caccia

La ragazza stava trascinando il giovane per le strade, non la conosceva, ubriaco com'era non riusciva a capire neanche cosa lei volesse ma non gli importava.

La luce del sole ancora si ostinava ad illuminare le strade ma la notte stava arrivando, al giovane non importava, come poteva importargli se neanche riusciva a realizzare che ore fossero.

La ragazza gli sorrideva maliziosa, cercando di camminare sempre all'ombra, evitando la luce del sole che sembrava dargli fastidio.

Ma al ragazzo non importava, era troppo ubriaco, si reggeva a stento in piedi e camminava con passo sbilenco.

Ad un certo punto la ragazza lo trascinò in un bosco e lo gettò a terra, il giovane non fece resistenza, non voleva e non poteva.

La ragazza si mise a cavalcioni su di lui cominciando a baciarlo e a togliergli la maglietta.

Poco a poco però il giovane riacquistò un minimo di lucidità ed accorgendosi che il sole era ormai agli sgoccioli staccò la ragazza e si tirò in piedi ma cadde rovinosamente a terra, ancora troppo stordito per camminare.

<Ehi che ti prende?> Domandò la ragazza con voce suadente accarezzandogli il petto, ma il giovane la scostò e cercò nuovamente di rialzarsi.

Doveva tornare a casa prima del tramonto del sole, lo aveva promesso a sua madre.

<D-devo andare> ma la ragazza lo afferrò saldamente <eh no bello, ora tu ed io finiamo quello che avevamo iniziato> era stranamente forte per essere così gracile ma al giovane non poteva importare di meno, non ora che il sole stava per scomparire.

<Ti prego.... Devo tornare a casa.... Non posso stare fuori oltre il tramonto> <certo che in questo paesino siete tutti molto superstiziosi, cosa vuoi che succeda se per una volta ti diverti> il giovane la guardò, il sole era tramontato e la luna ne aveva preso il posto illuminando i suoi occhi.

Si calmò e fece un sorriso malizioso <sai che ti dico? Hai ragione, la gente di qui non sa proprio divertirsi> disse prendendola per un fianco e baciandola.

La fece sdraiare sull'erba e cominciarono a spogliarsi, lui le baciò il collo assaporando il suo dolce profumo di lavanda <sembri davvero succulenta> disse con un tono.... Irrequieto.

La ragazza rimase confusa da quello strano tono con cui il ragazzo le aveva appena parlato e si bloccò a guardarlo, mai errore fu più grande, appena vide i suoi occhi cominciò a tremare come una foglia.

Gli occhi del ragazzo, che prima erano castani, ora erano di un giallo intenso e parevano quelli di un animale selvaggio che ha davanti a sé una preda da tempo bramata.

Poi fu il turno della sua bocca di cambiare, divenne sempre più allungata con i denti sempre più sporgenti finché non assomigliò al muso di un lupo.

Alla fine anche il resto del corpo del giovane mutò, i suoi arti si allungarono e la sua stessa postura cambiò obbligandolo ad appoggiare le mani, ormai più simili a zampe, a terra per evitare di cadere in avanti.

Il suo corpo, ora ricoperto di peli neri come il carbone, era più simile a quello di una bestia che a quello di un essere umano.

La ragazza non riusciva a muoversi, era pietrificata dalla paura ma sapeva di dover correre per sopravvivere e alla fine riuscì a convincere le sue gambe a collaborare.

Correva a perdifiato, col cuore in gola, convinta che prima o poi le sarebbe caduto tra le mani, ma per nulla al mondo si sarebbe mai fermata, sopratutto dopo aver sentito quell'agghicciante ululato, tanto potente da scuotere la foresta.

Intanto sentiva la creatura sempre più vicina, sempre più prossima alla sua preda.

La ragazza era sicura che sarebbe morta, divorata da quell'essere.

Ma poi.....

Non sentì più il suo ululato, non sentì più i suoi passi che parevano tuoni.

Forse aveva smesso di inseguirla.....

Forse se ne era andato....

Ma la ragazza continuò a correre, la paura ormai aveva preso il controllo del suo corpo e non si sarebbe fermata finché il sole non sarebbe risorto.

Mentre correva, però, un fruscio anomalo la fece voltare.

Niente.

Tornò a correre.

Ancora il fruscio.

Ma non c'era niente attorno a lei.

Un altro fruscio.

La ragazza realizzò.......

Il fruscio veniva dall'alto.

Prima che potesse alzare lo sguardo la creatura che l'aveva inseguita le si parò davanti, costringendola a fermarsi.

La ragazza rimase pietrificata dal terrore, non sapeva cosa fare, non sapeva che essere avesse davanti, o meglio non ci voleva credere che esistesse davvero.

Ma era più che reale.

Ed era pronto ad ucciderla.

Il redattore poteva finalmente gustare la sua preda.

La creatura si buttò sulla ragazza che non ebbe neanche il tempo di gridare, un morso alla sua gola glielo impedì.

Sentiva la sua vita abbandonarla mentre la bestia pasteggiava con le sue carni, ogni morso di quelle enormi zanne era un dolore indescrivibile e la carne che si staccava dalle ossa faceva un suono orribile.

La ragazza aveva la bocca piena di sangue e la sua vista era sempre più sfocata, una lacrima solitaria scese dal suo occhio fino a cadere a terra, vicino ad un corpo senza più vita.

Ma la creatura continuo a divorare le sue interiora con avidità, come se quello fosse il cibo più buono che fosse mai esistito.

Finché qualcosa non attirò la sua attenzione, un uomo con un mantello ed un cilindro ben calcato sul volto in modo che glielo coprisse, lo osservava appoggiandosi ad un bastone da passeggio.

<Quale ripugnante visione, la mia padrona non sarà per nulla contenta, ma non preoccuparti immonda creatura, possiamo aiutarti.... Se deciderai spontaneamente di seguirmi> la creatura ovviamente non comprese le parole di quell'uomo, se così poteva essere chiamato, e così lo attaccò.

L'uomo non si mosse ma un attimo prima che gli artigli della bestia potessero toccarlo.... Scomparve.

<Devo dedurre che sia un "no" quindi> disse l'uomo comparendo alle spalle della creatura ed afferrando con entrambe le mani il bastone, una sull'impugnatura mentre l'altra un po' sopra la metà del bastone.

Fu un movimento rapido, troppo per poter capire di che movimenti si trattasse, ma nello stesso istante sul petto della creatura si aprì una ferita molto profonda, il sangue uscì a fiumi e la creatura si accasciò a terra morendo in poco tempo.

L'uomo osservò il suo operato, poi si voltò verso un punto in cui non c'era nessuno <beh, ora che la mia caccia è finita, sarà meglio tornare dalla mia padrona, non vorrei mai si arrabbiasse con me> detto questo l'uomo si allontanò lasciando a terra il corpo del giovane con i vestiti tutti strappati, scomparendo tra le ombre proprio come era apparso.

Seirin: chi sarà il misterioso uomo? E di chi sarà servo? Beh, lo scoprirete... Prima o poi...

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