Per l'eternità

Le lacrime scivolavano lungo le guance di Elyn, rilucendo in lunghe scie distinte sul pallore della sua pelle, illuminate dalla luce fioca delle candele sparse per il salone.

Il petto le si alzava e abbassava a fatica, sotto la scollatura dell'elegante abito rosso. Sembrava quasi che stesse annegando o che avesse paura. Un terrore folle e cieco. Ma quel semplice movimento continuava a testimoniare la realtà che fosse ancora viva. Il suo sguardo era fisso nell'oscurità oltre la finestra. Era incapace di distoglierlo dalla notte, come se in quel momento si sentisse anche lei parte di quel buio e lo percepisse evolversi dentro la sua anima.

Rhys le si avvicinò alle spalle. Con un braccio le cinse la vinta, con l'altro le raggiunse il volto. La fece voltare verso di lui e le asciugò le lacrime con il polpastrello, indugiando sulla sua bocca.

«Non piangere» le disse e come se avesse fatto uno dei suoi incantesimi, dai suoi occhi non scese più nemmeno una lacrima. 

«Guarda». Aprì delicatamente il suo palmo per rivelarle che aveva trasformato le sue lacrime in gocce di stelle. «Anche nel dolore può esserci qualcosa di incantevole e meraviglioso» chiuse la mano e le diede un leggero bacio sulla tempia. «Proprio come lo sei tu» le sussurrò all'orecchio, scontandole una ciocca di capelli per guardarle meglio il viso.

Ma lei scosse la testa, nonostante sentisse il cuore batterle forte e non volesse respingerlo. 

«Non sono meravigliosa. Non sono una principessa. Ma un mostro. Un mostro tremendo che ha creduto a una bugia ed è rimasta con il cuore in mille pezzi. Ho fatto cose che non mi perdonerò mai, crimini che mi bruciano l'anima e tormentano i miei sogni».

Lui le posò un dito sulle labbra e gliele accarezzò di nuovo. «Anche io ho commesso cose di cui non vado fiero, eppure adesso siamo qui. Io e te. Tu puoi trasformare i tuoi incubi. Puoi accettare la tua parte di oscurità. Perché io l'ho accettata e non le permetterò di divorarti».

Le prese il viso tra le mani e la pregò. «Resta al mio fianco».

Quelle parole le entrarono nel cuore, dandogli un nuovo battito, una nuova vita.

Stava per rispondergli, per dirgli che tutto ciò che voleva era rimanere al suo fianco, quando un tintinnio li fece voltare entrambi di scatto. Una fatina verde aveva deciso di fare il bagno all'interno di uno dei tanti calici disposti sulla tavola da pranzo. Ma le sue ali erano troppo grandi per ripiegarle completamente attorno al suo piccolo corpicino e permetterle di lavarsi comodamente all'interno di quel modesto spazio. Così era finita col dimenarsi nel tentativo di prendere posto nel calice, ma lo aveva rovesciato. Il liquido dorato si spandeva sulla tovaglia bianca, macchiandola e gocciolando sul pavimento.

Se fosse stato rosso sarebbe assomigliato al sangue. Se fosse stato rosso avrebbe fatto venire i brividi a Elyn, che sbatté le palpebre, come se si stesse risvegliando da un sogno e il suo coraggio si spense, le parole le morirono in gola. Ma gli occhi quasi violacei di Rhys ripresero a guardarla, aspettando soltanto un suo segno d'assenso.

Lei si concentrò sul suo petto, posandogli le mani sulle spalle, per evitare di incontrare quello sguardo implorante. «Mi vuoi davvero nel tuo regno?» domandò sorpresa.

«Sì» bisbigliò avvicinandosi al suo volto, posando il suo mento sulla nuca di lei. 

«Sì, io ti voglio e so che tu sei la mia metà perduta, ma ora» la strinse i fianchi con forza, come se lei potesse svanire «Ora che ti ho ritrovata non voglio più lasciarti andare».

«Non ho mai incontrato qualcuno che volesse accettare la mia oscurità».

«Tu vuoi accettare la mia?».

«Per l'eternità» gli rispose Elyn, senza pensare a cosa avrebbe implicato quella scelta. Ma adesso non voleva pensare al futuro, voleva stare lì con lui, nel suo regno. Vivere tra le lussuose mura del suo palazzo, perdersi tra quelle foreste e colline rigogliose, sotto quella perenne notte da incubo ma drappeggiata da innumerevoli stelle. Perché soltanto lì si sentiva al sicuro. Soltanto lì si sentiva sé stessa.

Rhys le fece scivolare le mani sulla schiena, facendola aderire al suo corpo e si chinò di lato per lasciarle una scia di baci sul collo. Prima timidi e leggeri, come carezze di un alito di vento gelido. Poi più impetuosi e passionali, quando lei inclinò la testa all'indietro, man mano che le raggiungeva il mento.

Le portò le mani sul viso ancora una volta, accarezzandole le guance. I loro respiri si rincorrevano veloci e frenetici. «Posso aspettare, abbiamo così tanto tempo» le sorrise a pochissima distanza dalle sue labbra. Lei avrebbe voluto baciarlo subito ma si trattenne. 

Rhys aveva ragione, possedevano l'eternità.

Le prese la mano e la condusse di nuovo verso la tavola, le scostò la sedia, come un vero gentiluomo, e schioccando le dita fece comparire altre portate nei loro piatti.

Lei gli sorrise, quando lui si sedette dall'altro capo del tavolo. «Siete un po' troppo lontano adesso» lo prese in giro, senza smettere di osservarlo. Lui schioccò le dita di nuovo e il legno si contorse su sé stesso diventando un piccolo tavolino, molto più intimo. 

Le fatine volavano come falene, tra le luci delle candele sopra il soffitto e li osservavano con i loro occhi carichi di curiosità. Il loro signore aveva finalmente ritrovato la sua dama. Era lei la principessa degli incubi.

Elyn prese un calice, alzandolo verso di lui per brindare al loro amore, ma si fermò. Specchiandosi all'interno dell'ambrosia vide il suo volto, o per meglio dire, le sue guance. Erano macchiate da una leggera polvere argentata che le colorava, illuminandole sopra al rossore creato dai baci di Rhys.

Erano le sue lacrime sbriciolate. Il suo dolore condensato in quelle piccole schegge di luce.

Ora la rendevano una creatura unica, preziosa, magica.

Lui le sorrise e senza aspettare che si potesse riprendere dalla sorpresa, fece tintinnare il suo calice con quello di lei. Brindarono. 

Si sporse verso il suo viso e le sussurrò poche parole, come le stesse confidando un segreto. «Siete bellissima. Ai miei occhi lo sarete per sempre».

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Traccia che partecipa alla prova della Libreria del Cappellaio Matto "Riscrivi la scena con la penna della passione".

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