Round 2 - Cuore d'Onda

Siamo nell'anno 4279, l'umanità, dopo essere sopravvissuta a climi assassini, lunghe guerre ed epidemie, benché dimezzata, cammina ancora sulla Terra.

A causa di mutazioni genetiche, avvenute di generazione in generazione per l'inquinamento e le scorie nucleari, presenti in ogni dove, ha avuto origine una nuova razza di esseri umani, nati casualmente da coppie sane, dotati di aspetto, capacità e caratteristiche spesso sovrannaturali. Questi esseri hanno preso il nome di Hybrid.

Un Hybrid è in tutto e per tutto identico ad un essere umano, alcuni di essi possono anche non rendersi mai conto di esserlo, ma se sottoposti alle giuste condizioni ambientali allora il loro corpo muta mostrando la propria natura. L'odio degli umani per creature tanto differenti ha inevitabilmente portato a degli stermini ingiustificati da entrambe le fazioni. Oggi gli Hybrid sono sempre più rari e cercano di mantenere il più possibile segreta la propria identità, in attesa di trovare un luogo a cui appartenere e qualcuno di cui potersi davvero fidare.


*


- Io ti odio -
- Anch'io ti odio Sean, ma non le faccio tutte queste storie -
- Al diavolo Reid, se non fossi imprigionato qui dentro io ... -

L'uomo in abito scuro sbatté i pugni sul vetro che li separava facendone rimbombare il suono nell'intera vasca e fracassando le orecchie di Sean che dovette coprirsele per evitare che esplodessero.

- Adesso basta, la devi smettere ! Che tu sia qui dentro e non appeso ad una parete, come il mostro che sei, è solo un mio capriccio, non dimenticarlo ! -
- E tu continui a dimenticare quanto fastidio provo quando qualcuno mi da del mostro o batte sul vetro, pensavo che dopo 10 anni l'avessi capito ! -

Sean tornò a posare i suoi occhi violacei verso la tanto temuta parete in pietra dove tanti, troppi Hybrid, lo fissavano giorno dopo giorno nei loro volti mutilati, congelati in sguardi di terrore. I trofei collezionati dal suo aguzzino dopo anni di caccia, era un vero macellaio, nessun altro ne aveva mai uccisi in numero superiore e, per questo motivo, il cognome della sua famiglia, i Bennet, era così onorato e temuto da tutti, umani e non.

- Se ti interessa avere la mia testa o la mia coda come trofeo te le puoi pure prendere ... in fondo, non ho mai capito perché tu non l'abbia già fatto -

Reid batté con il dito sul vetro, questa volta lo fece più piano, ma ciò non significa che, per il giovane Hibryd all'interno, fosse meno fastidioso.

- La vuoi smettere ?!? -
- Te lo ricordi che giorno è domani Sean ? -
- È già passato un altro anno ? -

Quella condizione di prigionia gli faceva costantemente perdere la cognizione del tempo, ma Sean sapeva bene che, quando l'altro gli chiedeva se si ricordava di un determinato giorno, si trattava sempre di quello che, per entrambi, era ormai definito come l'anniversario  di quando si erano conosciuti, un giorno terribile che non avrebbe mai potuto scordare.


*


Tutti i suoi guai avevano avuto inizio all'età di sei anni, prima di allora lui non sapeva ancora di essere un Hibrid, era semplicemente un bambino come tanti che amava giocare all'aperto e voleva solo stare con i suoi genitori, come tutti. Aveva anche un aspetto piuttosto comune, capelli corvini corti, pelle abbronzata, occhi marroni e fisico minuto, nessuno si sarebbe mai immaginato che bastasse una semplice vacanza al mare per cambiare ogni cosa. Era il 22 luglio, il giorno del suo sesto compleanno, come regalo, suo padre e sua madre, lo avevano portato in spiaggia per la prima volta. Il piccolo non si era mai divertito tanto, ma poi era entrato in acqua e qualcosa di strano era accaduto al suo corpo.

Fu così spontaneo e naturale che il bambino non ne rimase minimamente spaventato : le sue gambe si unirono in una coda di pesce coperta di squame verde acqua, i capelli presero ad allungarsi, passando dal corvino alle tonalità del blu scurendosi mano a mano che passavano dalla radice alle punte. Le sue iridi, prima di un colore così comune, cambiarono diventando violacee e, la sua pelle, si schiarì permanentemente.

Non appena i suoi genitori lo raggiunsero erano così strabiliati e meravigliati che scoppiarono a piangere per la commozione e lo accarezzarono con dolcezza, bastò quel singolo gesto a farlo tornare normale.
Sean non si sentì mai più così felice di essere un Hybrid e quella fu l'ultima volta che poté nuotare in mare aperto, libero. I due anni seguenti, infatti, li passò in viaggio, o meglio, in fuga, sua madre e suo padre erano preoccupati che qualcuno cercasse di fargli del male, ma non potevano immaginare che il più giovane cacciatore di Hybrid esistente, il sedicenne Reider Bennet, si trovasse già sulle loro tracce e che, dopo due anni di inseguimenti, li avrebbe finalmente catturati.

Per Sean fu un risveglio abbastanza traumatico quando, invece di sentire il caldo e sicuro abbraccio delle proprie coperte, aprì gli occhi e si ritrovò con le mani legate dietro la schiena, steso sul pavimento della cucina. A sinistra, mamma e papà, erano nelle stesse condizioni, mentre davanti a lui stava un giovane in abito scuro. Aveva i capelli biondi tirati indietro con del gel e due occhi ambrati puntati su di lui che, tremante di paura, gli stava davanti inerme.

- Sean, stai bene ? -

Gli disse sua madre con le lacrime agli occhi mentre suo padre stava cercando di rompere le corde che li trattenevano.

- Non avere paura figliolo, vedrai che andrà tutto bene -

L'uomo si bloccò immediatamente quando il misterioso ragazzo gli puntò la propria pistola alla fronte provocando un urlo di terrore da parte della moglie. Era incredibile come un giovane che, almeno apparentemente, non aveva nemmeno raggiunto la maggiore età, avesse abbastanza sangue freddo da minacciare un'intera famiglia.

- F-fermati, ti prego, chi sei ? Cosa vuoi da noi ? -
- Sono Reider Bennet -

I genitori di Sean si guardarono terrorizzati scambiandosi uno sguardo d'intesa, sapevano benissimo di chi si trattasse ed anche quanto la vita del loro bambino fosse in pericolo.

- So che nella vostra famiglia c'è un Hybrid, ma non so né chi sia né come rivelare la sua vera forma quindi ... o me lo dite subito o vi ucciderò uno dopo l'altro -

Detto ciò caricò l'arma contro la fronte del padre di Sean terrorizzando a morte il ragazzino che cominciò a muoversi in preda al panico. Sua madre cercò invano di tranquillizzarlo.

- Sean, ti prego, calmati, va tutto bene -

Il bambino scoppiò a piangere facendo avvicinare il misterioso individuo che gli accarezzò la guancia con dolcezza.

- Sembri abbastanza intelligente da capire quello che sta succedendo piccolo, allora chi è ? Tuo padre o tua madre ? -

Disse cambiando l'obiettivo della sua arma da uno all'altro come se dovesse semplicemente indicarli.

- NO ! NO ! TI PREGO ! SONO IO ! SONO IO ! -

Gli occhi di Sean si riempirono di lacrime quando l'altro premette comunque il grilletto producendo un foro nella testa di suo padre che ora stava senza vita sul pavimento. Poi il ragazzo puntò l'arma contro la donna e caricò.

- E come si attiva ? -

Gli occhi dei due si incontrarono, il piccolo tremava dalla paura, non riusciva a smettere di singhiozzare e di tornare a guardare il cadavere del proprio padre.

- I-io ... No ... pa-pà ... -
- Rispondimi o uccido anche lei -

Sean guardò per un attimo la persona che stringeva tra le mani le loro vite e poi abbassò gli occhi verso terra.

- Acqua di mare -
- Aspetta, sei un Hybrid d'acqua ? -

Il bambino annuì piano e poi sentì il secondo sparo, gli schizzi di sangue di sua madre gli sporcarono il viso, il dolore di quell'istante fu così forte da farlo prima vomitare e poi svenire. Prima che i suoi occhi si chiudessero però sentì una dolce carezza tra i capelli, era un tocco così caldo e confortante.

- Non sai quanti anni ho perso per riuscire a trovarti -

Quando si svegliò il bimbo era già sul fondo della vasca nella casa del cacciatore, dotato della tipica coda e dai capelli lunghi e blu. Non sapeva ancora di trovarsi nel luogo in cui passò i dieci anni che seguirono.

Da quel giorno il suo carceriere lo faceva uscire esclusivamente quell'unico giorno all'anno. Sean non aveva regole precise da seguire, bastava che restasse di continuo sotto gli occhi di Reider, il giovane insisteva nell'averlo davanti a sé in ogni momento, il motivo non lo sapeva nemmeno lui. Se l'Hybrid non obbediva o non si lasciava guardare, ovviamente, c'era la solita minaccia della parete oppure i colpi sul vetro, ma crescendo il piccolo prigioniero ci fece quasi l'abitudine. La caratteristica migliore di Sean era che, quand'era sotto forma di tritone, non necessitava di mangiare o dormire quindi il giovane Bennet non era costretto a farlo uscire se non lo stretto necessario. Negli anni, l'odio che Sean provava nei confronti di quell'assassino senza scrupoli, era cresciuto oltre ogni misura, sentiva di venir trattato peggio di un fenomeno da baraccone, odiava essere nato Hybrid e perfino umano, pensava di continuo quanto sarebbe stato meglio se non fosse mai venuto al mondo.



*



- Non intendo uscire con te quest'anno ! Puoi battere sul vetro finché non perdi le mani, ma io non esco ! -
- Ancora credi di potermi dare ordini ? Tu lo sai benissimo che non hai scelta, preferiresti vivere in mezzo ad una strada ? Tanto non c'è più nessuno fuori di qui a cercarti -
- E perché ? Te lo dico io, È SOLO COLPA TUA ! Ogni giorno non fai altro che lasciarmi chiuso qui dentro e dirmi quanto mi odi ! Senza nemmeno una ragione -

Vedendo Sean allontanarsi verso l'altro lato della vasca Reider tirò un paio di colpi al vetro costringendolo a girarsi, ma non appena il ragazzo lo fece l'altro era già sparito e la sua mano comparve dal portellone d'uscita sul soffitto.

- Vieni fuori -
- Ho detto di no ! -
- Sean, se vieni fuori, solo per oggi, esaudirò una tua richiesta -

Sean rimase qualche secondo sul fondo della vasca a guardare la mano protesa verso il pelo dell'acqua. Facendo un breve calcolo, attualmente la sua età doveva aggirarsi circa sui 17 anni, quindi trascinare Reider dentro l'acqua non sarebbe stato impossibile.
L'Hybrid si avvicinò piano, ma quando stette per afferrare l'altro ripensò ai suoi genitori e desistette.

" Loro non avrebbero mai voluto che io diventassi un assassino, nemmeno per vendicare la loro morte "

- Allora Sean, vieni sì o no ? -
- S-sì, m-ma voglio andare a vedere il vero oceano, va bene ? -

L'altro si sporse ancora di più e lo tirò  fuori dalla vasca in segno di assenso. Quando Sean fu all'esterno il maggiore lo coprì rapidamente con un asciugamano e poi gli accarezzò la guancia con dolcezza. Quel gesto gentile fu più che sufficiente per far arrossire il ragazzo il cui corpo tornò ad avere forma umana. La coda verde acqua si separò prendendo la forma di un paio di gambe lisce e delicate, i capelli zaffiro si accorciarono dalla vita fin sopra le spalle e si scurirono, diventando corvini, infine, mutarono gli occhi le cui iridi lilla tornarono di un più normale marrone scuro. Dopo un anno i due ragazzi poterono specchiarsi l'uno nell'altro come due persone normali e non attraverso il vetro di un acquario. Reider era diventato tutto rosso, la trasformazione del suo Hybrid personale lo sconvolgeva e meravigliava ogni volta e poi, lo sguardo di Sean, aveva sempre il potere di fargli scordare il suo odio arcano per quella razza di mostri. Negli anni il suo prigioniero si era fatto sempre più bello, quello sarebbe stato l'anno buono, finalmente lo avrebbe posseduto.

- Quindi mi ci porti al mare ? -

La sua voce, così cristallina fuori dal muro della sua prigione, fece risvegliare il giovane Bennet dai suoi pensieri.

- Certo ... ma prima farai ciò che voglio io, vieni, ci aspetta la cena -
- Ma Reid  ... Non posso venire a mangiare così -

In quel momento il maggiore si rese conto che stava trascinando Sean verso la sala da pranzo completamente nudo.

- Oh, giusto, dei vestiti -

Reider cominciò togliendosi la giacca e la appoggiò sulle spalle dell'altro, poi lo accompagnò al piano inferiore e prese una serie di abiti dall'armadio della propria stanza. Mentre aspettava Sean restò qualche secondo con le mani appoggiate al vetro della sua stessa vasca. Da quella posizione Reid gli dava sempre l'ultimo saluto prima di andare a dormire.

- Sean, tieni ... Ehi, che fai ? -
- Non ... Non ci voglio tornare ... -

Il maggiore gli toccò la spalla e lo fece voltare poi gli porse i vestiti. Sean li ispezionò uno ad uno lasciandoli scivolare sul proprio corpo con delicatezza, lentamente, mentre l'altro lo guardava rapito seguendo i movimenti fluidi e la pelle chiara che andava coprendosi sempre di più di secondo in secondo.

- Questa storia me la dici ogni anno quando ti faccio uscire e lo sai che, alla fine, riesco sempre a fartici rientrare, in un modo o nell'altro. Ricordi, l'ultima volta ti ho dovuto perfino addormentare -
- Sì, lo so, smettila di ricordarmelo -

Il giovane Bennet rise nel vedere Sean indossare la sua camicia in modo scomposto ed i pantaloni cadergli da quanto gli stavano larghi. Reid aiutò l'Hybrid a sistemarsi, non riusciva a credere quanto sembrasse un normale umano, un meraviglioso ragazzo qualunque. Le mani del giovane si mossero sul corpo del più piccolo mentre passava con le labbra sul suo collo assaporandone il profumo salmastro e facendolo fremere dal desiderio. Entrambi sapevano quanto fosse strano e sbagliato, ma a volte il tempo passato insieme in quei dieci anni era più forte e prezioso nei loro cuori dei ricordi dolorosi che li avevano uniti.

- Perché non sei nato umano Sean, ti avrei amato così intensamente se solo fossi stato ... -
- Normale, ma se lo fossi stato tu non ti saresti mai interessato a me -

Sean si asciugò gli occhi inumiditi e cominciò a camminare verso la sala da pranzo seguito da Reider che lo fece immediatamente accomodare nel posto accanto al suo. L'Hybrid non disse una parola e non toccò cibo, non ne sentiva più la necessità da tempo ormai, si limitò a restarsene tranquillo, in attesa che l'altro finisse, per poter ottenere le risposte che tanto aveva cercato.

- Quest'anno me lo spiegherai ? -

L'avvenente carceriere mise sul piatto la forchetta e sospirò rassegnato fissando poi l'altro negli occhi, qualche leggera sfumatura ambrata si rifletté nelle iridi marroni di Sean.

- Cosa ? -
- Il perché, perché ci odi così tanto ? Perché non mi hai già ucciso ? Perché oggi è un giorno così importante da liberarmi dalla prigione che mi hai costruito ? -

Il maggiore prese tra le sue mani il viso di Sean ed unì le loro labbra facendolo tranquillizzare, quel breve contatto tra le loro lingue ci riusciva ogni volta.

- È per mia madre, l'ha uccisa uno di voi -

Sean mise le mani su quelle di Reider e gliele fece abbassare, la rabbia crebbe come un treno dentro di lui e poi implose.

- È solo per questo che tu hai ... TU HAI UCCISO LA MIA FAMIGLIA PER QUESTO ?!? CHE DIAMINE DI RAGIONE SAREBBE !?! E va bene, uno di noi ha ucciso una persona importante per te ma questo non ti ha dato certo il diritto di sterminarci ! Quanto padri, madri, figli e figlie, fratelli e sorelle hai ucciso per la tua brama di sangue ?!? I miei che colpa ne avevano ?!? CHE COLPA AVEVO IO !!! Io ero solo ... solo un bambino di otto anni e tu ... -

Sean si sollevò in piedi e si allontanò dal tavolo con le guance rigate dalle lacrime, non riusciva più a contenersi, aveva bisogno di uscire e scappare lontano, lontano da quel ragazzo che gli aveva fatto sanguinare il cuore sin dal primo momento.

- Senti, le coppie che hanno già avuto figli Hybrid hanno il doppio di probabilità di averne altri, per questo i tuoi dovevano morire, ma tu ... -

Il corvino si sedette con le spalle contro il suo acquario ed affondò il viso nelle proprie braccia incrociate sulle ginocchia mentre Reid gli si avvicinò lentamente.

- Tu sei diverso Sean, mia madre mi diceva sempre che gli Hybrid d'acqua sono puri e cristallini come l'elemento in cui abitano, non conoscono cattiveria e nemmeno crudeltà. Tu me l'hai dimostrato prima, avresti potuto affogarmi nella vasca. Io temo l'acqua e non so nuotare, mi avresti ucciso facilmente, ma non l'hai fatto e per questo io esaudirò il tuo desiderio e ti porterò a vedere l'oceano. Proprio ora, se vorrai venire con me -

Sean si sollevò in piedi e sorrise afferrando le mani dell'altro tra le sue, c'era solo una cosa che desiderava in quel momento e la rabbia non gli avrebbe impedito di ottenerla.

- Ti prego, portamici e farò tutto quello che vuoi, lo prometto ! Tornerò nella vasca e non cercherò mai di fuggire, ma ... -

Reider gli andò ancora più vicino e gli asciugò il viso per poi baciarlo di nuovo e sorridergli con dolcezza, ogni atto di affetto era un'agonia per lui, gli sembrava un tradimento a sua madre, ma con Sean tutto era diverso. Quel giovane Hybrid era tutto per lui e quella era l'unica sera in cui sentiva di poterglielo dimostrare. Il maggiore afferrò la mano dell'altro e lo portò all'esterno della casa, era lì che lo attendeva la sorpresa più importante.



*



Quando, dopo tanto tempo, il viso del giovane Hybrid dell'acqua entrò in contatto con l'aria salmastra dell'oceano tutto il suo corpo fu percorso da un fremito di piacere e nostalgia. Aveva scordato il profumo del mare ed il suo canto materno, non poteva credere che, tutti quegli anni dietro una parete di vetro, a sognare il mare, non fossero stati vani.

" Mamma, papà ... il mare, ecco il mio oceano "

La casa di Reider era proprio su una scogliera, a Sean bastò una breve discesa per ritrovarsi sulla spiaggia, pronto a gettarsi nel profondo blu. Passare dal freddo marmo all'erba fresca fu a dir poco meraviglioso, ma non appena i suoi piedi tornarono a contatto con la sabbia il cuore dell'Hybrid perse un battito.

- SEAN ! ASPETTA, NON ENTRARE IN ACQUA ! -

Il ragazzo si fermò poco prima di poter sfiorare il bagnasciuga e voltò lo sguardo verso Reid, era a pochi metri di distanza e lo stava puntando con la stessa pistola con cui aveva ucciso i suoi genitori.

- T-ti prego ... N-non ho fatto niente di male -

L'altro gli porse una mano per farlo avvicinare, ma invece fu Sean a portarlo verso di sé e non smise fino a quando non ebbero, entrambi, i piedi immersi nel bagnasciuga. Il maggiore cominciò ad innervosirsi ed il suo battito cardiaco andò aumentando. Non appena Sean se ne accorse strinse forte a sé Reider e cominciò piano a spogliarlo facendo lo stesso con sé stesso. A quel gesto il cacciatore allontanò la propria arma lanciandola lontano e si concentrò sul corpo dell'Hybrid d'acqua.

- Lo so che hai paura dell'oceano, ma non devi preoccuparti, ci sono io qui con te e non me ne andrò -
- Sean ... Non ce la faccio -
- Fidati di me -

L'Hybrid lo accompagnò dolcemente fino a che entrambi non furono stesi a terra, a metà tra l'acqua calda e la sabbia fresca della notte. I due ragazzi erano sia fisicamente che sentimentalmente inermi, persi l'uno negli occhi dell'altro, Sean stava sul petto pieno di cicatrici di Reid accarezzandolo mentre il maggiore passava lentamente le dita sul suo morbido sedere quasi sul punto di tramutarsi in coda da un momento all'altro.

" È così sbagliato desiderarti ? Anche se sei mio nemico ? "

L'acqua li avvolgeva con dolcezza cullandoli nel suo abbraccio e cantando per loro la sua dolce melodia fatta di sospiri e gemiti soffocati. Reid stava accarezzando i lunghi capelli umidi e sabbiosi di Sean facendolo cadere in un sonno profondo e colmo d'amore, ormai la trasformazione dell'Hybrid era completa, ma a lui non importava. Non avrebbe mai potuto odiare Sean o dimenticare il calore e la felicità che sentiva in quel momento, i loro corpi nudi uniti in uno, il profumo così invitante delle loro pelli a contatto ...

- Buon diciottesimo compleanno, mio amato Sean -



*


Quando il giovane Sean aprì gli occhi, dopo la più bella serata della sua vita, e si ritrovò nuovamente dentro la vasca, riuscì a stento a trattenere le lacrime e si limitò ad avviarsi verso la vetrata che dava sul soggiorno dove trovò Reider, seduto sulla poltrona, a sorseggiare del vino.
Non appena lo scorse Sean gli sorrise senza però ottenere la benché minima risposta così batté il pugno sul vetro, provocandosi un grande dolore. Dovette riprovare più volte prima di riuscire ad attirare l'attenzione dell'interessato. Lo sguardo del maggiore era così spento e vuoto, sembrava una persona totalmente diversa da quella che lo aveva posseduto la notte prima, la consapevolezza sulla realtà delle cose gli fece stringere il cuore.

" Devo dunque ... dirti addio ? No, l'amore che abbiamo sentito entrambi era vero e lo tengo dentro di me, mi parla come il respiro delle onde del mare "

- Ci vediamo l'anno prossimo, mio amato Reid -

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