Anche i lupi hanno un cuore

Il lupo è  il re della foresta. Questo è il motto di mio padre. Ma noi non siamo lupi "normali", che ci temono come ogni creatura dei boschi del Connemara. Sapevo che mio padre mi avrebbe passato le redini del branco molto presto. Dei cacciatori di creature magiche lo avevano ferito quasi mortalmente, e non aveva le forze per mantenere il dominio sul branco. L'argento dei proiettili che lo avevano colpito si diffondeva nel suo sangue ogni giorno di più. Questo pensiero mi spaventava. Non ero pronto né a regnare, né a perdere mio padre.

Quella notte Jinevra mi aveva chiesto di andare al luna park insieme. Ma c'era la luna piena e così a malincuore le ho dato buca. Mica potevo ricoprirmi di pelliccia davanti alla mia nuova amica umana. Chissà cosa avrebbe pensato. Chissà cosa direbbe la mia famiglia se sapesse che esco di nascosto dalla riserva dove viviamo. Probabilmente mia madre mi rinchiuderebbe in camera.

Solitamente tutti i membri del mio clan si aiutano quando sorge il plenilunio. Ma a me non piace trasformarmi di fronte agli altri. Io vorrei essere normale. Così mi sono appartato lontano, in riva ad un fiume nel bosco. Mi sentivo tranquillo. Era da svariate settimane che quei cacciatori non si facevano vivi. Forse i loro radar li avevano condotti altrove.

«Zenith!» la voce di Jin mi fa morire dallo spavento. Ero così immerso nei miei ragionamenti che non badavo a cosa accadeva attorno a me.

Mi volto e lei fa capolino da dietro un pino. Indossa una mantellina rossa col cappuccio a coprirle i capelli biondi e noto un fucile e diversi pugnali equipaggiati alla cintura. Che diamine?

«Mi avevi detto che avevi la febbre».

«Mi avevi detto che andavi al luna park» protesto io. Cercando di infilarmi la maglietta che mi ero tolto per non romperla in mille pezzettini.

«Che ci fai qui?» ci chiediamo all'unisono, come due persone che hanno qualcosa da nascondere.

Nessuno dei due risponde. Sento un calore disumano provenire da sopra la mia testa. Oh no, ci siamo. E Jinevra mi sta fissando. Mi chino sull'erba, mentre un dolore atroce mi scuote i muscoli. Chiudo gli occhi, tentando di non pensarci.

Le mani di Jin mi stringono all'improvviso. La sua voce preoccupata mi chiama. Ma io non resisto e mi trasformo. Quando il mio sguardo non è più sfocato, lei è a gambe incrociate sul prato. I suoi occhi blu sono colmi di lacrime. Appoggia le dita al suo fucile. Io digrigno la bocca, mostrandole i denti. Vorrei dirle così tante cose.

«Sei uno di loro». Sì, siamo nemici. Dovrei attaccarla? Scappare? Ma non voglio. Lei si alza. Si avvicina e mi abbraccia, come ha già fatto innumerevoli volte quando le parlavo di mio padre. Appoggio il muso sulla sua testa, il suo odore mi stuzzica le narici e vorrei che fosse un lupo come me.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top