Ribellione
[2022] [Zelink, accenno]
Troppo.
Questo era troppo. Tutto era troppo.
Le povere spalle della principessa Zelda iniziavano a vacillare sotto il peso di tutte le sue responsabilità. Perché si trattava di compiti che non aveva scelto, ma che le erano stati affidati senza chiederle alcun consenso. Non c'era una vera ragione per cui doveva dare la sua vita per quel reame: alla fine dei conti mica le apparteneva; e poi ci vivevano molte più persone inique che brava gente. Le donne di Hyrule la guardavano con una strana faccia impietosita, mentre gli uomini cercavano sempre di divorarla con lo sguardo, avidamente, nonostante la sua giovane età.
Un popolo di mollaccioni e di pervertiti proprio non valeva la sua vita. Forse il momento di lasciar fare corso alla calamità, il momento di sacrificare ogni essere vivente per una violenta purificazione... Era giunto.
Questo tipo di pensieri l'hanno accompagnata fino alla porta, perfettamente sigillata, del sacrario della piana di Hyrule. Sapeva che la sua negatività non era la spiegazione alla mancanza dei suoi poteri, che infatti ne erano la causa, né della perfetta immobilità di quelle misteriose strutture. Per questo si sentiva in diritto di essere arrabbiata e triste, delusa non più da sé stessa ma dal mondo che la circondava.
In quel momento è arrivato il primo cavaliere, ovvero il silenzioso ragazzo esplicitamente incaricato di dare la propria vita per proteggere la sua. L'ha salutato con freddezza, abbandonando tutti quei pensieri tristi e concentrandosi completamente sull'artefatto Sheikah.
«Mi sono permesso di portarti delle caramelle» le ha risposto lui, a mezza voce. «Le ho cucinate per sbaglio, ma il risultato è sorprendente.»
Abbandonando il suo attento lavoro di ispezione, la principessa ha accettato l'offerta di colui che, ormai, considerava il suo unico amico. Ha scartato una caramella e l'ha portata alle labbra mentre si sedeva per terra, seguita poco dopo da lui.
«Non avevo il minimo dubbio che fossero squisite. Ma c'è qualcosa che non sai fare?»
«Parlare.» I due ragazzi sono scoppiati a ridere; ma per poco, perché Link si è subito fatto serio. «E a tal proposito... Vorrei che mi parlassi, per un attimo almeno, di cosa ti frulla nella testa ultimamente.»
«Ti sembro preoccupata?»
«Non proprio. Direi più... Triste, o annoiata. Hai la faccia di qualcuno che si è arreso. E questo mi spaventa.»
La principessa ha preso atto di questo commento e ha deciso di essere sincera con lui; fidarsi e vedere la sua reazione. Gli ha perciò spiegato i motivi alla base della sua delusione nei confronti del regno che dipendeva soltanto da lei.
«... In conclusione, Link, pensi che sarò una pessima regina?»
Il ragazzo ha preso un lungo respiro. «No, affatto. Se c'è qualcuno di pessimo...» Ha fatto una strana faccia, corrugando la fronte, facendole intendere che si riferiva a suo padre, il re Rhoam. «Da quanto ho capito, tu ti senti semplicemente sola. Giudicata da tutti... Abbandonata ad un destino che ti è avverso.» A quel punto ha portato le mani dietro la testa e si è steso per osservare le nuvole. «Quello che so è che si incontrano molte più persone che odiano o invidiano, rispetto a quelle che stimano o che tengono davvero alla vita altrui. Il male è facile, per questo attira; il bene è ad un livello inferiore e va cercato con un grande sforzo, perché bisogna scavare dentro di sé per trovarlo. Dimmi, Zelda. Se chiudi gli occhi e guardi la tua anima, chi ci vedi?»
La ragazza ha fatto esattamente quanto gli stava chiedendo. C'erano diversi volti cari nel suo cuore; quello della madre era sfuocato dal tempo, soprattutto dal poco tempo che avevano potuto passare insieme. Ma c'era lo sguardo amorevole di Urbosa, quello prennemente preoccupato delle domestiche che l'avevano cresciuta e che si prendevano cura di lei ogni giorno; c'era l'espressione divertita di Purah e quella severa di Impa. Sapeva che tutte quelle persone ci tenevano davvero a lei.
Ovviamente, poi, c'era Link. Qualcuno che aveva fatto della sua figura un idolo e della sua persona una cara amica. Sì, se in tutto il mondo una sola anima meritava di vivere nella pace, meritava di essere felice e di non soffrire... Era proprio lui.
«Coloro che hai visto dentro di te sono la ragione per cui lottare», ha ripreso. «Dimentica chi non ti va a genio e chi ti delude; i sorrisi dei tuoi cari sono l'unica fonte dell'energia che ti permette di andare avanti.»
Finalmente la principessa ha rilassato i muscoli e si è stesa accanto a lui. Gli ha dato ragione e ha persino commentato dicendo che le era tornata la voglia di combattere - che nel suo caso significava isolarsi e pregare la dea Hylia perché le garantisse i poteri divini che erano appartenuti a tutte le sue antenate. «Eppure,» ha continuato, «non mi va giù che il mio destino sia già scritto. Non mi piace il fatto che io debba salvare il mondo ad ogni costo. Magari qualche altro hylian, rito o zora sarebbe più adatto e più diligente, al mio posto. Perché devo sacrificarmi proprio io?»
È calato uno strano silenzio tra i due, che dopo qualche attimo il primo cavaliere ha spezzato scoppiando a ridere.
«Non l'avevo mai vista sotto questa prospettiva. Sei molto agguerrita, Zelda. Questa tua... Ribellione... Mi spiazza!»
Lei gli ha rivolto uno sguardo confuso.
«Non sei d'accordo con me?»
«Effettivamente no. No, stavolta mi spiace ma devo dissentire. In quanto cittadino devo dire che mi sento protetto solo dalla famiglia reale. E tu, in particolare... Sei la persona più forte che esista. Se qualcuno può sconfiggere la Calamità, quella sei tu, non ho dubbi. Che poi io e i campioni possiamo aiutarti è giusto e doveroso; ma senza di te non ci sarebbe alcuna speranza. E non sto parlando dei poteri divini, ma della tua persona. Sappilo.»
Zelda, a questo punto, ha nascosto il viso tra le mani per celare la commozione che aveva preso il sopravvento su di lei.
E per fortuna: proprio in quel momento è spuntato il viso di Impa da dietro il sacrario...
«Siete in pausa dalle ricerche?»
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