10 |Dimenticando il tuo volto|
La mattina seguente mi svegliai tutta frastornata, con la singola differenza che ero sola. Di Harry non c'era più traccia, come se la sera prima non fosse stato lì.
"Questa volta no" dissi tra me e me mentre aprivo la portiera e mettevo in moto la macchina.
"Questa volta non la passi liscia." continuai a parlare da sola. Presi il telefono e chiamai Lexy, erano le dieci passate di domenica mattina. Aspettai che rispondesse.
"Hey Diamond, è successo qualcosa?" Cominciai a guidare verso la città.
"Si, che è successo." dissi seria.
"Se n'è andato?" mi chiese lei ridendo.
"Non c'è niente da ridere." gridai.
"Vieni al bar, è qui." mi disse poi, prima di attaccare. Guidai come una matta, ero passata con il rosso un paio di volte ma non importava. Parcheggiai velocemente sul retro del locale e scesi. Entrai nel bar e vidi Lexy che mi indicò il magazzino. Inutile dire che mi ci fiondai come un'ossessa.
"Eccoti" dissi appena entrai, vedendolo di schiena. Lui si girò e potei vedere il suo volto, pieno di lividi e la cosa che notai immediatamente furono le sue mani, le nocche stavano sanguinando ed erano piene di ferite.
"Non ho tempo per te, ragazzina" mi disse, dopo avermi esaminata per intero ed essersi rigirato di nuovo.
"Cosa hai fatto?" gli chiesi impicciandomi.
Non rispose.
"Dimmi, che hai fatto?" continuai poi.
"Niente" gridò, facendomi sentire una stupida.
"Dai, fammi vedere" dissi provando ad avvicinarmi ma venni spinta via con forza. Caddi a terra, ed una frazione di secondo dopo una lacrima rigó il mio viso.
"Harry che le hai fatto?" gridò Lexy entrando nella stanza. La vidi tendermi una mano che io afferrai riuscendo così a rialzarmi. Lui non rispose più così io dopo aver fatto un cenno con la mano a Lexy, uscii dal locale e misi in moto la macchina. Cominciai a sfogarmi piangendo, perché io stavo provando a salvare qualcuno che proprio non lo meritava. Dovevo risolvere i miei dubbi una volta per tutte, dovevo scoprire la verità.
Perché ormai mi era veramente difficile vivere una vita normale.
Così pensando razionalmente, spostai la macchina sulla strada principale, la quale dava sbocco sul retro del locale. Non mi era più rimasto nulla da fare, e non dandomi altra scelta decisi che l'avrei seguito. Aspettai per circa due ore, prima di notare dei movimenti anomali. Accesi il motore della mia auto e seguii quella che era appena uscita dalla stradina del retro del locale. Lo lasciai distanziarsi abbastanza, non potevo di certo farmi beccare in quel modo.
Lo vidi prendere la strada che portava fuori dalla città. Però non mi portò in nessuno dei luoghi che mi sarei aspettata. Aveva parcheggiato davanti al cimitero. Lo vidi scendere e mi sembrò più bello che mai, anche ammaccato com'era. Mi diedi uno schiaffetto in fronte.
"Accidenti" dissi prima di uscire dal veicolo e cominciare a seguirlo mentre si stava facendo strada tra le diverse tombe. Calpestai un ramo che si spezzò sotto il mio peso.
Accidenti a me e alle mie doti da spia, pensai. Mi nascosi dietro al marmo di una tomba, realizzando poi che stavo teoreticamente calpestando una persona morta.
"Scusami Mery" dissi a bassa voce dopo aver letto il nome della persona scritto su di esso. Lo vidi fermarsi all'improvviso e mettersi seduto davanti ad una delle tante tombe. Stava facendo qualcosa, ma essendo troppo lontana non capivo cosa. Si girò e guardò nella mia direzione ma io fui più veloce e mi nascosi giusto in tempo per non essere beccata. Cambiò posizione e riuscii finalmente a vedere che stava scrivendo qualcosa. Rimase lì per circa una mezz'ora ed io non ne potevo più di stare rannicchiata in quella posizione. Pensai a quante maledizioni mi avrebbe tirato la signora Mary sotto di me. Quando lo vidi finalmente alzarsi da terra ed uscire dal cimitero in silenzio tirai un sospiro di sollievo. Per fortuna aveva deciso di non passare vicino alla tomba della signora in questione, facilitandomi il tutto. Così, dopo essermi assicurata di non vederlo più nei dintorni, mi alzai e mi sgranchii la schiena.
"Riposi in pace" dissi poi, prima di muovermi verso la tomba dove era stato prima di me Styles. Avvicinandomi ad essa potei vedere come dei fiori freschi erano depositati sulla piccola costruzione di marmo, insieme ad una marea di altre cose, orsacchiotti e foto. Lessi il nome ad alta voce.
"Karen Smith" ed io in quel momento cominciai a collegare alcune cose, ricordandomi di quel nome.
"Morta nel 2015" continuai poi. Mi accasciai e presi una delle tante foto. C'era una ragazza insieme ad Harry e stavano facendo le smorfie. Pensai a quanto piccolo sembrava Harry in quella foto. Guardai gli altri oggetti, ma uno attirò la mia attenzione più di altri. Era un taccuino, dalla copertina piuttosto rovinata. Lo sapevo che non era giusto, ma decisi di leggerlo comunque. Andai all'ultima pagina di esso e lessi la data.
"Che mi venga un colpo" dissi tra me e me C'era scritta la data di quello stesso giorno. Possibile che fosse un diario? Cominciai a leggere.
"Karen, oggi è successo di nuovo. Sono scappato da lei per l'ennesima volta. Non so più cosa fare per non pensare a lei. È venuta al bar ed io l'ho fatta cadere e trattata male. Vorrei non fosse così difficile. Vorrei non provare quello che provo per lei, mi sento sempre più colpevole nei tuoi confronti Karen, sto cominciando a dimenticare il tuo volto. Sto cominciando a rimpiazzarti, so che tu avresti voluto questo, ma io non so se ne sono capace. Si chiama Diamond e ti posso assicurare che è più bella di un diamante."
Cominciai a piangere per la seconda volta quel giorno mentre le mie emozioni erano a mille.
"Ciò che senti tu, lo sento anche io Harry" dissi alzando la testa al cielo e sorridendo.
"Però ho bisogno della verità" continuai poi. Sentii un tonfo dietro di me e mi voltai di scatto, per incontrare gli occhi verdi di Harry scrutarmi con tristezza. Mi prese un colpo, le gambe cominciarono a tremare.
"Penso che sia arrivato il momento" disse lui, prima di avvicinarsi e strapparmi il taccuino dalle mani.
"Ma questo resta mio" continuò. Mi fece segno di seguirlo. Salii nella sua macchina ed insieme ci avviammo verso una destinazione a me ancora sconosciuta. Ero così imbarazzata da tutta quella situazione. Non sapevo cosa sarebbe successo da lì a poco, ma ero pronta a scoprirlo.
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