Realizzazione / Sib e Gene
Avviso : contiene piccola scena Smut :)
Voleva davvero aver potuto trovare il tempo per partire con il suo ragazzo dalla sua famiglia. Ma purtroppo quando il ragazzo gli aveva fatto l'offerta, lo aveva fatto in un momento meno opportuno. Ed ora si trovava lì, seduto ad una sedia scorrevole davanti a una scrivania e uno schermo del PC dalla pagina totalmente bianca. In qualche modo, anche se, la scadenza sarebbe stata fra due giorni, avrebbe dovuto trovare una qualche ispirazione per il nuovo libro a cui stava lavorando. Nonostante la sua mente, in realtà, fosse totalmente vuota e quel torrido caldo di agosto che quel venerdì aveva.
Sentiva la mancanza di un certo rompiscatole che tutto il giorno cercava sempre in qualche modo di distrarlo da ciò che stava facendo. Il suono della voce che, oramai, era abituato a sentire in tutta la casa. Dove fosse, fosse. E ora, trovarsi di punto in bianco in un vicolo cieco e solo lo facevano sentire depresso. Quanto avrebbe dato per ritornare indietro nel tempo per dire di sì a quel viaggio insieme, che ora rimpiangeva.
Quanto forse ancora mancava prima che ritornasse ? Quanto gli aveva detto ? Si trattava solo per il mese estivo o di più, o forse, solo di qualche altra settimana ? Ah! Già. Che stupido, era stato così tanto preso dal cercare un qualcosa da mettere su riga, dal non avere sentito nemmeno una sola parola di quello che Nabsib gli avesse detto.
Lasciandosi cadere con la testa sullo schienale, si imbronciò nel guardare il soffitto sopra la propria testa, trovandolo molto più interessante di quello che attualmente lui stesso stava cercando di fare.
La porta della stanza all'improvviso venne aperta e un ragazzo bello, alto dai capelli neri che con un ciuffo morbido e ondulato gli ricadeva sulla fronte, un corpo ben messo che più volte aveva imparato a conoscere ed amare sempre di più era avvolto da dei jeans, e una maglietta a maniche corte bianca. La valigia che dietro di sé trasportava impugnata dal manico in una mano. E quel fotuttissimo sorriso che per quanto, tempo indietro lo avesse fatto incazzare ora invece aveva imparato ad apprezzarlo ne fece capolino, fermandosi poi appena oltrepassata la linea che divideva la stanza dal corridoio.
Una dolce sorpresa di certo inaspettata lo aveva sorpreso e lasciato stordito e non per ben poco e mentre cercava di riacquistare lucidità delle sue funzioni si tolse gli occhiali grossi e dalle lenti tonde che sul ponte del naso venivano bloccati per non cadere. Non stava sognando vero? Era davvero Nabsib ? Il caldo e lo stress di quei giorni non lo avevano fatto andare fuori di testa, vero ?
E senza riuscire a dire niente, con uno spasmo involontario scattò all'in piedi e con quel gesto la sedia scivolò all'indietro, facendo scattare dei passi sempre più vicini del più grande.
In un nanosecondo la distanza che li sperava venne divorata e nell'attimo dopo Gene si ritrovò la faccia del suo fidanzato ad un palmo dal naso, per poi ritrovarsi stretto tra quelle braccia e con una mano poggiata sulla nuca, finalmente sorridendo dopo tanto tempo .
《 Mi sei mancato Gene. Non sono riuscito a resistere per troppo tempo lontano da te. Mi dispiace 》gli sussurrò piano e dolcemente Nabsib, con il mento poggiato sulla spalla del ragazzo che stava stringendo a sé.
《 Sib.... Dovevi stare con la tua famiglia. Per noi c'era ancora dell'altro tempo per passarlo assieme. Ma.... Grazie 》rispose in tono di piccolo rimprovero, per poi addolcire il suono verso le ultime due parole.
《 Oi Geeeene.... Sei davvero carino 》mormorò con un sorriso che si era intensificato di più, per poi staccarsi dall'abbraccio e regalargli un bacio sulla guancia.
In quel attimo frangente, nel profondo di sé, Gene, anche se egoisticamente - e lo sapeva perfettamente- lo ringraziò per avere scelto ancora una volta loro. Sperava fosse così anche dopo e che il loro " loro " non fossero mai passati al secondo piano e ammetteva che nel aver compiuto uno sbaglio questa volta, fosse proprio lui, Gene. Aveva messo il lavoro , come tante altre volte, al primo posto. Ma adesso, si era ripromesso che così non sarebbe stato più.
***
Gene reclinò la testa all'indietro, sotto il soffione dell'acqua calda che copiosamente si abbatteva su loro due. Il momento più rilassante erano quelli come quello. Solo Gene e Nabsib e con i loro sentimenti incontrollabili.
Nabsib da dietro, mentre lo cingeva con un braccio, insaponava quel corpo nudo come il suo, ma allo stesso tempo simile ma anche un po' diverso, con maggiore delicatezza, approfittandone anche per regalargli particolari carezze e effusioni tra baci dati ogni tanto, dove capitava, capitava.
E sentendosi totalmente eccitato, Gene si lasciò baciare l'incavo del collo e emettendo dolci sospiri, le mani incrociate sopra quelle che era sul suo esile fianco, il fondoschiena che ad ogni movimento, anche se non volontariamente, strofinava contro il membro turgido di Nabsib. Poi Gene si girò in quella morsa, per ritrovarsi faccia a faccia con la persona più importante della sua vita.
《 Sono felice 》.
Mormorò cingendo il collo del più alto, inclinando un poco la testa di lato .
《 Finché sarà con te Gene, per me sarà sempre la felicità 》rispose, prendendolo improvvisamente di peso da sotto le gambe.
E con le gambe attorcigliate a quel bacino e con la schiena ora sbattuta violentemente al mosaico freddo, Gene si ritrovò a baciarlo con una mano incastrata tra quei ciuffi neri come i suoi, ad accarezzargli. Felice e completo come solo stando con il suo Nabsib poteva esserlo. Era come aver afferrato con le mani un pezzetto di paradiso, che mai e poi avrebbe lasciato scivolare via.
E in pochi secondi i due corpi si unirono. La schiena di Gene che ad ogni movimento di bacino dell'altro strofinava sulle piccolo piastrelle umide mentre, nel pieno del godimento passionale, socchiudeva gli occhi, lasciandosi scappare dei graziosi gemiti, che spinsero Nabsib solamente ad andare sempre più forte, a colpire quel punto debole, nel frattempo che gridava il nome dell'amato . E dopo pochi attimi eiacularono insieme. Solo alla fine dell'amplesso e con il cuore pompate, Gene esausto, ancora tra le braccia del più grande, si buttò con la fronte su quella spalla fedele. Fedele come lo era quel compagno che aveva deciso di lasciarlo al proprio fianco.
E mai avrebbe rimpianto quella decisione.
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