Baciami! Poi ti spiego...
Con le mani incollate al volante e gli occhi fissi alla strada, Mycroft si è concesso di far volare liberamente il pensiero. Ha cercato la frase giusta con cui sigillare il ricordo di quel giorno: la prima volta che lui e Gregory si sono trovati nella stessa automobile.
Il detective ispettore di Scotland Yard, caro amico di suo fratello, era in effetti seduto sul sedile passeggero della sua Bentley. Sembrava piuttosto teso: certo, Sherlock era in pericolo, che poi era il motivo per cui avevano dovuto collaborare. E c'era una macchina scura che li seguiva da qualche isolato, anche se non pensava che Gregory se ne fosse ancora accorto.
Ma potrebbe essere anche agitazione dovuta al fatto che erano tanto vicini, finalmente. O almeno, così sperava Mycroft.
Peccato solo per John Watson, seduto sul sedile posteriore centrale, che rovinava un po' l'atmosfera con tutti i suoi sospiri e con il maneggiare continuo che faceva con la sua vecchia pistola. 'Sei sicuro che sia affidabile?' Gli aveva chiesto Lestrade, vedendola, prima di salire sulla Bentley. John aveva detto che la curava come una bambina, e che sapeva sparare solo con lei (una palese bugia, che però aveva ridotto Lestrade al silenzio).
Ecco, Mycroft era consapevole che la situazione non era così grave come l'aveva dipinta a Lestrade. Aveva ingigantito la questione per convincerlo a salire sulla sua auto: ma lui, credendoci fin troppo, aveva trascinato a bordo anche John.
Nessuno dei due aveva dato importanza al facepalm che l'autista aveva fatto notando la presenza di quest'ultimo; ma Mycroft non è uno che si arrende.
Presto avrebbe fatto finta di avere un guasto alla macchina, spingendo John a proseguire solo con un'altra futile scusa. Ecco, almeno che non avesse trovato un'idea migliore, dato che aveva acquistato quell'auto, tra tutte, proprio perché è praticamente immortale.
La scusa perfetta, comunque, è arrivata da sola: in particolare, l'auto che li stava inseguendo ha abbassato il finestrino anteriore sinistro mentre percorrevano una strada di campagna.
"Abbassatevi!" Ha gridato Mycroft, portando una mano alla nuca del passeggero e spingendolo in avanti. Anche John ha eseguito senza porre domande, forse perché aveva notato l'inquietante presenza alle loro spalle.
Il primo proiettile ha scalfito la carrozzeria, il secondo ha frantumato il lunotto.
"Aah" ha sospirato Mycroft, decisamente poco scosso. "Questa proprio non ci voleva..."
Il poliziotto e il medico, nel frattempo, avevano estratto le loro armi e le tenevano puntate alla minacciosa auto.
"Chi sono?" Ha chiesto Lestrade, senza scollare lo sguardo dall'obiettivo.
"Non sono sicuro che ci seguano per Sherlock. Ho abbassato la guardia... Credo che mi stiano inseguendo perché sanno che ruolo ricopro a Buckingham Palace"
"Be', non sei completamente sprovvisto di scorta" ha osservato Gregory, chiudendo un occhio per prendere meglio la mira. Mycroft aveva sfruttato la potenza della sua berlina sportiva per guadagnare qualche metro, così gli sconosciuti avevano dovuto smettere di fare fuoco; e neanche lui era convinto di riuscire a colpirli da tanto lontano.
"E Sherlock?" Ha chiesto John, guardando attraverso lo specchietto il viso di Mycroft.
Reprimendo a fatica un sorrisetto, lui ha assunto il tono più preoccupato disponibile nel suo repertorio.
"La cosa migliore da fare è portarti, John, più vicino possibile a dove si trova. Agisci come meglio credi. Io e l'ispettore ci allontaneremo al fine di eliminare questo ostacolo: poi torneremo a dare man forte. Te la senti?"
"Certamente."
Hanno proseguito in silenzio fino al complesso industriale presso il quale risultava essere bloccato Sherlock, ad opera di un'organizzazione criminale. La grossa macchina degli inseguitori stentava a tenere il passo: in questo modo sono riusciti a lasciar scendere John, coprirgli le spalle, poi ripartire a tutta birra.
"Spara per uccidere, ispettore" gli ha ordinato, pregustandosi le sue proteste.
"Li conosci?" Ha invece chiesto lui, slacciando la cintura per girarsi più agevolmente.
"No, ma sono senza ombra di dubbio rivoltosi. Bisogna far capire loro di quanto hanno sbagliato."
"Sai una cosa? La penso come te" Ha detto Lestrade, premendo il grilletto: ma si è limitato a colpire - attraverso il lunotto - lo pneumatico dell'auto nera, che ha sbandato finendo fuori strada. "Ma non è necessario ammazzarli a sangue freddo."
Mycroft ha compiuto un'inversione spettacolare, trovandosi al termine un terrorizzato Lestrade tra le braccia.
"Ispettore, era proprio necessario rinunciare ai dispositivi di sicurezza?"
"Greg, ti prego" ha sussurrato lui, a pochi centimetri dal suo viso; ma in una frazione di secondo è arrossito, e afferrando il suo sedile si è allontanato da lui. "E adesso acciuffiamo questi rivoltosi" ha detto, come per giustificarsi.
Hanno aperto le portiere insieme, ma prima che Greg si incamminasse al rottame rovesciato a bordo strada, Mycroft l'ha fermato con un grido.
"Aspetta!" Si è fiondato verso di lui, passando sopra il cofano della Bentley con una mossa da stunt man. "Prima di andare... Baciami!"
Dire che Gregory è trasalito è semplificare.
"Fallo. Poi ti spiego..."
Non proprio riluttante, solo incredulo, ha eseguito. Per l'esattezza ha portato entrambe le mani al suo volto - meravigliandosi di quanto fosse fresco e morbido - per avvicinarlo al suo e poi, chiudendo gli occhi, appoggiato le labbra sulle sue. Sono rimasti così per un attimo, finché Lestrade si è staccato a malincuore.
"Possiamo riprendere dopo, se vuoi. Adesso il lavoro mi chiama" ha detto con un occhiolino, prima di voltarsi verso la carcassa dell'auto rovesciata preparando pistola e manette.
Sono bastati centoventi secondi perché l'autista dell'auto nera, il suo collega con la pistola e un terzo individuo fossero ammanettati e accompagnati a bordo strada. Erano acciaccati, ma si reggevano in piedi senza fatica.
I rinforzi che Greg ha richiesto sono giunti dopo ulteriori quattro minuti, un ottimo tempo, che il fratello maggiore di Sherlock ha trascorso osservando il detective ispettore lavorare.
Assicurati i malviventi alla giustizia,decisamente sollevato, Lestrade si è diretto alla Bentley.
"Grazie di avermi aspettato. Adesso torniamo da John e Sherlock, forse possiamo ancora essere utili."
Accomodati sui sedili, hanno viaggiato in religioso silenzio per qualche chilometro. Poi la domanda che Mycroft temeva tanto è giunta.
"Puoi spiegarmi... Il bacio, per favore?"
Lui si è limitato a ridacchiare.
"Era un esperimento"
"Ah, sì?"
"Volevo sperimentare il mio coraggio"
"Okay, allora."
Il silenzio è tornato nuovamente ad occupare l'abitacolo. Poi Mycroft ha accostato.
"Che fai?"
"Ho pensato che, forse, potresti approfittare della situazione per sperimentare anche il tuo, di coraggio"
"Non è una cattiva idea" ha risposto Lestrade, cambiando improvvisamente tono di voce e sganciando la cintura di sicurezza.
In confidenza, pare che l'ispettore abbia coraggio da vendere.
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