SEGNI DEL DESTINO

"La caccia ha fine qui." commentò Tente intento a osservare il fiume sottostante, i suoi occhi cercavano il lupo fra le acque feroci ma di lui nessuna traccia.

Kuningas strinse la lancia con forza mentre accettava l'idea che il responsabile della morte di suo figlio fosse morto in un modo così poco appagante, chiuse gli occhi mentre chinava il capo.

"Non è possibile." sussurrò l'aquila quando vide Ankar appoggiarsi sulla riva con il fiatone dovuto alla corrente prepotente, non mostrava nuove ferite tranne quelle già viste.

Si mise in ginocchio e, una volta recuperato il fiato, si alzò con la testa verso i suoi inseguitori.

"Anch'io sono un cacciatore!"

Il suo tono sembrava quello di una normale conversazione.

"E sono sicuro che dopo molti anni dalla mia morte i miei discendenti procureranno il cibo alla propria tribù! Saltate se volete! Ma se mi seguite non avrete degli eredi!"

Respirò pesantemente per la valanga di emozioni che attraversava il corpo.

"Io sono Ankar! Detto Quinta Alba!"

Turkis fissò il canide mentre il proprio cuore accelerava.

"Non dobbiamo seguirlo."

Il leone non disse nulla, si limitò a girare di poco la testa come per voler dare una chance di parola allo sciamano.

"La profezia di Onias... Oggi sarà due volte notte e quando è calata la prima ha salvato la sua vita, poi il tuo sangue Kuningas... Lyon era tuo figlio perciò aveva il tuo stesso sangue..."

Nonostante le parole ardite del lupo nero il leone maturo non si mosse di un millimetro e la sua espressione quasi apatica non mutava.

"... Ha eluso il figlio della Dea Giungla, il giaguaro, con estrema facilità, ha fatto un salto da noi ritenuto impossibile e ora ha detto che tutti lo chiamano Quinta Alba."

"Verrete uccisi da una quinta alba che non vedrete mai." commentò Enena intenta a osservare i suoi compagni altrettanto tesi, solo Kuningas mantenne un volto saldo.

"Sono tutte sciocchezze!"

Il leone si voltò verso i cacciatori.

"Quel lupo è già con i piedi nella fossa da quando ha versato il sangue di mio figlio."

Quando disse l'ultima parte sbattè la base della lancia in mezzo all'acqua.

"Kuningas dovr..."

"Salta dalla cascata o la corrente trascinerà il tuo cadavere."

La minaccia ebbe effetto sul lupo che, dopo qualche istante di preparazione emotiva, saltò.

Ankar si ritirò nella giungla non appena sentì il tonfo che divise l'acqua in tanti schizzi, Kuningas fu l'ultimo a saltare per evitare che uno dei compagni si tirasse indietro.

Uscirono tutti illesi mentre salivano sulla riva, il felino che guidava il gruppo fissò la giungla davanti a lui.

"La caccia continua."

Il lupo nel frattempo correva in mezzo alla vegetazione... si fermò poco dopo.

Era inutile scappare, loro l'avrebbero inseguito ovunque.

Erano in molti ma la mente portò a galla un ricordo creato da Insta.

"Un giorno molti sciacalli mi attaccarono durante una battuta di caccia, ero solo e il villaggio distanziava troppo per poterci tornare vivo."

Mentre le parole del genitore infondevano coraggio al figlio quest'ultimo si voltò a guardare dietro di sé.

"Ma sappi che un gran numero di nemici non vuol dire morte certa se sai cosa fare... dividi e conquista."

Un detto usato anche dagli europei, significava che bisognava separare i nemici e sopraffarli individualmente.

Corse per qualche metro fino ad arrampicarsi su un albero, strinse il ramo più vicino mentre il sole gli scaldava la schiena.

Era l'una di pomeriggio ormai ad Ankar serviva del tempo per pensare, i suoi inseguitori sarebbero arrivati da davanti perciò il sole li avrebbe accecati.

I dodici infatti continuavano a camminare lenti e attenti al minimo movimento estraneo al gruppo, osservavano terra e alberi mentre il sudore colava sulla pelle coperta da peli, o piume, il leader si fermò e perciò anche gli altri bloccarono i piedi.

"Tutti insieme perdiamo tempo, separiamoci."

Andò avanti senza dire altro con la lancia che non si muoveva di un centimetro.

Ankar fissava il terreno senza vedere nessuno dei bersagli ma avvertì un altro ricordo trasmesso dal genitore.

"Un cacciatore può cacciare animali tutto il tempo in cui il sole resta in cielo ma quando si ritrova preda di altri come lui può soccombere oppure reagire."

Chiuse gli occhi mentre tornava con la mente a quei tempi addietro, suo padre approfittava della minima occasione per dargli un consiglio.

Quello che ora ricordava gli fu dato dopo la sua prima battuta di caccia.

In genere i padri raccontavano ai figli leggende create dai propri antenati ma Insta preferiva preparare il figlio al futuro incombente.

"Se vuoi sopravvivere in questo caso devi essere quattro cose: il respiro della morte, devi respirare così piano da sembrare morto, le mani del dolore, devi colpire veloce e più ferocemente possibile per abbattere il nemico, il cuore della trappola, ogni trappola che crei deve essere fatta con un pezzo della tua anima per sentirla vivere, e la mente della lancia, ossia usare ogni arma come se fosse il tuo braccio e quindi comandarla con la testa invece che con la forza."

Tornato al presente il lupo sorrise.

"Papà..." sussurrò mentre avvertiva la sua mancanza.

Il suo orecchio destro avvertì un piccolo sibilio, si portò alla sua sinistra e fra la mano opposta strinse un serpente giallo con due piccole corna sulla testa.

I biologi lo avrebbe chiamato "Crotalo delle Palme".

Il rettile senza coscienza continuò a dimenarsi mentre mostrava le zanne piene di veleno.

Il lupo era stato rapito da esseri più velenosi di quel serpente.

Guardò verso il basso, dei passi si avvicinavano sempre più forti.

Jakov forse fino alla base dell'albero attratto da un rumore prodotto dalla schivata del canide per evitare il serpente.

Il sole non gli permise di avere una visuale perfetta ma bastò per notare una figura sopra il tronco.

"L'HO TR...!"

Cadde a terra mentre un dolore acuto colpì il collo, Ankar aveva lanciato il serpente che aveva reagito nel modo creato dalla Dea Giungla, il lupo saltò giù dall'albero e corse via.

Poco dopo Kuningas e gli altri raggiunsero la lucertola con la mano sinistra sulla ferita.

"A-aiutatemi." implorò mentre le lacrime scendevano sulle scaglie rosse e la mano libera era tesa verso il suo leader.

Il leone si chinò e osservò le braccia del compagno, quest'ultimo sussultò quando la pietra affilata di un coltello creò un taglio sui polsi con la conseguente fuoriuscita di sangue.

"C-che cosa fai?" chiese Jakov con la paura alle stelle mentre osservava il felino tornare in piedi.

"Così sarà più veloce." commentò Kuningas per poi tornare ad avanzare mentre gli altri cacciatori poterono solo dare un'ultima occhiata alla lucertola tremante che tendeva verso di loro la mano sinistra ormai debole.

Proseguirono mentre il rettile steso sul terreno si avvicinava sempre più all'ultimo respiro.

CIAU!
Che ne pensate?

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