Round 1 - Sottile come la Pioggia
I fiori di ciliegio cadevano bianchi e leggiadri in tutto il giardino dell'istituto superiore.
Era uno spettacolo meraviglioso la primavera, il più adatto a dare l'ultimo saluto ai diplomati di quell'anno.
Sotto quella candida pioggia, due ragazzi, si guardarono per qualche secondo. Erano quasi a contatto, sempre di più, ma attesero ancora un attimo perdendosi l'uno negli occhi dell'altro. Le loro labbra si sfiorarono, dolcemente.
Fu passionale e molto breve, ma quando i due compagni si separarono, non poterono fare a meno di voler fermare il tempo.
- Allora, ti è piaciuto il tuo primo bacio, Lucas ? -
Quelle parole gelarono il cuore del biondo che abbassò i suoi occhi smeraldo verso terra.
Lo prese una grande malinconia che gli fece aumentare la presa sulla camicia del compagno corvino.
- Mi dispiace tanto Vick, ma questo non è stato il mio primo bacio ... -
***
Cinque anni prima ...
***
La scuola non era mai stata un luogo facile per lui, essere un ragazzo così delicato da assomigliare ad una femmina lo aveva fatto prendere di mira sempre dalle persone sbagliate.
Lucas era un sogno per gli occhi, la sua pelle chiara, i capelli scompigliati quasi fino alle spalle, dorati come il grano, le ciglia lunghe, le guance rosate e le sue iridi, come campi d'erba fresca.
Faceva girare la testa a tutti, ma allo stesso tempo attirava le loro gelosie e crudeltà, ed il suo carattere gentile ed ingenuo non gli era d'aiuto.
Lo avevano soprannominato Prince e, se c'era una cosa certa, era che nessun altro era come lui.
•
Anche per quel giorno le lezioni erano finalmente finite e Lucas stava tornando a casa con il suo zaino dell'eastpack nero sulle spalle, come faceva sempre.
Camminò solitario seguendo meccanicamente lo stesso percorso dei giorni precedenti e di quelli che si sarebbero susseguiti.
Prima la facciata bianca della scuola, il futuro palazzo della banca in costruzione, il muretto di un paio di villette a schiera, il parco giochi con quello strano ragazzo ...
Lucas si fermò all'entrata di quest'ultimo, era una zona terrosa con qualche albero qui e lì e delle giostre per bambini. Uno scivolo rosso sull'angolo sinistro, due altalene sul fondo e lui, appoggiato di schiena contro un albero.
Prince non ci aveva mai prestato troppa attenzione, ma in fondo un ragazzo di 14 anni ha altri pensieri per la testa che stare a guardare le persone che vivono intorno al suo spazio personale.
Ma perché proprio quel giorno lo aveva notato ? Forse i suoi occhi scuri come la tenebra che lo scrutavano oggi più di ieri, o i suoi capelli ricci, leggermente arruffati e nascosti da un cappellaccio vecchio e sporco, la sua pelle leggermente abbronzata celata da una felpa evidentemente fin troppo grande.
Lucas stette a fissare il misterioso ragazzo per qualche secondo prima che questi si spostasse dal proprio sostegno e sollevasse la testa verso la sua direzione. Quando i loro sguardi si incrociarono, il panico crebbe rapidamente nel bel Prince. Il giovane fece un paio di passi indietro, senza perdere di vista l'altro, prima di correre via verso casa con il cuore a mille.
Giungere al cancello della propria abitazione lo fece tranquillizzare, ma non poté comunque fare a meno di ricontrollarsi alle spalle.
- Che ragazzo strano ... -
•
E così Lucas passò il resto della giornata sfuggendo dal ricordo di quel curioso incontro, sotto gli sguardi confusi dei suoi genitori mentre, nella mente, non facevano che ricomparire quegli occhi.
Sua madre aveva cercato di scoprire cosa lo turbasse, ma lui aveva semplicemente detto che era tutto ok. In fondo quel misterioso ragazzo non gli aveva mai fatto nulla di male, non avevano nemmeno mai parlato.Si sentiva un vero idiota, si stava solo preoccupando per nulla, erano semplici paranoie.
Quella condizione di confusione continuò per tutto il giorno. Due pozze profonde, un abisso avvolgente continuò a far sprofondare Lucas fino al momento in cui le sue palpebre si chiusero con dolcezza tra le morbide lenzuola del suo letto.
- Solo una sciocca paura -
•
Il mattino seguente, dopo essersi preparato rapidamente ed aver afferrato tra i denti una fetta di pane ben tostato, Lucas era in partenza verso la scuola.
Nonostante il suo disagio, il ragazzo non poté resistette alla tentazione di fermarsi all'ingresso del parco, non ci poteva credere, si sentiva peggio di uno stalker, ma aveva bisogno di vederlo.
Ed infatti eccolo lì, il ragazzo di ieri dondolava sull'altalena senza curarsi troppo di quello che gli stava succedendo intorno.
Ad un tratto il misterioso giovane sollevò lo sguardo al cielo azzurro ed il cappello gli cadde dalla testa nel terreno sabbioso, rivelando un cespuglio di capelli, come un mare di cioccolato fondente in tempesta che gli arrivava fino alle spalle, legato da un elastico rosso porpora.
Senza nemmeno rendersene conto, Lucas arrossì di botto ed inciampò sul marciapiede finendo a terra in modo comico ed attirando l'attenzione dell'altro che cominciò ad avvicinarglisi.
Non appena Prince se ne accorse, tornò immediatamente in piedi, non perse neanche tempo a pulirsi, e cominciò a correre verso la scuola, si sentiva così in imbarazzo che avrebbe voluto sprofondare nel terreno di almeno tre metri.
Quando arrivò in classe Lucas puntò dritto al proprio banco, nell'angolo in fondo a destra, si sedette, e finalmente poté tirare un respiro di sollievo.
- Ma che mi è preso, mi sto comportando come un bambino ! In fondo è solo un ragazzo che si fa i fatti suoi al parco ... Chissà perché non stava andando a scuola, inoltre non indossava l'uniforme di nessun istituto -
Prince era talmente concentrato nei suoi pensieri che non si rese conto dell'arrivo di un paio dei suoi compagni di classe. Uno di loro gli si mise alle spalle ed accarezzò i suoi capelli biondi facendolo sussultare.
- C-cosa stai facendo ? - disse Lucas titubante trovandosi davanti quell'energumeno.
- Niente in particolare, semplicemente volevo conoscere il ragazzo per il quale sono stato mollato dalla mia fidanzata -
Era il presidente del consiglio studentesco, un armadio a due ante, stupido quanto un cancellino da lavagna, ma piaceva a tutti ed aveva un grande successo con le ragazze. Lucas non voleva guai con un tipo simile, quindi cercò di ignorarlo e si ripromise di fare tutto ciò che era in suo potere per evitarlo.
- Mi dispiace, io non lo sapevo - disse Prince, concentrandosi sul quaderno aperto sul proprio banco.
- Oh, allora questo risolve tutto immagino - disse l'altro afferrandolo per il colletto della giacca e sbattendolo contro la parete in fondo all'aula.
- Ti prego, non voglio guai ... -
- Chissà se sarai ancora così bello quando ti avrò spaccato la faccia !?! -
Il colosso si preparò a sferrare il colpo, ma in quel momento entrò l'insegnante e quindi il ragazzotto dovette fermarsi e Lucas fu salvo, per il momento.
Se prima i pensieri di Prince erano costantemente per il ragazzo del parco, ora viveva nel terrore di venir aggredito ad ogni angolo.
Durante la giornata cercava sempre di non restare da solo, a scuola stava a vista degli insegnanti, ma non si sentì meglio. Non era più in sé, la paura lo bloccava.
Anche dopo delle settimane, la situazione non migliorò minimamente, lettere minatorie e biglietti di minaccia comparivano ovunque, nelle pagine dei libri, incisi sul suo banco. Lucas stava impazzendo.
Non aveva il coraggio di dirlo ai suoi, temeva le conseguenze, sapeva di non avere scampo ed era certo che non sarebbe mai finita, ma poi è arrivato quel giorno.
•
Lucas era rimasto più del solito a scuola per concludere un progetto scolastico e, dopo una giornata di studio e lavoro, non vedeva l'ora di tornarsene a casa, mangiare qualcosa, farsi una doccia ed andare a riposare, ma il destino aveva altri progetti per lui quella sera.
Il sole stava già tramontando ed il cielo era in fiamme quando il biondo arrivò al limitare dal parco e, come faceva quasi ogni giorno, si voltò verso le altalene, ma quella volta lui non c'era. Nemmeno un anima si aggirava in quel luogo, o almeno così sembrava all'apparenza. Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di guardarsi intorno che si sentì afferrare da dietro, qualcuno gli bloccò la bocca con la mano per impedirgli di urlare e lo trascinò a forza in un cespuglio poco distante dietro il quale venne fatto distendere. Lucas cominciò a piangere, aveva una paura matta, non poteva credere di essere completamente in balia di un'altra persona, era certo che la sua vita fosse in pericolo. Non riusciva a muoversi, sentiva il fiato caldo del rapitore sul collo, ma il suo sguardo era fisso verso l'entrata del parco, oltre le foglie della siepe.
- Non fare rumore o ci scopriranno - bisbigliò l'individuo che gli stava sopra. Lucas non riusciva a capire quel comportamento, più che un'aggressione sembrava un salvataggio. Di lì a qualche minuto il presidente del consiglio studentesco, seguito da altri tre ragazzi, arrivò di corsa e si fermò a poca distanza dal suo nascondiglio.
- Dove diavolo è finita quella sottospecie di principessina ? È stata colpa vostra, vi siete distratti e lo abbiamo perso ! Questa era un'ottima occasione per fargliela finalmente pagare e voi me l'avete fatta sprecare ! - l'armadio umano tirò una sberla sulla testa ai suoi tre compari, sembrava molto arrabbiato.
Prince era talmente spaventato, le sue pupille si dilatarono e cominciò a tremare. Il sequestratore doveva aver capito il suo stato d'animo poiché cominciò ad accarezzargli i capelli con dolcezza, come per calmarlo. Quel gesto così delicato fece arrossire Lucas che subito si tranquillizzò e smise di piangere. Dopo non molto tempo, i suoi inseguitori si allontanarono e finalmente il biondo riottenne la libertà dalla presa dell'aggressore, ormai era ovvio che lo aveva salvato da una brutta fine, gli doveva molto. Il giovane si mise seduto, fece un respiro di sollievo e poi si voltò, voleva poter vedere il proprio salvatore, ma quando si girò l'unico desiderio che ebbe fu quello di fuggire. Davanti a Lucas, con i suoi occhi di un blu profondo come l'abisso, stava il ragazzo del parco, a fissarlo come se si trovasse davanti ad un alieno.
- Va tutto bene ? Spero di non averti spaventato prima, ma quelli stavano arrivando e non mi è venuto in mente niente di meglio. Ti sei ferito ? -
La sua voce, così calda e melodiosa, Lucas avrebbe voluto ascoltarla per sempre, ma si sentiva così imbarazzato che riuscì solo a scuotere leggermente la testa. A guardarlo da così vicino il biondo si rese conto che quel misterioso ragazzo doveva avere la sua stessa età, o forse un anno appena in più di lui.
- Menomale, io sono Ryan. E tu sei Prince, giusto ? -
Lucas prese coraggio e recuperò quel minimo di dignità che gli era rimasta.
- Lucas, mi chiamo Lucas. Prince è una specie di soprannome. Ti ringrazio Ryan, ma ora devo andare ! -
Il ragazzo si alzò in piedi e fece per andarsene via, ma Ryan lo trattenne per il braccio impedendogli di muoversi. Lucas si voltò indietro a guardare l'altro e vide che la manica della sua felpa si era sollevata mettendo in bella vista i segni di lunghe cicatrici e fori di siringhe ancora sporchi di sangue. Quando il moro se ne rese conto lo lasciò subito andare e Lucas prese al volo l'occasione e si allontanò di corsa lasciando solo l'altro.
- Un drogato, quel ragazzo è un tossicodipendente, forse persino autolesionista date le cicatrici. Questo spiega tutto, ma allora perché mi sembra così doloroso che non riesco a crederci. A che cosa stavo pensando ? Sono proprio un idiota -
Il biondo smise di correre, ormai era arrivato, non c'erano più rischi per lui, bastava solo che girasse l'angolo e ...
Eccolo, di nuovo bloccato nella stretta di un altro uomo, ma questa volta la situazione era peggiorata, e di molto anche. Dato che non erano riusciti a prenderlo nel tragitto verso casa gli amici del presidente lo avevano aspettato al varco ed ora era in trappola, a meno di 100 metri dalla sua abitazione, in attesa dell'arrivo del loro capo. Il biondo non dovette aspettare molto, meno di cinque minuti dopo, infatti, il diretto interessato arrivò con il fiatone e gli si parò davanti incazzato a morte.
- Ti rendi conto quanto tempo ho sprecato per correrti dietro come un coglione ? Adesso la pagherai, per tutto ! -
E da lì la situazione divenne abbastanza confusa, Lucas sentì un paio di colpi all'addome e poi cadde a terra, in ginocchio, mentre la vista cominciò ad appannarglisi.
Il ragazzo si raggomitolò in attesa dei prossimi colpi, ma vide solo uno dei ragazzi cadere accanto a sé seguito poi a ruota dagli altri, uno dopo l'altro.
Prince non ebbe nemmeno il coraggio di muoversi fino a quando non cadde il silenzio, solo allora tornò in piedi. Davanti a lui si aprì una scena terribile, il presidente si contorceva a terra mugugnando dal dolore ed un paio dei suoi compari avevano il naso rotto e sanguinavano parecchio. Sopra di loro, ancora intento a prenderne a calci uno, c'era Ryan. Lucas gli si avvicinò di corsa e lo afferrò per il braccio per cercare di fermarlo.
- Fermati Ryan ! Li hai stesi, basta adesso ! Ti prego ! -
Il moro si bloccò e gli occhi dei due si incrociarono ancora una volta. Lucas e Ryan restarono in silenzio per qualche minuto, un tempo che fu sufficiente al gruppo di aggressori per rialzarsi e fuggire via. Nel vedere le guance del biondo rigarsi di lacrime l'altro lo cinse alla vita con la mano destra mentre con la sinistra gli scostò i capelli dalle gote rosse e gliele asciugò.
- Mi dispiace, volevo solo aiutarti. Scusa Lucas, non era mia intenzione spaventarti -
Il cuore di entrambi stava correndo come un cavallo, non riuscivano a capire quello che stava succedendo, sapevano solo che si desideravano, ma sentivano anche quanto fosse ... Impossibile.
- Grazie Ryan, ma io ... - Lucas allontanò lo sguardo cancellando il contatto che si era creato fra i loro sguardi per poi ricostruirlo in un istante - ... Non possiamo -
Il ragazzo si liberò dalla presa di Ryan e corse verso casa, ne aveva avuto abbastanza per quella sera, davvero, davvero abbastanza.
Non guardò in faccia nessuno, non mangiò niente e se ne andò semplicemente a dormire. Lucas restò sveglio sotto le coperte, stringendosi al cuscino in silenzio, per tutta la notte, come sottofondo solo i suoi singhiozzi e come ninna nanna l'immagine degli occhi oceanici di Ryan a vegliare sul suo sonno.
•
Da quel giorno in avanti Prince non ricevette più minacce e visse tranquillo, ma decise di cambiare completamente la propria vita. Smise di seguire il solito percorso ed evitò in ogni modo di passare per il parco, per quanto lo facesse soffrire, sapeva che era la cosa migliore per lui. Doveva smetterla immediatamente, erano troppo diversi, Ryan faceva parte di un mondo malato e crudele completamente opposto al suo, così normale e sicuro.
La droga, l'autolesionismo, il pestaggio e tutto il resto, chi lo sa per quanto tempo ancora sarebbe rimasto in vita il bruno, quella era la cosa che faceva più paura a Lucas, il terrore di perderlo.
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La situazione continuò così per quasi tutto l'anno scolastico, più o meno, fino a quando finirono finalmente la banca in costruzione e quindi spostarono il cantiere, chiudendo la strada nuova che seguiva Lucas. A causa di questo Prince fu costretto a riprendere quella vecchia con il rischio di rivederlo, doveva affrontare i propri demoni.
All'uscita da scuola il biondo cominciò a rallentare, tremava dal nervosismo, sarebbe voluto partire di corsa, ma il corpo non rispondeva più alla ragione. In quel momento il cielo si rannuvolì e la pioggia cadde così fitta che Lucas riuscì a vedere a malapena dove stava andando. Aprì lo zaino e tirò fuori l'ombrello, anche se ormai era già completamente fradicio. Da lì il viaggio lo passò a cuor leggero, di sicuro con quell'acquazzone Ryan non poteva essere rimasto al parco.
Prima la facciata bianca della scuola, il palazzo della banca non più in costruzione, il muretto di un paio di villette a schiera, il parco giochi ed uno strano ragazzo a prendere l'acqua seduto sul marciapiede ...
- Cosa ?!? - Lucas rimase immobile a fissare la figura zuppa di pioggia appoggiata sulle ginocchia, apparentemente addormentata. Gli si strinse il cuore, era come se stesse soffocando.
- Non può essere, non può star aspettando me - il ragazzo fu quasi sul punto di andarsene, ma Ryan sollevò lo sguardo proprio in quel momento e, non appena sembrò riconoscerlo, si sollevò in piedi stringendosi alla felpa per proteggersi dal vento freddo. Lucas entrò nel parco e gli andò vicino coprendo il moro con il proprio ombrello.
- Ciao ... Ryan, tu ... Mi stavi aspettando ? -
Lucas cercò di mantenere lo sguardo basso, non poteva ricadere in quegli occhi blu, lo aveva aiutato perché gli era dispiaciuto, solo per quello, nient'altro. Ma mentre lui cercava di evitarlo Ryan gli avvinghiò le braccia intorno alla vita e se lo avvicinò, le guance di Lucas si incendiarono.
- Certo che aspettavo te, ogni giorno da quella volta, volevo rivederti Lucas -
Quest'ultimo sollevò la testa e ricadde nell'incantesimo, restarono entrambi a fissarsi mentre la pioggia cominciava già a diminuire.
- Ryan ... -
- Lo so, è solo che mi piacevi così tanto quando ti guardavo da lontano che non ho sopportato di vedere quei ragazzi che ... -
Lucas si strinse a Ryan e affondò il viso nella sua felpa. L'ombrello del biondo cadde a terra con un suono secco.
- ... Non pensavo di averti spaventato così tanto, scusami Lucas -
Il più piccolo strofinò la faccia contro il petto dell'altro.
- Ryan, non possiamo. Io non ce la faccio -
In quel momento il moro sorrise e strinse a sé il suo amato con tutta la forza di cui fui capace, entrambi arrossirono e le loro lacrime si confusero con le gocce di pioggia. L'abbraccio durò molto, ma il tempo per i due sembrò essersi fermato.
- Lo so, nemmeno io -
Lucas e Ryan si separarono quanto bastò perché le loro labbra si incontrassero. Prima titubante, il loro bacio si fece sempre più intenso tanto che, per i due ragazzi, divenne quasi impossibile ricordarsi com'era essere separati. Il biondo cominciò a passare le dita attraverso i capelli bruni dell'altro mentre Ryan lo teneva accanto a sé con una mano e con l'altra giocava con le sue ciocche dorate. Solo quando la pioggia smise di cadere, i due si separarono e si sorrisero a vicenda.
- Ti amo Lucas, ma non ti preoccupare. Non tornerò più a disturbarti, non intendo farti soffrire a causa di ciò che sono. Per quanto forte sia il sentimento che provo per te, dopo oggi, sparirò -
Ryan si staccò da Lucas che però gli impedì di andarsene.
- Anch'io ti amo Ryan -
***
Cinque anni dopo ...
***
Quello era stato il primo. Da quel giorno di pioggia Lucas e Ryan non si erano più rivisti, ma Prince non aveva mai smesso di pensare all'altro con affetto.
A quel ragazzo, dagli occhi d'oceano, caduto nella tossicodipendenza già all'età di 15 anni e che non era più riuscito a rialzarsi. Nei propri sogni il biondo ancora lo rivedeva, Ryan era sempre lì, nello stesso parco, su quelle altalene, a dondolarsi guardando il cielo con i suoi meravigliosi capelli d'ebano mossi dal vento. Il moro lo aspettava ogni volta e quando lo vedeva lo stringeva a sé baciandolo come quel giorno, proteggendolo da ogni dolore.
Ryan era il guardiano eterno del suo primo amore ed, i loro baci, erano i suoi messaggeri, fugaci e sottili, già ... sottili come la pioggia.
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