Lando Norris

Corro velocemente nel cortile dell'ospedale e poi faccio velocemente gli scalini fino ad arrivare all'ingresso. Ho i polmoni che bruciano e il fiato corto, perché sono venuta correndo dalla fermata del pullman a qua. Molte persone mi hanno preso per pazza e alcuni hanno perfino riso, ma me ne sbatto. Non hanno mai visto una persona correre e questo scatena così tanta ilarità? Fatti loro.

Raggiungo l'accettazione e mi sento sudare a causa della temperatura alta qua dentro, visto che io sono già sudata. Mi poso con le braccia sopra al bancone e cerco di riprendere fiato, mentre una donna di mezza età, con i capelli bianchi legati in una mezza coda, si avvicina a me.

Dall'espressione non sembrerebbe tra le persone più simpatiche di questa Terra, spero solo di sbagliarmi. "Sì? Desidera?" mi guarda mentre mastica il chewingum con aria annoiata, pare che abbia azzeccato la sua personalità ancora prima che parlasse, purtroppo.

"Sto cercando Lando Norris, è stato portato qua dal Gran Premio..." non so cosa sia stata la prima cosa che ho pensato quando ho saputo che ha avuto l'incidente, ma so che tutto il mio corpo si è bloccato, come pietrificato, e ci ho messo un bel po' di minuti prima di tornare in me. Ho pensato subito al peggio, ma poi la mia amica mi ha tranquillizzata dicendo che Lando aveva rassicurato tutti nel Team Radio dicendo di star bene.

"E secondo te vengo a darti un'informazione così importante? Non immagini quanti fan siano già venuti da quando è stato trasportato qua." fingo di non notare che abbia smesso di darmi del 'lei' solo per ciò che le ho chiesto, non volendo farla incattivire di più.

"Guardi che lo conosco, sono la sua ex fidanzata, non sono una tifosa. Ho solo bisogno di sapere come sta... se proprio non può farmi entrare." la prego quasi con la voce, mentre lei continua a fissarmi con aria estremamente annoiata. "Per favore..."

"Assolutamente no. Le regole sono regole e io non posso dirti niente e darti informazioni se non sei accompagnata da qualcuno che davvero dimostra che lo conosce." fa spallucce con finto dispiacere e poi indica la sala d'attesa alla mia destra "Puoi accomodarti lì, non lo so, ma qua non puoi avere nulla di ciò che vorresti."

Stringo i pugni, pronta a ribattere, infastidita dal suo modo di fare impertinente e maleducato, ma una voce maschile alle mie spalle mi interrompe, facendo il mio nome. Mi giro di scatto all'indietro e i miei occhi si posano su Oscar Piastri, l'altro pilota McLaren, sia ringraziato il cielo.

"Oscar, mio Dio." gli vado incontro e lancio un'occhiata fulminea alla donna dell'accettazione, come a farle capire che non stavo inventando niente, per tutta risposta lei alza gli occhi al cielo e si allontana dal bancone, così riporto la mia attenzione sul numero 81. "Sono corsa qua appena ho saputo di Lando." non avevo idea gli fosse successo qualcosa, perché io lavoro nei merch della McLaren e non viene trasmesso il GP, fino a quando una delle mie amiche è corsa a dirmelo.

"Sta bene, Lucia. L'ho appena visto. Gli hanno fatto vari esami per scrupolo, ma pare sia tutto okay. Vuoi salire a vederlo?"

Giocherello con le mie dita, leggermente nervosa, non sapendo se sia un bene o meno, visto che non parliamo da quando abbiamo rotto, ma poi annuisco accettando la proposta di Oscar. "Andiamo."

Lui mi prende sottobraccio e poi mi porta alle scale, dicendomi che dobbiamo salire solo una rampa perché è ricoverato al primo piano. "Credo che sarà felice di vederti... anche se non lo ammetterà mai, è molto giù da quando avete rotto... ti amava davvero."

Sussulto sentendo le sue parole e fisso le mie scarpe, come se fossero la cosa più interessante del mondo, non sapendo cosa dire. Abbiamo rotto un mese e mezzo fa circa. Gli impegni di lavoro ci stavano allontanando sempre più. Si potrebbe pensare che lavorare nello stesso ambito renda più semplice l'andamento della relazione, ma non è così. Il vederci poco, il parlare ancora meno, il non viverci quasi più ci ha fatto innalzare dei muri, muri che poi ci hanno portato a una litigata epica che ha decretato la fine della nostra storia.
Non ci siamo lasciati perché l'amore era svanito, ma solo perché abbiamo preferito perderci che provare a parlare delle nostre paure e riprenderci.

"Siamo arrivati. Quella è la sua stanza." La voce di Oscar mi riporta alla realtà e lo osservo mentre indica una porta con su il numero 121 scritto su una targhetta. "Vai da lui... io ti aspetto qua."

Lo ringrazio e gli regalo un abbraccio prima di avvicinarmi alla camera del mio ex. Prendo un bel respiro e poi busso alla porta già aperta, solo per annunciarmi. Lando gira immediatamente la testa verso l'entrata e sorride quando vede che sono io, facendo brillare i suoi occhi chiari che mi hanno conquistata ormai più di un anno fa.

"Ehi..." Lo saluto timidamente, mentre mi avvicino a lui "come stai? Sono venuta appena ho saputo." gli stringo la mano e poi mi accomodo nella sedia accanto al letto, su suo invito.

"Tranquilla, non preoccuparti. Sono felice che tu sia passata, ma comunque sto bene. Un po' infastidito per come è andata la gara, ma sono già pronto al prossimo Gran Premio." mi sorride e rivedo nel suo sguardo lo stesso dolce ragazzo che mi rassicurava dalle mie paure e mi faceva sentire bene.

"Sono felice che stia bene. Ho rivisto il video dell'incidente mentre ero sul pullman per venire qua, è stato un brutto impatto, e c'erano tutte quelle scintille, mi sono davvero spaventata." mollo la sua mano e mi porto la mia sul cuore, sentendo quanto è accelerato. Non so se sia così per tutta la situazione o perché lui è tanto vicino e mi sorride in quel modo. "Ma sai che mi rende davvero serena che tu sia pronto già a riniziare a correre."

"Naturale, sai che sono testardo e non mi arrendo così facilmente." mi schiaccia un occhiolino e io ridacchio, seguita da lui. "Non abbiamo più avuto modo di parlare dopo quella sera ma mi fa piacere che ora siamo qua. Potremo andare a mangiare un boccone appena mi dimettono. So che ci siamo lasciati in rapporti un po' tesi, ma vedere una faccia amica in questo momento mi rende contento e mi rassicura. Lucy, ho bisogno di un po' di normalità dopo questo incidente, e stare con te mi ha sempre fatto staccare da tutto, perciò non sarebbe male... ovviamente se non vuoi non preoccuparti, dimmelo senza farti problemi."

Sembra agitato mentre lo chiede, tutta la sua sicurezza solita in questo momento è sparita, e devo ammettere che è davvero dolce mentre cerca di chiedermelo senza farmi notare quanto sia teso, per questo deciso di mettere fine alle sue pene. "Va bene, accetto. Mi farebbe piacere mangiare un boccone e chiacchierare in pace, soprattutto dopo che mi hai fatto prendere un colpo. A proposito, è chiaro che offri tu per farti perdonare di avermi spaventata."

Scoppia in una fragorosa risata, sentendo le mie parole, e io mi rendo conto che mi mancava davvero da morire la sua risata, più di quanto volessi ammettere.

"D'accordo, sarai mia ospite." ci scambiamo un sorrido, stavolta dolce e privo di divertimento, e so che entrambi stiamo ripensando ai nostri vecchi tempi, so che entrambi sentiamo quella magia nell'aria che solo noi sappiamo far nascere, so che nonostante tutto entrambi abbiamo bisogno l'uno dell'altra.

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