Racconti da Auschwitz-3
«Entrare ad Auschwitz non è mai facile. Anche se sono passati 70 anni. Quando vedo da lontano la torretta, mi succede ogni volta, comincio a stare male. Ma vengo lo stesso ogni anno. Per non dimenticare. Poi, quando la visita finisce, ricomincio a respirare. E io posso tornare alla mia vita». Andra Bucci ha 74 anni e i capelli bianchi. Come la sorella Tati, 76. Quando parlano della loro vita nei campi di sterminio, dove vissero dal marzo 1944 al gennaio 1945, le loro storie si intrecciano e si completano. Sono racconti fatti di piccoli flashback. Una ricorda bene «i tedeschi», che arrivarono a «prenderci di notte nella nostra casa di Fiume». L'altra la «minuscola» cella nella Risiera di San Sabba, dove dovettero stare in otto, nell'attesa di essere deportati in Polonia. Erano due bimbe di 4 e 6 anni. Con i capelli castani a caschetto e gli occhi scuri, sembravano gemelle. A gennaio sono tornate ad Auschwitz insieme agli studenti, in occasione di un viaggio-studio organizzato dal Ministero dell'Istruzione in collaborazione con l'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), pochi giorni prima della Giornata della Memoria, che ricorda la liberazione dei campi vicino a Cracovia, avvenuta il 27 gennaio 1945 da parte delle truppe dell'Armata Rossa. Per ripercorrere i luoghi dell'orrore della loro infanzia - le camere a gas, i crematori, le baracche e il muro delle fucilazioni - e raccontare le tappe dei loro 10 mesi nel campo dell'orrore.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top