Vendetta

Vale la pena darsi da fare a questo mondo?

Con tutti che ti dicono cosa fare e quando farlo, con la paura di dire qualcosa che può ferire qualcuno, con la fatica per mantenere una maschera che gli altri credono sia il tuo vero aspetto, come si può pretendere di crescere con sani principi?

Non si può, nessuno ti dice chi sei, quello lo devi scoprire da solo ma come si può riuscirci se non lo puoi mostrare? A che pro trovare se stessi se la società non accetta il tuo vero io?

Dei sogni che coltiviamo da piccoli, brutalmente fatti a pezzi dalla realtà, rimangono solo frammenti che feriscono appena provi a toccarli per cercare di ripararli.

La tua opinione, che ti senti sempre dire che ogni opinione è importante, viene assalita appena la pronunci, con parole forti e tu fingi che tali parole non ti feriscano ma la realtà è che fa male, fa male ogni volta ed ogni volta fai un passo verso l'abisso.

Un abisso verso il quale ogni umano sta procedendo, ogni persona ci si avvicina bene o male, c'è chi già lo scorge, chi non lo vede ma sa che è vicino e chi finge di non vederlo.

Poi ci sono io... Che in quell'abisso mi ci sono buttata anni fa, lasciando perdere tutto, lasciando andare ogni sentimento che potesse legarmi a qualcuno, lasciando un guscio vuoto, capace solo di sputare veleno e fingere affetto.

Ma a distanza di anni ora mi pento di averlo fatto, perché non so cosa sia la bontà, conosco solo la sofferenza e l'odio, conosco solo ciò che per anni mi è stato buttato addosso quasi come se fossi un catalizzatore di tali sentimenti.

Me ne pento ma riconosco che a quel tempo non potevo fare niente per impedire che succedesse, avevo tutti contro e chi era al mio fianco non era realmente capace di vedere i miei problemi, non poteva capire cosa davvero provassi, quante lacrime io avessi già versato e quante ancora ne dovevo versare. Ma la tristezza che inondava il mio cuore non se ne poteva andare. Non se ne sarebbe mai andata.

La mia vita è fatta di paure costanti, sofferenze e dolori che non si possono curare con un semplice cerotto.

Avevo paura di soffrire e mi sono chiusa in me stessa sempre di più creando uno scudo ma ciò mi rese impossibile capire il prossimo e spesso se anche avessi voluto aprirmi... Finivo con il ferire l'interessato e così nacque in me la paura di far soffrire il prossimo con la quale creai una maschera con cui interagivo con le persone a me più vicine, ma quella.... Non ero io.

La vera me si è persa anni fa nell'abisso e non è più ritornata.

È morta annegata dalla sua stessa sofferenza... Dalla sua stessa tristezza.

Anzi... È più corretto dire che è stata uccisa.

Come presto sarà chi è stato responsabile della sua morte.

Subiranno la vendetta di una morta che cammina.

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