13 |Non Ti Lascio|
“Harry, hai visto le mie scarpe?” gli chiesi sbuffando, non riuscivo proprio a trovarle.
“Prova sotto ai cuscini” rispose lui, lo sentivo abbastanza distaccato.
Della persona della sera prima non c'era traccia. Cominciavo a farmi strani film in testa, e il suo comportamento non faceva altro che alimentare i miei dubbi.
“Puoi dirmi che ti passa per la testa?” gli chiesi all'improvviso, fermando i miei movimenti.
“Niente” rispose lui con tono freddo, e aspirando un altro fumo dalla sua sigaretta.
“È possibile che tu riesca sempre a rovinare tutto?” gli chiesi poi, il mio tono lasciava trasparire tutte le sensazioni negative che stavo provando.
“Non sto rovinando nulla, se noi non siamo nulla” disse secco.
La buttò lì così.
“Come?” non capivo.
“Ieri sera non mi hai risposto, non mi hai detto nulla, non ho la minima idea di quello che siamo. Sembri semplicemente così indifferente.” rispose guardandomi.
“Questi dubbi li dovrei avere io.” risposi sorridendo. Finalmente capivo. Sorrisi perché era così carino a farsi quei complessi.
“Stai ridendo di me?” mi chiese poi, cercando di nascondere anche lui un sorriso. Guardò altrove per non farmelo vedere.
“Sei proprio carino” dissi io prima di avvicinarmi a lui. Lo abbracciai da dietro. Inutile dire che sembravo una stella marina.
“Ho ventitré anni, non posso essere carino, magari volevi dire bello.”
”Qui c'è qualcuno che evidentemente se la tira” risposi io, facendolo girare per dargli un bacio sul naso.
“Allora?” chiese dopo qualche secondo di silenzio.
“Si che sei bello e si pure per l'altra cosa” gli dissi. Mi guardò e sorrise facendo comparire le sue fossette. Che spettacolo. Mi baciò e prima che potesse dirmi altro, sentimmo il rumore di una macchina muoversi sulla strada sterrata. Harry mise una mano sul mio fianco ed insieme ci voltammo verso la direzione in questione. Potei vedere Lexy sorridere da lontano mentre mi riportava la macchina.
Dovevo ringraziarle.
“Ciao piccioncini” ci salutò lei mentre scendeva dall'auto.
Mi tirò le chiavi che io presi al volo.
“Senti chi parla” le rispose Harry a tono, riferendosi palesemente a lei e Aydan.
“Quindi siete ufficialmente una coppia?” chiese lei avvicinandosi a noi.
“Chiedilo alla tua amica” rispose lui, ancora abbastanza stizzito.
“Si” risposi senza alcun dubbio. Lexy mi abbracciò, facendomi così staccare da Harry.
“Guido io” disse lui, io gli passai le chiavi con fiducia. Riportò Lexy a casa ed arrivati davanti a casa mia, cominciò a parlare.
“Non so proprio come risolvere il problema Blake.” mi disse sbuffando mentre spegneva la macchina ed io lo guardai.
“Non mi guardare così, ti sei scordata di quello che è successo l'altra volta?
“Non mi importa! Io non ti lascio!” risposi più seria che mai.
“Non voglio questo, solo cerca di rimanere al sicuro, se noti qualcosa di strano, chiamami. Se ti sembra che qualcuno ti stia osservando, chiamami. Se ti dovessi annoiare, passa al locale, almeno lì sei al sicuro e puoi stare con Lexy." Strabuzzai gli occhi.
“Qualcuno ha il fidanzato più premuroso del mondo” dissi io prendendogli la mano e baciandogliela. Non potevo non notare come le sue mani fossero piene di cicatrici da combattimento.
“È solo che ho paura, quello ha perso la testa” rispose.
“E tu? Non l'hai persa?” chiesi.
Sospirò.
“Da quando ho conosciuto te, l'ho ritrovata.” rispose, potevo leggere dei leggeri toni di tristezza. Lo baciai. Scesi dalla macchina e mi girai per guardarlo accendere il motore e partire verso il garage di Aydan.
“Non ti illudere troppo” sussurrai a me stessa, perché ancora tutto era incerto. Non dovevo illudermi, non volevo più farmi male, purtroppo il suo stato d'animo, da come avevo già potuto provare sulla mia pelle, cambiava velocemente. Salii le scale per andare nella mia camera, dovevo pur studiare qualche volta.
Le ore passarono velocemente ed io mi ero stufata di studiare e ripetere ciò che avevo imparato. Chiusi il libro e lo buttai a terra.
Decisi di prendere il mio telefono, che avevo nascosto precedentemente per potermi concentrare.
Lessi un messaggio da un numero sconosciuto.
“Tic tac, ragazzina, tic tac” lessi ad alta voce, e mi terrorizzai, perché leggerlo ad alta voce lo faceva sembrare più reale.
“Stasera andiamo a divertirci” quest’ultimo era da parte di Lexy. Tirai un sospiro di sollievo, non ero pronta a ricevere un altra minaccia. Ma ormai il mio stato emozionale era stato fatto a pezzi, chi aveva voglia di divertirsi? Di certo non io.
“Stasera non vengo” scrissi velocemente, non avendo più voglia di fare nulla.
“Mi dispiace ma siamo già per strada” rispose due secondi dopo lei. Accidenti, pensai. Corsi davanti all'armadio, pronta per prepararmi in tempi record. Non sapevo cosa avremmo fatto, ma decisi di mettermi una minigonna e un top crop nero. Misi sulle mie palpebre una linea di eyeliner nero e corsi in bagno per piastrarmi i capelli. Avevo appena finito di stirare l'ultima ciocca di capelli quando sentii una serie di Clacson risuonare nel quartiere.
“Questi rischiano di svegliare tutto il vicinato” dissi, parlando con me stessa. Scesi di nuovo le scale e corsi nel vialetto di casa.
Una macchina era di Lexy e l'altra non sapevo davvero di chi fosse, a causa anche dei suoi finestrini neri. Corsi alla macchina di Lexy, dove lei abbassò il finestrino.
“Non vai con il tuo fidanzato?” mi chiese, alzando un sopracciglio. Potei scorgere sui sedili dietro una ragazza, Steve ed Aydan.
“Come? Lui è nell'altra macchina?” chiesi, non avevo riconosciuto la macchina, probabilmente perché era una delle tante che ancora non avevo avuto modo di vedere.
“Si, e ora vai” mi disse lei, alzando il finestrino e partendo verso la direzione a me sconosciuta. Avevo chiaramente fatto una figura di merda colossale. Che ansia non poter vedere cosa stava facendo Harry nella macchina. Aprii la portiera e lo guardai. Lui mi guardò male.
“Che c'è?” gli chiesi, poi mi porsi verso le sue labbra e gliele baciai. Lui non dava cenni di risposta al mio gesto.
“Che ti sei messa?” chiese lui, spostando lo sguardo sulla strada di fronte a noi.
“Come, che mi sono messa?” Alzai un sopracciglio.
“Perché ti sei vestita così?” chiese nuovamente, poi fece partire la sua auto.
“Che ho che non va? Ma soprattutto qual è il tuo problema?” risposi, al limite della sopportazione.
“Ti sei vestita troppo provocante, perfino per me è troppo” mi disse esasperato ed alzando gli occhi al cielo.
“Vaffanculo” sussurrai tagliando corto. Il resto del viaggio lo passammo in silenzio. Odiavo chi provava a cambiarmi, che fosse una semplice idea o pensiero. Vidi Harry rallentare l'andamento dell'auto ed io potei finalmente scorgere di fronte a me un grande campo di pannocchie di mais. Sopra ad illuminarlo c'erano delle lanterne, simili a quelle che Harry aveva utilizzato l'altra sera.
“Cos’è questo?” chiesi, dopo essermi schiarita la gola.
“Una festa, prima di trasformare questo campo in una nuova pista” rispose lui, mentre si toglieva la cintura e si girava a guardarmi.
“Lexy ha avuto la magnifica idea di dare una festa qui, Prima che questo ben di dio sparisca a detta sua.”
"A proposito, quando ricominciano le gare?” chiesi, svolgendo i suoi stessi movimenti.
“Per te? Mai più” rispose sorridendomi malignamente.
“Che vuol dire?” chiesi ormai arrabbiata.
“Vuol dire che tu non parteciperai mai più ad una gara, c'è troppo in ballo, e io non voglio vederti morire come lei.” rispose duro, prima di scendere dalla macchina e sbatterne la portiera.
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