Capitolo 13
Sono quasi le quattro del pomeriggio, sto tornando a casa; il bar si trova lungo il tragitto per il ritorno.
"Che faccio? Mi fermo? Ma sì, prendo un caffè da Stefania." penso.
Il mio respiro si condensa a contatto con l'aria, oggi fa proprio freddo.
È un piacere entrare nel calduccio del locale, sempre caratterizzato dal profumo dolce delle brioches.
Tutti i tavolini sono occupati, tra poco i bambini usciranno dalla scuola; vedo diverse mamme che chiacchierano, sorseggiando dalle loro tazze, in attesa dell'orario di uscita dei figli.
"Ciao." Stefania mi accoglie con un gran sorriso.
"Caffè, per favore." le chiedo, ricambiando il sorriso.
Mentre la mia amica mi prepara la bevanda, io mi guardo attorno: com'è diversa la sala così piena di gente ed il vocio di sottofondo.
Devo dire la verità: preferisco venire al mattino presto.
Tra i clienti, scorgo i genitori delle gemelle, vorrei salutarli ma non si sono accorti di me.
Mentre Stefania mi serve la tazzina, io mi avvicino a lei e, indicando la coppia, le sussurro :
"Sono i genitori delle gemelle."
Lei sposta lo sguardo, con fare indifferente, verso di loro e lo riporta su di me.
"Hai la foto delle bambine?" mi chiede, sussurrando a sua volta "Sono curiosa di vederle!"
"No." le rispondo "Ti prometto che la farò oggi e domani mattina ti mostrerò le bimbe... Se vuoi, potrei fartele vedere stasera." azzardo.
Lei mi guarda con aria interrogativa.
"Sì, cioè... se vuoi... Se sei libera ti porto a cena fuori, stasera." che imbranato.
"Va bene, direi per le nove, se sei d'accordo."
Non sto nella pelle.
" Qualche preferenza? " chiedo.
" Sushi, il ristorante del paese. Domani mattina ho la sveglia alle cinque, non voglio rincasare troppo tardi.
"Allora vengo a prenderti alle nove, questa sera." le dico ed esco quasi volando, per la contentezza.
Adesso devo assolutamente fare la foto alle bambine.
Ho giusto il tempo di tornare a casa ed appostarmi alla finestra della mia camera da letto.
***
Sono circa le 16:30; ecco la famiglia al completo che cammina lungo il marciapiede di fronte.
Scatto un paio di foto.
Entrambe le sorelle alzano lo sguardo verso la mia finestra.
Mi allontano.
È impossibile che mi abbiano scorto da dietro le persiane con le alette socchiuse. Non ho usato nemmeno il flash.
Mi siedo sul letto a guardare le immagini sul mio cellulare.
"Sono un pessimo fotografo." penso, deluso.
Sono riuscito a fotografare solo i genitori: le bambine non compaiono, in entrambe le foto.
Esse precedevano la coppia, di alcuni passi dunque, probabilmente non sono riuscito ad inquadrarle: ero troppo nervoso.
Quando mi affaccio alla finestra, ormai sono entrate in casa.
Dovrò aspettare fino a domani e cogliere una nuova occasione per fotografarle.
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