Valentine'S Day I ~ KageHina~
~ Kageyama x Hinata ~
Lo Speed-date
Parole: 7131.
*
Il 14 di Febbraio era sempre stato un giorno crudele, nonché esageratamente triste per i cuori di coloro desiderassero disperatamente l'amore.
Era davvero scoraggiante essere da soli, nel giorno in cui tutti cercavano di accoppiarsi con il prossimo.
Restare sospirante in attesa che un amore passionale ed intenso, travolga le nostre vite e le confonda a tal punto da non desiderare altro:
Hinata Shoyo, 22 anni, si sentiva esattamente così.
Desiderava l'amore con tutte le sue forze, eppure per quanto lo cercasse, non riusciva a trovare nessuno e la sua vita era triste e vuota.
Non aveva nessuno a cui rivolgere quelle attenzioni intime e particolari, non aveva nessuno che potesse considerare speciale.
Certo, aveva l'affetto della sua famiglia e dei suoi amici, ma non era la stessa cosa per lui.
Hinata Shoyo bramava un amore tanto forte da fargli scuotere le gambe, annebbiare la vista e seccare la gola.
Voleva farsi travolgere dall'amore e sentire quella tanto idealizzata sensazione delle farfalle nello stomaco.
Si voleva sentire leggero, spensierato, come se il mondo si colorasse di una tenue sfumatura rosa- o del colore degli occhi del suo vero amore, pensava Hinata Shoyo-.
E quando pensava all'amore, lui sospirando, non faceva altro che pensare a tutte quelle piccolezze che scaldavano il cuore.
Per Hinata Shoyo, l'amore poteva essere davvero dietro ogni angolo e lui doveva essere pronto a coglierlo.
Non importava come, per lui il necessario era che fosse intenso e sincero.
Era innamorato dell'amore, Hinata Shoyo, ed era innamorato della sua scrupolosa ricerca della sua anima gemella.
Per questo ogni 14 Febbraio si sentiva sempre deluso e sconfortato: poiché tutti i suoi sforzi nell'arco di un anno- dal 14 Febbraio dell'anno precedente- risultavano sempre piuttosto vani.
<<Dovresti smetterla, a questo punto, di cercare una persona con tutta questa... ossessione. L'amore dovrebbe essere qualcosa di naturale, più ne forzi il processo e meno ottieni il risultato che vuoi.>>
Gli disse la sua amica Yachi Hitoka, davanti la loro consueta cioccolata calda di ogni qual volta, ogni 13 Febbraio, si trovavano ad uscire assieme.
Era la loro tradizione: o meglio, Hinata Shoyo aveva bisogno di farsi tirare su di morale dalla sua amica e da una buona dose di feniletilamina* da cioccolato.
Con una guancia paffuta schiacciata sopra il palmo della sua mano, osservava la tazza bianca davanti a lui, mentre la panna lentamente andava mescolandosi con il liquido scuro e denso della cioccolata.
<<Io... io non sono ossessionato, Yachi...>> sbuffò, non molto convinto il rossiccio.
Forse lo era, un po' ossessionato dall'amore.
Ma cosa poteva farci, se finora era sempre stato da solo ad invidiare tutte quelle coppiette che si scambiavano effusioni, desiderando anche lui di ricevere quelle attenzioni?
Era diventato il suo scopo nella vita, trovare una persona che lo facesse sentire speciale ed amato, e non riusciva proprio ad accettare che l'anima gemella esistesse per tutti fuorché per lui.
Non era possibile, doveva per forza esserci la fuori una persona destinata a lui e che, magari, lo stesse proprio aspettando.
Se avesse smesso di cercare e quella persona, scoraggiata anch'essa, sarebbe rimasta da sola?
Non poteva di certo permettere che, chiunque fosse stato in sua attesa, perdesse le speranze.
Avrebbe lottato, Hinata Shoyo, per rendere piacevole la vita di qualcun altro, sperando che qualcuno rendesse meravigliosa e piacevole anche la sua.
<<Shoyo... tu sei ossessionato. Non fai altro che ascoltare canzoni depresse sull'amore, vedere film disgustosamente sdolcinati, e guardare in modo inquietante le coppiette per strada...>> disse la biondina, portandosi la tazza alla bocca.
Hinata Shoyo mise il broncio.
A lui piacevano quelle canzoni, erano il giusto sottofondo musicale ai suoi stati d'animo.
E se guardava film romantici era perché almeno nella finzione, trovava il sollievo di una travolgente storia d'amore.
E.... forse era meglio sorvolare sul fatto che quando vedeva una coppia particolarmente carina per strada, si metteva a fissarli con insistenza.
Ma non aveva di certo cattive intenzioni, lui ammirava la fortuna che avessero avuto nel trovare una persona che li facesse sentire speciali l'uno per l'altra.
<<Avanti Shoyo, la vita va avanti anche senza l'amore! Non puoi essere depresso in questo modo ogni 13 F-...>>
Hinata Shoyo alzò un dito per zittirla:
<<No Yachi. L'amore è quella cosa che ti spinge a migliorarti, quella cosa che ti fa accettare i compromessi e che fa ti piacere delle cose che non pensavi ti piacessero. È quella cosa che ti fa versare lacrime amare ma, anche fare dolci sorrisi. Ti stravolge la vita e ti fa sentire tutto SWAAAM e poi BAAAAM, capisci?! Vorrei solo sentirmi speciale per qualcuno... vorrei qualcuno che mi amasse per come sono... per una volta...>>
Rispose il rosso, puntando i suoi immensi occhi nocciola, carichi di emozioni, nelle iridi chiare della sua amica.
<<Ma tu sei speciale per me, Mandarino!>> cinguettò lei, posando una mano sulla.
Hinata Shoyo fece un sorriso triste.
Voleva molto bene alla sua migliore amica, erano praticamente cresciuti assieme, ma quello che stava cercando lui andava oltre al semplice rapporto di amicizia.
<<Avanti... fammi un sorriso e non pensare più a quella storia... ormai è davvero acqua passata.>>
Hinata Shoyo sospirò, prese un sorso di cioccolata e provò a cambiare argomento.
Il cuore di Hinata Shoyo non era solo triste poiché questo sarebbe stato l'ennesimo San Valentino senza una dolce metà; bensì era spezzato, quel suo cuoricino, da moltissimi anni.
Era una storia banale, una di quelle che capitano spesso a parecchie persone, in qualsiasi luogo del mondo.
Aveva solo 15 anni Hinata Shoyo, quando al suo primo anno di liceo, si era preso un'immensa cotta per un suo compagno di classe, un tale Ogawa Nori.
Ogawa Nori era alto, muscoloso, dai capelli chiari e dagli occhi smeraldo, il vero playboy che piaceva a tutte le ragazze della scuola, suscitando le invidie dei Senpai del secondo e terzo anno.
Era così affascinante Ogawa Nori, che il giorno in cui Hinata si accorse di essere innamorato di lui, non fu più di tanto una sorpresa.
Sapeva di non avere alcuna speranza, non se confrontato alle ragazze prosperose e lascive di cui era solito circondarsi Ogawa, eppure dentro di se continuava a nutrire quel feroce batticuore ogni qualvolta i loro sguardi si incontrassero.
Poi successe, che qualcuna se ne accorse, e spinta dalla cattiveria più misera e viscida, lasciò nell'armadietto di Hinata un bigliettino, firmato proprio Ogawa Nori.
Superato lo shock ed il senso di svenimento iniziali, Hinata Shoyo si precipitò nel posto del loro appuntamento, dietro le palestre maschili, con il cuore in gola cercando di far ordine nei suoi pensieri per dirgli quanto sinceramente lui lo amasse.
Era straordinario che uno come Ogawa Nori, avesse chiesto un appuntamento alla fine delle lezioni, ad uno come Hinata Shoyo.
Così quando lo vide, appoggiato ad un muretto, con la giacca della divisa scolastica su una spalla, Hinata Shoyo, pensò di poter morire dalla contentezza: era davvero lui ed era lì per incontrarlo.
Esitante si avvicinò e lo salutò, cercando di sembrare il più disinvolto possibile.
<<Ah Hinata-kun, sei venuto... dimmi pure.>> disse lui, guardandosi l'orologio che aveva al polso.
Che già sapesse dei suoi sentimenti?
Che volesse sentire una vera e propria dichiarazione d'amore da parte sua?
Hinata Shoyo non si fece più domande del necessario, ed in preda alla gioia, si fece coraggio e gli aprì le porte del suo cuore:
<<Ehm... vedi Ogawa-kun... quando ho ricevuto il tuo biglietto io non potevo crederci! Non pensavo di avere alcuna speranza... però sappi che mi ha reso molto felice! So che non interagiamo molto in classe... ma io... io ti amo Ogawa-kun! Dal più profondo del mio cuore e...>>
Hinata Shoyo aveva raccolto tutto il suo coraggio e la sua forza d'animo per dire quelle parole proprio davanti a quelle iridi di smeraldo, ma l'espressione che si dipinse sul volto di Ogawa Nori, tormenta ancora gli incubi del ragazzo rossiccio.
<<Credo che tu abbia frainteso. Non ti ho mandato nessun biglietto... e non lo farei mai! Sono venuto solo perché mi è stato detto che avevi un messaggio da parte del professor Yamazaki per me...>>
Il cuore di Hinata si congelò a quelle parole, così come tutti i muscoli del suo corpo.
<<E poi... a me piacciono le donne... non gli uomini. Ma anche mi piacessero gli uomini... non starei mai con uno come te... che schifo cazzo...>> concluse Ogawa Nori, sputando a terra.
In quel momento, siccome Hinata non fosse già sull'orlo di una crisi isterica di pianto, le porte della palestra si aprirono rivelando i volti divertiti di alcuni suoi compagni di classe, assieme ad altri ragazzi del gruppo di amici di Ogawa Nori.
Lo deridevano e lo schernivano, per il semplice fatto di aver confessato i suoi sentimenti alla persona sbagliata.
Una storia come un'altra, quasi all'ordine del giorno nei licei giapponesi così come in quelli di tutto il mondo; eppure Hinata Shoyo, rimase così tremendamente ferito e deluso che cambiò scuola e decise che avrebbe fatto di tutto per trovare una persona che lo avrebbe amato incondizionatamente, sanando così il suo cuore sanguinante.
Voleva continuare a credere nell'amore per guarire, voleva qualcuno che gli colmasse quel vuoto e che, piuttosto che farlo vergognare di se stesso, lo avesse fatto sentire unico e speciale.
Voleva amare, Hinata Shoyo, ma voleva tantissimo anche essere amato di ricambio.
Yachi sospirò, immaginando i pensieri che stavano attraversando la mente del suo amico, così alla fine prese a parlare nuovamente dell'argomento.
<<Che ne dici se... sai... una mia amica mi ha detto che a Shinjuku domani, in un locale, si terrà uno speed date al buio...>> disse lei cauta.
Ma già gli occhi del rossiccio si illuminarono.
<<Insomma, sarà misto, potremmo andarci insieme se ti va...>>
Hinata Shoyo si sporse per prendere le mani di Yachi tra le sue.
<<Lo faresti davvero?!? Lo faresti per me?!>> i suoi occhi erano già ricolmi di una così prepotente emozione di eccitazione, che fu impossibile per Yachi rimangiarsi la parola data.
<<Ma si... mi farà bene conoscere un po' di gente.>>
Il ragazzo non potè fare a meno di farsi sfuggire un urlo dalle labbra, ma poi si fece serio per un momento.
<< E al tuo ragazzo starà bene questa cosa?>>
Yachi alzò per un momento gli occhi al cielo.
<<"Ragazzo"... neanche so se stiamo insieme più... ma sai che sta facendo la leva militare, non avrei potuto vederlo in ogni caso domani. E poi sto semplicemente accompagnando te, non mi metterò a flirtare con nessuno.>>
La biondina incrociò le braccia sul petto.
<<Non hai intenzione di dirglielo, non è vero?>> disse Hinata Shoyo, sollevando un sopracciglio con fare ammiccante.
<<Ovvio che no, così impara a voler fare il militare anche a San Valentino, quello scemo.>>
Entrambi risero ed Hinata Shoyo sentì improvvisamente il peso sul suo cuore alleggerirsi.
Sarebbe stata la sua occasione speciale, quella di domani, e ne era estremamente convinto.
*
<<Siete in lista?>> chiese l'uomo all'ingresso di quel locale, su una delle strade più trafficate del quartiere di Shinjuku.
<< Si, ho effettuato una prenotazione a nome di Yachi Hitoka, per due.>> disse la ragazza.
L'uomo passò l'indice sulla sua cartelletta dopodiché segnò qualcosa e gli fece cenno di accomodarsi all'interno.
La sala interna era stata sistemata con mille tavolini bassi, altri a divanetto, per tutta la superficie.
Le parenti moderne e chiare, piene di quadri e decori, facevano contrasto con la pavimentazione in legno scuro che scricchiolava sotto le suole delle scarpe dei ragazzi appena entrati.
Davanti a loro si trovava un enorme bancone da bar, con dietro una vetrina di alcolici di ogni tipo.
I divanetti erano in tessuto rosso, dall'aria molto morbida, e le luci erano abbastanza soffuse per indurre ad un'atmosfera più intima; ma a rendere l'ambiente ancora più accogliente era quel drink di benvenuto che un cameriere stava porgendo ai due ragazzi.
<<Yachi sei uno schianto!>> disse Hinata Shoyo, mentre la ragazza lasciava il suo capotto marrone nel guardaroba, rivelando il suo outfit per la serata.
I capelli biondi erano sciolti sulle spalle, lasciate poco scoperte da un abito rosso scuro, abbastanza aderente, con scollo a barca leggermente accennato.
Portava della calze scure e delle scarpe nere con un po' di tacco.
Una collanina dorata impreziosiva il suo collo candido, abbinata a degli orecchi leggermente pendenti.
Aveva gli occhi truccati ed un rossetto rosato che rendevano il suo viso ancora più angelico di quel che non fosse.
Lei sorrise, arrossendo leggermente ai complimenti del suo amico.
Si era proprio messa in tiro Yachi Hitoka, così tanto che Hinata pensò che forse non era lì solo per accompagnarlo, ma anche per fare qualche conquista lei stessa.
Anche lui aveva provato a rendersi il più attraente possibile, essendo che aveva passato la notte in bianco per l'emozione di questa serata.
Mentre appendeva il suo cappotto grigio, nello stesso guardaroba numerato di Yachi, lasciava che anche lei ammirasse un po' il suo tentativo di risultare interessante.
Indossava una camicia azzurrina, che faceva risaltare ancora di più l'arancio acceso dei suoi capelli indomabili, sotto ad un maglioncino di filo beige, con le maniche arrotolate- perché non voleva troppo dare l'impressione di essere un damerino-.
I jeans marroni fasciavano perfettamente le sue curve, facendolo sembrare molto più slanciato del suo metro e 72 cm di altezza.
Yachi gli diede una sonora pacca sul didietro, per tutta risposta, apprezzando così quel che Hinata Shoyo le stesse mostrando.
Sorrisero e lui le porse il braccio, andando a prendere posto per compilare il questionario necessario all'inizio degli accoppiamenti, e per farsi assegnare un numerino.
Presero posto, lanciando già un primo sguardo a tutte quelle persone che erano stipate in quel locale.
Posarono anche i loro drink sul tavolo, ed iniziarono a compilare i campi richiesti:
-Nome, Cognome, Età, Occupazione, Hobby, Preferenze Sessuali, Cosa si cerca da questo incontro, Numero di Telefono.
<<Preferenze sessuali: voglio un uomo bellissimo ed alto e possibilmente divertente.>> disse Yachi, iniziando a compilare il suo foglio.
<<Quindi fai sul serio?!>> la stuzzicò Hinata.
<<Bhe una volta che ci sono, se devo parlare con un ragazzo per soli 15 minuti, voglio almeno che sia bellissimo.>>
Hinata Shoyo sorrise, prendendo spunto da quanto detto dalla sua amica.
<<Hahahah! "Almeno". Bene, allora scriverò anche io che cerco un uomo bellissimo e alto e possibilmente divertente.>>
<<Guai a te se fai diventare gay qualcuno che piace anche a me allora!>> Yachi gli fece una linguaccia, continuando a rendere leggera l'atmosfera tra di loro.
Era molto teso Hinata Shoyo, anche se non lo dava a vedere: nonostante la sua spasmodica ricerca dell'amore, questa era la prima volta in cui partecipava ad uno blind speed date.
Non sapeva cosa aspettarsi, non sapeva cosa sarebbe stato meglio dire e che cosa avrebbe dovuto chiedere, alla persona che si sarebbe seduta davanti a lui.
E se fosse stato troppo rigido?
E se non fosse piaciuto, e lo avrebbero rifiutato tutti?
E se fosse stato troppo indiscreto con le domande?
Questi e mille altri dubbi stavano mettendo in subbuglio l'animo del rossiccio, il quale evitava di guardarsi intorno più del dovuto, per paura di sentirsi giudicato dallo sguardo di uno qualsiasi di quegli sconosciuti.
<<Oddio! Shoyo ODDIO! VOLTATI SUBITO...NO cioè non voltarti subito...>>
Yachi lo fece sobbalzare, mentre osservava qualcuno alle spalle di Hinata.
<<Devo voltarmi... o no?>> disse lui incerto.
<<Voltati ma piano. Mi sento male, ho visto un figo esagerato... presto!>> disse la ragazza con uno sguardo sognate.
Nel mentre che Hinata Shoyo, voltava il collo con discrezione, arrivò uno degli organizzatori per ritirare i loro questionari e consegnare loro un numerino.
Hinata Shoyo fu costretto a tornare con l'attenzione sul tavolo, non potendo osservare la persona che aveva destato l'attenzione della sua amica bionda.
<<Questi sono i vostri numeri, teneteli appesi sul petto e non toglieteveli mai. Prendete questo foglio, dove dovrete appuntare il numero della persona che si siederà davanti a voi e dovrete esprimere una preferenza da 1 a 10, sulla qualità del vostro appuntamento. Ogni appuntamento dura 15 minuti massimo, dopodiché sentirete un segnale che vi farà cambiare partner, ma qualora vogliate interrompere prima potete suonare la campanella posta sul tavolo. Avete domande?>>
Gli occhi di quell'uomo erano stanchi, e la sua voce una cantilena quasi soporifera, doveva essere terribilmente insoddisfatto di se stesso per essere in quel momento, in quel posto.
Pur di non trattenerlo ulteriormente al loro tavolo, Hinata Shoyo e Yachi Hitoka dissero di aver capito tutto, del funzionamento di quell'evento.
<<Mamma mia! ma che faccia scura aveva?!>> commentò Hinata, una volta che lui si fu allontanato.
<<Shoyo ma chi se ne frega! Io non vedo più quel figo di prima! Indossava una felpa... Cavolo non lo trovo più!>> esclamò Yachi, riprendendo a guardarsi intorno.
Lui sorrise, deglutendo l'agitazione che gli stava risalendo dalla pancia.
Non riusciva a gestire molto la pressione, Hinata Shoyo, così ogni qual volta si sentiva irrequieto si faceva prendere da tremendi mal di pancia.
L'organizzatore che li aveva accolti all'ingresso suggerì che mancavano circa 5 minuti all'inizio del primo round di appuntamenti, così invitava tutti i partecipanti a trovarsi un posto a sedere.
<<Vado a trovarmi un altro posto, buona fortuna Shoyo!>> Yachi lo salutò così, facendogli un occhiolino ed alzandosi subito dopo.
Non appena rimase da solo, seduto su quel divanetto con la sedia davanti a lui vuota, Hinata Shoyo provò l'impulso di volersi alzare ed andare via.
Si sentì improvvisamente fuori luogo, e tutta la sicurezza che aveva fino a poco fa gli venne a mancare.
Era stata una pessima idea e lui era stato uno stupido nel credere che veramente, un uomo interessante, intelligente, bello e soprattutto single, sarebbe apparso davanti a lui nel giorno di San Valentino, in un locale di Shinjuku.
Quanto doveva essere patetico, nello sperare che il destino agisse, finalmente, nel fargli trovare la persona giusta proprio in questa serata?
I ragazzi migliori erano già occupati, il giorno di San Valentino, e qualora ce ne fosse stato uno single, non si sarebbe di certo interessato ad un Mandarino Umano come lui.
<<Ciao!>> disse una voce allegra, richiamando la sua attenzione.
Hinata Shoyo alzò lo sguardo con il cuore in gola.
Si era appena seduto un ragazzo dai capelli scuri, portati leggermente lunghi, con i buchi alle orecchie.
Aveva gli occhi vispi, nonostante tutto il suo viso trasudasse stanchezza.
Non era particolarmente agghindato per l'occasione, infatti portava una felpa rossa e dei normalissimi jeans.
Nonostante non rientrasse nei gusti di Hinata Shoyo, quest'ultimo gli rivolse comunque il sorriso migliore che potesse tirare fuori, cercando di sciogliersi un po'.
<<Ciao! sono il numero 10... Hinata Shoyo!>> si presentò il rosso.
<< Numero 98, Yoshida Soichiro.>> disse lui.
Appuntarono l'uno il numerino dell'altro ed iniziarono una conversazione molto impostata, ed abbastanza meccanica.
Quanti anni hai?
Yoshida Soichiro ne aveva 24.
Di cosa ti occupi?
Yoshida Soichiro era un aspirante chef.
Quali sono i tuoi hobby?
Yoshida Soichiro amava suonare la chitarra, nel suo tempo libero ed andare ai concerti.
"Bhe, sembra interessante."
Pensò Hinata Shoyo, anche se dentro di se non si sentiva per nulla attratto da quel ragazzo, nonostante fosse determinato a dargli un'opportunità.
<<Sei attivo o passivo?>> chiese ad un certo punto il corvino.
Hinata arrossì, e poi prese a grattarsi la nuca con nervosismo.
Non aveva mai parlato della sua preferenza, anzi non ci aveva mai neppure pensato essendo che a 22 anni, lui era ancora del tutto vergine.
<<Ecco io... non saprei....>> disse esitante.
Yoshida Soichiro alzò gli occhi al cielo.
<<Sei vergine?! Sul serio?!>>
<<Sssshh! Non c'è bisogno di urlare!>> provò a giustificarsi Hinata Shoyo, sentendosi così in imbarazzo dal desiderare che i loro 15 minuti scadessero il prima possibile.
<<Dio, non credevo che esistessero ancora dei verginelli che si preservassero per il matrimonio... che sei venuto a fare qui, se non per una scopata?!>> gli chiese.
Hinata Shoyo abbassò lo sguardo, sentendosi un groppo stringersi alla sua gola.
<<Ehm... io... in realtà cerco...>>
Il segnale della fine dell'appuntamento risuonò sul chiacchiericcio della sala.
Yoshida Soichiro si alzò immediatamente, senza neanche salutare Hinata Shoyo, e soprattutto, senza neanche sentire la sua risposta.
"In realtà io cerco l'amore..."
Si sentì nuovamente stupido e come un pesce fuor d'acqua.
Nessuno trovava interessante un ragazzo vergine che sognava l'amore della sua vita.
Quei ragazzi lì dentro, soli proprio come lo era lui nel giorno di San Valentino, stavano cercando semplicemente di concludere la serata con della ginnastica da letto senza impegno.
Nessuno era lì per innamorarsi.
Nessuno, tranne Hinata Shoyo.
<<Salve.>> una voce profonda, di un uomo in giacca e cravatta gli fece alzare lo sguardo.
Occhialuto, capelli cortissimi, abito da ufficio, mascella marcata: quel numero 75 appena sedutosi davanti ad Hinata Shoyo, aveva tutta l'aria di essere troppo più grande di lui.
Si presentarono e Hinata ci mise pochissimo a capire che i 32 anni che dichiarava di avere, forse erano molti di più.
Era particolarmente insistente quello uomo, nel voler sapere che cosa facesse Hinata Shoyo una volta entrato nella doccia senza vestiti.
Nonostante avesse voluto schiacciare la campanella per mandarlo via il prima possibile, Hinata Shoyo, resistette per tutti e 15 i minuti a loro disposizione.
Forse la sua idea di dare una possibilità proprio a tutti, gli si stava ritorcendo contro.
Dopo quell'uomo, davanti ad Hinata si sedettero, nell'ordine:
Un ragazzo biondino, numero 54, con il fetish per i ragazzi dai capelli color carota e che gli allungava le mani sotto al tavolo, sulle cosce.
Il numero 19, un hairdresser che cercava qualcuno da dominare quella sera.
Il numero 103, uno studente universitario dai capelli ricci e marroni, che portava gli occhiali, ma che era decisamente e visibilmente non interessato ad Hinata Shoyo.
Ed infine i numeri 38 e 90 entrambi alla ricerca esclusiva di qualcuno con cui spassarsela una volta finita questa serata.
In realtà tutti gli i ragazzi che erano passati davanti ad Hinata Shoyo, cercavano la stessa cosa: qualcuno con cui fare sesso.
Non gli importava molto di fare conversazione o di conoscere l'altra persona, loro miravano solo ed esclusivamente a concludere quell'esperienza con del sesso che li facesse sentire un po' meno soli, il giorno di San Valentino.
Forse anche Hinata Shoyo, avrebbe dovuto farsi coraggio e consumare la sua prima volta quella notte, con uno sconosciuto qualsiasi di quello speed blind date, così da togliersi dalla testa l'idea di trovare l'amore della sua vita, in una situazione come quella.
Hinata restava a testa bassa, mentre rifletteva sul da farsi, lasciando che una nuova ondata di tristezza e delusione lo avvolgesse lentamente.
L'ennesimo triste San Valentino da solo, l'ennesimo anno in cui nessuno era entrato nella sua vita per sconvolgergliela.
Nessuno che gli prestasse più attenzione del dovuto e nessuno che si mostrasse sinceramente interessato a lui.
Era davvero così difficile trovare qualcuno che lo amasse?
Era davvero impossibile, trovare qualcuno che apprezzasse i pregi ed i difetti di lui e che lo facesse sentire speciale per il suo modo di essere?
Esisteva davvero qualcuno in grado di amarlo, così com'era?
Era un ragazzo solare, sempre allegro e che rideva di cuore, Hinata Shoyo.
Amava le cose più comuni, come: passeggiare lungo le strade innevate, per osservare le luci delle vetrine, nel periodo natalizio.
Il rumore rilassante delle onde, e la sensazione della sabbia umida del bagnasciuga tra le dita dei piedi.
La brezza d'inizio primavera che trasportava con se l'odore dei ciliegi in fiore.
Il gusto dolce ed avvolgente, di una tortina golosa, consumata in buona compagnia.
Il suono che facevano le pagine del giornale, quando venivano sfogliate alla mattina e l'odore del caffè, che impregnava il suo piccolo appartamento.
Erano cose semplici, e forse proprio per questo, lo rendevano più unico di quel che lui pensasse di essere.
<<Sono il numero 9, sbrigati a segnarlo.>>
Una voce roca e seccata interruppe le fila dei suoi pensieri.
Non alzò lo sguardo sull'ennesimo numero che gli si era appena seduto davanti, era troppo avvilito e aveva perso l'entusiasmo anche nel fare conversazione.
<<Numero 10... Hinata Shoyo.>> disse automaticamente, come aveva già ripetuto diverse volte durante quella serata.
Le mani del ragazzo davanti a lui erano grandi, leggermente arrossate per il freddo, ma curate maniacalmente.
Notò che era mancino mentre compilava la sua scheda.
Hinata Shoyo indugiò sulle maniche leggermente tirate della sua felpa grigiastra, che rivelavano un polso sottile.
Le braccia di quel ragazzo erano decisamente definite, muscolose e ben proporzionate.
" Sono tremendamente curioso di vedere che aspetto ha...>> pensò Hinata Shoyo, mentre piano sollevava il suo sguardo.
<<Non mi hai detto come ti c-...>>
La voce del rossiccio gli morì in gola, non appena le sue iridi nocciola si posarono in quelle bluette del ragazzo seduto davanti a lui.
Sentì la sua mascella restare aperta, nel mentre che lo metteva a fuoco.
Era decisamente alto, nonostante fosse seduto in quel momento, spalle larghe, folti capelli corvini e corti che gli ricadevano sul viso corrucciato leggermente.
Anche quel tipo aveva sgranato gli occhi, non appena la luce dei loro sguardi si era fusa indissolubilmente, in una frazione di secondo.
Hinata Shoyo avvertì una forte stretta allo stomaco, così intensa che pensò di essere sul punto di vomitare, per come si sentì improvvisamente messo in subbuglio.
Il suo viso divenne paonazzo ed il cuore prese a martellargli il petto, come se volesse uscirgli fuori dal corpo ed andare a fondersi con quello dello sconosciuto dagli occhi mirtillo, davanti a lui.
Un tremolio gli fece accapponare la pelle, facendogli sentire un freddo glaciale, seguito da un caldo asfissiante; e le gambe, sotto al tavolo sembravano essersi trasformate in gelatina.
Uno sguardo era bastato, semplicemente uno, che Hinata Shoyo capì di essersi perdutamente innamorato di quel numero 9 di cui neanche conosceva il nome.
Alcuni lo chiamavano Colpo di Fulmine, altri Amore a Prima Vista, ma Hinata Shoyo lo avrebbe ricordato per sempre come:
<<Ka-Kageyama Tobio.>> disse, dopo qualche minuto di silenzio, in cui entrambi i ragazzi lasciarono parlare i loro occhi.
Senza filtri, senza vergogne, i loro sguardi si erano già uniti, attratti come da una forza invisibile, l'uno con l'altro, andando ad incastrarsi perfettamente come due pezzi di un puzzle.
Si erano attesi per molto tempo, quegli occhi, ed adesso che erano gli uni davanti agli altri, urlavano ciò che le loro voci tacevano.
Hinata Shoyo si sentiva così confuso, che la sua solita parlantina, era venuta meno. Non riusciva neanche a pensare, si sentiva semplicemente sciogliersi sotto quello sguardo.
<<Quanti... quanti...anni hai?>> chiese lui, distogliendo forzatamente lo sguardo dal rossiccio.
Hinata Shoyo, come se si fosse appena risvegliato da un sogno, trasalì.
<<V-Ventidue... e tu?>>
<<Anche io.>>
Hinata annuì, sperando di attenuare in qualche modo il rossore sul suo viso.
<<Come mai, sei qui, il giorno di San Valentino?!>> chiese, con una buona dose di coraggio Hinata Shoyo, stringendo senza accorgersene la matita.
Il corvino parve strozzarsi con la sua stessa saliva.
Nonostante sembrasse estremamente seccato, era altrettanto impacciato.
Hinata Shoyo non potè fare a meno di trovarlo adorabile, in questo suo modo d'essere.
<<Ah! Idiota! Ma cosa credi!! Io ho solo accompagnato mia sorella qui! Io non c'entro nulla!!!>> si affrettò a dire.
Idiota?
Davvero questo sconosciuto lo aveva appena chiamato idiota, conoscendolo da neanche qualche minuto?
Si sentì pervadere da un senso di fastidio e divertimento al contempo.
<< E come mai non la stai aspettando seduto al bar, che sei qui seduto davanti a me?!>> lo provocò il rosso.
Kageyama Tobio divenne paonazzo, per qualche secondo dopodiché si schiarì la voce per cercare di sembrare quanto più convincente potesse.
<<Perché... perché mi ha costretto lei!! Ma poi, fatti un po' gli affari tuoi!>>
Hinata sorrise, lasciando che quell'espressione gli illuminasse il volto.
Kageyama Tobio non potè fare a meno di sentirsi terribilmente attratto da quel sorriso.
<<Comunque... che hai da ridere?>> borbottò Kageyama.
<<Niente... tu sei un tipo molto divertente Kageyama-kun.>> rispose.
Kageyama abbassò lo sguardo e disse qualcosa che il rosso non riuscì a cogliere.
<<Come dici?>> chiese per conferma.
<<Che puoi chiamarmi anche solo Kageyama... o Tobio... come preferisci...>> disse lui, guardando un punto imprecisato sulla sua destra.
Hinata si sentì svenire, ma dovette fare appello a tutte le sue forze interiori per cercare di rimanere cosciente a quel tavolo.
" VUOLE CHE LO CHIAMI SOLO PER NOME?! DI GIÀ?!? SONO CAMPANE QUELLE CHE SENTO?!"
Si schiarì la voce.
<<Bene... Tobio, puoi chiamarmi Shoyo allora tu.>>
Lui annuì, riportando nuovamente le sue iridi chiare su di lui.
<<Basso come sei, non avrei mai immaginato che avessi la mia stessa età.>> disse Kageyama.
Il viso di Hinata Shoyo prese nuovamente fuoco.
Se c'era qualcosa sulla quale proprio non riusciva a transigere, era la sua altezza.
Aveva una statura normale, e a lui andava decisamente bene così, però soffriva ugualmente chiunque glielo facesse notare.
Il suo sogno, quando era più piccolo, era quello di diventare un pallavolista di successo, ma con il tempo - ed anche a seguito delle delusioni che aveva collezionato nella sua vita- abbandonò quell'idea per dedicarsi al mondo della grafica pubblicitaria.
Da appena 2 anni, aveva trovato lavoro presso una abbastanza nota, rivista di moda, per la quale lui curava l'aspetto delle copertine e dell'impaginazione, assieme al suo team.
Era un lavoro divertente che gli aveva anche permesso di conoscere diversi modelli e modelle, tra cui anche l'acclamatissima Alisa Haiba.
<<Chiedo scusa, che cosa avresti contro la mia altezza?!>>ribatté stizzito.
Questa volta toccò a Kageyama Tobio ridacchiare, per come disperatamente Hinata Shoyo, stesse arruffando il suo pelo nel vano tentativo di sembrare minaccioso.
<<Mha niente, alla fine sono più facili da gestire quelli bassi.>> disse lui.
Hinata Shoyo, normalmente, avrebbe tirato fuori gli artigli, ma quella frase così ambigua lo destabilizzò.
Stava forse iniziando a flirtare con lui, Kageyama Tobio?
Tirò fuori uno sguardo abbastanza convincente, nel mentre gli disse:
<<Questo è quello che credono i giganti spocchiosi come te... che poi... quanto potresti mai essere alto? Si da il caso che il sottoscritto sia 172 cm!!>>
Kageyama sorrise appena.
<<188 cm... >> gongolò il corvino.
Hinata Shoyo si sentì trafiggere ancora più a fondo dalla freccia che il Cupido di quella sera aveva scagliato nel suo cuore.
Era esageratamente troppo alto per lui, ed odiava già tantissimo il fatto che glielo facesse notare.
Il rosso deglutì, cercando un qualcosa di sagace da poter dire, ma non fece in tempo poiché Kageyama prese nuovamente la parola.
<<Sono un pallavolista. Gioco nella Nazionale Giapponese, e sono rientrato tra circa 6 mesi dalla Germania.>>
Dentro Hinata Shoyo in quel momento ci fu un crack.
Poteva trattarsi del suo cuore, che si era ricomposto dopo essere stato per anni distrutto in mille pezzi.
Poteva trattarsi del suo orgoglio, ridotto in polvere da quel ragazzo che già lo stava offendendo.
Poteva trattarsi del suo fegato, poiché la persona che aveva davanti faceva esattamente quello che lui avrebbe voluto fare nella vita.
<<Ma è meraviglioso! Devi essere davvero bravissimo allora!!!Io... io ho sempre desiderato giocare a pallavolo! Mi piaceva tantissimo schiacciare al liceo!>> disse con rinnovato entusiasmo.
In quel momento anche dentro Kageyama Tobio ci fu un crack.
Poteva trattarsi del ghiaccio intorno al suo cuore, che si stava sciogliendo davanti a quel raggio di sole.
Poteva trattarsi del suo orgoglio, stuzzicato piacevolmente da quel ragazzo con il numero 10.
<<Bhe... se vuoi...>>
Il suono che interrompeva anche il loro appuntamento li fece sobbalzare entrambi.
"Non voglio che se ne vada!" Si ritrovò a pensare Hinata Shoyo nel mentre si mordeva il labbro inferiore.
Il tempo a loro disposizione era terminato e Kageyama doveva alzarsi per sedersi al nuovo tavolo che lo attendeva.
Si guardarono ancora un po' negli occhi, entrambi con estrema malinconia.
<<Ehi tu! Levati! Tocca a me sedermi qua!>> disse un ragazzo dai capelli quasi rasati e con gli occhiali da sole sulla punta del naso, battendo con la mano sulla spalla di Kageyama.
Irritato da quella voce squillante unita quel contatto ingiustificato con il suo corpo, Kageyama si alzò fronteggiando lo scarso metro e 75 di quel numero 26 con il suo ben piazzato metro e 88.
<<Come dici?!>> si ritrovò ad esclamare Kageyama, sotto lo sguardo attonito di Hinata Shoyo.
<<Oh amico... scusa... ci deve essere sicuramente un errore...>> iniziò quello, alzando le mani ed indietreggiando un po'.
Possibile che bastava quella differenza di altezza a spaventarlo?
No, a rendere estremamente minaccioso Kageyama Tobio era la sua stazza, ben proporzionata tra altezza e muscoli da sportivo, ed il suo viso.
Un viso che fino a poco fa sembrava decisamente tranquillo e rilassato ma che, in pochissimo tempo, si era accigliato di rabbia.
Nel vederlo in piedi, così alto, possente e virile, che stava cercando di fare a botte con qualcuno che semplicemente voleva sedersi al tavolo con lui, Hinata Shoyo ebbe la sua più dolorosa erezione in pubblico della sua vita; solo perché aveva immaginato di trovarsi lui, schiacciato da quel corpo, in una situazione ben differente.
Le sue guance avvamparono e la sua testa iniziò a pulsare.
Si sentiva tremendamente a disagio, quando Kageyama Tobio si sedette nuovamente davanti a lui, dopo aver scacciato quel numero 26.
<<Forse è contro le regole... ma...>> iniziò il corvino.
Ma Hinata Shoyo ormai non lo stava più ascoltando, stava solo pensando ad un modo per non farlo accorgere che si era eccitato, per quella cosa tanto banale.
<<Mi-mi ascolti... Shoyo?>>
" "Shoyo". Dillo un'altra volta e sono certo verrò nei miei pantaloni."
Deglutendo a fatica il rosso annuì.
<<Dicevo... se ti va, io abito qui vicino... potrei alzarti la palla e farti fare qualche schiacciata. Del resto sono proprio un alzatore.>>
Hinata strinse le cosce, e si nascose la faccia tra le mani.
Il ragazzo davanti a lui si sentì improvvisamente a disagio nel vedere la sua reazione.
<<Aaaah cretino ma che cosa fai?!? Mi metti in imbarazzo così! Cioè... se non vuoi... insomma basta dirlo!!>> si ritrovò a farfugliare.
<<Nono! Mi piacerebbe tantissimo in verità....>> disse trincerato dietro le sue mani, cercando un pensiero qualsiasi al quale aggrapparsi pur di contenere l'emozione nel suo cuore.
<<Bene... allora... andiamo?>> disse Kageyama.
<<Si... tanto questo dovrebbe essere l'ultimo appuntamento della serata...>> rispose Hinata Shoyo.
Difatti dopo poco anche l'ultimo segnale del tempo scaduto di quella sera, si levò nel locale.
I due ragazzi si alzarono e andarono ai propri guardaroba per riprendere i loro cappotti, dandosi appuntamento sulla porta.
Finiti gli appuntamenti al buio, avrebbero dovuto riconsegnare quel foglietto dove avevano segnato i numeri e il voto associato ad ogni appuntamento, così che a distanza di qualche giorno sarebbero stati richiamati dall'organizzazione dell'evento, per vedere con chi fossero stati accoppiati.
O ancora, sarebbero potuti uscire autonomamente con qualcuno li conosciuto.
E sia Kageyama Tobio che Hinata Shoyo, erano ben intenzionati ad uscire insieme dal locale.
Cercando di trovare un contegno, e fingendo di aver qualcosa da fare, il rosso, si attardò nel guardaroba, poiché non voleva assolutamente arrivare per primo ed aspettarlo.
Temeva che gli avrebbe dato buca e che quella meravigliosa connessione ed attrazione che aveva avvertito a quel tavolo, fosse stata solo nella sua testa.
<<AAAAH come sono stanca ed affamata!>> Yachi si buttò con le braccia al collo di Hinata Shoyo, accarezzandogli i capelli arancioni sparati in aria.
<<Ehi... ehm, com'è andata?>> chiese lui, aiutandola ad infilarsi il cappotto.
<<C'è da chiederlo Shoyo?! Una noia mortale, non me ne è capitato UNO e dico UNO, che fosse un figo!
Ma forse è colpa mia... da quando ho visto quel tipo con la felpa, prima, non sono riuscita a togliermelo dalla testa. Purtroppo non è mai venuto a sedersi al mio tavolo e per giunta... neanche ai tavoli vicini! Che disdetta Shoyo!>> si lamentò lei ad alta voce.
Hinata Shoyo sorrise, pensando che lui invece era stato molto più fortunato, ma non aveva ancora il coraggio per dirlo alla sua amica.
<<Andiamo a mangiare qualcosa Shoyo! Sto morendo di fame e devo descriverti quel figo nei minimi dettagli, ancora lo ricordo benissimo! Aveva i capelli scuri e corti e portava una felpa grigia e...>>
<<Ehi Shoyo...>> disse una voce alle spalle di Yachi, la quale si bloccò all'istante di parlare.
<<Ah... Tobio!>> lo salutò il rosso.
Yachi Hitoka si voltò molto lentamente ed Hinata Shoyo dovette avere dei riflessi felini, nel afferrarla da un braccio per impedirle di cadere all'indietro.
<<Ahm... ecco Tobio lei è Hitoka Yachi, la mia migliore amica...>>
Il corvino allungò una mano nella direzione della biondina, la quale con evidente imbarazzo, gliela strinse.
<<Piacere, Kageyama Tobio. Andiamo?>> disse Kageyama, tornando con lo sguardo su Hinata Shoyo.
Come se fosse posseduta Yachi si voltò nuovamente verso Hinata e, completamente rossa in viso, si scusò un attimo da Kageyama, e trascinò il suo amico in disparte.
Dopodiché gli prese il viso tra le mani.
<<Shoyo Hinata, ti avevo chiesto il favore di non rendere gay l'unico ragazzo figo di questa serata e TU HAI FATTO ESATTAMENTE IL CONTRARIO DI QUELLO CHE TI HO CHIESTO. Era lui quello di cui ti stavo parlando... e adesso voi due state uscendo insieme?!?>> sibilò piano la ragazza.
Hinata fece per parlare ma lei riprese:
<<Sono così felice Shoyo, così felice per te! Non riesco a trattenermi e vorrei urlare! Prendi questo... anzi prendili tutti e ti prego, fa il sesso migliore della tua vita con questo pezzo di manzo anche da parte mia.>>
La biondina gli lasciò un bacio sulla guancia, mettendogli nelle tasche del cappotto 5 preservativi, per poi dileguarsi, salutando rapidamente anche un confuso Kageyama Tobio appoggiato al muro esterno del locale.
Hinata Shoyo maledisse mentalmente Yachi, per avergli infilato in tasca tutti quei preservativi, ed uscì venendo investito dall'aria fredda della serata.
<<Ohi...>> Kageyama Tobio richiamò l'attenzione del rossiccio.
Hinata lo vide li appoggiato e si avvicinò a lui, sfregiandosi le mani per il freddo.
<<Ehm senti... hai... per caso hai fame?>> chiese.
<<Un po', posso cucinare qualcosa a casa... anche se non sono molto bravo...>> affermò il corvino stringendosi nelle spalle.
<<Non preoccuparti ci posso pensare io! Me la cavo abbastanza!>> si gonfiò il petto Hinata Shoyo, finalmente per aver trovato qualcosa in cui potesse surclassare Kageyama Tobio.
<<Tsk...>>
Si incamminarono iniziando a parlare del più e del meno, come se si conoscessero da tempo.
Hinata Shoyo perse la sua esitazione ed il suo vero modo di fare venne a galla: era un fiume piena, quel ragazzo, travolgente e voleva sempre avere l'ultima parola su tutto.
Kageyama spesso scuoteva la testa e gli urlava contro che era un'idiota, ma senza mai smettere di sorridere.
<<Siamo arrivati.>> disse ad un certo punto il corvino, indicando un palazzo abbastanza signorile che si stagliava davanti a loro.
Non aveva niente a che fare con il minuscolo monolocale di Hinata Shoyo.
Abitava a due passi dal centro di Shinjuku, per di più aveva un attico tutto per se, all'ultimo piano di un palazzo tremendamente lussuoso.
Hinata Shoyo si sentì all'improvviso inadeguato nel mentre in silenzio, entravano nell'ascensore.
Nuovamente, il rossiccio, aveva perso la parola.
<<Che c'è? Perché non parli più?>> chiese Kageyama, cercando di nascondere il suo imbarazzo.
<<No... niente... è che pensavo... come faremo a giocare a pallavolo in casa?>>
Kageyama Tobio sorrise, senza rispondere.
Hinata Shoyo lo guardò per un momento, cercando di capire che cosa significasse quel mezzo sorriso che si era dipinto sul viso del più alto.
Le porte dell'ascensore si aprirono con un rumore metallico direttamente nell'ingresso dell'appartamento di Kageyama.
C'era un ingresso ampio, immerso nell'oscurità, che lasciava intravedere uno spazio ancora più ampio e delle vetrate sulla città, coperte da tende scure.
<<Gatebox**, sono a casa.>> disse distrattamente Kageyama.
*Bentornato a casa Tobio.*
Una luce soffusa si accese nell'ingresso, così come delle luci d'ambiente fredde posizionate sui 3 gradini che separavano l'ingresso dal resto della casa.
Le tende si alzarono rivelando il panorama mozzafiato sulla città di Tokyo.
Non c'era bisogno di accendere più alcuna luce, lo spettacolo della metropoli sotto i loro occhi era già di per se abbastanza splendente.
Ma non come gli occhi ricolmi di meraviglia di Hinata Shoyo, fermo con la bocca aperta nell'ingresso di quell'appartamento tanto sfarzoso.
<<Puoi toglierti le scarpe ed appoggiare il cappotto.>> disse Kageyama, mentre riponeva la sua giacca ed anche la sua felpa sull'appendiabiti all'ingresso.
Restando così solamente con una maglietta nera leggera, leggermente arrotolata sugli avambracci.
Non c'era molto spazio all'immaginazione, Hinata Shoyo poteva contarli tutti i muscoli sulla sua schiena e poteva solo immaginare la sensazione che potesse regalargli, accarezzarli con le mani.
Arrossì per quel pensiero, ma poi lentamente iniziò a spogliarsi.
<<Attento ai gradini.>> gli disse Kageyama, che lo attendava appena sotto quelle scale.
Se Hinata Shoyo restava fermo sul primo gradino e Kageyama Tobio restava sul pavimento, i due erano più o meno della stessa altezza.
Forse si soffermarono entrambi nel pensare una cosa del genere, o forse non ne ebbero il tempo, poiché non appena furono a portata l'uno dalle braccia dell'altro, si strinsero, come attratti dalle rispettive forze di gravità.
Chiuse gli occhi Hinata Shoyo, mentre si godeva quel bacio tremendamente dolce, che Kageyama Tobio gli stava dando.
Aveva desiderato quel contatto dal momento esatto in cui i suoi occhi nocciola si posarono su quelli color mirtillo di Kageyama; o forse lo aveva atteso da tutta una vita.
Sin da quando il suo cuore era stato spezzato, moltissimi anni fa, sin da quando contava con tristezza ogni San Valentino passato da solo.
La danza che le loro lingue avevano intrapreso, viaggiava sulle note di un walzer o forse di un passionale tango.
O ancora, aveva esattamente il sottofondo musicale della loro canzone preferita, qualunque essa fosse stata.
Hinata passò le mani tra i capelli scuri e sottili del ragazzo, inebriandosi del profumo del suo corpo e del sapore del suo essere.
Sapeva di buono Kageyama, di quel buono che Hinata Shoyo aveva cercato per tutto quel tempo.
Quel sapore che ti fa venire l'acquolina in bocca e che ti fa venire appetito nonostante tu abbia appena finito di mangiare.
Finalmente la sua spasmodica ricerca dell'amore si era conclusa, nel modo più inaspettato possibile.
Per caso aveva trovato Tobio Kageyama, tra tutti quei numeri che si erano susseguiti in quella serata, e per caso aveva trovato qualcuno che ricambiava quel che aveva sentito lui.
Si era innamorato Hinata Shoyo, a prima vista di Kageyama Tobio.
E Kageyama Tobio si era innamorato, a prima vista, di Hinata Shoyo.
E mentre il loro bacio, diventava una nuova scoperta per entrambi, sotto i tocchi timidi delle loro mani curiose ed eccitate, Hinata Shoyo capì due cose:
La prima è che non avrebbero giocato a pallavolo, quella sera.
La seconda è che finalmente l'amore lo aveva travolto, ed aveva trovato quella persona speciale dalla quale non avrebbe più voluto separarsi.
*feniletilamina molecola associata alla diminuzione degli stati depressivi, che influisce positivamente sull'umore delle persone, presente nella cioccolata.
**Gatebox assistente personale per la domotica, come Alexa/ Google/ Siri, tipico del Giappone.
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