"Never Meet"

Prompt: (consigliato da un'amica) Un racconto alter-verse, ambientato in un mondo in cui Yato e Hiyori non si sono mai incontrati.

Hiyori era sveglia nel bel mezzo della notte. Delle occhiaie le cerchiavano gli occhi, come fosse da giorni che il suo capo non toccava cuscino.
In poco tempo si era abituata a svegliarsi ad intervalli regolari, ai dolori alla schiena, alla nausea mattutina...per non parlare delle voglie e del pancione enorme che si ritrovava; le sembrava di essere una mongolfiera.
Eh già, all'età di 28 anni, aveva preso la decisione -assieme al marito- di concepire un figlio. Lei avrebbe voluto un maschietto, li trovava più vivaci e simpatici, mentre il padre voleva una bellissima principessa; ovviamente entrambi  aspiravano di più nell'avere un bimbo sano, o almeno vivo.
Hiyori, accarezzandosi la pancia ogni notte, pensava e sperava che il bambino potesse sentire le sue carezze e che il suo cuoricino potesse battere per cent'anni e passa.
Ogni tanto però arrivavano quei momenti in cui pensava di lasciare tutto, quei momenti in cui la manopola del gas non le sembrava così difficile da girare, oppure quei momenti in cui apprezzava tanto la brezza che entrava dalla finestra tanto da voler provare a volare.
Ma ogni santa volta sentiva una piccola voce dirle che andrà tutto bene, che il parto sarà doloroso ma emozionante.
Doveva ammetterlo. Lei stessa, in ogni giorno della sua vita, sentiva mancare qualcosa, anche se aveva tutto. Un marito, un figlio in grembo, l'affetto di una famiglia...cosa mancava? Oppure chi mancava?
Mentre si consolava con una -o più- barrette di cioccolata, sentì abbracciarsi le spalle da dietro. Piegando la testa, incontrò gli occhi che aveva sposato. Marroni come il cioccolato. Seppur fossero marroni, e lui li disprezzasse così tanto, lei riusciva ad adorarli perché erano gli stessi occhi che le avevano concesso affetto e amore per tutti quegli anni...Seppur continuasse a provare quel senso di vuoto dentro di sé.
«Il bambino ti tiene sveglia?» domandò lui.
Hiyori, tenendosi la testa, annuì.
«È tremendo. Continua a muoversi, non dorme mai» sospirò «Alcuni dicono che la voce del papà potrebbe calmarlo...» aggiunse, tentando di accaparrarsi qualche coccola in più.
Con passo felpato, il giovane uomo fece il giro del divano, per poi inginocchiarsi sul pavimento con aria solenne.
«Il signorino lì presente è pregato di dormire...se non vuole trovarsi una punizione prima di nascere» disse lui, con una scherzosità quasi trasparente, tanto da essersi meritato un bello scappellotto tra capo e collo.
«Sii serio, tesoro...»
Con il sorriso tra le labbra, il moro scosse la testa divertito, per poi appoggiare la mano sull'enorme pancione.
«Hey, è il tuo papà che parla...» sussurrò lui, come a voler tenere il discorso solo tra uomini.
Iniziò a fare un discorso molto lungo, sul calcio, sul football, sul fatto che il pargoletto si sarebbe trovato una bella moglie, un bel lavoro e magari che sarebbe diventato ricco.
Tutto ciò fece addormentare la povera Hiyori che oramai non ne poteva più tra cibo e vomito.
Il ragazzo, essendosene accorto, si mise una mano sugli occhi. Stava piangendo.
Non si era mai sentito più miserabile come in quel momento. Cosa poteva fare? Poco e nulla, mentre la sua amata era costretta ad un dolore insopportabile, ad una responsabilità enorme che teneva dentro di sé e che non poteva esternare prima di nove mesi. Mancavano poche settimane in fondo, sì, ma lui non riusciva a darsi pace. Sapeva che Hiyori aveva pensieri strani. Sapeva che Hiyori aveva tentato il suicidio più e più volte, ma non riusciva a spiegarsi il perché. Faceva di tutto per lei, eppure cosa poteva mancare? Forse era lui lo sbaglio, forse poteva migliorare qualcosa; ma cosa? Con questi pensieri in mente, iniziò a parlare.
«Piccolo mio, abbi la forza di andare avanti. Se non la avrai ci sara il tuo papà a proteggerti, finché avrà respiro. Finché potrà esserti accanto, il tuo papà ti starà accanto. Spero che tu possa trovare la vera felicità piccolo mio. Che non sta in nulla se non in te stesso...»
Con la mano ancora appoggiata sul ventre dell'amata, lasciò cadere le ultime lacrime, prima di appisolarsi.

***

Passarono ben tre settimane e il bambino nacque con un parto cesareo; con tutti i movimenti che aveva fatto si era attorcigliato al cordone ombelicale. Fortunatamente oggigiorno si vedono centinaia di casi del genere e l'intervento durò il tempo giusto.
Siccome quel piccolo tubicino che gli portava il nutrimento si era aggrovigliato, dovettero portarlo in un incubatrice, ma solo per ristabilire i suoi livelli nutritivi.
Hiyori, stesa sul letto d'ospedale, riuscí a sentirsi sempre più leggera. I due sposini non avevano ancora scelto un nome; erano convinti del fatto che appena l'avrebbero guardato negli occhi il nome sarebbe venuto da solo. I valori non si erano ancora stabilizzati e il dolore del cesareo aveva impedito ad Hiyori di alzarsi per andare a coccolare il proprio bimbo, fino a quel giorno. Oggi finalmente avrebbe potuto prendere in braccio il pargoletto per la prima poppata, guardarlo negli occhi per poi riuscire a chiamarlo per la prima volta con il nome che lo identificherà per tutta la vita.
Il marito, giunto accanto a lei, la aiutò ad alzarsi per dirigersi verso la vittoria. A passi lenti, arrivarono davanti ad una porta trasparente, coperta dall'interno con una tendina. Varcato l'ingresso, Hiyori andò subito diritta verso la culla in cui era posto il suo bambino, senza dubbi e senza altrettanta esitazione lo prese in braccio per concedergli l'affetto che meritava.
Mentre il bebè poppava il latte, nutrendosi, la nuova mamma si sentì meno vuota, almeno un poco. Perché quando ebbe visto quegli occhioni azzurri, il suo cuore urlo a pieni polmoni il destino dell'appena nato.
«Yaboku...» disse lei a fior di labbra, sorridendo come non mai.

Note dell'autore:
Si, lo so.
...
Sono crudele. Mi odio per tutte le cose angst che scrivo, ma le persone mi consigliano questo. Vi giuro che non è colpa mia.
Ora vi starete chiedendo. Ma Yato?
Beh, ho lasciato che ognuno possa immaginarsi il destino di Yato senza Hiyori, ma personalmente credo che senza Hiyori Yato non avrebbe mai incontrato Yukine e di conseguenza non sarebbe mai arrivato al successo. Quindi si...secondo me, Yato è finito per cessare di esistere.
....Vi prego, voi immaginate qualcosa di un po' più allegro. Fatelo per me.
Mi raccomando, se avete consigli allora consigliate!

Shina-chan

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