Ramarro
[Flash-fic] [2022] [Protagonista: Karin]
"Bleah-"
"Che orrore!"
I commenti dei bambini su un'entità nuova sono quasi sempre gli stessi. Non fanno eccezione i giovani abitanti di Hateno, che stanno rivolgendo queste parole di disprezzo al Lizalfos che ha deciso di bazzicare i dintorni del loro villaggio.
Karin sembra particolarmente colpito da quel mostro sconosciuto. Nel bosco vivono una dozzina di Bokoblin, mostri-maiale delle dimensioni di un piccolo uomo. E più in basso si trovano due o tre Moblin, dei giganti umanoidi-suinoformi.
Di notte, sulla montagna che sovrasta il suo villaggio, ha visto dardeggiare l'occhio dei Keese. E una volta, con il padre, ha scorto un Guardiano deambulante nella piana di Hyrule.
Ma è la prima volta che ha occasione di studiare un Lizalfos. Questo tipo di mostro vive vicino all'acqua, motivo per cui si trovano soprattutto in direzione della città degli Zora, attorno al lago Hylia e sulle rive dei fiumi. Sì, è vero che oltre la montagna di Lanayru c'è il mare, ma per qualche motivo su quelle spiagge si sono sempre trovati solo Bokoblin. E dei fastidiosi Octorock nelle acque basse, purtroppo.
Gli occhi del bambino, ben nascosto tra i rami dell'albero più vicino alla bestia, brillano per l'emozione. Non gli capita spesso di avere qualcosa di nuovo da studiare, perché a causa di tutti questi mostri è interdetto agli abitanti di Hateno allontanarsi dalla città.
Osserva per interi minuti i suoi inquietanti occhi indipendenti, il suo dorso corazzato che si muove piano al ritmo del respiro, le sue orrende zampe prensili. Lo studia con un trasporto tale da perdere la cognizione del tempo e non accorgersi che, nel frattempo, i suoi amici sono tornati a casa.
All'ora di cena, più o meno, la strana bestia si riprende dallo stato dormiente in cui era sprofondata, probabilmente per riprendere qualche energia dopo un viaggio lungo chissà quanto; si sgranchisce la schiena, si guarda attorno, fortunatamente senza accorgersi del piccolo ammiratore che trattiene il respiro tra le fronde che le hanno offerto riparo dalla luce del sole; si procura uno spuntino catturando delle cavallette ed un paio di farfalle e infine recupera dal terreno la sua spaventosa lancia e si dirige alla spiaggia.
A quel punto Karin decide che il tempo è abbastanza maturo per tornare a casa. E trova l'intero villaggio di Hateno in subbuglio.
Appena sua madre lo scorge, gli corre incontro e lo stringe come se non lo vedesse da anni.
"Dove sei stato, piccolo mio? Quando non ti ho visto tornare con gli altri bambini ho creduto che ti fossi perso!!"
"Mamma, mi sono fermato su un albero a giocare" la rassicura, rabbuiato dalla sua preoccupazione. Non è la prima volta che si attarda, tornando dopo i suoi amici, quindi non si spiega questo allarme.
"Sono così felice che tu stia bene. Sono andata a cercarti nel bosco e non ti ho trovato. Poi sono andata verso la fattoria... E ho visto un ramarro gigantesco in agguato alle porte della città! Ho avuto tanta paura per te!"
"Quel povero lucertolone è innocuo, mamma..." La donna ha un violento sussulto. Non può credere alle sue orecchie. Gli chiede di ripetere.
"Ma sì, l'ho visto mangiare degli insetti! Cosa vuoi che possa fare agli uomini?"
Per fortuna in quel momento si avvicina il capo del villaggio, che esprime la sua gioia per il ritrovamento del bambino e non gli lascia il tempo di dire che non è mai stato perso.
"Il ramarro si è allontanato, per cui per fortuna abbiamo potuto deporre le armi" comunica. "Mi sono scontrato con un solo lizalfos in vita mia, e se non fosse intervenuto un vero guerriero a darmi man forte, non sarei qui a raccontarlo. Sono velocissimi e non hanno pietà. Maledetti assassini..." Dice, e continua a borbottare mentre si dirige altrove.
La madre osserva il viso di suo figlio, che solo adesso ha realizzato il reale pericolo che ha vissuto.
Gli accarezza il capo e lo porta a casa.
Quello che conta, alla fine, è che stia bene.
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