Una Vigilia macchiata rosso sangue
Eccomi con un'altra One Shot dopo un po' di tempo, questa l'ho scritta per il Contest l'Antro delle parole di Beatrixheart96
Genere: Giallo
Sottogenere: Sci-Fi, Erotico
Rating: 14+
Elemento: Cena e vendetta
Prompt: Usare l'elemento per creare una storia seguendo il genere.
Udine, 24 Dicembre
Stavo sorseggiando il mio infuso in cucina quando dalla stanza accanto si sentì una voce femminile urlare.
Corsi subito verso il corridoio, dove incontrai mio cugino che stava correndo verso la sala da pranzo, ci scambiammo uno sguardo e arrivammo davanti alla stanza, con ancora addosso la vestaglia una donna giaceva sul pavimento.
Nessuno di noi l'aveva mai vista ma capimmo subito che era morta da un po', nella stanza c'erano mia cugina e suo marito che ne stavano parlando ed erano stati loro ad aver trovato il corpo, poi arrivò mio zio, mise le mani nei capelli e avvicinandosi alla donna ci disse che era la nuova vicina e che lui aveva da poco iniziato una relazione con lei.
Mia zia e mia madre, che nel frattempo ci avevano raggiunto, si guardarono ridacchiando, poi guardarono il fratello e con una pacca sulla schiena lo portarono in camera sua.
Tutto attorno a noi sembrava surreale, avevamo appena cenato e ci stavamo per mettere a letto, avremo aperto i primi regali come facevamo sempre ed invece la polizia stava varcando la porta d'ingresso, una donna era in sala da pranzo con il medico legale che dichiarava l'ora in cui era stata assassinata, a me venne un senso di nausea.
In mezzo a noi c'era qualcuno che poteva ucciderci, non potevo più fidarmi di nessuno, la mia famiglia era tutta lì che veniva interrogata.
Continuavo a guardare mio cugino che si grattava ovunque per l'ansia, dei pensieri mi vennero in mente, quando il medico si avvicinò a mia madre dicendo che la donna aveva ingerito qualcosa, avrebbero portato tutto alla scientifica per capire meglio.
Vicino a me si avvicinò un poliziotto, credo il commissario, chiedendomi di andare in camera mia che mi avrebbe fatto qualche domanda.
Io ero calmissima ma negli sguardi dei miei famigliari c'era qualcosa di inquietante.
Arrivammo in camera mia, mi coricati sul letto mentre il commissario lo feci sedere su una sieda che usavo da appendi abiti.
Mi guardò un paio di volte prima di farmi alcune domande, ad un certo punto si avvicinò a me ed incomincio a baciarmi sul collo.
Potevo sentire il suo respiro affannoso, non riuscivo a capire che cosa stava accadendo, ma la mia astinenza prese il sopravvento e cominciai a ricambiare.
In fin dei conti non avevamo molta differenza d'età ed era un bell'uomo.
Mi lasciai andare, i suoi baci erano un continuo brivido su di me, con quei baffi che mi facevano il solletico.
Si fermò d'improvviso, guardò la porta e ricomponendosi mi sussurrò: «Sono sicuro che sia tu l'assassina e la cosa mi ha eccitato parecchio, ripasserò per chiarimenti, tu rimani a disposizione e non lasciare il paese».
Si voltò e uscì dalla porta.
Rimasi sul letto, pensando a lui e a quello che era capitato, non stavo più capendo niente, anche se già mi mancavano i suoi baci ma non capisco cosa intendesse che ero l'assassina e perché doveva pensarlo.
Passò mia madre per darmi la buonanotte, così andammo tutti a dormire.
25 Dicembre
La nottata non era stata calma, anzi mentre correvo in bagno c'erano mia zia e mio zio che discutevano di sotto e mia cugina che andava a avanti ed indietro per la sua stanza, il marito cercava di farla rientrare a letto ma senza riuscirci.
Finalmente potevo inzuppare le mie fette biscottate nel mio solito infuso, proprio mentre stavo per cominciare il mio rito vidi un uomo entrare in casa, era di nuovo il commissario con i risultati dei test.
Si avvicinò a me dicendomi che dovevamo parlare.
Presi la mia tazza e con un sonoro risucchio mi vedrai addosso tutto, lui mi guardò ridendo, prese un fazzoletto e mi tamponò sul petto.
I nostri sguardi si incrociarono ma stavolta scosse la testa e si precipitò in camera mia.
Lo raggiunsi più veloce che potevo, avevo scordato di mettere ordine e non volevo che il mio amante vedesse che ero incasinata.
Mentre correvo sulle scale scoppiai a ridere.
Ero arrivata in camera, il commissario era già sulla sedia pronto a farmi qualche altra domanda, stranamente stavolta non era contento di vedermi.
Gli domandai se era capitato qualcosa e con uno sguardo deluso mi disse: «Purtroppo avevo capito male non sei tu l'assassina, mi aveva eccitato immaginare che fossi l'amante di tuo zio che avevi ucciso la sua nuova fiamma per vendetta».
Spalancai gli occhi, ma che razza di commissario era?
Io mi ero lasciata andare credendo mi avesse trovato attraente ed invece lo aveva eccitato credermi un'assassina, che si faceva lo zio!
Presi la maniglia della porta indicando di andarsene, lui mi passò di fianco chiedendomi scusa, poi si fermò: «Dopotutto non sei male, mi piaci! Ricominciamo?»
Non sapevo che fare, anche a me piaceva, avevo paura che si sarebbe allontanato una volta scoperto l'assassino? Ovvio ma non potevo farmelo scappare.
«Certo che possiamo! Anche a me piaci.»
Passammo tutta la mattina a fare l'amore, mi eccitava parecchio sapere che di sotto c'era la mia famiglia che poteva sentire.
Nel tardo pomeriggio lui scese per parlare con la mia famiglia, io rimasi in camera trepidante di rivederlo.
Ad un certo punto caló il silenzio, nessuno parlò.
Corsi di sotto per capire cosa stava accadendo e vidi una scena che mai mi sarei aspettata, la mia famiglia era riunita a tavola con il mio amante o meglio con lui sul tavolo legato, perché ciò che aveva scoperto su di noi non era piaciuto a loro e sarebbe dovuto rimanere segreto.
Adesso capivo molte cose, il cugino ansioso, la cugina ed il marito che sembravano essere fratelli, mia madre e i miei zii così attaccati.
Cominciavo a capire che la mia famiglia non era umana ma come avevo fatto a non accorgermene?
Mia madre cercò di avvicinarsi a lui ma io la fermai, vidi uno sguardo pieno di odio, capì che dovevo fare qualcosa.
Slegai il commissario, lo presi da parte e gli urlai che cosa avesse scoperto da farsi imbavagliare così, lui con le lacrime agli occhi mi disse: «Ho paura che non ci vedremo più Lara!»
«Perchè?» Chiesi.
«Avete una storia troppo complicata e preferisco sparire anziché sbatterti in prigione»
Non riuscivo a capire, perché mi stava dicendo questo?
«Parla!» Gli urlai.
«Credevo che non fossi stata tu perché le prove sembravano portare ad un altro, ma la tua famiglia mi ha spiegato che ogni Vigilia di Natale tu ti trasformi, diventi una creatura mostruosa e rabbiosa».
La mia faccia cambiò di colpo, non sapevo più cosa rispondere.
Ero stata io ad assassinare l'amante di mio zio?
«Per vendetta!» Urlò mio zio.
«Come hai assassinato altre persone, ma lei lo hai fatto con piacere non ti piaceva che un'altra creatura potesse arrivare in famiglia».
I miei pensieri ruotavano nella mia testa mentre un uomo mi stava ammanettando e portando su di un camion blindato.
Guardavo la mia famiglia ed il mio amante sparire nella nebbia.
Un nuovo inizio stava arrivando.
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