Treno
[2019] [Kids! Mystrade] [Pure! Flash fic]
Prima di consegnarglielo, l'ha guardato un'altra volta.
La sua forma esteriore - la sua presenza fisica - non gli comunicava un granché, anzi, non gli interessava proprio. Ma tra le striature del legno chiaro di cui era fatto, e negli spigoli smussati, e nella semplicità delle forme trovava una gran quantità di poesia e di fascinazione letteralmente indescrivibile.
Ha deciso che un regalo del genere aveva bisogno di una spiegazione.
«Vedi, Myc, questo treno è molto speciale per me.» Non contava chi gliel'aveva regalato; non contava nulla di materiale o di terreno al suo riguardo. «Nella mia testa viaggiamo sempre insieme: è come se fossimo la stessa cosa. Abbiamo raggiunto le cime più alte ed esplorato i fondali marini, siamo stati in tanti universi differenti, abbiamo incontrato gente e siamo stati da soli... È un po' il mio migliore amico, capisci cosa intendo?»
L'aristocratico bambino dai capelli rossi ha nascosto la sua perplessità dietro una mossa del capo. Credeva di essersi guadagnato il titolo di "migliore amico" di Gregory, a fatica, e soltanto ora veniva a sapere che il suo posto era sempre stato occupato da quel pezzo di legno verniciato di rosso, di nero e di blu?
«Ogni tanto lo incontravo anche in sogno. Ora però...» Le guanciotte del piccolo si sono tinte di rosso fuoco, i suoi occhi si sono chiusi un momento. «... Sogno più spesso te.»
«Me?»
Greg ha annuito, sorridendo. «Vedi, non penso che mi sposterei da questa città neanche per un giorno solo, se sapessi che tu ci rimani. Vorrei sempre stare in tua compagnia. Ora il treno non mi deve più portare sulla neve che scintilla o in mezzo ad una foresta con la sua frescura e la sua ombra; io non intendo usufruire del suo servizio in solitudine. Vorrei che anche tu venissi con me. E per questo voglio che d'ora in poi lo tenga tu»
«È un gesto bellissimo, grazie!» Mycroft era davvero emozionato: mai e poi mai si sarebbe atteso un simile discorso da parte del suo amico.
«Ah, e poi pensavo che un simile regalo avrebbe potuto avere un'altra utilità.» Ora che aveva le mani libere, Greg le ha unite e ha concentrato lo sguardo su di loro, riflettendo su come introdurre il prossimo concetto. «Se hai bisogno di dirmi qualcosa, ma magari non puoi perché dobbiamo fare i compiti, o pensi che te ne dimenticherai prima di vedermi... O anche perché non ne hai il coraggio,» ha aggiunto a mezza voce, «Puoi scriverlo in un biglietto e metterlo dentro il suo vagone. Lui mi porterà i tuoi messaggi quando lo incontrerò nei sogni!»
Mycroft è rimasto in silenzio. Aveva voglia di ridere per l'assurdità dell'idea che aveva avuto il suo amico, ma aveva anche bisogno di piangere perché era un pensiero davvero poetico.
Senza capire bene come, in un attimo si è trovato Greg stretto tra le braccia; ha appoggiato la guancia sulla sua testa. Quel suo matto, dolce amico, sempre capace di sorprenderlo e renderlo profondamente felice...
«Ti voglio bene, Myc.»
Ha deglutito, e poi chiuso piano gli occhi.
«Anch'io, Gregory.»
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