"La chiesa dissacrata." ( Parte 6 )

"Da quel giorno, più nessuno è venuto a pregare in questa chiesa.
I nostri corpi riposano lontano da qui... Per colpa mia soffrono anche degli innocenti.
Ti chiedo solo una preghiera per le nostre anime.
Se tu sei riuscito a venire sin qui è perché hai la mente libera dai pregiudizi ed il cuore puro."
"Una preghiera per i morti." pensai " L'eterno riposo."
La recitai ma non accadde nulla, tutto rimase immoto. Cosa avrei potuto dire ancora?
Recitai nuovamente la stessa preghiera:
"L'eterno riposo, togli loro oh Signore, si astenga da essi la luce perpetua, non riposino mai più in pace. Amen."
Era una stupidata ma ottenne degli effetti: il vento si fece forte, le vetrate vibrarono, le fessure fischiarono, le acque si allungarono sino a toccare le prime panche della navata centrale.
Echeggiò una risata che mi fece accapponare la pelle sin sopra il cuoio capelluto.
Mi voltai a guardare timoroso.
Ritto con le braccia conserte e sguardo imperioso su di me, Lucio si rese visibile.
Se la famiglia di anime era come l'immagine trasparente riflessa in un vetro, la silhouette del prete era formata da una statua di  acqua limpida, priva di colori ma ben delineata come scolpita nel ghiaccio.
"Non riuscirai nel tuo intento! La tua ora è segnata: non puoi tornare indietro, ho fatto a pezzi la tua barchetta.
Sono qui che ti attendo." aprì le braccia "Sono la tua morte!" ed un'altra orribile risata echeggiò nel vuoto delle navate.
I visi dei fantasmi erano sconvolti quanto il mio.
Erano prigionieri anche loro; eravamo tutti prigionieri ed impotenti.
Rimasi inginocchiato con gli occhi chiusi, raccomandando la mia anima al Signore ma pregando disperatamente perché mi aiutasse a vincere contro quel demone.
Mi venne un'altra idea:
presi l'album da disegno e scrissi in stampatello tutta la preghiera de "L'eterno riposo", poi iniziai a leggerla al contrario.
Alle prime parole pronunciate al contrario, la cupola si spaccò in due, lasciando intravedere dalla crepa un pezzo di cielo azzurrino.
Le acque risalirono immediatamente sino a me, avvolgendomi  come un sudario e trascinandomi  fuori.
Stavo per morire, il mio viso era avviluppato dalla linfa trasparente quando ad un tratto fui libero.
Le acque si ritirarono oltre il pronao e in onde tempestose cominciarono a sferzare la facciata esterna della chiesa.
La mia camicia, aprendosi, aveva mostrato il crocifisso d'oro appeso al collo.
Quel monile mi aveva salvato e probabilmente protetto durante il percorso sino alla chiesa.
Tornai al mio album da disegno, le parole erano state cancellate dall'acqua.
Scrissi le parole sulla panca e le lessi per intero; ma il suo potere era lieve.
La campana iniziò a suonare incessantemente, le acque continuarono ad agitarsi.
La risata echeggiò ancora più forte.
Pareva ci fosse il terremoto.
Alcune panche cominciarono a volare, con l'intento di colpirmi.
Mi acquattai per terra, terrorizzato, ormai perduto.
Immaginai che ci fosse una formula "magica" ben più potente di quei miei tentativi stravaganti.
Il fantasma di Ferdinando mi suggerì di prendere il libro di preghiere posato sul leggio e di rifugiarmi nel confessionale.
Non fui abbastanza lesto nel tornare indietro con il libro in mano.
Il grosso candelabro si staccò dal soffitto cadendo sulle mie gambe, riuscii a liberarle dirigendomi malamente verso quel rifugio, saltellando sulla gamba sinistra.
Ferdinando mi incitò a cercare la stessa preghiera che avevo recitato poc'anzi.
Ero impaurito, avevo la vista debole, mi sentivo svenire.
Stavo perdendo molto sangue dalla gamba destra, il dolore era lancinante, gli spettri mi incitavano, le pagine erano sporche di sangue, erano le mie mani insanguinate: stavo lasciando le impronte sui fogli mentre sfogliavo il libro alla ricerca della preghiera.
"Eccola!" era scritta in latino.
Con difficoltà e con tutto il fiato possibile,  la lessi al contrario...
Ero per metà rassegnato ormai, al mio destino...
FUNZIONÒ!
Le anime sorridendo, scomparvero alla mia vista.
La risata del ministro di Dio si trasformò in un urlo disperato.
Fuori pareva imperversare una violenta tempesta, con un sordo tonfo, la campana cadde al suolo.
Io ero sempre nel confessionale e prima di restare privo di sensi vidi le acque formare come una lingua all'interno della chiesa: era l'immagine sformata di Lucio, quando l'onda si ritirò, notai delle ossa, le sue ossa, rigettate dal lago.
Del mio salvataggio non ricordo nulla, ma del risveglio rammento la mia gamba ingessata, il professor De Vincentiis che parlava con i miei genitori; diceva che ero  stato il prescelto,  colui che aveva portato al suo termine la maledizione...
E in ultimo non potrò mai dimenticare la severa punizione che i miei genitori mi diedero per aver disobbedito loro.

CURIOSITÀ:

Ragazzi lo sapete che in Colombia, per allontanare una strega che vi sta assalendo, dovete pronunciare una preghiera al contrario, come nella mia storia:-) .
Spero che vi sia piaciuta. A domani con un nuovo racconto del terrore!!!:-)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top