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mm/dd/yyyy • REC •
09/06/2017 19:03
«Non so da quanto tempo non usavo questa cosa, non so neppure chi l'abbia messa a caricare, ma ho davvero bisogno di sfogarmi adesso...» Si morse il labbro inferiore palesemente indeciso, mentre era seduto con la schiena poggiata alla testiera del letto e stringeva un cuscino con abbastanza forza che sembrava volesse traforare la stoffa della federa con le unghie. «Forse sono davvero stupido a tenere ancora questo regalo e a farne un diario... Ma a chi dovrei dirlo altrimenti?» La videocamera era poggiata sul letto, l'inquadratura era troppo stabile in contrasto netto con l'umore precario del ragazzo. «Sono tre anni che tutti loro mi conoscono e ancora non hanno fatto caso al fatto che sono sempre l'ultimo a lasciare la sala di registrazione, ma anche se mi nascondo a provare in qualche stanzino non vuol dire che io sia sordo.» Una risata amara abbandonò le labbra del ragazzo che aveva ancora i capelli scuri e i suoi occhi tornarono a farsi lucidi, i suoi pensieri dovevano essersi ricollegati a qualcos'altro. Doveva essersi sentito davvero solo in quel periodo.
«La verità è che Jooheon ha detto a Changkyun-ah del bacio...» Trattenne le lacrime con tutte le sue forze, era come se si fosse spezzato una volta per tutte ormai. «Sono stato così stupido...» Mormorò cominciando a sgranocchiare le pellicine attorno alle unghie, già rovinate in alcuni punti dove la pelle era rimasta scoperta a sangue. La manica della felpa larga si sollevò leggermente quando si portò la mano alla bocca, tanto che lasciò in bella mostra il suo polso ossuto che testimoniava l'estrema magrezza di quel corpo trattato con così poco rispetto dal suo proprietario. «Lo so che non dovevo, ma... io...» Si bloccò di colpo facendo crollare nuovamente il braccio sulle gambe incrociate. «Perché ha dovuto dirlo a Changkyun? Cosa c'entra lui?» Abbassò la testa in silenzio, sconfitto, distrutto.
Forse Jooheon si confidava più apertamente con i suoi amici, era questa la differenza...
«Perché...? Ho rovinato tutto... 'sta volta per sempre...» Una goccia salata solcò la sua guancia sinistra, scalando la curva dello zigomo e scorrendo lungo il suo volto scavato fino a staccarsi per andare a schiantarsi senza alcun suono sui suoi jeans. Uno schianto delicato, impercettibile, che pareva richiamare il silenzio di quel ragazzo che sembrava tutto tranne che vivo ormai, una presenza estranea al mondo, soffocata dal dolore. «Perché...?»
Poi spense la telecamera prima di cominciare a piangere per davvero.
Allora sono tornata,
non potrò aggiornare
prima di venerdì a
causa della scuola,
ma il prossimo capitolo
sarà una sorpresa cute,
quindi preparatevi
psicologicamente.
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