uniche testimone del loro infinito affetto, si promisero eterno amore.

E insieme vissero, per sempre, felici e contenti.

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