SGUARDO ALL'ORIZZONTE

Ankar fu il primo a mostrarsi sul campo di battaglia ornato da abitazioni, i suoi piedi calpestavano la terra natia e lo sguardo cercava il suo bersaglio.

Si abbassò per evitare una falciata prodotta da una lancia e usò la propria arma per fare lo sgambetto al suo avversario.

Quando tornò eretto i suoi occhi verdi finalmente osservavano il gatto bianco.

Era poco distante dalla giungla, ultimo nel suo schieramento.

Il lupo, d'istinto, scosse la testa sempre più disgustato dal suo comportamento fondato su strategie codarde.

La corsa riprese più rapida di prima, chiunque provasse a fermare il cacciatore dal pelo rosso finiva sul terreno stordito, sembrava un giocatore di football che correva solitario alla meta.

Niente distrazioni, nessuna esitazione.

Soltanto un nemico avrebbe potuto sorprenderlo alle spalle, ma due mani coperte da una pelliccia dello stesso colore del canide corridore usarono il bastone della lancia come una mazza che gli colpì la faccia e lasciò un segno rosso su di essa.

"Giù le mani da mio figlio!" urlò Akhena sferrando due pugni al volto prima con la mano destra e poi con la gemella.

Infine si sollevò in un rapido salto a gambe tese in avanti, come se fosse sdraiata su un giaciglio a mezz'aria, ed entrambi i piedi premettero con forza sul punto appena colpito.

La lupa matura atterrò di schiena per poi rialzarsi rapida, nelle vicinanze tutti i suoi alleati, al momento non occupati con un nemico, la fissavano sorpresi.

"Che c'è?" chiese prima che tutti tornassero concentrati sulla battaglia.

Finalmente Ankar si ritrovò davanti al felino, quest'ultimo restava impassibile a fissarlo intento a stringere la lancia con la base poggiata sulla terra sempre più umida per via della pioggia che accompagnava il tutto da molto tempo.

"Mettiamo fine a tutto questo, Micah."

Il canide strinse la lancia in posizione obliqua e venne imitato da chi aveva di fronte.

"Sia." rispose brevemente il cacciatore dalla pelle candida e totalmente opposta all'aspetto del suo cuore.

Tagan osservò la scena e calpestò il piede del suo avversario con il bastone dell'arma per poi saltare su Liam.

"Ma cos-"

"Scusa, ma devono osservare tutti."

Ci mise poco a restare in equilibrio sulle spalle del cacciatore robusto, mentre quest'ultimo poggiava le mani sui piedi del cane per evitare una possibile caduta.

Proprio in quel momento un cacciatore della fazione opposta caricò verso il felino dal pelo nero sicuro di abbatterlo per via delle braccia occupate.

"Io non lo farei."

Tuttavia la corsa continuò, almeno fino a pochi passi dal bersaglio quando un calcio gli urtò i genitali e lo costrinse in ginocchio dolorante.

"Eri stato avvertito."

Con una ginocchiata in faccia lo rese inoffensivo.

"DUELLO MORTALE!"

Fu ciò che disse Tagan a voce assai alta per sconfiggere il rumore della pioggia e della battaglia, quelle due parole furono sufficienti per ottenere l'attenzione della propria tribù e di quella a cui il lupo apparteneva tempo prima.

La prima conosceva l'usanza e la seconda poteva immaginare che significato avesse la piccola frase appena udita, bastava aggiungere la vista dei due cacciatori l'uno di fronte all'altro per ottenere il risultato sperato.

Un pubblico che avrebbe osservato, persino Mornei avrebbe assistito aiutato da Ember a restare in piedi.

"Ora hai anche una folla, sei contento?"

Micah fissò il suo nemico.

"Sarò contento quando sarai morto."

Il canide agitò l'arma in avanti un paio di volte impegnato in altrettante finte e, infine, affondò un colpo reale che venne intercettato dal bastone rivale.

Il gatto bianco agitò l'asta e spedì indietro la lancia per poi provare una falciata rapida sulla gola che andò a vuoto, mentre Ankar colpì la sua gamba sinistra con il legno quasi come fosse una frusta e subito dopo provò un altro affondo.

Tuttavia il suo bersaglio rotolò su un fianco e approfittò del suo continuo contatto con il terreno per afferrare frammenti di esso che, poco dopo, lanciò sulla faccia di chi aveva di fronte.

Quest'ultimo evitò che i corpi estranei finissero negli occhi ma perse la vista sul nemico e per miracolo evitò un attacco al ventre, con l'aspetto di una carica a lancia tesa, dal quale uscì con una ferita superficiale poco sopra l'ombelico.

Il suo bersaglio gli dava le spalle e provò a trapassare il suo corpo con un terzo affondo, Micah, però, fece una guravolta sul lato e, nel mentre, agitò l'arma per ferire il volto del nemico.

Ankar si abbassò in tempo e saltò addosso al gatto per poi finire a terra insieme ad esso.

Dopo pochi tentativi riuscì ad avere una posizione di dominio e sferrò diversi pugni sul volto dell'avversario spinto da quella rabbia covata in poco tempo, ma abbastanza grande da sembrare infinita.

"Hai spezzato la tribù!

L'ennesimo pugno venne bloccato dal felino che iniziò a fare resistenza finché i due tornarono sul terreno a cercare di prevalere l'uno sull'altro.

Ankar finì di schiena sulla terra che ormai era possibile vedere mischiata sul pelo rosso, mentre il suo nemico afferrava una delle lance, provò a colpire il lupo ma si ritrovò con l'arma bloccata a mezz'aria a causa della stretta del cacciatore che stringeva il bastone.

Per qualche istante niente rimase immutato finché una testata colpì il volto del felino che, con il naso sanguinante, cadde.

Un calcio fece allontanare l'altra arma e un piede rosso si poggiò sul petto bianco, anche se ormai dei colori naturali di entrambi restava poco contaminati dalla terra e abbattuti dalla pioggia.

La punta di pietra affilata tremava a mezz'aria diretta verso il collo di chi stava sdraiato, le quattro braccia che stringevano l'oggetto di morte tremavano per la forza con cui agivano.

La posizione favoriva chi stava eretto che doveva affondare, mentre il suo opposto era costretto a spingere.

La punta, seppur lenta, iniziò ad avvicinarsi al collo candido pronta a trapassarlo.

Un rumore arrivò alle orecchie di Micah che potè notare Jarvia camminare zoppicante.

"Aiutami!"

Sembrava un ordine più che una richiesta, ma alla vista di chi amava in pericolo il puma decise di accorrere.

Due passi e finì sdraiata faccia sul terreno per il dolore alla coscia.

"Che cosa aspetti?! Aiutami!"

La cacciatrice fissò il simile di classe con un po' di terra sul volto.

"Aiutami!"

Solo allora notò lo sguardo di Ankar che la schiacciava, quegli occhi verdi potevano essere così carichi di collera e odio.

"Che cosa fai ancora lì! Aiutami!"

Delle lacrime caddero silenti da entrambi gli occhi e scivolarono fino a raggiungere il mento, non era il dolore fisico a causarle, ma, bensì, quello morale.

Era stata cieca, si era coperta la vista con le sue stesse mani.

Se davvero il gatto l'amava non la costringerebbe a muoversi con una ferita fresca sulla coscia, una ferita causata da lui stesso.

Jarvia voltò lo sguardo.

"Le nostre scelte hanno conseguenze."

Il lupo diede ancora più forza al suo attacco, nonostante ciò l'arma iniziò a spostarsi lontano dal collo... ma non andò lontano.

La punta ferì la spalla sinistra del felino che, preso dall'istinto più che dalla sua solita astuzia, si coprì il punto più rosso che bianco.

Questo tolse l'unica cosa che aveva impedito al primo attacco di andare a segno.

Ankar alzò la lancia pronto a raggiungere lo scopo che desiderava, ma proprio quando era in procinto di abbassare le braccia il suo sguardo catturò qualcosa.

Il piede iniziò a fare poca pressione e fu facile per Micah strisciare via fino a correre in mezzo alla giungla.

Lockla corse vicino al lupo sicuro di chiedergli perché avesse permesso al suo nemico di scappare ma finì per osservare lo stesso punto che l'opposto di classe guardava.

"Cosa hai fatto?!"

Mornei si staccò dalla coniglietta e avanzò debole fino a raggiungere il simile.

"L'hai lasciato scappare dopo tutto que-"

La mano destra del giaguaro gli afferrò il mento e lo costrinse a guardare dove entrambi puntavano gli occhi.

Come fosse un copione la sua reazione fu la stessa degli altri due.

"Il Dio Mare porterà qualcosa di oscuro, mentre il Dio Cielo piangerà."

Il padre di Tagan sussurrò le stesse parole dette da Onias giorni prima.

Da dove si trovavano i tre era possibile scorgere il mare, sulla sua superficie un enorme vascello passeggiava indisturbato.

Questo era ciò che potevano vedere da quella distanza, se fossero stati più vicini avrebbero notato alcune scialuppe in avvicinamento occupate da strani cacciatori vestiti con abiti grigi e assai pesanti e armi mai viste.

I Conquistadores erano arrivati.

SONO VIVO!
Comunque che ne pensate? Ve l'aspettavate?

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