33 |Sei tutto quello che ho|

Io Lexy ed Isabella eravamo rimaste un paio di ore buone in riva al lago, dove avevamo parlato un po' e fumato qualche sigaretta.

Poi avevamo deciso di ritornare alle tende per mangiare qualcosa visto che si stava avvicinando l'ora di pranzo. Contro tutte le nostre aspettative, quando eravamo rientrate, le tende erano già in piedi, pronte per l'utilizzo. Solo che di Harry non c'era alcuna traccia.

“Dov’è?” chiesi a Steve, senza dover specificare a chi stessi facendo riferimento, poiché era chiaro come la luna.

“È andato a prendere della pizza, ha visto su Google che dall'altra parte del lago c'è un ristorante” rispose lui sorridendo. Il mio cuore fece un salto di gioia, e presi perfino in considerazione l'idea di parlare con lui, perché io adoravo la pizza.

“Diamond, porto Aydan a vedere il lago” urlò Lexy da dentro la sua tenda, la vidi uscire poco dopo con vestiti diversi addosso, ricordandomi che dovevo cambiarmi. .

“Andiamo anche noi” sentii dire a Steve. Perfetto, mi avrebbero lasciata da sola. Non dissi niente, semplicemente accesi una sigaretta e mi guardai intorno. Dopo aver aspirato il suo ultimo fumo, buttai il mozzicone a terra e lo calpestai con il piede, non volendo dar fuoco a nulla.

Mi diressi verso il mio zaino, che presi con me e poi entrai dentro la tenda. Scelsi un paio di pantaloncini corti ed una canottiera dalle spalline sottili.
Mi svestii completamente rimanendo solo con il reggiseno e le mutande addosso, poi mi chinai di nuovo verso lo zaino da dove estrassi una busta di plastica, dove avrei messo i vestiti sporchi. Provai ad alzarmi ma sbattei con la testa contro il tessuto duro della tenda.

“Accidenti” sussurrai. Mi stavo contorcendo per potermi vestire quando ad un tratto il rumore della zip della tenda mi fece fermare dal compiere ulteriori movimenti. Vidi la testa di Harry entrare dentro la tenda ed io tirai un sospiro di sollievo, ricordandomi solo dopo che ero mezza svestita.

“Harry, esci subito” urlai, lo vidi balzare indietro di pochi centimetri a causa dello spavento che gli avevo procurato.

“Diamond, non sapevo fossi qui” rispose lui, entrando completamente dentro al piccolo abitacolo e tirando la zip della tenda.

“Esci” urlai di nuovo.

“Non urlare” rispose lui a tono.

“Come se non ti avessi già vista così” sussurrò lui indicando poi il mio corpo e cominciando ad osservarlo minuziosamente. Mi mise in soggezione così provai a coprirmi come meglio potevo.

“Dobbiamo parlare” concluse. Poi si voltò verso l'uscita e mi lasciò da sola, mi cambiai velocemente e lo seguii. Vidi come se ne stava seduto su una porzione d'erba con le gambe incrociate ed il suo telefono tra le mani. Mi schiarii la gola, captando la sua attenzione.

“Di che volevi parlare?”  chiesi mentre cercavo con lo sguardo un posto che mi permettesse di sedermi, trovando poco dopo un vecchio tronco di un albero tagliato.

“Secondo te?” mi chiese rivolgendomi uno di quei sguardi che avrebbero potuto incenerire chiunque, a parte me.

Sorrisi falsamente, sapevo quanto questo lo avrebbe fatto innervosire ulteriormente.

“Io non capisco perché quando tutto va bene, semplicemente non ti fai più sentire per un po' e scompari nel nulla” mormorai giocherellando con gli anelli che avevo indossato.

“Vuoi sapere perché?” mi chiese lui, alzandosi da dove era seduto precedentemente. Io annuii in risposta. Lo vidi camminare verso il portabagagli della sua macchina ed aprirlo, frugò dentro per un bel po' prima di ritornare verso di me con un piccolo zainetto nero, che buttò ai miei piedi. Lo guardai perplessa.

“Che c'è dentro?” chiesi curiosa ma nello stesso tempo anche spaventata.

“Guarda tu stessa” rispose lui, rimanendo in piedi di fronte a me. Presi con mani un po' tremanti quello zaino che speravo potesse darmi qualche risposta alle tante domande che mi frullavano per la testa. Svuotai il contenuto sulla poca erba in mezzo alle mie gambe potendo notare un mucchio di fogli e quelle che mi sembravano foto. Presi una delle tante lettere brevi e lessi ad alta voce.

*Tic tac Harry, sono più vicino che mai* Ne presi un'altra lasciando cadere quella di prima sopra alle altre.

*Sto guardando Diamond, sta dormendo ed io potrei benissimo ucciderla, ma sarebbe tutto troppo facile* Una marea di brividi attraversò il mio corpo, ed io cominciai a sentirmi in pericolo. Mi piegai e presi una foto. Capendo orripilata che si trattasse della stessa che avevo buttato nel gabinetto la sera del suo compleanno, la girai e lessi ciò che c'era scritto sul retro.

*Te la ricordi Karen? Questa è lei dopo che tu l'hai uccisa*

"Oh mio dio” sussurrai sconvolta, poi incrociai i suoi occhi tristi e vuoti.

“Già, per tutto questo tempo ho
provato solo a proteggerti, e quando scomparivo come dici tu, ero più vicino che mai a te.” confessò con voce tremante.

“I-io ho pensato tu avessi un'altra...” balbettai. Lo vidi strabuzzare gli occhi.

“Un’altra?” chiese sorridendo falsamente. Poi si mise in ginocchio tra le mie gambe e strinse le mie mani tra le sue.

“Un’altra? Io non posso vivere senza di te Diamond, non potrei mai tradirti... Tu sei tutto quello che ho.” disse, poi mise le sue grandi mani sulle mie guance e mi tirò più vicina al suo volto.

“Ti amo così tanto” continuò poggiando la sua fronte contro la mia e facendomi annegare nei suoi occhi, poi dopo un secondo di silenzio poggiò le sue labbra sulle mie, mi chiese l'accesso con la lingua che io gli offrii su un piatto d'argento, e ci baciammo, tanto ed intensamente.

“Siamo tornati, se state facendo sesso smettetela subito” sentii urlare a Lexy. Mi staccai dalle sue labbra e gli sorrisi, lui fece lo stesso, poi lasciando le mie mani si chinò per mettere le lettere e le foto nello zaino.

“Hai preso la pizza?” gli chiese Aydan.

“Si” sussurrò lui accigliato mentre ritornava dalla macchina con tre grandi cartoni della pizza. Saltai letteralmente in piedi dalla gioia e cominciai a girare su me stessa dalla troppa felicità.

“Adora la pizza” sentii Lexy spiegare ad Isabella.

“Già” risposi io, saltellando fino alla coperta che Harry aveva disteso pochi secondi prima.
Mi misi a sedere e cominciai a frugare tra i cartoni della pizza per trovare quella che più mi convinceva.

Vidi Aydan avvicinarsi ad Harry e parlare con lui a bassissima voce.

Qualcosa non andava, girava una certa tensione nell'aria. Qualcuno stava nascondendo qualcosa ed io lo avrei scoperto.

“Costi quel che costi” sussurrai tra me e me

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