Il crocevia
Trevor si chiese se sarebbe riuscito a prendere sonno dopo ciò che aveva passato. Era la prima volta che andava nel bosco di notte, e riuscire a trovare il crocevia era stata un'impresa, ma ciò che aveva visto... Dio, non aveva mai corso così tanto in vita sua.
Quando riuscì finalmente ad addormentarsi, rivisse gli eventi della giornata.
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Il fruscio dell'erba accarezzata dalla brezza mattutina era un toccasana per Trevor. O almeno, di solito era così. Al momento era qualcos'altro a suscitare il suo interesse. «Ripetimi un po' quella storia.»
Brian si lasciò cadere sul manto erboso, simulando uno sbuffo. «Raggiungi un crocevia a mezzanotte, sotterraci l'immagine di un tizio su cui vuoi infierire e lo spirito di una strega lascerà davanti casa tua qualcosa che potrà aiutarti.»
Trevor abbozzò un sorriso: alla faccia del riassunto! Si portò le mani dietro la testa e chiuse gli occhi. «È solo una leggenda.»
«Tutt'altro! Ho sentito di un tale che ha usufruito dei servizi dello spirito. È stato avvisato che il male fatto gli sarebbe tornato indietro e così è stato: i lacci di una scarpa sono rimasti impigliati alle rotaie mentre attraversava un binario e un treno in corsa gli ha falciato la gamba di netto.»
Quella storia era da brividi. Ma, se l'amico si aspettava una reazione di stupore da parte sua, dovette rimanerci deluso, perché Trevor cominciò invece a ridacchiare. «Come ho già detto: sono solo sciocchezze.»
Brian si alzò col busto e lui riaprì gli occhi. «Ti sfido a provarci, allora.»
Trevor arricciò le labbra, che poi distese in un sorriso. «Ci sto.»
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Si ridestò al suono del campanello, il fiato corto. Era stato un errore assecondare Brian, e non era dovuto al malfunzionamento della torcia avvenuto dopo aver seppellito la foto dell'amico ‒ chi meglio di lui per testare la veridicità di quella storia? ‒, ma alla sagoma umana apparsa per una frazione di secondo tra gli arbusti davanti a lui.
Un secondo scampanello lo distolse da quei pensieri. Venne quasi accecato dalla luce del display appena sbloccò il cellulare per capire che ore fossero: erano a malapena le cinque del mattino.
Si alzò di malavoglia e andò ad aprire proprio mentre il campanello suonava per l'ennesima volta, ma scoprì che lì fuori non c'era nessuno. Un piccolo scrigno in legno adagiato sull'uscio attirò la sua attenzione. Si chinò a raccoglierlo solo dopo aver dato un ultimo sguardo all'esterno, per poi chiudersi la porta alle spalle. Lesse il biglietto che vi era poggiato sopra.
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Divertiti, ma non troppo.
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È sicuramente uno scherzo.
Eppure, fu con mano tremante che aprì lo scrigno. Al suo interno c'era un fantoccio di paglia striato di rosso con accanto un lungo spillo; sul fondo, era adagiato un cartoncino bianco con su scritto:
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Questo è per ricordarti che prima o poi tutto torna.
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Voltandolo, scoprì che si trattava di una foto ritraente una caviglia mozzata adagiata sui binari in una pozza di sangue.
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