soul

Mi viene da ridere ora che sono in cima a questo dirupo.
Come è cominciato tutto questo processo distruttivo?
Cosa è successo?
Ricordo a malapena.
Ricordo di aver seguito solo la mia testa.
Ricordo di aver pensato di poter curare le mie ferite da sola.
Ricordo di aver tentato di rassicurarmi.
Ricordo delle mie promesse vuote.
Cosa promettevo?
Di essere una fortezza?
Eppure in questo momento mi sento un rudere, solo ed abbandonato, incomprensibile.
I mattoni si sgretolano sotto il peso del destino.
I rampicanti mi circondano, e l'unico calore che riesco a percepire è quello delle magre foglie che si stringono a me, bisognose.
E sono bisognosa anche io, quindi che problema c'è?
Ricordo quel velo di pazzia che piano piano si attaccava sempre di più al mio corpo.
Graffiava e scalciava la mia anima nel mentre.
Con le sue unghie affilate dall'esperienza ha scavato un buco dentro di me ed è sapientemente scivolata via.
Silenziosa.
Abbandonandomi.
Ora questa pazzia aderisce alla mia pelle.
E l'unico carattere che sento è lei.
Ridacchio.
Tutto è la stessa cosa ormai davanti ad i miei occhi.
E quindi cosa è diverso?
Cosa è uguale a me?
Nulla, immagino.
Unica e imperfetta, questa follia mi suggerisce le parole.
Tintinna la campanella dei ricordi, ma ancora non ricordo nulla.
Sono qui per caso?
Le rocce sono appuntite sotto la pianta dei miei piedi, il mare è azzurro, turbato, cavalca e scavalca più volte ostacoli invisibili.
L'impatto mi riempirà di pace, questo è il filo principale del discorso.
Un piede non tocca più la terra, è appeso al vuoto.
Con l'altro mi do una spinta.
Una sola...singola...spinta...i muscoli...si contraggono...sono vicina...alla libertà...
Ed io volo.
Volo, l'aria mi frusta, le nuvole mi assistono.
È questione di poco, è questione di nulla.
La libertà mi trafigge, piccole scaglie di essa mi si conficcano nella pelle e scivolano via.
Giocano, si mischiano e ballano, tutto insieme.
Ad un certo punto lo vedo.
Un sospiro di anima si era arrampicato fino ai miei occhi.
C'era ancora speranza?
Lui ci aveva sperato.
Ma ormai era troppo tardi.

sono problematica avevo sbagliato a scrivere rocce mamma mia che cazzo di idiota

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