SOTTO LA LUNA

Ankar sedeva sul tetto di una casa con le gambe poggiate sulle mura e il volto rivolto verso l'alto.

La luna illuminava la notte buia e le stelle rendevano il cielo qualcosa di vivo persino quando il minimo rumore del giorno dormiva.

Il lupo teneva stretta la sua lancia nella mano destra, mentre l'arma puntava nella stessa direzione in cui i suoi occhi guardavano.

Sembrava come se volesse dirgli di andare avanti... Verso il suo destino.

Le orecchie avvertirono un rumore, ma il braccio armato non reagì quando vide Tagan camminare a passo lento fino a sedersi a pochi passi dal simile di classe.

Il silenzio regnò più autoritario di prima per la tensione che legava ma, allo stesso tempo, li divideva.

"Perché sei qui?" chiese il cane senza creare un contatto visivo.

Il cacciatore scosse leggermente la testa quando notò l'ennesimo tentativo di litigare da parte della femmina.

"Potevi tornare dalla tua tribù, o da qualunque posto il Dio Sole ha chiamato casa per te, ma sei qui... seduto in un posto sconosciuto fra cacciatori mai visti da bambini."

Il lupo voltò la testa e fissò il canide, era una domanda profonda che trapanava la pelle e distruggeva la carne fino al cuore.

Una volta arrivata là, però, punzecchiava l'organo ancora e ancora fino a mandare degli impulsi al cervello per trasmettere dolore e rabbia che scorrevano nel sangue.

"Il Dio Sole ha altri piani per me." sussurrò intento a fissare il cielo ora dominato dalla Dea Luna.

Suo padre vedeva sempre i due dei appena citati come due fratelli impegnati in un compito importante.

Il tempo.

"E quali sono?"

"Da quando sei interessata alla mia vita?"

I cacciatori crearono per la prima volta quella notte un contatto visivo ma era freddo e pieno di silenzio.

Fu un rumore a interrompere le poche parole scambiate come treni arrugginiti e lenti.

Si voltarono di scatto e notarono altri due dei cospiratori contro Ankar intenti a litigare per l'arco stretto da uno di loro.

Ankar e Tagan restarono fermi sul posto a osservare come gli individui coperti da foglie cercavano di prevalere sull'arma.

Infine quello posizionato momentaneamente sull'altro sfilò l'oggetto mortale e con maestria scoccò una freccia che mancò il bersaglio.

"E sia." sussurrò il lupo rosso per poi saltare sulla casa di fronte e iniziare una corsa verso gli obiettivi.

Tagan non aspettò un invito per fare lo stesso sull'antico edificio non molto lontano da lei.

Gli assalitori si separarono e così fecero gli inseguitori, il cane iniziò a prendere la stessa direzione di quello con l'arco e il secondo venne rincorso da Ankar.

Il cacciatore ricoperto di foglie e inseguito dal canide maschio scese fra le strade e quello che doveva essere il suo bersaglio fece lo stesso con la schiena sporca di bianco per la capriola effettuata.

Il cane, ancora sui tetti, afferrò un pezzo di carne trovato lungo la corsa, e del quale non voleva sapere assolutamente nulla, per poi lanciarlo verso chiunque scappasse.

Il piede del malcapitato premette sul cibo appena caduto e lo fece cadere all'indietro.

Questo permise a Tagan di raggiungerlo e bloccarlo in una lotta dominata da forza e resistenza.

Ankar continuava la corsa e guadagnava sempre più terreno grazie ai muscoli delle gambe allenati da battute di caccia riuscite.

Chiunque fosse davanti a lui era consapevole che in poco tempo sarebbe stato raggiunto e afferrò un bastone trovato lungo la strada per poi lanciarlo contro il lupo che, tuttavia, lo evitò con un salto fatto a gambe unite e piegate.

Il cane teneva la schiena poggiata sul tetto mentre afferrava il collo del nemico con il braccio e cercava di legare le proprie gambe al suo ventre.

Strinse le foglie usate come maschera con le dita della mano libera ma dovette ritirarle quando il proprietario del travestimento naturale provò a morderle l'indice e il medio.

Ribaltò la situazione quando girò e si mise a pancia in giù per poi darsi un piccolo slancio e far sbattere la schiena di Tagan che mollò la presa.

Nonostante ciò, stese le gambe e fece lo sgambetto al cacciatore facendolo cadere, stavolta fu rapida e con uno scatto fulmineo, identico a quello fatto dai giaguari affamati dopo aver visto una succulenta preda, strappò quante più foglie possibili dal volto per poi restare ferma.

"Korva." sussurrò.

Il volto di una tigre di sesso femminile fissava il canide senza nessuna emozione.

"Non mettere la lancia sul mio cammino, Tagan."

La felina si alzò pronta a recuperare l'arco ma si ritrovò addosso la cacciatrice dai capelli neri.

Ankar continuava a seguire il bersaglio finché una foglia raggiunse il volto, altre sue simili erano sul terreno come briciole di pane che indicavano la via... l'unica differenza era che queste venivano perse dalla pagnotta.

Spalancò gli occhi quando intuì lo scopo di chi aveva davanti a sè, voleva togliersi il manto fatto di fogliame e sparire.

Il lupo non lo avrebbe permesso.

Poco dopo il cacciatore mascherato svoltò.

"Non un altro passo!" disse una voce familiare.

"Zet!" urlò Ankar.

Raggiunse subito il punto da dove provenirono versi di una zuffa rapida, il manto di foglie era addosso al lupo bicolore steso sul terreno e intento a liberarsene.

Quando il canide dal pelo rosso come il rubino liberò l'amico dall'indumento per poco quest'ultimo non gli diede un pugno.

"È scappato." sussurrò il cacciatore in piedi dopo aver bloccato il pugno del simile.

Tagan si aggrappò sulla schiena della tigre, ma quest'ultima, nonostante il corpo non fosse robusto al massimo, si alzò con fatica e riuscì a piegarsi su sè stessa.

Il cane scivolò e urtò la schiena sul tetto duro per poi ricevere una spinta con il piede che la portò oltre il bordo.

Qui, però, si aggrappò e diede a sè stessa un rapido slancio che le fece assumere la forma di una mezzaluna quando con il piede sinistro colpì la faccia di Korva.

La felina arretrò momentanea stordita ma recuperò subito la lucidità e afferrò l'arco con una freccia al suo interno pronta a prendere la vita davanti a lei.

"Ti avevo detto di non ostacolarmi." sussurrò pronta a lasciare il dardo.

Sussultò quando una lancia le penetrò la schiena e uscì dal ventre sporca di rosso, la tigre si voltò e guardò il lupo rosso fissarla senza alcuna emozione.

Cercò di alzare l'arco nel tentativo di colpirlo al collo, all'addome, persino su un piede sarebbe stato un traguardo... Ma ormai la vita l'abbandonava e la freccia cadde vicino ai suoi stessi piedi.

Korva perse l'equilibrio quando smise di respirare e cadde dalla casa davanti al cacciatore che desiderava morto.

L'ultima cosa che osservò furono i due lupi.

Uno di fianco all'altro.

Il canide rosso premette il piede sinistro sul ventre ed estrasse l'arma insanguinata.

Senza di lei ne restavano due, ma continuava a chiedersi... Perché lei e l'altro hanno lottato?

CIAO!!!!
Vi sono mancato????





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