18 |Gelosa di una morta|
Era passata un'altra settimana.
Un’altra settimana lontana dal ragazzo del quale mi ero senza alcuna previsione innamorata perdutamente.
Un’altra settimana in cui ero stata costretta a fare i conti con il mio cuore spezzato.
Harry quella volta però, non era scomparso.
Semplicemente mi ignorava e lo stava facendo nel vero senso della parola. Il mercoledì precedente ero passata al locale, visto che era il compleanno di Lexy avevo voluto farle una sorpresa. E semplicemente, vedendomi, se ne era andato. Nessun ciao, nessuno sguardo, niente di niente. Così prendendo il dolore tra i denti, me ne ero andata anche io.
Quel giorno di cui ora vi racconterò era un altro sabato, Lexy aveva scelto di non festeggiare il suo compleanno durante la settimana e aveva organizzato una festa a casa sua. Mi aveva assicurato che quella sera ci sarebbe stato anche Harry, non potendo mancare al compleanno della sua migliore amica.
Avevo optato di indossare un vestito dalle spalline sottili, corto e di colore rosso fuoco. Sapevo quanto quel colore mi prendesse bene. Presi una piccola borsa bianca e ci misi dentro le chiavi della macchina e il telefono, ci buttai dentro anche qualche dollaro ed indossai i tacchi, alti e bianchi. Salutai mia madre e cominciai a camminare verso casa di Aydan. Avevo capito che i ragazzi erano già da Lexy e stavano aspettando solo me ed il resto degli invitati. Guidai fino a casa di Lexy che si trovava dall'altra parte di New Orleans, imprecando ogni due minuti a causa del traffico che trovai quella sera. Riuscivo solo a pensare a quanto fossi in ritardo ed a quanto Lexy si sarebbe arrabbiata.
Guardai il regalo che le avevo comprato, che adesso se ne stava sul sedile accanto al mio.
Sicuramente le passerà quando vedrà il regalo che le ho preso, pensai.
Dopo aver passato un’oretta buona nel traffico, parcheggiai di fronte a casa della festeggiata.
Scendendo dalla macchinai potei sentire la musica risuonare in tutto il quartiere, osservai come tutta la via era piena di auto parcheggiate. Varcai finalmente la soglia della porta di casa sua e la vidi dirigersi verso di me, non era furiosa come pensai sarebbe stata.
“Tutto bene?” mi chiese preoccupata. Nelle mani teneva due bicchieri di cartone.
“Si, ho avuto a che fare con il traffico di New Orleans” le risposi sbuffando.
“Tieni, vieni con me, devo presentarti una persona” mi passò il bicchiere, poi mi prese per la mano e mi trascinò con lei. Sentii il vestito che stavo indossando alzarsi, e così con la mano che avevo libera provai ad abbassarlo, imbarazzata.
“Diamond, questo è mio cugino, Simon” disse lei dopo avermi portata di fronte ad un ragazzo alto e con i capelli castani. Gli porsi la mano, che prese velocemente e portò alla bocca, baciandola.
Sembrava quasi un ragazzo d'altri tempi.
“Sei più bella di come ti aveva descritta Lexy.” confessò facendomi arrossire. Balbettai un grazie e presi un altro sorso dalla bevanda che mi aveva offerto Lexy in precedenza. Cominciai a ballare, seguendo il ritmo della canzone che stavano passando. Il salotto di Lexy si era ormai trasformato in una discoteca.
“Ti porto qualcosa?” mi chiese Simon. Gli feci segno di si con la testa e lo vidi andarsene verso la cucina. Io stavo ballando da sola, in mezzo al salotto mentre potevo sentire gli occhi della gente osservarmi, ma in quel momento non poteva importarmene di meno.
Del resto dei ragazzi non c'era traccia. Cominciai a muovere i fianchi e presa da non so quale coraggio, alzai il viso da terra, guardandomi intorno.
I miei occhi non poterono fare a meno di incontrare gli occhi verdi di Harry, che se ne stava seduto su una sedia, con accanto a lui una bionda che gli stava dicendo qualcosa all'orecchio. Lo salutai con la mano, facendogli capire che lo avevo visto. Non ricambiò il mio saluto e si girò a parlare con la bionda in questione. Continuando a ballare lo vidi voltarsi nuovamente verso di me e guardarmi. Cominciai a muovermi in modo sempre più sensuale.
“Ecco” disse Simon mentre mi passava il secondo bicchiere di quella sera. Sarebbe stato anche l'ultimo, pensai.
“Grazie” gli risposi. Apparentemente quella era l'unica cosa che riuscivo a dirgli. Vidi Lexy avvicinarsi al Dj di quella sera e sussurrargli qualcosa all'orecchio.
“La nostra festeggiata desidera un ballo di coppia” urlò subito dopo. Guardai Lexy e la vidi guardarmi, mi fece l'occhiolino. E allora tutto mi fu più chiaro. Misero Another love di Tom Odell, ed io persi un battito.
Simon mi aveva teso la mano ed io mi ero agganciata a lui. Tenevo le mie braccia incrociate sul dietro alla sua nuca e lui aveva fatto lo stesso con le sue, ma sulla mia schiena. Poggiai la mia testa sul su petto, ed ascoltai ogni singola parola che quella canzone stava dicendo. Senza rendermene conto, cominciai a piangere. Sentii Simon accarezzarmi la schiena, in segno di conforto.
“Lexy mi ha raccontato” mi sussurrò all'orecchio.
“Conosco Harry da parecchi anni, so cosa gli è successo.” captai quelle poche parole, che mi fecero cominciare a versare oceani interi di lacrime e riuscivo solo a pensare che non ero venuta al compleanno di Lexy per piangere, ma in quel momento fu inevitabile.
Perché non mi sentivo abbastanza.
Perché pensavo che i sentimenti che aveva provato con lei, non li avrebbe provati con me nemmeno in quantità dimezzata.
Perché ero gelosa di una morta.
Ero gelosa delle cose che avevano fatto. Dei posti che avevano visto, delle risate che si erano fatti e dei ti amo che si erano sussurrati.
Perché a me ti amo ancora
non lo aveva detto.
Probabilmente perché non lo sentiva.
“Scusa, ma non ce la faccio più.” dissi a Simon, mentre la canzone giungeva al finale.
“Vai, tranquilla.” mi rispose.
Mi lasciò libera ed io mi feci spazio in mezzo a quella marea di persone. Avevo bisogno di aria.
Mi avviai verso il retro della casa di Lexy, dove sapevo, da quello che mi aveva raccontato che fosse presente un'altalena. Mi tolsi i tacchi dai piedi perché sicuramente si sarebbero incastrati nell'erba e camminai fino all'altalena. Presi una sigaretta dalla mia borsa e la accesi. Alzai la testa e guardai la luna, potei notare come quella sera non fosse presente nemmeno una nuvola in cielo.
“Ti odio” sussurrai poi. Mi stavo riferendo a lei, a Karen.
Perché era a causa sua se lui era così indifferente a tutto e tutti, lei lo aveva reso un mostro.
“Ma guarda chi abbiamo qui” disse una voce, che io purtroppo, già conoscevo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top