25 |Scheletri nell'armadio|
Mi svegliai a causa di un forte rumore nella stanza.
Quando aprii gli occhi, potei vedere Harry imprecare a bassa voce.
“Cosa stai facendo?” gli chiesi, strofinandomi gli occhi.
“Devo fare una cosa” mi disse, ricominciando a vestirsi.
“Cosa?” chiesi insistente dopo essermi alzata anche io ed aver cominciato a vestirmi.
“Non sono affari tuoi, Diamond” rispose scrutandomi.
“In che senso non sono affari miei?” Non mi rispose, si avvicinò verso di me e mi diede un bacio a fior di labbra.
“Ci vediamo” mi sorrise e se ne andò dalla stanza.
Io rimasi a bocca aperta, insicura sulla reazione che avrei dovuto avere.
Cominciai a pensare a cosa avrei dovuto fare. Potevo seguirlo, ma sarei sembrata la fidanzata psicopatica di turno.
Presi il telefono e mandai un messaggio a Lexy. “Dove sei?” scrissi e poi inviai.
Mi sedetti sul letto ed aspettai la sua risposta, che non tardò ad arrivare per fortuna. “Al The mirror, perché?”
Non le risposi più. Presi le chiavi di casa e quelle della macchina, camminai come sempre verso casa di Aydan ed arrivata al garage, cominciai a guidare verso la proprietà di Harry. Arrivata di fronte al bar, parcheggiai e scesi dall’auto. Potei notare i soliti ubriachi di turno appoggiati al muro, spinsi la porta con violenza. Ero così arrabbiata a causa del suo comportamento.
Zoppicai un po' fino al bancone, da dove Lexy mi stava sorridendo, mi sedetti sullo sgabello come mio solito.
“Cos’è quel muso lungo?” mi chiese, spegnendo il sorriso che aveva in faccia.
“Harry mi nasconde delle cose” risposi, sbuffando alla fine della frase. La vidi sospirare, poi un cliente la chiamò e lei se ne andò a servirlo. La vidi ritornare alcuni secondi dopo.
“Hai pensato che forse lo faccia per il tuo bene?” chiese. Non mi importava più del mio bene, ero stanca delle menzogne che mi rifilava sempre e delle cose che non mi diceva.
“Tu sai per caso cosa aveva da fare questa sera?” le chiesi, guardandola seria. Lei mi guardò, dai suoi occhi potevo capire benissimo che sapesse più di quanto volesse dar a vedere. La guardai con occhi supplichevoli.
“OK va bene, ma non dirgli che te l'ho detto...” non la feci continuare.
“Prometto di non dirgli nulla” dissi sicura di me. Sbuffò.
“Questa sera doveva incontrarsi con un tipo di Atlanta, vuole far espandere la Royal Racing” Sentivo la bocca priva di saliva, e una certa ansia nell'aria.
“Perché?” le chiesi poi, non capivo perché volesse far espandere una cosa così pericolosa.
“Perché la gente ha cominciato a parlare di queste gare, stanno avendo molta popolarità e questo tipo lo ha chiamato due giorni fa, dicendogli che sarebbe interessato a diventare un socio e che vorrebbe cominciare a organizzare anche ad Atalanta, gli affari sono affari." Rispose lei, mentre puliva dei bicchieri.
“Sai per caso come si chiama questo tipo?” le chiesi.
“Mi sembra Tyler, da ciò che ho capito” Spalancai la bocca.
“Che c'è?” mi chiese lei preoccupata.
Era impossibile che fosse proprio lui, non poteva. Sicuramente stavamo parlando di un altro Tyler. Eppure il vuoto che sentivo dentro di me, sembrava non volermi dare ragione.
“Ti ricordi cosa ti ho raccontato mesi fa?” le chiesi, guardandola.
“Oh mio dio, non può essere” sussurrò lei. Spalancò la bocca e rimase immobile.
“Se Lo scopre Harry, lo uccide a quello” esclamò, sempre con la bocca aperta e ferma dal compiere qualsiasi altra azione.
Ora vi spiegherò chi è Tyler.
Tyler è stato il mio primo amore adolescenziale, è stato il mio primo bacio e la mia prima volta.
È stato la prima persona a cui ho detto “Ti amo”, è stato le mie prime gelosie e le prima litigate, è stato le prime passeggiate e le notti passate insieme.
Tyler è stato il mio tutto, per molti anni.
Poi Tyler è diventato il niente più totale per me, perché ha preferito i suoi amici drogati a me.
Tyler è stato il primo ragazzo che ha alzato le mani su di me, perché io gliel'ho permesso, essendo troppo accecata dall'amore.
Tyler è stato poi il mio cuore spezzato e le mille notti passate a piangere.
Tyler è stato la causa della mia paura di sentire le emozioni della vita.
Tyler mi ha cambiata in quello che sono oggi.
Tyler è uno dei miei scheletri nell'armadio.
“Magari non è lui” dissi, provando a convincere entrambe.
“E se fosse proprio lui? Dobbiamo scoprirlo!” disse lei, mettendo il bicchiere che aveva finito di pulire al suo posto. Poi si tolse il grembiule e mi guardò.
“Che aspetti?” mi chiese. Io non stavo capendo poi molto.
“A fare?” le chiesi.
“Andiamo a vedere se si tratta del tuo ex o no” concluse lei, più sicura che mai.
Io scossi la testa in segno di negazione, non lo vedevo da due anni, non volevo farlo quella sera.
“Di cosa hai paura?” mi chiese, prendendomi per mano.
Di vedere quanto è cambiato, pensai. Non volevo distruggere l'idea che avevo di lui. Poi capii che non dovevo avere paura, perché i ricordi che avevo di lui non potevano cambiare.
Io ero andata avanti, amavo Harry e Tyler era ormai acqua passata. Feci segno a Lexy di andare. Provai a trascinarla verso la mia macchina ma lei mi fece segno di no con la mano.
“Con quella fottuta macchina bianca ci vedrebbero da cinque chilometri di distanza” Cominciai a ridere, aveva perfettamente ragione. Salimmo nella sua macchina e partimmo verso la direzione a me ancora ignota. Lexy accese la radio e viaggiammo per circa dieci minuti su strade secondarie, stavamo andando verso la periferia di New Orleans, poi vidi Lexy maneggiare il volante dell'auto per parcheggiare.
“Che stai facendo?” le chiesi incuriosita, perché di fronte a noi non c'era nulla, nessuna casa, nessuna macchina, niente di niente. A parte una strada sterrata.
“Lasciamo la macchina qui e procediamo a piedi, non è lontano, in dieci minuti dovremmo arrivare e se andiamo con l'auto, ci sentono” mi spiegò mentre metteva le chiavi della macchina nella sua borsa.
Cominciammo a camminare ma io non vedevo ancora nulla.
“Dove stiamo andando esattamente?” le chiesi.
“I nonni di Harry, hanno una piccola casa in mezzo al bosco” chiarì.
“Ah” risposi io. Non ne sapevo nulla, pensai. Dopo cinque minuti di viaggio in totale silenzio, cominciai a vedere delle luci.
Ci nascondemmo dietro ad un grosso albero ed io sporsi la testa. Potei vedere una delle macchine di Harry parcheggiate di fronte alla casa, ed accanto ad essa un’altra auto, che apparentemente non conoscevo.
“Ci dobbiamo avvicinare” disse Lexy, ed io le annuii in risposta.
Camminammo in punta di piedi fino alla finestra che dava sul salotto. Alzai la testa di qualche centimetro e guardai dentro. Il mio cuore fece un balzo.
Si trattava proprio del mio vecchio Tyler. Era seduto su una poltrona con difronte Harry, e potei capire dal movimento delle loro bocche che stessero parlando. Altri tre ragazzi che non conoscevo se ne stavano sul divano, e perfino Aydan e Steve seduti al bancone della cucina.
Guardai Lexy disperata. Lei capì e alzò anche la sua testa per vedere probabilmente che aspetto avesse Tyler. Poi la vidi abbassarsi verso di me.
“Certo che sei proprio fortunata in amore” sussurrò lei, facendomi sorridere lievemente.
Fu una frazione di secondo, quella in cui persi leggermente l'equilibrio e provando a ritrovarlo spostai la mano destra, colpendo un vaso che si trovava sui tre scalini di casa Styles. Lo vidi traballare e poi cadere a terra, rompendosi su sé stesso e danneggiando anche i bei fiori che c'erano all'interno.
Lexy mi uccise con lo sguardo e non riuscimmo a fare in tempo nemmeno ad elaborare un piano di fuga, che Harry aveva aperto la porta e mi stava guardando male.
Sorrisi falsamente e lo salutai con la mano. Pochi secondi dopo, fecero capolino anche gli altri ragazzi.
Steve cominciò a ridere, contagiando anche Aydan, ma gli altri proprio non ci pensarono a ridere.
“Cosa sta succedendo?” sentii chiedere, poi alzai lo sguardo ed incontrai quello di Tyler, capendo così che era stato lui a fare quella domanda.
“Tu...” sussurrammo all'unisono.
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