sputo su foglio
Batto da giorni sul tasto "cancella". Scrivo dal computer, quindi fa un bel rumore. Sto ferma. Cioè, boh, sì, non lo so. Sono qua, vivo, esisto, non è già tanto di per sé?
"Dolce per sé; ma con dolor sottentra
Il pensier del presente, un van desio
Del passato..." G. Leopardi, Le Ricordanze.
Sì, lo so che sto scrivendo cose senza un senso, ma tanto fuori piove e questa casa è animata soltanto dalla tv accesa della vicina in sottofondo. Quella donna ha tutto alzato ad un volume insopportabile, ma è okay, non ci sente molto bene, la capisco. Cioè, no, non la capisco, però quando sarò vecchia preferirei non avere una ragazza in mezzo ai coglioni che si lamenta perché io non ci sento. Insomma, ognuno si dovrebbe fare i cazzi suoi a questo mondo, anche se alla fine, se questa mi infastidisce, nella questione ci sono anche io, mio malgrado. Ci sto pensando troppo, probabilmente, e sforare nella filosofia spicciola non è il mio intento attuale.
Forse questo è solo un modo come un altro per passare il tempo. Parlano tanto di arte, amore per la scrittura, odore d'inchiostro, ma ora proprio non me la sento di capirli. Cioè, ne ho sempre parlato anche io, eppure la pioggia rende tutto diverso.
Il mondo si capovolge. Immagino valga la stessa cosa per la scrittura. Ecco, sì, riprendendo il discorso di prima, adesso mi sento una persona totalmente a caso che ha bisogno di passare il tempo e quindi si mette a scrivere. Non so cosa io stia scrivendo in questo esatto momento, ma lo sto facendo, e ora non c'è esattamente niente di artistico in ciò. È uno sputo su foglio. Forse sarà questo il titolo che gli darò. Insomma, se esistono i dipinti su tela, perché non dovrebbero esistere gli sputi su foglio? Alla fine questa potrebbe essere solo una rappresentazione dell'arte vuota che faccio, vuota perché arte non è e chissà se esiste ancora qualcuno a questo mondo che mi sa dare la definizione di arte.
Magari sono io l'arte, adesso. Io che sono ricurva, con gli occhi stanchi per via della luce del computer, i capelli che penzolano o si fermano tra le pieghe di un maglione che non so da dove arrivi o che storia abbia. Poi sempre io con le gambe incrociate sulla sedia, le dita che battono veloci sulla tastiera e le unghie pitturate di viola e d'argento. Io che tiro un sospiro profondo, un sospiro che mi smuove ma non riesce a tirarmi fuori da questa bolla di quiete. Io che guardo fuori. E fuori piove. Le macchine passano e posso solo immaginarle e descrivervele qua.
Adesso è passata una porsche bianca, con le gomme pompatissime e adornata da qualche graffio qui e là. Vi direi il modello, ma non me ne intendo molto di macchine, nonostante io abbia provato a farmi entrare in testa qualcosa. La vita è imprevedibile, più cose sai e meglio ti trovi. Che ne sapete se magari un giorno verrà da voi un folle come quello della pubblicità di acutil fosforo che vi proporrà un quesito matematico completamente a caso, magari mettendo anche in palio dei soldi? Allora vorrei proprio sentire i vostri rimpianti per non aver ascoltato quel dannato professore, il cui unico desiderio è andare in pensione, per non avere più a che fare con te e con la tua classe del cazzo, che poi magari il lavoro gliel'ha scelto la mamma per levarselo dai piedi, perché fosse stato per lui avrebbe fatto il fumettista o il pizzaiolo. In ogni caso, al volante c'è un uomo. È tarchiatello, con la polo bianca e la pelata, un naso rosso a patata e forse qualche sogno nel cassetto. Uno di quelli che nasconde i sigari sotto il letto e ha settanta paia di scarpe tutte uguali, delle quali mostra le abnormemente minuscole differenze agli amici ogni volta che può. Crede di essere un tipo a posto, almeno nei momenti in cui si dimentica dei siti di incontri a cui è iscritto. Non lo dirà mai ai suoi amici. Si sente realizzato,ma forse era di più di così...
Ora passa una panda gialla. All'inizio ho creduto che ci potesse essere mia madre, in quella macchina, ma poi inizierei col dirvi troppe cose su di me e non credo di essere il tipo. È una stupidaggine, sì. Allora facciamo finta che ci sia un piccione al volante. Esatto, proprio un piccione. "Eh ma i piccioni mica sanno guidare" stupido bambino scemo, dovevi dirglielo prima che iniziasse a farlo, non credi? Ma ora come ora lui non lo sa, quindi va indisturbato per le strade e, se posso permettermi, a sentire da come urlano le gomme contro l'asfalto, mi pare anche che guidi benissimo.
In lontananza si sentono dei passi. Cazzo. Ed ecco che arrivano quegli adolescenti tutti rossi per non aver preso la patente, che si sentono in diritto di urlargli in faccia che i piccioni non sanno guidare. E lo fanno? Certo che lo fanno. Cosa credi, è ovvio che non appena vedono lo spunto per far male a qualcuno lo colgono. Sono bambini irati, supercazzole in carne ed ossa.
Tiè, il piccione li ha sentiti. Urla, urla, fracasso e ancora urla. Quel poveretto, accorgendosi di non saper guidare, ha fatto un incidente. Cosa credevano di fare, eh? Pensavano di avvilirlo? Di umiliarlo? Che cazzo credevano di fare, si può sapere? Che quello ora si è ricordato di essere un piccione e sta allegramente volando in giro, fregandosene altamente di aver distrutto qualcosa o di aver sparso un po' di sangue. Boh, vabbè, felici loro.
Prendetela come una metafora, magari così funziona meglio.
Penso anche di dover raccontare una storia in mezzo a questo casino di pensieri, così che lo sputo su foglio assuma un significato più profondo, ma davvero volete dirmi che il piccione non vi basta? Perché a me basta, quindi la storia su Anna, sempre se continuerà a chiamarsi così, ve la racconto la prossima volta.
Fino a quel momento faremo tutti finta di continuare ad essere persone normali, mentre nella nostra testa ci sarà passato un piccione a bordo di una panda gialla.
E se parlo di "noi", è perché nel momento stesso in cui avete continuato a leggere quest'obbrobrio, vi è passato un piccione per la testa. Quindi, se siete arrivati fino a qui, temo che adesso ci sia qualcosa che ci accomuna.
perché piove ed è bellissimo.
ho fatto addormentare un mio amico con la storia del piccione, dire che sono fiera è davvero troppo poco
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