In un angolo della stanza illuminata da un candelabro rosso, si sentiva un pianto infantile, acuto. Fra le tende, una bambina dalle guance rosse si asciugava velocemente le lacrime che correvano sulle sue guance senza sosta. Era nata con i capelli colore delle carote nei prati e dei mandarini sugli alberi, e oggi sua madre avrebbe dato la vita per salvare la sua. « Mia madre non è una strega! » aveva urlato il giorno prima ad un vecchio signore con la tunica ornata d'oro, ma lui le aveva solo pizzicato le guance. « Se non lo è, ti salverai la pelle.» aveva risposto, ignorando le successive lamentele. Venne chiamata qualche ora più tardi ad uscire dalla stanza, timorosa fece capolino dalla porta, vedendo sua madre passare e correndole incontro. Ma lei si scostó appena, lo sguardo vitreo e vuoto, vittima di torture. Accarezzó i capelli di sua figlia, posandole un bacio sulla fronte e venendo trascinata verso una lunga interminabile scalinata. Alla bambina fu permesso di seguirli, restando sulla soglia del portone quando vide un grosso palo ergersi davanti a lei, con del pagliericcio sotto. Legarono mani e piedi della donna, e quando il
fuoco si avvicinó a lei, alla bambina scapparono urla e pianti disperati, zittiti da una sonora sberla del signore con la tunica, che osservava invece compiaciuto la scena. « Le brave bambine non piangono » commentó mentre le urla della donna pian piano si spegnevano e la sua pelle si dilaniava, diventando nera a poco a poco. La piccola guardava lo spettacolo come incantata, gli occhi le splendevano. Un tacito sguardo di fuoco passó da madre a figlia, prima che le fiamme corrodessero anche la sua faccia. « Mamma ha voluto morire. » commentó la bambina, quando una mano soffice la tiró via da quel posto. Chiuse gli occhi e si lasció trascinare, fino a che si sentì sollevare e della pelle entrare a contatto con la sua. « Piccola erede, non è un posto sicuro per te qui. » disse una voce, accarezzandole i capelli mentre aveva il fiato affannato.