Capitolo 25

"Chi era? L'hai riconosciuta questa persona?" chiedo speranzoso.

"Purtroppo mentre si avvicinava, la luce ha cominciato a lampeggiare, il monitor pareva essere disturbato da un'interferenza, le immagini hanno cominciato ad apparire mosse.

La lampadina si è poi spenta completamente e quando, dopo alcuni secondi si è accesa nuovamente, tu non c'eri più: eri rientrato in casa."

"Sei sicura di ciò che stai asserendo?"

"Assolutamente!"

"Mi stai spaventando... Io avrei fatto  volontariamente entrare nella mia casa qualcuno e non ricordo quest'episodio."

"La cosa strana è che non ho visto uscire nessuno; ho revisionato il video fino al mio arrivo, dove mi sono vista entrare in casa e poco dopo sono stati filmati gli operatori dell 'ambulanza.

Forse chi era con te, ha sentito il campanello suonare con insistenza e si è nascosto.
La soffitta è stato l' unico posto in cui non mi sono recata, forse era lì."

"Ma perché nascondersi? Mi sembra improbabile, io sono più dell'opinione che si sia trattato di sonnambulismo, forse nel buio c'era qualcosa che ho lasciato in giardino e che si muoveva al soffio del vento. Ci sono! Sai cosa avresti potuto vedere nel video?"

"Cosa?" replica lei.

"Ho messo in giardino un bastone piantato nel terreno e ci ho appoggiato, capovolta, una mezza bottiglia di plastica: essendo leggera il vento la fa ruotare e questa produce un suono che tiene lontano gli uccelli. È posto nel lato in cui ho piantato dell'insalata. Potrebbe essere l'oggetto che si muoveva riflettendo la luce della veranda."

" Potrebbe essere, in fondo era molto buio. "

Stefania mi guarda con apprensione e continua cambiando discorso:

"Quando gli operatori sono intervenuti per farti l'infusione, una donna mi ha mostrato il tuo braccio destro, mi ha fatto notare i segni di puntura che avevi nell'incavo del gomito, lì dove avevo notato il livido poche ore prima.

Mi ha chiesto se facevi uso di droga."

La guardo atterrito:
"Spero non pensi che sia vera questa fandonia."

Mi sorride ed aggiunge:
"L'esito è risultato negativo."

Stefania vede la mia espressione interrogativa e ride, comprende ciò che sto pensando in quel momento:

"Non è una parente stretta, non dovrebbe essere a conoscenza di questi dati."

Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra:
"Ero molto preoccupata per te ed ho incontrato un amico che in via confidenziale mi ha voluto tranquillizzare.
A proposito: ho lasciato le chiavi di casa ai tuoi cugini."

"Sì, grazie, me l'hanno detto."

Entrano in camera alcuni parenti, adesso siamo in troppi; Stefania si congeda:

"Vado nel reparto di pediatria: ieri ho incontrato un'amica nei corridoi dell'ospedale e mi ha detto che sua figlia di dieci anni è stata ricoverata con urgenza a causa di una forte anemia. Si sospetta... non voglio nemmeno pensarci. Ci vediamo domani. Se ci fosse qualche novità, mandami un messaggio con il tuo cellulare."

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