Annibale e Scipione
Annibale
Si erano detti che non sarebbe più successo e invece ora eccoli lì, l'uno accanto all'altro, estremamente lontani da entrambi gli accampamenti.
"Non deve più succedere" borbottò Scipione, alzandosi per rivestirsi.
Annibale non poté fare a meno di sorridere, anche se da sorridere non c'era un bel niente. Se l'avessero scoperto...dei, non poteva nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto succedere. Il punto era che nessuno avrebbe mai potuto pensare ad una relazione fra loro due. Grandi nemici, schieramenti opposti, origini diverse...
I Romani chiamavano "barbari" tutti quelli che non erano loro e parlavano un'altra lingua. Cosa sarebbe successo a Scipione se avessero scoperto che aveva dormito con un barbaro...più volte.
"Forse hai ragione" affermò Annibale. Lo disse con una tale serietà che Scipione si bloccò di colpo.
Ritornò a sedere accanto a lui e gli accarezzò delicatamente il viso. Chi l'avrebbe detto che un duro romano come lui potesse essere gentile.
"È un addio?" domandò Publio. Annibale notò un tremolio nella sua voce e la cosa lo sorprese non poco. Scipione non esitava. Mai.
"La prossima volta che ci vedremo, sarà sul campo di battaglia."
Annibale si sforzò di mantenere un tono fermo, ma la malinconia era ben evidente nella sua voce.
Scipione
Vorrei crederlo davvero così convinto, ma i miei occhi cercano disperatamente un segnale che mi faccia capire che non vuole che sia davvero così, che non pensa ciò che ha detto. È una contraddizione, lo so, ma anche la nostra relazione lo è. Tanto che, forse, chiamarla relazione è esagerato.
Il segnale lo colgo: i suoi occhi si abbassano. È una questione di un secondo, anzi, meno, ma lui non li abbassa mai gli occhi. Non esito. Avvicino il mio volto al suo, metto le mie mani fra i suoi capelli e poso le mie labbra sulle sue. Adoro il sapore delle sue labbra, è come una droga, per me. Non sono mai sazio, voglio sempre di più. Non so cosa mi attragga così tanto, di lui. Forse il suo modo di fare, di atteggiarsi. O il suo mostrarsi così forte davanti a tutti e così gentile con me. Anch'io cambio molto, quando sono con lui. Mi fa scoprire aspetti di me di cui altrimenti non sarei mai venuto a conoscenza. Ho una moglie, Emilia, ma con lei non ho mai provato ciò che provo con Annibale. Mi è sempre sembrato tutto forzato, con lei. Come se fosse necessario. Una notte con lei era come un incontro col Senato. Freddo, cortese, ma forzato. Con Annibale invece era tutto...spontaneo.
Lui ricambia il bacio con la stessa passione che ci metto io, probabilmente una parte di lui vorrebbe fermarsi, ma il suo istinto prevale su tutto. Non si direbbe, da un uomo come lui. È famoso per le sue capacità strategiche, alcuni lo ritengono un genio, eppure...rischia di mandare tutto all'aria...per me?
Ad un tratto si stacca.
"Loro aspettano uno scontro" mormora. Sentire Annibale mormorare è come vedere un leone accarezzare uno dei suoi cuccioli.
Non chiedo a chi si riferisca con quel loro, perché so che potrebbe parlare di chiunque. Del suo esercito, del mio, del Senato, del popolo...
Angolo autrice
Tutto ciò non ha molto senso, lo so, ed è molto improbabile, ma l'altra sera una mia amica, dopo aver letto un racconto di Manfredi ("De Imperio" dalla raccolta "I cento cavalieri"), mi ha scritto dicendomi che shippava troppo questi due tizi e io ci ho scritto questo...raccontino? Perché mi andava e voilà, eccolo qui. Non avreste mai pensato a questa ship eh?
Comunque l'idea per questa specie di raccolta non mi è venuta da qui, ma da una gif su Pinterest di due tizi, ma non so se ci scriverò un racconto alla fine...anche perché uno dei due lo shippo troppo con un'altra persona e non sono sicura di riuscirci :')
Ora vi lascio in pace, davvero. Ditemi cosa ne pensate di tutto ciò, se vi va.
Se fa schifo, date la colpa a eruer08 (scherzo).
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