Incubo

In piedi, titubante, mi guardi. 

La nebbiolina si solleva dall'acqua del canale, accarezzandola come la sua gonna preferita. Il vento trasporta il profumo salato del mare e i versi dei gabbiani che, lontani, cercano cibo sui marciapiedi planando dai tetti. 

Ti osservo, ma tu non mi riconosci e non capisco se fingi. 

Cammini. 

Non sentivo da tempo il rumore dei tuoi passi. Mi ostino a pensare che siano diversi, ma alla fine un po' tutti i rumori sono sempre gli stessi. 

Il tuo viso si volta, mi avvisa che stai per fuggire, come fossi diventata un terribile mostro da cui dover scappare. Ti fermi soltanto davanti allo stipite di legno dove un giorno abbiamo visto due giovani baciarsi, nascosti dal sole e dagli occhi degli altri. Le loro ombre sembrano aver lasciato un'unica impronta avvinghiata a due anime un tempo innamorate. 

Ti chiamo. Non vorrei farlo. Dalle labbra mi scivola il tuo nome. 

Ti volti ancora e mi guardi soltanto un'ultima volta. Mi guardi come qualcuno guarda un foglio. Un foglio dove si è incastrata una storia. Una storia che non vuoi più leggere. 

Se prima ero nel dubbio ora so che fingevi. 

Tu sai benissimo chi sono, ma non so più di che cosa ti importi. 

La mia anima si ferma. Il tempo sembra cristallizzarsi. La delusione mi fa sentire pesante, come se la forza di gravità si fosse moltiplicata in questo istante.

Non ho più il coraggio di inseguirti. Ho i piedi stanchi e il battito troppo accelerato per poter correre di nuovo. 

Sento freddo. La tua neve si è posata sul mio corpo e mi ha detto che dovrei trovarmi un posto dove scaldarmi. 

Non sapevo che la neve potesse parlare. 

Tutto diventa buio. La tua sagoma si confonde con le ombre prodotte da un sole nero. 

Resto immobile in mezzo all'oscurità, anche se mi fa paura, mi ferisce ed è gelida come morte. Finché i miei occhi si abituano ma i contorni rimangono ancora tutti confusi. Non ci sono né case, né canali, né barche, né tetti spioventi coi gabbiani. Solo buio. 

L'oscurità mi ha sussurrato il suo famelico nome. Si chiama Nostalgia e ha la perseguitante capacità di attaccarsi ai corpi e renderli pesanti come ancore di navi.
Non capisco perché mi voglia mangiare, né perché continua a graffiarmi coi suoi artigli.

Vago nel nulla continuando a sentire soltanto il vuoto sotto alle dita. 

Qualcuno urla. Qualcuno piange. Qualcuno si contorce nel buio, qualcuno ne rimane aggrovigliato, lo sento e non posso aiutare nessuno. 

Non so più dove mi trovo, finché non sbatto contro uno stipite di legno dove si trova un'impronta di due giovani anime innamorate, perdute nel loro timido mondo. 

Vorrei tanto andarci anche io nel loro mondo, forse è migliore di questo, ma non ho la più pallida idea di dove si compra il biglietto. 

Tasto quella porta, inizio a bussare, sperando soltanto di trovare un posto dove potermi di nuovo scaldare prima che il ghiaccio cominci a riempire i miei sogni.

---

500 parole per la challenge "Incubo" di WattpadBrividoIT


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top