La scrittrice
Le parole comparivano velocemente sulla carta, seguendo il passaggio della punta colorata della penna che macchiava l'inchiostro blu scuro la carta candida, fino a quel momento, immacolata.
Dalla mente le parole diventavano reali per acquistando una forma fisica sulla pagina bianca dove spiccavano meravigliosamente.
L'unico suono nella stanza era quello che faceva la penna quando sfiorava la carta che finiva per riempire completamente tutto, isolandola dal mondo.
La scrittrice era seduta su una scrivania in legno al cui fianco erano posati alcuni libri di vario genere.
A sinistra vi era una piccola finestrella dalle tende di pizzo, lasciata aperta per lasciar entrare la calda luce del pomeriggio, che andava ad illuminare un piccolo vaso, al cui interno vi era un cactus di nome Vincenzo.
Una biblioteca di legno era posata alla parete dietro alla scrittrice, piena di volumi dalle copertine multicolori che contrastavano con il colore spento delle pareti, ma che si abbinano perfettamente al buffo abbigliamento della proprietaria della stanza.
Due ciabattine rosa con i coniglietti erano posate davanti alla sedia di legno su cui vi erano i piedi fasciati da un paio di calzini con rosa con i fenicotteri, che andavano a contrattare con i pantaloni blu scuro che si confondevano con le ombre della stanza.
Una canotta rosa fluo metteva fine al già poco buongusto della ragazza, ancora concentrata nella scrittura.
Ritmicamente la mano sinistra si spostava verso i capelli dov'è una ciocca più lunga, finiva inevitabilmente per liberarsi dalla lunga treccia bruna, finendo per scivolare sul suo viso dall'espressione concentrata.
Le sopracciglia scure si muovevano leggermente ad ogni parola come per immaginare ed eseguire i movimenti dei personaggi del racconto, mentre gli occhi scorrevano i movimenti della penna come attirati da un potente magnete.
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