My Dirty Little Secret ~ KuroKen ~



⚠️ Disclaimer ⚠️

Stelline

Vi propongo una One Shot MOLTO particolare.

Perché questo disclaimer iniziale?
Perché i contenuti di questa One Shot sono DECISAMENTE SPINTI, contiene un LINGUAGGIO VOLGARE e non è PER NULLA adatta ai minori.

SIETE TUTTI AVVISATI

Non ho mai inserito avvertenze del genere PRIMA di una storia, ma credo che questa volta sia necessario.

Detto questo BUONA LETTURA ❤️
Vi aspetto nei commenti, alla fine della storia!

La storia è ispirata alla canzone Dirty Little Secret - The All American Rejects.

Vi lascio il link, qualora vogliate ascoltarla:

https://youtu.be/4ua4lzAeFjQ




*


~ Kuroo x Kenma ~

My Dirty Little Secret.


Parole: 8372.


*


<<Kenma... non dovrà saperlo nessuno.>>

La voce del ragazzo più grande, tradiva un certo tremore, così come le sue gambe, mentre stava rialzandosi e rivestendosi.
I suoi occhi dorati erano leggermente umidi, come se un velo di rugiada mattutina vi si fosse adagiato sopra; doveva dargli un'aspetto fresco, ed invece lo facevano sentire completamente in imbarazzo.

L'altro ragazzo, dai capelli biondicci, annuì, senza proferir parola.

<< Intesi?>> chiese il corvino, per conferma, mentre si fermava sulla soglia della porta.

<<Chi dovrebbe mai saperlo, Kuro?>> disse con voce incerta Kenma Kozume, il quale teneva rigorosamente lo sguardo incollato al pavimento.

Il più grande deglutì abbastanza rumorosamente, seguito da un poco discreto sospiro.

Mugugnò una risposta di assenso per poi uscire dalla stanza del biondino.

<<Ci... ci vediamo.>> disse in saluto Kuroo Tetsurō.

"Spero che lo manterrai sul serio... questo... piccolo segreto."

Pensò, mentre attraversava a falcate ampie la strada, che separava la sua abitazione da quella di Kenma Kozume.

Kenma Kozume, dal canto suo, trattenne il fiato fino al momento in cui dalla finestra della sua camera, non vide la scompigliata capigliatura di Kuroo Tetsurō scomparire in casa.

Ricadde poi sulle sue ginocchia, sentendole improvvisamente deboli come gelatine.

Alla fine era successo.
Era accaduto proprio quello che in tutti quegli anni di sola amicizia, Kenma Kozume aveva sperato con tutto se stesso, accadesse.
Lui lo sapeva bene che non poteva contare sul fatto che sarebbe capitato di nuovo, ma non poteva proprio trattenersi dal sentirsi ad un passo dal paradiso.

Le mani gli tremavano, gli occhi imploravano di poter piangere, ed il cuore sembrava sul punto di uscirgli fuori dalla bocca.
Le sue guance andavano ancora a fuoco, al solo ricordo quel che era successo neanche qualche minuto fa, proprio nella sua camera da letto.

Nessuno dovrà mai saperlo.

Questo era chiaro, ma per Kenma Kozume ed inevitabilmente anche per Kuroo Tetsurō quel pomeriggio sarebbe rimasto indelebile dentro di loro, come il ricordo della loro prima volta.


*


Qualche giorno prima.


<<Kenma... posso sapere che cosa ho fatto di sbagliato, questa volta?!>>

Nello spogliatoio maschile, vicino la loro palestra, dove si era appena concluso un'altro allenamento di pallavolo decisamente stancante, erano rimasti solamente in due: Kenma Kozume e Kuroo Tetsurō.

Non era strano che il capitano della squadra, si attardasse più degli altri per chiudere la palestra e controllare che tutto fosse a posto.
Non era strano neanche che, il suo vicino di casa, nonché migliore amico da anni, nonché alzatore della squadra di pallavolo, lo aspettasse per tornare a casa insieme.

Ma, quella sera l'aria che tirava tra loro era decisamente tutto fuorché pacata.

Kenma Kozume stava in silenzio, con lo sguardo basso sulla sua console, mentre faceva tremare una gamba sul pavimento di legno dello spogliatoio, per il nervosismo.

Kuroo Tetsurō dal canto suo, se ne stava in piedi con una mano posata su un fianco, sentendo che la pazienza con il suo amico stava per giungere al termine.

Se l'era presa con lui, ed erano stati due giorni decisamente difficili con cui avere a che fare con Kenma Kozume, però non ne conosceva le motivazioni.

Poteva essere perché gli aveva fatto fare qualche giro di riscaldamento extra?
Poteva essere che gli aveva tolto la console, per farlo mangiare?
Poteva anche essere perché, qualche mattina fa, era arrivato in ritardo?
Kenma Kozume odiava aspettarlo da solo fuori dalla porta, quando dovevano andare a scuola.

Poteva essere davvero qualsiasi cosa, che gli aveva fatto erigere questo muro tra di loro.

<<Sono sicuro che tu già lo sappia, Kuro, ma che semplicemente non ti vada di ammetterlo. Quindi, fino a quando non ti verrà in mente, ho detto che non ho niente.>>
Sbuffò il biondino, mentre cercava di infilarsi le cuffiette.

Kuroo Tetsurō lo trattenne per un polso.

<<Ma si può sapere di che cazzo parli?! Che ho fatto questa volta per meritare la tua collera?!>> disse il corvino, alzando la voce.

Kenma Kozume odiava quando Kuroo Tetsurō alzava la sua voce con lui, odiava quando lo faceva sentire un perfetto idiota ed odiava, in particolar modo, la sua nuova ragazza.

Era una tipa dai lunghissimi capelli chiari, che teneva spesso raccolti in una treccia, aveva grandi occhi azzurri, e sembrava tutto fuorché giapponese.
Difatti, si era trasferita quest'anno nel loro liceo, poiché suo padre aveva deciso di rientrare in Giappone, dopo aver saputo della malattia del nonno.

Alisa Haiba, sorella maggiore del loro nuovo acquisto in squadra: Lev Haiba.

Erano ragazzi russi di nascita, con i lineamenti da stranieri ma un perfetto accento giapponese.

Il caso volle che Alisa finisse proprio nella terza classe di fianco quella di Kuroo Tetsurō e che, accampando una scusa dopo l'altra, fossero finiti per frequentarsi.

Alisa era una ragazza carina, timida, che sorrideva ed arrossiva per qualsiasi cosa che, un esibizionista come Kuroo Tetsurō, dicesse; o meglio, fingeva di essere tale.

A quanto pareva, solo Kenma Kozume si era accorto di quanto fosse falsa quella ragazza, e di come stesse in ogni modo cercando di accaparrarsi le attenzioni del bel Capitano della Nekoma, lasciando il biondino sempre da solo.
Già, perché Kenma Kozume si poteva dire essere l'ombra di Kuroo Tetsurō.
Ne erano tutti abbastanza consapevoli, ed a nessuno la sua presenza dava fastidio, poiché era davvero un ragazzo tacito e, a tratti, perfino apatico.

Alisa però, arrivata da solo qualche mese, ebbe da ridire anche su questo.
Non le andava bene che tornasse anche lui assieme a loro due, nonostante l'abitazione della ragazza fosse giusto qualche isolato prima di quella dei due ragazzi.

Che strada avrebbe dovuto fare Kenma Kozume per tornare a casa, senza sentire la voce gracchiante di Alisa Haiba dire: "I randagi ci seguono anche oggi." ?

La prima volta che le sentì dire qualcosa di sgradevole sul suo conto, rimase pietrificato sul posto, guardandola allontanarsi con il suo migliore amico sotto braccio mentre rideva sguaiatamente.

La seconda volta aveva sperato con tutto se stesso che Kuroo le dicesse di smetterla, o che le dicesse una qualunque cosa per metterla al suo posto. 
Ma tutto quello che Kuroo Tetsurō aveva fatto era: assolutamente niente.

Lui le permetteva di schernirlo, le permetteva di ridere di lui e di allontanarli il più possibile.

Come se non bastasse, consapevole del fatto che dalla finestra della stanza di Kuroo Tetsurō si vedeva la finestra della camera di Kenma Kozume, lei non si era fatta mancare di farsi beccare dal biondino in reggiseno, mentre un imbarazzatissimo Kuroo Tetsurō cercava di distogliere lo sguardo.

È tuo, lo hai vinto e lo hai conquistato, Alisa.

Forse è questo quello che avrebbe dovuto pensare Kenma Kozume, dopo circa due mesi di tacita sopportazione, eppure si sentiva più incazzato che mai.

E la guerra con quella puttana non era che appena iniziata.

Kuroo Tetsurō poteva sembrare un ragazzo egocentrico, esuberante ed espansivo, ma la realtà era ben diversa.
Kuroo Tetsurō era il classico ragazzo figo, popolare a scuola che però nascondeva un'anima da verginello timido.

Il capitano della Nekoma faceva un'infinità di battute seducenti, per abbordare le ragazze, ma poi in fin dei conti non era poi così tanto diverso da un ragazzo apatico come Kenma: era spaventato dal sesso opposto.

Se la faceva semplicemente sotto, così oltre al bacio, nonostante tutti i reggiseni che Alisa ci teneva a mostrare davanti alla finestra, lui non l'aveva mai toccata con un dito.

Forse era questo che la rendeva così frustrata ed un'acida cagna in calore.
Forse dalla Russia aveva portato con se le pulci, perché non faceva altro che strusciarsi a Kuroo Tetsurō in attesa che questo si decidesse a farci sesso.

E mentre Kenma Kozume provava estremo disgusto per quella ragazza, il ragazzo corvino davanti a lui in quello spogliatoio sembrava non accorgersi di nulla.

<< Il problema è proprio questo Kuro, NON FAI NIENTE.>> disse spazientito il biondino, alzando gli occhi sul suo amico per la prima volta.

<< E allora perché sei così irritato se non FACCIO NIENTE?>> ribatté l'altro.

<< Sei davvero un'idiota Kuro, e mi sono stancato. Sul serio questa volta.>>

Kenma Kozume fece per alzarsi, ma il ragazzo più grande gli si parò davanti, non lasciandolo passare.

<<Perché ti comporti così? Sei per caso geloso?>>

Gli occhi di Kenma Kozume si sgranano increduli tanto quando le sue orecchie: aveva sentito bene?

<<Geloso...? Spero tu voglia scherzare.>>

Kuroo Tetsurō incrociò le braccia al petto.

<<Alisa dice che si vede lontano un miglio che sei geloso di me, forse perché io ho una ragazza e tu no... ma non è un problema Kenma, te l'ho sempre detto...>>

I pugni di Kenma si strinsero da soli, senza che il ragazzo se ne rendesse conto.

Questo era decisamente troppo.

<< Alisa... Alisa... ALISA! MA CHE PALLE!
Possibile che non sai neanche più pisciare da solo, senza che ci sia quella ragazza a dirti come reggerti il cazzo, Kuro?>> sbottò esasperato Kenma Kozume, lasciando che l'espressione di Kuroo difronte a lui, si trasformasse in qualcosa d'indefinito.

<<Possibile che non ti accorgi di come sia una stronza?!>>

<<Ehi... non esagerare, lei...>>

<< Lei è una stronza Kuro. E tu le permetti di esserlo. Vuoi sapere che c'è? C'è che per tutto questo tempo non hai fatto altro che stare aggrappato alla sua gonnella, quasi come fosse la tua mamma. E non ti sei accorto neanche per sbaglio di come mi stia trattando male davanti ai tuoi occhi.>>

Kenma Kozume fece una pausa, prima di riprendere a parlare come se fosse un fiume in piena.

<< Le permetti di chiamarmi cane randagio, le permetti di escludermi anche dal tragitto verso casa mia. Le hai permesso di farmi attendere 2 ore l'altro giorno a Shinjuku da solo, per poi mandarmi un messaggio " Alisa ha cambiato idea e non vuole più venire."
E vuoi sapere che cosa ha fatto quella troia subito dopo?
Mi ha scritto Kuro, mi ha scritto:
"Scacco KenKen."
Tu lo sapevi, questo?
Le permetti di offendermi in tutti i modi durante gli allenamenti, le permetti di schiamazzare in giro come la puttana in calore quale è. Non credi di essere tu quello ad esagerare?>>

Kuroo Tetsurō a queste provocazioni avrebbe dovuto rispondere per tono, o meglio, avrebbe proprio dovuto perdere la pazienza.
Nonostante le parole di Kenma Kozume fossero tutte corrispondenti al vero, il biondino aveva cercato in tutti i modi di provocarlo, sperando di dargli la scossa necessaria per reagire, una buona volta.

Invece Kuroo Tetsurō abbassò il capo.

<<Non te ne sei mai, davvero, accorto, Kuro?>>

<< In vero... l'ho sempre saputo per tutto questo tempo.>> sussurrò.

Kenma Kozume fece un passo verso dietro, come se fosse appena stato travolto da una forte folata di vento, che gli avesse perfino fatto perdere l'equilibrio.

Lui lo sapeva, lui se n'era accorto, e non aveva mosso un dito in tutto quel tempo?

<< Che cosa?>>

<<Che non sono sordo e sento quel che ti dice.
Non sono cieco e vedo come ti tratta...>>

<<Ah... e quindi perché mi stavi chiedendo quale fosse il mio problema, esattamente?>>

La voce di Kenma Kozume tremava per la rabbia, di fronte a quella sagoma che un tempo apparteneva al suo migliore amico.

<<Perché speravo davvero che tu dicessi qualcosa di diverso, in modo da non... dover affrontare questo discorso.>>

Kenma Kozume sbuffò, al limite della sua esasperazione.

Quanto doveva essere patetico, essere Kuroo Tetsurō in questo momento?
Forse, perfino più patetico di essere un ragazzo apatico come Kenma Kozume.

<< Si sta comodi con la testa sotto la sabbia, Kuro? Fammi capire...>>

<<Kenma... mi spiace ma io non so cosa fare... se tu provassi ad andarci d'accordo forse lei...>>

A quelle parole il biondino spinse di lato Kuroo Tetsurō, con tutta la forza che aveva in corpo, per farsi liberare la strada ed uscire da quello spogliatoio.

<< Niente, continua a non fare niente. È più facile venire a chiedere a me di andarci d'accordo, no?
Sai Kuro, non avrei mai pensato che la nostra amicizia potesse finire per questo motivo. Ma adesso mi rendo conto che andare in giro con te... è solo una perdita di tempo.>>

Il più piccolo uscì dallo spogliatoio sbattendo la porta, ignorando come Kuroo lo stesse implorarlo di restare e di aspettarlo, urlandogli contro di essere paziente e che questa volta avrebbe sicuramente risolto la situazione.

Kozume Kenma si sentiva come un oggetto usurato dal tempo e buttato via.
Non aveva motivo di attendere, anzi, restare davanti agli occhi dorati del ragazzo di cui era innamorato segretamente da tutti quegli anni, mentre gli confessava di aver lasciato che la sua ragazza lo trattasse male, era davvero troppo.

L'aveva trovato Kuroo Tetsurō, il gioco a cui Kenma Kozume non aveva voglia di giocare: non avrebbe continuato a fare la ruota di scorta.

Era stato molto difficile accettare la prima ragazza di Kuroo Tetsurō, così come fu difficile accettare la seconda e cercare di farsi piacere la terza.
Ma nonostante tutte le volte si trattasse di ragazze più o meno ingenue, e con più o meno la testa tra le nuvole, Alisa era decisamente diversa.

Era una serpe travestita da bocciolo appena sbocciato.
Era una maniaca del controllo, che con molta probabilità si era accorta di quel che Kenma Kozume provasse per il suo migliore amico e che quindi, l'aveva messa in allerta.

Stava marcando il territorio, Alisa Haiba.

Non che Kenma Kozume avesse sul serio intenzione di prenderselo, Kuroo Tetsurō, proprio perché era ben consapevole che un ragazzetto mingherlino come lui, non avrebbe mai potuto competere con le prosperose forme di Alisa Haiba.

Ciò non toglieva però, che nutrisse dei sentimenti.

Sentimenti che erano sempre stati ben chiari: era innamorato del suo migliore amico, ma aveva taciuto la cosa per non metterlo in imbarazzo e per non perdere la sua amicizia.
Ma adesso, mentre correva a casa con le lacrime che gli rigavano il viso, si sentiva ancora più un'idiota: per lo meno, se si fosse dichiarato e Kuroo lo avesse respinto, sarebbe stato meno doloroso di sentirgli dire di essere a conoscenza di come la propria ragazza facesse la stronza con il suo migliore amico, e di non aver mosso un dito in sua difesa.

Sentiva il fiato mancargli in petto, mentre correva con la vista offuscata dalle lacrime.

Kuroo Tetsurō non l'avrebbe mai saputo, che Kenma Kozume era innamorato sinceramente di lui, avrebbe conservato questo piccolo segreto per sempre, al solo fine di non tramutarlo in un altro dei suoi rimpianti.

Kenma Kozume doveva essere l'unico a saperlo.
E adesso, mentre si chiudeva ansimante la porta di case alle spalle e, si lasciava andare ad un pianto disperato, di certo non avrebbe più dovuto preoccuparsi di mantenere un certo atteggiamento con il suo migliore amico.

Da quella sera, Kenma Kozume, non ce l'aveva più un migliore amico.

Kuroo Tetsurō aveva scelto Alisa Haiba, l'aveva preferita a lui, e Kenma Kozume non avrebbe potuto farci proprio niente.

Il telefono in tasca del ragazzo squillò un paio di volte, e la voce Kuro comparve il display.

Kenma Kozume si rialzò dal pavimento, raccogliendo il suo telefono ed i cocci del suo cuore infranto e si diresse verso la sua stanza.

La gola ardeva sia per lo sforzo della corsa che per quello del pianto, e per la prima volta dopo 10 anni, chiuse le tende della sua finestra.


*

Kuroo Tetsurō aveva provato a telefonare a Kenma Kozume per ben 13 volte, senza ottenere mai una risposta.
Passeggiava inquieto nella sua camera, portandosi sistematicamente le mani alla testa, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri.

Kenma Kozume era davvero così arrabbiato, al punto da non volergli più parlare?

Si rendeva conto che forse avrebbe dovuto agire contro Alisa, ma semplicemente gli mancava il coraggio.

Il rapporto con quella ragazza era complicato, lei difficilmente accettava di voler sentir ragione, quando si impuntava su qualcosa; così Kuroo Tetsurō per non spazientirsi troppo con lei, aveva sempre lasciato correre.

La prima volta che fece finta di non sentire, come Alisa avesse chiamato Kenma, avvertì una stretta al petto che gli fece mancare il respiro.
Aveva sentito l'impulso di dirle di chiudere il becco, così come aveva avvertito la rabbia montargli dentro, ma in fin dei conti, non reagì.
Forse perché fu più comodo credere che non si stesse riferendo davvero a lui, o forse perché tenere la testa sotto la sabbia funzionasse di più.

Ed eccolo qui, il frutto del suo mancato lavoro: Kenma Kozume era corso via in lacrime, dopo avergli spiattellato la verità in faccia e dicendogli che non avrebbe più voluto rivederlo.

"Ma adesso... che cosa posso fare?!"

Il suo telefono squillò ed il ragazzo, dopo essersi preso uno spavento, se lo portò subito all'orecchio, senza neanche controllare chi fosse:

"Kenma?"

Un risolino acuto dall'altra parte del telefono gli fece mettere su un'espressione disgustata.

A:"Hihi ma no stupidino, sono io! Gli allenamenti sono finiti... Lev è tornato a casa esausto... che ne dici se..."

"Senti Alisa, non è davvero un buon momento. Ci sentiamo."

Tagliò corto il ragazzo.
La voce di Alisa al telefono sembrò irritarsi.

A:" Che vuoi dire? Non hai tempo per me? Ma sei serio?! Già il fatto che tu mi abbia chiamato Kenma... non te lo perdonerò se non vieni immediatamente da..."

Kuroo Tetsurō non la lasciò neanche finire, non aveva nessuna voglia di ascoltare le sue lagne per telefono, in quel momento.
Aveva decisamente altro a cui pensare, così chiuse la conversazione ignorando anche il secondo tentativo di chiamata da parte della ragazza.

Kuroo si avvicinò alla finestra della sua stanza, per prendere un po' d'aria fresca per aiutarsi a calmarsi; ma, quando vide le tende chiare della finestra al primo piano della casa difronte, tirate per la prima volta dopo anni, ebbe quasi un mancamento.

Con mani tremanti compose il numero di uno dei suoi più cari amici, nella speranza che le loro teste assieme avrebbero potuto produrre una soluzione.

B: " HEY HEY HE..."

"Ho combinato un disastro."

B:" AH?! Che succede Kuroo?"

"Si tratta di Kenma e poi di Alisa... non so davvero che cosa fare."

Bokuto Kōtarō dall'altra parte del telefono fece una voce più seria, notando quanto fosse agitato il suo amico della Nekoma in quel momento.

Lentamente Kuroo, gli spiegò la situazione: partendo dalla descrizione del comportamento di Alisa nei confronti di Kenma -cosa che non sorprese per nulla Bokuto- finendo poi per parlare della loro ultima discussione di poco fa.

B:"Cazzo, è proprio una situazione di merda."

Kuroo alzò gli occhi al cielo.

"Lo vedo anche da me questo.
Ma che cosa posso fare?
Kenma non vuole neanche più parlarmi!"

B:" Prova a mandargli un mazzo di fiori per scusarti."

"Kenma non è una ragazza, cosa potrebbe mai farsene dei miei fiori?"

B:" Potresti scrivergli una lettera, forse?"

"Non la leggerebbe mai.
Sono fottuto, tra di noi è finita per sempre..."

B:" Però ti resta Alisa..."

"Come se quella potesse rimpiazzarlo. Sinceramente non me ne importa proprio un cazzo di lei. Alisa non è una priorità adesso, devo pensare solo ad un modo per farmi perdonare da Kenma!
Cazzo Bokuto, dimmi qualcosa di serio!
Di intelligente magari!"

Sbuffò il corvino, buttandosi a peso morto sul letto.

B:" Amico, sto cercando di aiutarti come posso... ma... aspetta!"

Bokuto Kōtarō mise Kuroo Tetsurō in attesa per qualche minuto, lasciando il ragazzo a mangiarsi le unghie dal nervosismo, prima di riprendere la linea.

B:"Kuroo? Ci sei ancora?"

"Si... allora?"

A:" Bokuto-San, che cosa sta succedendo?"

"A-Akaashi?"

B:" Ti ho portato qualcuno di intelligente, Kuroo!"

La voce di Kuroo Tetsurō suonò completamente meravigliata nel rendersi conto che probabilmente il suo amico Bokuto Kōtarō, avesse avuto un'idea veramente brillante per una volta.


*

Proprio come Akaashi Keiji aveva predetto in quella interminabile conversazione, spintasi oltre le 3 del mattino, il giorno seguente Kenma non era davanti casa ad attendere Kuroo.
Così come non lo aveva trovato nella sua classe, quando il ragazzo più grande fosse passato dal suo corridoio per puro caso. Ed inoltre, così come non si presentò agli allenamenti pomeridiani in palestra.

Akaashi Keiji era un ottimo osservatore, nonostante fosse quasi sempre sulle sue.
Tutte le sue supposizioni si rivelarono esatte e quindi per Kuroo Tetsurō fu davvero semplice convincersi che, l'unico modo per riottenere la fiducia del suo amico biondiccio, fosse seguire esattamente il piano che Akaashi Keiji aveva suggerito; ossia finiti gli allenamenti presentarsi direttamente a casa del
ragazzo ed affrontare faccia a faccia la situazione.

Tutto sarebbe stato molto semplice da compiere, se solo non ci fosse stata un'Alisa Haiba tremendamente irritata ad attendere Kuroo Tetsurō, fuori dalla palestra.

<< Non ti sei ancora scusato con me.>> aveva esordito, non appena Kuroo fosse stato a portata di orecchie della biondina.

<<C-come, prego?>>

<<Fai anche il finto tonto adesso?>> rispose, incrociando le braccia al petto.

<<Alisa, non so di che cosa tu stia parlando, ma senti ho davvero fretta, quindi se potessimo rimandare questa conversazione...>>

La ragazza gli si parò davanti, bloccando l'uscita ed attirando i borbottii degli altri ragazzi rimasti ancora in palestra.
In particolar modo Lev Haiba, aveva sussurrato al suo vicino Yaku Morisuke:

<<È da ieri che è incazzata nera... prevedo guai.>>

<<Non credo proprio Kuroo. Sono la tua ragazza! Mi stai mancando di rispetto davanti a tutti!>> aveva iniziato ad urlare lei, facendo incendiare le orecchie del ragazzo per l'imbarazzo.

<< Sshh abbassa la voce, cazzo!>>

Kuroo Tetsurō le aveva fatto un cenno con le mani, di tenere un tono di voce più contenuto per non rendere quella loro faccenda di dominio pubblico.

Gli occhi di lei scintillarono, di quella maliziosa e crudele luce che Kenma aveva disperatamente cercato di fargli vedere.

<< COSA?! STAI DICENDO CHE SONO PAZZA?! KUROO SEI CATTIVO!>>

Come se si fosse appena risvegliato dal suo torpore, Kuroo riuscì improvvisamente a vedere quanto fosse cattiva la ragazza davanti ai suoi occhi, manipolatrice ed estremamente viziata.

Dopo un momento in cui sembrava perso nei suoi pensieri, la reazione che successivamente ebbe sorprese tutti i presenti: Alisa, i compagni di squadra e persino lui stesso.

Kuroo Tetsurō scoppiò a ridere, in faccia alla ragazza, senza neanche cercare di darsi un contegno.
Lei iniziò a sentirsi in imbarazzo, mentre cercava in tutti modi di farlo smettere di ridere.

<<K-Kuroo... avanti... ci guardano tutti...>> disse ad un certo punto.

Il corvino le si chinò all'orecchio, continuando a sogghignare:

<<Perché non è quello che ti piace, essere guardata da tutti...? Ti piace avere gli occhi degli uomini addosso, non è vero Alisa?>>

Lei arrossì di colpo, mettendo su un cipiglio che le corrugò la fronte.

<<Kuroo ma... ma sei del tutto impazzito?>>

<< Si, perché per colpa tua e del tuo modo di essere, ho finito per litigare con Kenma. Quindi adesso se non ti dispiace, vorrei andare a scusarmi con lui.>>

Kuroo fece per sorpassarla, ma lei impuntò i piedi al pavimento, trattenendo il ragazzo per un braccio.

<<Se credi che ti lascerò correre con la coda tra le gambe da quel cane, ti sbagli di grosso!>> ribatté lei, senza lasciare la presa sul polso del ragazzo.

<< E cosa pensi che mi trattenga, invece, al fianco di una cagna come te?>>

A quelle parole Alisa Haiba lasciò andare Kuroo Tetsurō, mentre il labbro inferiore iniziava a tremolarle con violenza.

Il corvino non si voltò ad osservare il viso della propria ragazza in lacrime, bensì uscì a passi larghi, dirigendosi con ritrovato coraggio a casa di Kenma Kozume.


*

<<Tetsurō! Che sorpresa, vieni entra pure!>> la madre di Kenma Kozume, una signora dal viso dolce e perennemente stanco, aprì la porta al corvino, accogliendolo con il suo solito sorriso.

<<Permesso... grazie mille... Signora, Kenma è di sopra?>> chiese lui, togliendosi le scarpe all'ingresso.

La donna annuì.

<<Si, oggi si sentiva poco bene ed è rimasto a letto tutto il giorno. Chissà se ti vede, magari decide di uscire da sotto le coperte!>>

<<Salgo allora, con permesso.>> rispose educatamente il corvino, facendo un cenno alla donna.

<<Oh Tetsurō, ora che ci sei tu, se non ti spiace uscirei per sbrigare qualche commissione. Prenditi cura di Kenma, d'accordo?>>

Kuroo Tetsurō deglutì e rispose alla donna che ci avrebbe pensato lui.

Salì così, con incertezza le scale fino alla camera del ragazzo, che trovò con la porta socchiusa.
Come aveva immaginato, e come anche Akaashi stesso gli aveva suggerito la sera prima, Kenma stava raggomitolato sotto la sua coperta, con la console davanti agli occhi.

<<Ehi...>> disse il più grande, muovendo qualche passo dentro la stanza.

<<Mh.>> rispose quell'altro.

<<Come... come stai?>>

<<Una meraviglia.>>

Kuroo Tetsurō si sentì improvvisamente uno stupido, per essere piombato in quella camera, senza neanche avere una mezza idea di quello che avrebbe dovuto dirgli.

<< Kenma... io...>>

<<Risparmiatelo Kuro. Lo so che detesti chiedere scusa, quindi non c'è bisogno che tu lo faccia. Anzi...>>
Disse il biondino, uscendo da sotto il suo fortino di coperte, ed osservando l'amico dritto negli occhi.

<<Ti chiedo scusa io, se ho detto quelle cose sulla tua ragazza. Effettivamente non è che io abbia mai provato ad andarci d'accordo... probabilmente ha ragione lei e sono solo un cane che ti viene dietro dalle elementari.>> concluse, abbassando poi lo sguardo.

Kuroo Tetsurō fu, con un balzo, subito vicino al ragazzo e gli mise le mani sulle spalle.

<<No no, Kenma tu non sei niente di tutto ciò. E Alisa... lei è davvero pessima... non avrei mai dovuto lasciarle dire o fare quelle cose... mi sento tremendamente in colpa Kenma.>> rispose il più grande, trattenendo a stento il tremore dentro il suo corpo.

<<Che vuoi farci Kuro, viviamo delle vite così fragili.. che l'unica cosa che possiamo fare è trovare il modo migliore per sopravvivere.>>

<<Kenma io... ho deciso di non sprecare più il mio tempo andando in giro con lei. L'ho lasciata.>>

Kenma Kozume alzò lo sguardo su Kuroo Tetsurō, sbattendo le palpebre ripetutamente, incredulo.

<<Come dici?>>

Kuroo annuì.

<<Avevo paura Kenma. Paura di restare da solo, paura che le cose sarebbero mutate dopo questo ultimo anno delle superiori... e così mi sono accontentato dei sentimenti di Alisa. Ma quando l'altro giorno hai detto di non voler più avere nulla a che fare con me... ecco, lì ho provato davvero paura.>>

A quel punto Kenma Kozume non potè trattenersi dall'arrossire violentemente; anzi era già una prova di coraggio non indifferente il non essere ancora svenuto.

<<Kuro... ma sei sicuro? Alisa ti piaceva...>>

<<È una ragazza carina, indubbiamente, ma dentro è profondamente marcia. Non fa per me... non ha mai fatto per me.>>

Kenma sorrise.

<<E tu la baciavi nella speranza che il rospo che aveva dentro si tramutasse in una principessa?>> chiese, dandogli una gomitata scherzosa.

Kuroo Tetsurō parve tornare a respirare, non appena si rese conto che le cose tra lui ed il suo migliore amico stessero finalmente tornando al loro posto.

<<Più o meno...>> rispose, portandosi nervosamente un braccio dietro il collo.

<<Bhe allora, prova a vedere se anche il mio rospo è in grado di trasformarsi in un principe.>>

Kuroo Tetsurō rimase un attimo sorpreso dall'audace affermazione di Kenma Kozume, così tanto da restare con lo sguardo perso nel vuoto per un momento.

<<Kuro...?>> il biondino richiamò l'attenzione del più grande, sventolandogli una mano sotto al naso.

<<Guarda che stavo scherzando, non c'è bisogno che ci pensi sul serio...>>

Contrariamente a quanto Kenma Kozume si aspettasse in quel momento, Kuroo Tetsurō lo afferrò saldamente dalle spalle, e si chinò leggermente su di lui, per portare i loro visi alla stessa altezza.

<< Se questo è il pegno da pagare per scusami, di averti fatto sentire male, allora vabene. Vediamo se il tuo rospo si trasforma in un principe.>>

Kenma Kozume sbarrò gli occhi ancora di più, assumendo un colorito molto più simile al viola acceso, mentre si rendeva conto che Kuroo Tetsurō davanti a lui, suo migliore amico da anni, era disposto a baciarlo.

<<Ma suvvia non dire cazzat...>> provò a dire, ma la sua frase rimase sospesa a mezz'aria.

Le labbra carnose del più grande, si posarono delicatamente su quelle del più piccolo, regalando al corpo di Kenma Kozume una vera e propria scarica elettrica che gli fece rizzare tutti i peli del corpo.

Era una sensazione di connessione totale, di morbida intimità.
Quel bacio, che aveva più e più volte visualizzato solo nelle sue più fervide fantasie, sapeva proprio di lieto fine.

Da così vicino, Kenma Kozume riusciva a scorgerli tutti quei piccoli particolari che rendevano unico Kuroo Tetsurō: le sue ciglia lunghe, quel suo sottotono ambrato della pelle, quel minuscolo neo vicino la narice destra, la forma leggermente a punta delle sue orecchie.

Chiuse gli occhi, nonostante non volesse dimenticare nessuno di quei dettagli del viso di Kuroo, però non riusciva davvero a lottare contro l'improvviso trasporto che quella semplice unione di labbra, stava portando.

Senza preavviso Kuroo avvicinò a se il corpo di Kenma, lo cinse in un abbraccio ed iniziò a baciarlo aprendo e chiudendo la sua bocca.
Kenma dal canto suo, già sull'orlo delle lacrime per la felicità, si concesse di passare le mani tra i capelli scuri del più grande, provando ad imitare quel che stesse facendo lui.

Così i loro respiri iniziarono a farsi più pesanti, le mani di Kuroo, iniziarono a percorrere tutta la lunghezza della schiena del ragazzo più basso, regalandogli un brivido dopo l'altro.
Kenma Kozume continuava ad accarezzargli il collo, sollevandosi sulle punte per cercare di agevolare la posizione al più alto.

Le loro bocche continuavano a divorarsi a vicenda, senza lasciare ai due ragazzi un solo attimo di tregua per riprendere fiato. Le loro lingue avevano iniziato ad intrecciarsi, avide l'una dell'altra, lasciando che ad entrambi i ragazzi sfuggissero incontrollati, gemiti di piacere.

In una situazione normale, Kenma Kozume si sarebbe vergognato da morire, nel far sentire a Kuroo Tetsurō il modo in cui gemeva quando era eccitato; ma in quel caso specifico a renderlo così dannatamente accaldato era proprio Kuroo, che con una mano gli aveva tirato indietro la testa, per lasciargli libero accesso sul suo collo.

E si lasciava mangiare, Kenma Kozume, mentre il più grande gli lasciava dei segni sulla pelle bianca e delicata del suo collo.
Mandava indietro la testa, chiudendo gli occhi , accarezzando i capelli di Kuroo ed incitandolo a morderlo ancora più forte.

Voleva essere marchiato, anche a fuoco, Kenma Kozume, da Kuroo Tetsurō in quel momento; voleva vedere fino a che punto il ragazzo popolare della scuola, si fosse spinto con il suo migliore amico apatico ed introverso.
Era proprio curioso di scoprire, fin dove lo avrebbe reso suo e sporcato, prima di riscoprirsi lo stesso verginello timido ed imbarazzato che rifiutava le avances di Alisa Haiba in reggiseno.

Nel mentre che le mani di Kuroo privarono Kenma Kozume della maglietta, i due ragazzi si ritrovarono appoggiati sulla scrivania da gaming del biondino, vicino alla finestra.
La schiena nuda di Kenma Kozume incontrò ben presto il legno freddo, cosa che la fece inarcare ancora di più per il brivido di piacere che lo stava scuotendo.

Fu solo un attimo, in cui gli occhi dei ragazzi entrarono in contatto.
Il momento in cui tra le gambe sollevate di Kenma Kozume, Kuroo ruppe il bacio che stava andando avanti da qualche minuto, per sfilarsi anche la sua di maglietta.

Si guardarono per un fugace istante, in cui tutto fu dannatamente chiaro.

Non era più così tanto spaventato del sesso Kuroo Tetsurō in quel momento, mentre con occhi ardenti di desiderio, ed il pantalone della tuta sull'orlo di esplodere, si chinava nuovamente su Kenma Kozume per riprendere da dove avesse lasciato.

Neanche il più piccolo, aveva più un espressione da finto migliore amico, nel mentre che passava una mano sugli addominali leggermente sudati di Kuroo Tetsurō e si mordeva il labbro inferiore.

Non che non lo avesse mai visto senza maglietta, anzi capitava ben spesso di vederlo in queste condizioni nello spogliatoio della palestra. La differenza era che questa volta, poteva spingersi a toccarli, addirittura passarci sopra con la lingua qualora avesse voluto.
Ma non ebbe il tempo di fare niente di tutto ciò poiché Kuroo gli fu nuovamente addosso, riprendendo a baciarlo con ancora più trasporto.

Sembrava si stesse liberando da una passione che aveva tenuto repressa per anni, Kuroo Tetsurō, poiché le sue intenzioni non erano semplicemente quelle di vedere se il rospo si fosse trasformato in un principe: lui stava trovando la giusta posizione per vedere se la scarpetta di cristallo calzasse a Kenma Kozume.

Abbandonata ogni inibizione e messo da parte ogni tipo di imbarazzo, Kenma iniziò ad ansimare molto più pesantemente quando il corvino mise una mano dentro i suoi pantaloncini, alla ricerca della sua intimità.

La mano grande, estremato calda e dalla presa salda di Kuroo, risultò come un sollievo istantaneo per la sua dolente erezione.
Come una doccia fredda in piena estate, si sentì abbandonare quasi subito, nel mentre che il ragazzo iniziava a muoverla più ritmicamente, passando l'indice sulla sua punta.

Come diamine sapesse, Kuroo Tetsurō, che Kenma Kozume amasse essere masturbato in quel modo, resterà per sempre un mistero.

Il biondino si aggrappò alla schiena muscolosa di Kuroo, ansimandogli all'orecchio, e trafiggendo la sua pelle abbronzata con le unghie.

Se c'era un'altra cosa che Kenma amava era il contrasto tra le loro carnagioni: Kuroo sembrava un delizioso cioccolato, di quelli di alta qualità che ti fanno venire l'acquolina al solo odore dolce e speziato. Uno di quelli che ti si scioglie in bocca non appena lo mangi.
Mentre Kenma, lui era una vellutata di panna, soffice e delicata, dal sapore zuccherino che faceva d'accompagnamento al piatto che il corpo di Kuroo rappresentava.

<<Kuro... sto per venire...>> sussurrò tra i gemiti il più piccolo, che davvero ormai si sentiva arrivato al suo limite.
Aver solo immaginato di essere toccato da Kuroo in quel modo, per 10 lunghissimi anni, adesso erano una condizione necessaria e sufficiente per spiegare la sua eiaculazione precoce.

Ma il corvino, oltre ogni aspettativa, invece che continuare a toccarlo con le mani, gli abbassò i pantaloncini assieme ai boxer e prima di chinarsi a baciarlo ancora, e gli sussurrò:

<<Allora vieni nella mia bocca Ken...>>

E così scese, tracciando un percorso diretto dalla gola, al pene dritto di Kenma Kozume, con la sua lingua, che risultava ancora più calda, a contrasto con il corpo del ragazzo disteso sulla scrivania.

Kenma Kozume si portò le mani sulla faccia, non appena Kuroo Tetsurō prese la sua intimità completamente nella bocca.
Era una sensazione in grado di fargli ribaltare gli occhi dal piacere, che lo faceva sentire debole e privo di forze.
La sua bocca era calda, umida, tremendamente  appagante.
E la sensazione della lingua di Kuroo che si soffermava ancora una volta sulla sua punta, nel mentre che tutto il resto scorreva per la sua lunghezza, gli fece contrarre i muscoli delle gambe e stringere le mani attorno ai capelli corvini del ragazzo.

Sollevò leggermente la testa Kenma Kozume, quel poco che bastava per osservare il viso di Kuroo Tetsurō tra le sue gambe, nel mentre che faceva scorrere la sua erezione tutta dentro la sua gola.

Se avesse potuto fare una fotografia mentale, Kenma Kozume, in quel momento ne avrebbe fatte all'incirca un milione.
Si aggrappò con una mano alla tenda della sua finestra, mentre gettava la testa indietro e iniziava ad ansimare il nome del ragazzo che lo stava portando al migliore orgasmo della sua vita.

<<Anf... Kuro... vengo...>>

Il più grande non si scompose neanche per un momento, anzi sollevò ancora di più le natiche del biondino e si spinse il suo membro ancora più in profondità nella gola.

Kenma Kozume venne scosso da brividi di piacere incontrollabili, direttamente nella gola di Kuroo Tetsurō, la quale continuava ad avvolgerlo tutto, nonostante i 3 fiotti del suo seme, che gli aveva lasciato scorrere all'interno.

Ricadde con la testa sulla scrivania, lasciando andare la tenda, e portandosi le mani sugli occhi.
Era maledettamente stanco ed appagato ed il suo respiro incontrollato ne era una prova.

Come avevano fatto le cose, a prendere quella piega?

Non che questo fosse il principale motivo dell'interesse di Kenma Kozume, in quanto la sua mente era semplicemente proiettata al ricambiare al meglio delle sue capacità, quel sesso orale appena ricevuto.

Si rialzò così, mettendosi seduto sulla scrivania ed attirando a se Kuroo, dalla cinta della sua tuta scolastica.

Forse avrebbero dovuto dirsi qualcosa, o forse avrebbero dovuto semplicemente fermarsi, ma invece mentre ripresero a baciarsi Kuroo Tetsurō e Kenma Kozume sorrisero l'uno sulle labbra dell'altro.

Kenma, aiutato dalle mani di Kuroo che non ne volevano sapere di lasciare i suoi fianchi, ribaltò le posizioni, lasciando che ora fosse Kuroo Tetsurō ad appoggiarsi contro la scrivania nel mentre che il biondino andava in ginocchio.

Scoprire l'erezione pulsante di Kuroo, davanti gli occhi carichi di desiderio di Kenma Kozume, fu motivo per il più piccolo di sentirsi nuovamente duro tra le gambe.

Tante volte aveva fantasticato sulle dimensioni del suo migliore amico, ma niente di quello che aveva immaginato, fu lontanante paragonabile a quello che vide davanti ai suoi occhi.
Non solo il pene di Kuroo era decisamente grande, ma era anche grosso, con un diametro più o meno paragonabile a quello del suo polso.

Per un momento, mentre lo osservava con la bava alla bocca, si chiese se tutti quei centimetri- sia in larghezza che in lunghezza- fossero legali su un solo uomo.

Prenderlo in bocca era semplice, bastava semplicemente farlo scorrere dentro e fuori.
Prenderlo tutto in gola, così come aveva fatto Kuroo era decisamente più difficile.

Kenma Kozume, nonostante volesse con tutto se stesso spingere l'intimità di Kuroo Tetsurō il più a fondo possibile dentro la sua gola, si sentiva letteralmente soffocare.

Le lacrime si formarono nei suoi occhi, mentre a malincuore dovette abbandonare l'idea.
Era troppo, indiscutibilmente troppo.
E Kenma Kozume era decisamente impreparato.

Così mentre provava a massaggiare la base con una mano e si faceva scorrere dentro la bocca solo la punta, si sorprese nel pensare alla difficoltà di accogliere un pene del genere nel suo ano.

Certamente, lui delle volte si masturbava anche da solo là dietro, ma era semplicemente ridicolo il solo pensare di paragonare la dimensione del suo anulare con il membro eretto di Kuroo.

Nonostante non sapesse bene quel che stesse facendo, Kuroo continuava ad ansimare, accarezzando la sua testa e reggendogli i capelli.

<<Succhiami le palle Ken...>>

Il ragazzo obbedì, senza farselo ripetere una seconda volta, lasciò andare il suo membro e scese più in basso.
Prima di accoglierle in bocca, le prese in mano indugiando con la lingua su ogni centimetro di pelle a sua disposizione.
Kuroo inarcò la schiena ed il biondino, finalmente, le fece scivolare una la volta nella sua bocca.
L'interno coscia di Kuroo tremò, e la presa sui capelli di Kenma Kozume si fece più salda.

Quindi Kuroo era quel tipo di persona a cui piacesse di più sentire la sensazione di caldo e di umido sui propri testicoli, piuttosto che sulla punta del proprio pene.
Kenma Kozume, per nessun motivo apparente annotò anche questo mentalmente.

A quel punto il biondino decise di spingersi ancora un po' oltre, mettendosi in gioco al 100% in quella situazione che con molta probabilità non gli sarebbe mai più ricapitata.
Mentre con una mano riprese a masturbare il corvino, tendendo ancora i suoi testicoli in bocca, con la mano libera decise di scivolare lentamente tra le sue natiche, solo con il suo anulare.

Kuroo sussultò, irrigidendosi un momento.

<<Rilassati Kuro... vedrai che ti piacerà...>> sussurrò il più piccolo, sperando Kuroo Tetsurō lo lasciasse fare.
Con sua enorme e piacevole sorpresa, Kuroo decise di fidarsi di quelle parole, rilassando i muscoli delle gambe e lasciando che il biondino, dopo essersi inumidito per bene il dito, lo massaggiasse contro la sua entrata.

Contrariamente a quanto Kenma Kozume si aspettasse, i muscoli dell'ano di Kuroo Tetsurō sembravano implorare il suo dito di entrare, si contraevano ritmicamente con il respiro affannato del più grande.
Kenma, che al solo primo contatto tra il suo dito e l'ano del suo migliore amico, stava quasi per venire nuovamente, si concentrò al massimo, per far scivolare il più delicatamente possibile il suo anulare all'interno del ragazzo più grande.
Non appena fu completamente dentro, una sensazione di stretto ed estremamente caldo gli avvampò fin sopra il cervello, facendogli perdere un momento il contatto con la realtà.

Veramente Kenma Kozume, il ragazzino apatico ed asociale, che viveva all'ombra del popolare e bello Kuroo Tetsurō, in questo momento aveva un dito nel culo di quest'ultimo?

Era un sogno o era forse la realtà davanti ai suoi occhi, che Kuroo si lasciò andare ad un profondo gemito gutturale e roco, non appena venne penetrato?

A farlo godere così tanto, era sul serio Kenma Kozume?

A giudicare da come ansimasse, con la testa completamente abbandonata sul suo collo e le mani strette attorno i capelli biondi del più piccolo, Kuroo Tetsurō stava decisamente godendo di quel che Kenma Kozume gli stesse facendo.

Lentamente Kenma iniziò a muovere il suo anulare all'interno di Kuroo, alla ricerca del suo punto più sensibile tra le pareti interne dell'ano del corvino.

<<Ken... è... davvero strano...>> sussurrò Kuroo.

<<Ma ti piace...?>> chiese, un po' titubante l'altro.

Kuroo annuì, seppur a fatica, mentre con una mano aveva preso a masturbarsi da solo.

<<Vuoi provare con un altro?>>

<<Si Ken...>> disse tra gli ansimi, mentre serrava gli occhi, al contatto tra l'indice di Kenma Kozume e la sua entrata.

Questa volta l'ingresso del secondo dito, fu leggermente più doloroso del primo, ma non per questo meno piacevole.
Non appena Kenma iniziò a muovere le due dita dentro al ragazzo più grande, questo venne scosso da capo a piedi da un brivido che gli fece accapponare la pelle.

<<Oddio... Si... Ken...>>

Kenma Kozume sorrise nell'aver scoperto dove si trovasse il punto più sensibile di Kuroo Tetsurō.

<<Ti piace, Kuro, qui?>> gli chiese a bassa voce, nella speranza di sentirlo nuovamente biascicare le parole tra i gemiti.

<<Si Ken...>>

Il corvino venne attraversato da un pensiero decisamente perverso, il più perverso che avesse mai fatto nei suoi 18 anni di vita finora.
Si morse il labbro con forza, nel tentativo di reprimere quella vocina che in testa lo spingeva a chiedere di più a Kenma.

Forse avrebbe dovuto dar ascolto a quella parte di se che gli diceva di desistere.
Forse non avrebbe dovuto proprio mettere piede in casa di Kenma Kozume.

Ma del resto erano da soli, chi lo avrebbe mai saputo?
Chi sarebbe mai venuto a conoscenza del loro piccolo segreto?

<<Ken...>> disse il più grande, cercando con le mani di far rialzare il viso di Kenma.

Il biondino lo guardò, con uno sguardo interrogativo, sfilando leggermente le sue dita.

Quando i loro occhi si incontrarono, Kenma Kozume venne ancora una volta sconvolto da quello che le iridi dorate del suo migliore amico gli stessero dicendo, o meglio urlando.

Doveva aver perso la ragione Kenma Kozume, per aver letto una cosa del genere in quello sguardo languido e carico di desiderio e lussuria sul volto di Kuroo Tetsurō.

Chi dovrebbe mai venire a saperlo?

Chi sarebbe mai potuto venire a conoscenza di quello che i due ragazzi avevano intenzione di fare?

Gli unici che sarebbero stati a conoscenza di quel che stava per accadere, sarebbero stati solo loro due.

<< Perché non provi ad andare più a fondo, Ken?>> disse completamente in imbarazzo il più grande.

Ne aveva trovato un'altro Kuroo Tetsurō, di gioco al quale Kenma Kozume non aveva voglia di giocare: non aveva intenzione di farselo ripetere una seconda volta.

Certo, nelle fantasie del biondino i loro ruoli erano sempre invertiti, ma questa era un'occasione più unica che rara che superava di gran lunga le sue fantasie più piccanti.

Quando gli sarebbe mai ricapitato che Kuroo Tetsurō, affascinante capitano della Nekoma, intelligente studente modello, ragazzo figo e popolare della scuola, gli chiedesse di prenderlo nel culo?

Kenma si morse il labbro inferiore, chinandosi a baciare le labbra del corvino mentre annuiva.

Sarebbe stato strano.
Sarebbe stato incredibile sotto ogni punto di vista e con molta probabilità se lo avesse raccontato a qualcuno, nessuno ci avrebbe mai creduto.

Ma stava accadendo, Kuroo Tetsurō si era voltato di spalle, si era appoggiato con l'addome sulla scrivania e gli stava offrendo la visione più paradisiaca che Kenma Kozume avesse mai visto in vita sua: il suo migliore amico piegato a novanta davanti a lui, completamente bagnato intorno alla sua entrata, che gli chiedeva solo di essere penetrato.

Kenma Kozume si allungò verso il secondo cassetto del suo comodino, per raggiungere il suo lubrificante che fino a quel momento aveva sempre e solo usato per se stesso.
Se ne spremette un po' sulla mano, e delicatamente ne mise un po' sulla punta del suo pene, che non aveva mai avuto così duro ed un'altro po' lo spinse dentro Kuroo Tetsurō con l'aiuto delle stesse due dita di prima.

Quando credette di aver fatto tutti i preparativi necessari, Kenma Kozume si allineò con l'entrata di Kuroo Tetsurō, il quale già fremeva con il viso schiacciato contro la scrivania di legno.
Scivolare all'interno del suo ano fu più semplice di quello che Kenma avesse immaginato: i muscoli di Kuroo sembravano risucchiarlo sempre più all'interno, ed una volta completamente dentro si sentì incredibilmente stretto.

Come faceva a sentirsi comodo ed allo stesso tempo costretto ad una pressione assurda?

Come poteva, per giunta, sentirsi già sul punto di venire, semplicemente perché era entrato in lui?

Kuroo Tetsurō, dal canto suo, con il viso che andava a fuoco, strinse la presa contro la scrivania, sentendosi improvvisamente pieno.

Lo sentiva davvero in profondità Kenma Kozume, proprio come quel pensiero perverso che aveva avuto la meglio sulla sua ragione, gli aveva suggerito.
Ma un conto era averlo immaginato, un conto era sentire le mani gentili di Kenma afferrargli i fianchi mentre che questo iniziava a muoversi dentro e fuori di lui.

Ad ogni colpo di bacino che Kenma dava contro le natiche sode di Kuroo, il più grande si sentiva le gambe cedere sempre di più, mentre il piccolo pregava dentro di se per trovare la forza per non venire nuovamente in tempo record.

<<Kuro...>> aveva iniziato a gemere Kenma, mentre gli accarezzava la schiena sudata con una mano.

<<Ken...>> aveva risposto il più grande, con voce bassa e gutturale.

Spinta dopo spinta, gemito dopo gemito, i due ragazzi stavano lentamente arrivando all'orgasmo assieme.

<<Ken... sto per venire...>>

<< Anch'io Kuro...>>

Si erano detti tra gli ansimi, insieme.
Ed insieme, all'unisono si ritrovarono a contorcersi uno contro la schiena dell'altro, ed uno contro il legno impregnato di umori e sudori della scrivania.

L'orgasmo di Kuroo Tetsurō gli fece schizzare abbondantemente tutta la gamba del tavolo, mentre quello di Kenma Kozume, che lo aveva lasciato completamente senza forze, aveva preso a colare tra le natiche di Kuroo.

E adesso?

Il pensiero attraversò, ancora una volta contemporaneamente le menti dei due ragazzi.

Kenma si era allontanato un momento da Kuroo, alla ricerca di fazzoletti per ripulirlo, ma il più grande preso da un incontenibile imbarazzo, aveva bofonchiato che avrebbe fatto da solo.

Così si era ripulito Kuroo Tetsurō, ed aveva iniziato a rivestirsi, imitato da un altrettanto impacciato Kenma Kozume.

<<Kenma... non dovrà saperlo nessuno.>>

<<Intesi?>>

<<Chi dovrebbe mai saperlo, Kuro?>>




Chi avrebbe mai dovuto saperlo, quel loro piccolo
segreto?





*




Una volta che Kenma si fosse accertato che Kuroo Tetsurō fosse in casa, con mani tremanti si precipitò al suo telefono.
C'era un messaggio non visualizzato da parte di Akaashi Keiji.

Akaashi Keiji
" È stato più semplice del previsto, perché mi ha chiamato Bokuto-San ad un certo punto. Oggi verrà di certo a casa tua.
Ho anche detto alla cagna che Kuroo avrebbe voluto vederla davanti casa sua per le 17:30.
Non esagerare Kenma, la poverina potrebbe non riprendersi più dallo shock."

Kenma Kozume sorrise, di tutto cuore.

Non solo non avrebbe mai dimenticato la sua prima volta con il ragazzo di cui era innamorato, ma non avrebbe di certo dimenticato lo sguardo che aveva Alisa Haiba, in piedi davanti il cancello di casa Kuroo, mentre il suo sguardo si sollevava alla finestra della casa di fronte: quella Kozume.

Le tende, che erano state tirate fino a poco prima, si aprirono con un tempismo decisamente disarmante, mostrando un eccitatissimo Kenma Kozume con la testa di Kuroo Tetsurō tra le gambe, mentre gli regalava il primo pompino della sua vita.

Chissà come si deve essere sentita la poverina dentro, nel realizzare tutti quei pensieri che con forza aveva cercato di negare.
Tutto quello che Kenma Kozume aveva provato a nascondere, ingoiando anche le offese ed il bullismo che Alisa gli aveva riservato, tutto quello che dentro lo ha sempre divorato, tutte quelle tracce che aveva sempre provato a cancellare.

Chissà se Alisa aveva pensato:

"Ha vinto, se lo è preso lui."

Mentre vedeva quanto poco imbarazzato fosse il suo fidanzato nel baciare ogni centimetro del corpo di Kenma Kozume.

Quella guerra, lui, l'aveva decisamente vinta.

Il ragazzo biondiccio, con le gambe ancora tremanti ed il cuore in gola, afferrò nuovamente il suo smartphone per mandare un'ulteriore messaggio:

"Scacco Matto Lisa :)"




Spazio dell'autore:

Stelline

Eccoci qui, alla fine di questa OS particolare.
Devo dire che PERSONALMENTE non mi è mai capitato di leggerne una simile,
per tanto potrebbe non incontrare il favore di tutti e lo so bene.
Credo, però che sia giusto dare spazio alla fantasia più sfrenata, di tanto in tanto!

Insomma, chi di noi non ha mai immaginato un Kuroo Bottom?
C'è chi lo ammette e chi mente.

La One Shot, a mio solito è decisamente troppo lunga, mi rendo conto, per cui se sei arrivat* fin qui: GRAZIE PER AVER LETTO!

Grazie mille per avermi accompagnato in questo viaggio bizzarro, che questa OS rappresenta.

Per chiunque si stesse chiedendo come mi sia venuta quest'idea malsana rispondo semplicemente con NON NE HO IDEA.

Che ne pensate quindi?
Spero vi sia piaciuta!

A presto.

❤️

Lavienne

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