42 |Adorava Il Verde|

"Vedrai che è vivo" era la frase che tutti mi stavano ripetendo da tre giorni.

Io mi ero arresa all'idea di averlo perso.

La polizia lo aveva cercato per due giorni, poi al terzo dichiararono la sua morte.

Blake era morto a causa del troppo fumo inalato, era rimasto intrappolato nella sua stessa macchina e nessuno, ma proprio nessuno si era scomodato a provare a tirarlo fuori.

Era stato fin troppo fortunato, non meritava una morte così tranquilla dopo tutto ciò che aveva fatto.

Io ero come in uno stato di tranche, la gente mi parlava ma io non ascoltavo nessuno, guardavo solo in un punto fisso.

Lexy mi aveva raccontato come Harry avesse scoperto del bambino e di come Blake gli aveva mostrato una foto di me legata e con un buco nel petto, ed Harry a causa di tutto il caos che si era creato, non aveva capito che si trattasse di una vecchia foto scattata durante il mio vecchio sequestro, la quale era stata editata affinché sembrasse che fossi morta veramente. Harry era morto con la convinzione che io non ci fossi più.

Nulla di tutto ciò era vero, ci aveva soltanto manipolati.

Non sentivo più nulla, i paramedici mi avevano assegnato una psicologa ma io non mi ci facevo proprio nulla con una psicologa.

Io volevo il mio ragazzo, volevo l'amore della mia vita indietro.

"Quale ti piace di più?" mi chiese Lexy, riferendosi alle due corone di fiori che stavamo scegliendo per il suo funerale.

Sentivo di star per avere un crollo nervoso da un momento all'altro.

"Tanto è morto comunque, chi cazzo se ne frega" sussurrai.

Lexy mi guardò male perché la commessa aveva sentito l'espressione che avevo utilizzato.

"La scusi" disse Lexy rivolgendosi alla commessa.

"Vaffanculo" dissi io ad alta voce per poi uscire da quel fottuto negozio.

Accesi una sigaretta ed aspirai un fumo.

Col cazzo che ci sarei andata al suo funerale, io non ci stavo ad andare ad un funerale con una bara vuota.

Che schifo di situazione, che schifo di vita.

"Alla fine ho scelto quella blu" disse Lexy uscendo dal negozio e avvicinandosi a me.

"Adorava il verde" sussurrai io, ricordandomi di un discorso che avevamo avuto nelle settimane in cui avevamo vissuto insieme.

La vidi rientrare nel negozio di fiori e parlare con la commessa per poi uscire di nuovo.

"Ho risolto" concluse lei.

"Io non ci vengo" confessai dopo minuti di silenzio.

Avevamo deciso o meglio dire Lexy aveva deciso di andare all'appartamento di Harry per prendere le mie cose e per chiudere tutto.

Non sapevo se fossi pronta ad affrontare tutto quello ma non potevo più tirarmi indietro perché Lexy stava già aprendo la porta che avevano sostituito.

Appena varcai la soglia potei sentire il suo profumo per la casa, come se lui non se ne fosse mai andato.

Lexy si girò verso di me, per controllare che stessi bene.

E no, non stavo bene, stavo provando a trattenere le lacrime.

Poggiai lo sguardo su una foto che ci ritraeva sorridenti sul divano e con in braccio una ciotola di pop corn, e fu in quel preciso momento che scoppiai.

Non piangevo più dalla sera dell'incidente a causa del trauma che avevo subito.

Lexy si avvicinò a me ed io continuai a piangere sulla sua spalla per un bel po', poi mi fece accomodare sul divano e corse in cucina per portarmi un bicchiere di acqua.

La vidi avvicinarsi a me e poi fermarsi all'improvviso.

"Hai detto di aver perso il telefono?" chiese lei abbassandosi per raccogliere qualcosa da sotto al divano.

Annuii.

Lei si alzò e mi mostrò il telefono.

"Io non ci posso credere" balbettai.

"Ha davvero giocato con le nostre menti" disse Lexy mentre mi passava il bicchiere di acqua.

Sbloccai il mio telefono e presa da un momento di debolezza decisi di ascoltare i messaggi che Harry mi aveva lasciato prima di morire.

"Diamond..." sentii sussurrare, la sua voce era così calda e dolce, il mio cuore aveva smesso di battere al sentirlo.

"Volevo farti sapere che ho letto quello che hai scritto sul taccuino... Ti amo così tanto" poi il suono del bip mi fece capire che il messaggio fosse terminato.

Le lacrime continuavano a rigare il mio viso mentre premetti per ascoltare anche il secondo messaggio.

"Non capisco perché tu non mi abbia lasciato spiegare il fattore anello, non avrei mai voluto dirtelo per telefono..." si prese un secondo di silenzio ed io mi fermai dal respirare.

"... Ma era per te, era a te che avrei voluto chiedere di sposarmi, se non mi credi provalo... Così capirai che era fatto della tua misura, mi dispiace così tanto ma tu non mi hai lasciato spiegare... Ti amo e mi manchi" concluse, poi il solito bip segnaló la fine dell'ultimo messaggio.

Lasciai che il bicchiere cadesse tra le mie dita scontrandosi così con il suolo.

Lexy che aveva ascoltato tutto stava piangendo a sua volta mentre provava a consolarmi.

"È colpa mia" dissi convinta.

Non avrei mai dovuto reagire in quel modo, non avrei mai dovuto cacciarlo di casa.

"No che non lo è" provò a consolarmi.

"È solo colpa mia!" urlai scaraventando a terra il telefono.

Avevo così tanta rabbia repressa, ma così tanta che non riuscivo più a trattenermi.

Lexy mi guardò senza dire nulla, capiva cosa stavo provando.

Poi si sentí bussare alla porta, Lexy fece gli onori anche perché io non ero in grado di alzarmi dal divano.

Ero così sconvolta.

"Grazie, arrivederci" sentii dire a lei prima di chiudere la porta.

La guardai interrogativa.

"È il vicino, mi ha portato due buste che ha lasciato il postino ieri" disse lei.

"Leggi" la intimai, consapevole di essere diventata completamente insopportabile.

La vidi aprire la prima busta.

"Bollette" sussurrò prima di cimentarsi nell'apertura della seconda.

"Questa lettera viene mandata dall'ufficio dell'avvocato Collins che vuole avvisare la signorina Diamond Fletcher degli ultimi desideri del signor Harry Styles, che dopo attenta valutazione ha deciso, in caso di scomparsa prematura della medesima persona di lasciare tutti i suoi beni alla signorina Diamond, che comprendono le sue macchine, il locale, l'appartamento, i conti bancari, la casa in periferia e la direzione della Royale Racing. Se la lettera è arrivata alla signorina Diamond la sollicito vivamente di presentarsi al mio ufficio uno dei giorni a venire per firmare i documenti e per intestare tutti i beni. Sincere condoglianze." lesse Lexy ad alta voce strabuzzando gli occhi.

Io riuscivo solo a guardare nel vuoto e a pensare che nessuna di quelle cose avrebbe riportato indietro lui.

"Non me ne faccio un cazzo" sussurrai mentre mi alzavo dal divano.

Uscii in balcone e guardai verso il cielo.

"Non me ne faccio nulla delle tue case o dei tuoi soldi, io rivoglio te indietro" dissi seria contro il cielo nuvoloso che sembrava proprio voler esprimere il mio stato d'animo.

Mi avvicinai al corrimano pericolosamente e guardai nel vuoto, io non ci volevo più stare lì senza di lui.

La mia vita un senso non ce l'aveva più.

Provai a scavalcare la ringhiera ma era troppo alta per me.

"Diamond, cosa cazzo volevi fare?" sentii urlare a Lexy che mi prese per il braccio e mi attirò tra le sue braccia.

"Ho già perso lui, non posso perdere anche te" sussurrò al mio orecchio mentre mi accarezzava la schiena.

"Io non voglio più vivere se lui non c'è" risposi con la voce rotta dal pianto.

"Pensi che lui avrebbe voluto vederti in queste condizioni? Lo sai quanto odiava vederti piangere..." rispose lei sorridendo al ricordo di lui.

E fu in quel momento che capii di non poter tornare indietro nel tempo, non potevo rimediare agli sbagli che avevamo commesso e che, per quanto mi fossi sforzata, non ero riuscita a salvarlo.

Una sola cosa mi rimaneva da fare, non volendo dimenticare il suo volto, la sua voce, il suo tocco o semplicemente il suo tutto.
Avrei raccontato di lui.
Che fosse ad uno sconosciuto, ad un bambino o a mia madre, io avrei raccontato del ragazzo dagli occhi verdi di cui mi ero tanto innamorata, perché Harry Styles non doveva essere dimenticato.

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