Sogni nel cassetto

Poesia, sostantivo femminile.

Sottolinea Gaia con l'evidenziatore color verde acceso. Le gambe a penzoloni nel vuoto dal robusto ramo, la schiena premuta contro la corteccia, il sole che le bacia la pelle filtrando tra le foglie e il vento che le soffia i lunghi capelli in bocca. Un libro scolastico stretto in grembo. L'orecchia sullo spigolo della pagina che deve studiare.

I suoi occhi catturano il paesaggio circostante. Il grano maturo che ondeggia. I papaveri che lo decorano come rubini sulla corona di un re dormiente. Non era semplice ciò che doveva fare ed era lì per trovare la giusta ispirazione. Scrivere poesie non è un'impresa facile. Specialmente in un mondo in cui tutti ormai sono con le facce chine a pigiar dita su rettangoli inanimati, in cui conta di più quanto piaci agli altri e non cosa piace a te, in cui vanno di moda le condivisioni sui social invece delle semplici parole nate dal cuore, in cui ci si preferisce parlare attraverso uno schermo che di persona. Non ci si mette più a nudo con le crude parole, come se ci si vergognasse, come se fosse da sfigati. Sembra tutto dato per scontato. Anche l'affetto, e che cos'è la poesia, se non una mera manifestazione di emozioni e di sogni?

Ma le persone sono ancora in grado di sognare? O passano tutti le loro giornate a copia ed incolla? Si chiede. Eppure ogni azione non è dettata da un desiderio? Sente che tra un po' le uscirà il fumo dalle orecchie se continua così. Alla fine è solo una bambina.

Ma lei deve potar a termine quel compito così arduo. Così si spreme le meningi in cerca di qualche idea straordinaria che possa lasciar tutta la classe a bocca aperta, perfino la maestra.

Un merlo, nero come il carbone, attira la sua attenzione, volando sui rami sopra la sua testa.

Nero.

Se chiudi gli occhi e ci vedi solo il buio, forse non sei più in grado di sognare. La tua mente è in ritardo per il viaggio più bello. Ma hanno tutti degli occhi abbastanza distinti da poter focalizzare cosa c'è oltre quel buio? 

Impugna la matita e comincia a scrivere su un blocchetto in mezzo al libro. Ha un'idea precisa: tutto è poesia. La voce di chi si ama, il gorgogliare del fiume in lontananza, l'edera che cresce sul muro di casa, un abbraccio, un bacio, un ricordo pungente, l'aroma della cioccolata calda, il profumo di pino della nonna, il riflesso della luce, il brivido del salto, la polvere che si solleva dal terreno.

Poesia è tutto ciò che sa scuoterci e catturarci l'anima. Tutto è ispirazione. Non siamo macchine, basta saper leggere il proprio cuore. Vedere oltre rispetto a come appare effimero e volubile questo strano mondo.

E così scrive il suo primo timido verso:

Quando crederai che tutto sia perduto,

guarda oltre quell'oscurità.

Ritroverai te stesso nel posto in cui hai creduto

di perdere di tutto l'affetto

mentre invece sei incastrato nel tuo sogno,

che forse è chiuso in un cassetto

e aspetta di prendersi la sua libertà.

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