La Mary sbagliata

Tre... due... uno... Staccai gli occhi dall'orologio da parete e balzai giù dal letto nel momento in cui i rintocchi di una campana annunciarono l'arrivo della notte che più avevo atteso: Halloween. Il velo che separava il mondo dei vivi da quello dei morti era più sottile che mai, e mi avrebbe offerto l'occasione perfetta per effettuare un'evocazione spiritica. Era riduttivo dire che amassi il paranormale, ne ero talmente ossessionata da aver deciso di farmi togliere la vita per il solo desiderio di diventare uno spirito. E quale modo più eclatante di andarsene dal mondo materiale se non per mano di uno di loro? La scelta era ricaduta su Maria la sanguinaria, una ragazza che i genitori avevano sepolto viva provocandone la morte per asfissia; la poveretta se n'era andata parecchio incavolata.

«Vengo a romperti le spettro-ovaie!» squittii emozionata.

Speravo solo che la leggenda avesse un fondo di verità. Avevo già predisposto tutto l'occorrente sulla scrivania: una superficie riflettente, tre candele e una buona dose di ottimismo unito a un pizzico di cattive intenzioni nel caso in cui le cose non fossero andate come speravo. Seduta su uno sgabello, mi servirono un'occhiata assassina e due o tre minacce recitate in almeno cinque lingue differenti prima che questo dannato accendino si decidesse a funzionare.

Appena i lumi delle candele illuminarono il mio volto riflesso sullo specchio tirato a lucido per l'occasione, presi un bel respiro e recitai per tre volte ad alta voce: «Bloody Mary.»

Rimasi in attesa. Secondo la leggenda sarebbe apparso il volto insanguinato di una ragazza in camicia da notte; allora perché continuavo a vedere la mia brutta faccia? Scrutai ogni angolo della superficie alla ricerca di un qualsiasi dettaglio che mi facesse capire che l'evocazione era andata a buon fine, ma ben presto la mia euforia si trasformò in delusione. Avevo atteso così tanto questo momento...

D'un tratto sentii risuonare dall'esterno un motivetto che mi spinse a correre alla finestra, oltre la quale individuai la silhouette di una donna scendere dal cielo aggrappata a qualcosa che nella penombra non riuscii a distinguere. Volteggiava a circa sette metri da terra quando perse la presa su quello che capii essere un ombrello e cadde nel vuoto lanciando un urletto imbarazzante che si interruppe con un tonfo, finendo faccia a terra. Fu difficile superare lo shock per la scena da film comico scadente a cui avevo appena assistito, e nel chiedermi se quella donna fosse morta mi scoprii a invidiarla per il suo eventuale ingresso nel mondo degli spiriti. Ma a quanto pare era ancora viva, perché si stava rialzando come se niente fosse. Cominciai a chiedermi se non si trattasse proprio di Maria la sanguinaria.

Forse quella del riflesso sullo specchio era un'informazione inesatta. Lasciai la stanza con rinnovata speranza e corsi al piano di sotto saltellando felice come una capretta sotto acidi pesanti, impaziente di farmi trucidare malamente. Quando uscii lei era già in piedi, a pochi passi dalla mia porta di casa. Accorciai le distanze osservando il suo viso sanguinante contornato da lunghi capelli crespi e gli occhi senza vita.

«Bloody Mary?» le chiesi, capace a stento di trattenere l'emozione.

Lei piegò la testa da un lato e stirò le labbra violacee in un sorriso sghembo. «Po...ppins...»

Eh? Osservai l'ombrello di un pallido rosa sgualcito che si portava appresso e l'outfit da tata lacerato. Non somigliava affatto allo spirito della leggenda, sembrava più... Schiusi le labbra e la fissai imbambolata quando capii il significato di quella parola.

E che cazzo, ho sbagliato Mary!

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