Il coniglio col cilindro

«Perché piangi?» chiese la dama vestita di bianco, alla ragazza che piangeva rannicchiata su delle scalinate. All'inizio sembrò che non volesse raccontarle il motivo, ma poi sollevò lo sguardo. «Ho litigato col mio ragazzo, credo non mi ami più» rispose. La donna le sorrise, si mise una mano in tasca e ne tirò fuori un biglietto da visita. Glielo porse e se ne andò.

«Che ti è successo?» chiese poco dopo ad un bambino che continuava a strofinarsi il ginocchio in mezzo all'erba.  «Sono caduto e mi sono fatto male» le rispose con la vocina tremolante. «E come sei caduto?» domandò dispiaciuta. «Tommaso mi ha fatto lo sgambetto» piagnucolò. Anche questa volta la donna gli diede un biglietto e se ne andò.

«Perché sei arrabbiato?» disse ad un uomo in giacca e cravatta, arrivata ad un incrocio. «Ma non lo vede? Ho ammaccato la mia auto contro questo dannato palo». «E come è successo?». «Si faccia gli affari suoi» le rispose scorbutico, tornando a guardare lo schermo del cellulare. La donna gli lasciò scivolare il solito foglietto nel taschino, e se ne andò senza fare altre domande.

«Non essere triste» provò a consolare una signora, che seduta su una panchina, guardava con nostalgia una foto in bianco e nero. Le posò una mano sulla spalla e le diede il familiare biglietto.

«Tu non sei solo» disse, giunta in prossimità di una stazione, ad un uomo barbuto appoggiato contro il muro. Usava uno scatolone come coperta e sembrava addormentato. Gli spintonò leggermente la spalla con due dita per svegliarlo e gli porse il suo bigliettino.

La dama bianca si fermò. Controllò quanti biglietti aveva ancora in tasca. Erano tanti, poteva continuare a viaggiare. Montò sul primo treno. Lì, trovò un uomo con un'enorme valigia, che continuava a scompigliarsi i capelli. «Ho perso il lavoro, ora come farò?» sussurrava nel vuoto. Lei allora gli diede uno dei suoi foglietti. L'uomo, preso dalla curiosità, lo aprì subito e ci trovò scritto:

C'è qualcosa che non perderai mai.

Finito il consueto volantinaggio di quei fogliettini, la donna cominciava a sentirsi davvero stanca. Si sgranchì le braccia e piano piano si trasformò in un piccolo e batuffoloso coniglietto color cappuccino.

Proruppe in un sonoro sbadiglio dall'alito profumato di carota e si nascose dentro un cappello a cilindro scuro. Dove in un batter d'occhio si appisolò. Non pensate sia il coniglio di qualche mago. Quella casa di tessuto era proprio sua.

Ricamata sul cappello svettava una scritta:

SOLUZIONI.

Ecco cosa conteneva ogni biglietto che aveva portato in giro tutto il santo giorno, e dispensato con tanta cura a tutte quelle persone dal sorriso ormai spento. La felicità non si vede con gli occhi, ma si ascolta con l'anima. La si crea in un attimo, con pochi gesti. La si perde se ci si lascia sopraffare dalla negatività di ciò che ci succede. Ma lei sarà sempre lì, dietro l'angolo ad aspettare ognuno di noi.

Quindi non lasciare che i problemi turbino il tuo cuore, creandoti malessere, perché a detta di quel coniglio c'è sempre una soluzione.

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