Billy Elliot (lettera di ammissione)
Billy entrò in cucina e si immobilizzò.
Suo padre e sua nonna erano seduti al tavolo, suo fratello, invece, era in piedi dietro di loro e lo fissava rigirando nel canovaccio una tazza ormai asciutta.
La vide: la lettera era lì.
Spiccava sul piano di legno scuro, incastrata tra la bottiglia del ketchup, quella dell'Hp Souce e la saliera.
Sfilò la cartella e la lasciò atterrare con un tonfo sul pavimento, poi sedette al tavolo, come sapeva di dover fare.
Non riuscì a trattenersi dal ticchettare le dita sul legno continuando a fissare la busta.
Con le labbra tirate, scorse gli occhi sbarrati sul padre, sul fratello e sulla nonna, poi prese la lettera, osservò la grafia del mittente, si morse le labbra e fissò suo padre seduto alla sua sinistra.
Lo guardò a lungo come in cerca di una risposta.
Si chiese se aprirla davanti a lui.
E se con le parole scritte su quel foglio l'avesse deluso? Se avesse deluso tutti loro?
Si alzò e stringendo la busta tra le mani andò in salotto.
Nella cucina riecheggiò il rumore delle ante della porta sbattute tra loro.
Il fratello si voltò verso la finestra, rilassò le spalle e posò la tazza.
La nonna, ancora avvolta nel suo soprabito turchese e con il basco in testa, si protese verso la porta del salotto per accorciare la distanza che la divideva dal ragazzo. Poi si rassegnò all'attesa fissando il tavolo.
Il padre si portò una mano al viso e sospirò.
Nel salotto Billy si sedette alla poltrona, aprì la busta e la lasciò cadere sul pavimento non prima di averne tirato fuori la lettera.
Era un foglio piegato in quattro sul lato più lungo, inspirò e lo srotolò, non fece caso al rumore della carta secca che scricchiolava tra le sue mani.
Iniziò a leggere.
In cucina rimasero immobili a fissare la porta, la nonna si chinò come schiacciata dal peso delle lacrime che le inumidivano gli occhi.
Billy lasciò andare le spalle sullo schienale della poltrona, iniziando a visualizzare immagini del suo prossimo futuro.
Si prese tutto il tempo che gli occorreva.
Il padre accese una sigaretta. Aspirò due tiri ravvicinati guardando a destra e a sinistra del tavolo. Con una mano allontanò la morsa che gli attanagliava il collo e scosse la testa, ma restò ancora in attesa.
Billy inspirò forte, posò la lettera ripensando a quanto aveva appena letto e strinse tra le braccia il cuscino della poltrona.
Tremò nel comprendere il significato di quelle parole e continuò a inspirare per trattenere le lacrime.
Il padre non poté più aspettare. Si alzò e scansando il figlio maggiore e la nonna andò alla porta del salotto.
Billy sussultò quando questa si spalancò rivelando il viso tirato e gli occhi sbarrati di suo padre, vide sua nonna asciugarsi le lacrime con una manica e suo fratello immobile.
"Mi hanno preso" sussurrò, infine, tra le lacrime.
Versone in Pov
Tony's POV
Ecco Billy alla porta, ci fissa con occhi sbarrati.
Ora l'ha vista, l'ho sistemata io sul tavolo, incastrata tra la bottiglia del ketchup, quella dell'Hp Souce e la saliera.
Asciugo questa tazza per la millesima volta.
Ha lasciato cadere la cartella per terra e si è seduto al tavolo con papà e la nonna.
Vorrei bloccare il movimento delle sue dita. Quel ticchettio rimbomba silenzioso nel mio cervello.
Billy fissa la lettera, poi guarda papà, cerco di mantenere il suo sguardo mentre incastra i suoi occhi nei miei e infine in quelli della nonna.
Ha preso la busta in mano e la sta osservando.
Vorrei stringerlo tra le braccia mentre invoca una risposta da papà.
Posso immaginare la sua paura di non essere stato ammesso, come se per noi cambiasse quello che pensiamo di lui, l'orgoglio che proviamo per tutto quello che ha fatto.
Scuoto la testa e continuo ad asciugare la tazza.
Nonna's POV.
Il mio ragazzo è così incerto, soprattutto ora che si sta alzando per andare a leggere la lettera nel salotto.
Sussulto allo sbattere delle ante della porta.
Tony ha smesso di asciugare la tazza ma mi sembra di sentire ancora il rumore delle stoviglie.
Mi fanno male le ossa delle dita ma non riesco a sciogliere questi pugni chiusi.
Non sopporto di saperlo lì da solo, vorrei entrare in quel salotto e prenderlo in braccio come facevo quando era piccolo.
Se solo potessi ... oh sì... darei in pegno i miei ultimi anni di vita pur di saperlo ammesso in quella scuola.
Ma non mi è concesso, posso solo fissare il tavolo in attesa di sapere e trattenere le lacrime che premono per scorrere.
Billy's POV.
Mi siedo sulla poltrona e apro la busta che lascio andare per terra.
La lettera è un foglio grande piegato in quattro e scricchiola tra le mie mani.
Espiro, non posso aspettare altro tempo, devo sapere cosa c'è scritto.
Lo apro e leggo le prime righe, ma non riesco a capire, devo leggere tutto di nuovo mentre mi lascio andare sullo schienale della poltrona e inizio a immaginare cosa mi aspetta.
Dovrei ridere e saltare ma non risco a muovermi e cerco di respirare mentre stringo questo cuscino contro il mio petto: forse può aiutarmi a trattenere le lacrime che sento premermi in gola.
Jackie' s POV.
Accendo una sigaretta e mentre aspiro con forza non mi do pace.
Mi porto la mano al collo per allontanare questa stretta che non mi lascia respirare.
Sospiro e scuoto la testa.
Tutti i sacrifici che noi e il mio ragazzo abbiamo fatto, forse, sono stati vani.
Per me non cambia nulla... se è così che deve andare, continueremo per la nostra strada.
Sento esplodere ogni parte di me.
Ora basta.
Mi alzo e corro a spalancare la porta del salotto.
Billy mi fissa tra le lacrime.
"Mi hanno preso" sento dirgli e il mio cuore sussulta.
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