La bambola di pezza
Nella penombra, una figura femminile era ricurva. Una donna sulla trentina che mostrava il doppio dei suoi anni. Aveva le occhiaie fonde, l'aria confusa e ciondolava appena dalla destra alla sinistra, come una bambola tenuta da fili invisibili. Lo sguardo vitreo, vuoto verso la seconda piccola figura nella stanza. Cullava quel piccolo fagotto di coperte stringendolo verso i suoi seni secchi. Era stata consumata dalla vita ricaduta su di lei come una ghigliottina, continuava a cullare quel fagotto e ogni tanto si leccava il labbro inferiore distrattamente, gli occhi fissi verso il muro. Sembrava in attesa, ma un silenzio tombale avvolgeva la stanza e le stanze vicine. Da quanto tempo fosse lì, e cosa ci fosse fra le fasce, era meglio non saperlo. Si sentì un trambusto, una voce chiamò la donna dal basso. Lei non sembrava neanche averlo udito. Sfondarono la porta e un uomo comparve sulla porta, guardando prima la donna e poi il fagotto, spalancando gli occhi e correndo al piano di sotto, con l'intento di chiamare qualcuno. La donna sorrise, chinandosi sulle fasce, scoprendo un neonato deceduto. Accarezzò le orbite vuote degli occhi, la pelle ancora liscia seppur avvizzita e impallidita. Le tornarono in testa quegli strilli così piccoli, così contenuti, mentre lei con rapido movimento faceva uscire il bulbo come se fosse una pallina da ping pong. Aveva curato le ferite nella sua completa follia e aveva ascoltato ogni singolo grido, sedendosi sulla sedia a guardarlo. A guardarlo sanguinare, urlare, fino ad esaurire la vocina e addormentarsi nella morte. Intanto che lei pensava, china sul fagotto facendo per alzarsi, la punta di una fredda pistola le si poggiò sulla tempia. "Vuoi freddarmi?" domandò, con sguardo inespressivo ma diretto a lui, un sorrisetto le increspava le labbra. L'uomo abbassò la pistola; "Alla tempia è troppo rapido" presa la mira, ci fu uno sparo. Poi altri due. La donna sorrise, crollando sulla sedia e scivolando. Lui raccolse il fagotto, guardandolo con aria malinconica e poggiando per terra il tutto, coprendogli gli antri vuoti degli occhi. Neanche la sua anima avrebbe dovuto vedere, neanche il suo corpo avrebbe dovuto subire. La donna era sdraiata tremante su un gomito. "Hai qualche ora di vita in cui assaporerai il dolore, sono sicura che diresti una cosa come questa. Sei sempre stato dal lato giusto delle cose, non eri mai d'accordo con le mie punizioni verso mio figlio. Non ti importava della sua vita, e neanche della mia." l'uomo le diede le spalle, scendendo di sotto e sentendola gridare. Chiamò la polizia, e lasciò quel viale. Tra le mani, teneva ancora la bambolina che aveva portato pensando a tempi migliori. Una piccola bambola di pezza e spago, che sembrava sorridergli.
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