REAZIONE A CATENA
Il sangue continuava a scendere dalla ferita aperta come se quest'ultima piangesse per quel dolore che il lupo non mostrava.
Il fluido scarlatto si mischiava al pelo rosso e, nonostante il colore simile, si poteva distinguere benissimo.
Tente aveva già teso l'arco un'altra volta pronto per scoccare la freccia contro il nemico.
"Il prossimo a morire sarai tu." sussurrò furioso per la morte del toro.
"Scocca verso la gamba." intervenne Kuningas con il suo solito volto impassibile.
Condivideva lo stesso pensiero di Masha ma con l'aggiunta di torturare il canide prima di spedirlo dal Dio Morte.
Mentre l'aquila guardava per un istante il leader con la coda dell'occhio, Ankar trafisse il terreno umido con la metà anteriore del piede.
Lo fece consolidare alla perfezione come fosse l'ancora di una nave.
Quando il rapace acconsentì alla richiesta del felino il piede rosso si alzò di scatto e il suolo sopra di esso venne lanciato verso i due.
La mira di Tente venne inquinata e fu costretto ad abbassare l'arco mentre Kuningas lanciava la sua lancia che, però, mancò ancora il suo bersaglio.
La punta di pietra sfiorò la nuca ma dovette accontentarsi del muto suolo piuttosto della carne fresca.
"Non l'ho tr..."
Turkis tornava indietro dal suo giro di avanscoperta quando venne buttato a terra dal lupo diviso fra rosso naturale e grigio fangoso.
"Muoviti Turkis!" rimproverò il leader mentre correva dietro al lupo.
Tente teneva la freccia salda pronto a scoccare mentre l'arco era rivolto verso il basso, sembrava un poliziotto con la pistola all'ingiù durante una perquisizione di un enorme magazzino abbandonato.
Il lupo nero invece fissò per diversi istanti il cadavere di Sota con gli occhi spalancati e una pozza scura che partiva dalla gola.
Girò su sé stesso e seguì i compagni.
Il leone fissava intorno mentre l'aquila guardava gli alberi per evitare un attacco aereo.
Lo sciamano arrivò poco dopo e si limitò a osservare le retrovie con la lancia pronta all'uso mentre camminava all'indietro.
Ankar li osservava tutti e tre muoversi con attenzione fino a sparire dal suo campo visivo.
Il lupo si era nascosto sugli alberi nuovamente e si spostava da un tronco all'altro tramite le liane quando gli occhi dell'uccello non potevano vederlo.
D'altronde bastava andare sull'albero appena osservato, non poteva immaginare che il bersaglio poteva spostarsi ancor meno pensare di farlo su punti già controllati.
Osservò la ferita sul braccio.
Doveva fare qualcosa e fu allora che le parole del padre tornarono nel momento del bisogno.
Scese dall'albero mentre nella sua testa poteva sentire un pianto... Un pianto che proveniva da un sé stesso di soli sedici anni.
Era in ginocchio e l'acqua non smetteva di scendere dai suoi occhi mentre osservava una brutta ferita sulla gamba del padre.
Insta sorrideva e accarezza la piccola chioma nera del figlio.
"Va tutto bene." sussurrò mentre stringeva a sé il giovane Ankar che poggiava la faccia sul pelo grigio del canide
"Morirai per colpa mia." disse il lupo più piccolo mentre bagnava la pelliccia del genitore.
Non serviva un medico o un insegnante per capire che una ferita del genere poteva essere fatale all'epoca e, sopratutto, per la mancanza d'igiene.
"No."
Sorrise l'adulto mentre usava la propria lancia come bastone.
Quella era stata la loro terza battuta di caccia insieme e la fretta giovanile del lupo lo aveva messo sul menù di un giaguaro.
Suo padre lo salvò all'ultimo ma riportò quel taglio per una pietra vicino a un albero.
"Ecco... Guarda".
Indicò diverse formiche dall'endoscheletro marrone, quasi come la sabbia del deserto, erano una sopra l'altra e sembravano creare un nido vivente.
Gli scienziati avrebbero chiamato quegli ammassi di formiche "bivacchi".
"Queste formiche sono state create dalla Dea Giungla per aiutarci."
Ne afferrò una, quegli insetti mostravano due tenaglie nere, lunghe e curate l'una verso l'altra, come quando pollice e indice formavano un O.K., la posizionò sulla ferita e poco dopo strinse i denti mentre la schiena faceva uno scatto all'indietro.
Rimosse il corpo dell'insetto e lasciò solo la testa, ne prese un'altra e fece lo stesso.
Le tenaglie tenevano la ferita chiusa e il genitore sorrideva.
"Portami due pezzi di liana grandi come una mano."
Usò la corda vegetale per coprire la gamba.
"Ricorda questo giorno Ankar."
Il lupo non si dimenticava mai dei giorni passati insieme al padre.
Per poco non sbattè la testa su un tronco per il dolore di quel morso, era come se quel taglio fosse cucito da un ago arrugginito.
Ne bastarono due e altrettanti furono i pezzi di liana.
Quelle erano "Formiche Legionarie" ma, per il trattamento appena usato dal lupo, avrebbero assunto il secondo nome di "Formiche di Sutura".
Aderì la schiena sul legno mentre qualcuno passava alle sue spalle.
Apis continuava a camminare verso il fiume mentre un taglio era visibile sulla parte posteriore del corpo, non molto lontano dal pungiglione, fresco e sanguinante.
Il canide afferrò un piccolo ramo sul terreno e usò il ginocchio per dividerlo in due bastoni appuntiti.
Boka correva verso la sponda del fiume mentre il suo fiato si faceva più pesante.
Gli alberi finirono e il corso d'acqua mostrò la verità, l'orribile verità.
Il fratello era ancora disteso a faccia in giù senza vita, il toro si inginocchiò al suo fianco e girò il corpo del simile.
Mise il palmo destro sulla sua nuca e il sinistro al centro della schiena mentre lo avvicinava a sé.
"Non ti lascierò al Dio Morte in questo modo." sussurrò in lacrime mentre distendeva il bovino in modo ordinato.
Usò le mani come fossero una pala fino a sporcarle completamente di terra, quando la fossa fu abbastanza profonda adagiò Sota all'interno.
Stette minuti e minuti a osservarlo.
"Avrò cura io di lei."
Corpì il buco con tutta la terra rimossa per poi sedersi vicino a essa.
"Kuningas..."
"Pensi sia frutto della sua opera?" chiese Apis mentre bagnava il taglio, era lì da diverso tempo ma non voleva disturbare il compagno.
"Mio fratello è morto perché lui deve vendicare il figlio."
Osservò la terra smossa mentre pensava a come non avesse battuto ciglio alle dipartite di Jakov e Masha.
"E allora... Cosa vuoi fare?"
"Ucciderò il lupo..."
Si alzò per poi lavarsi le mani nel fiume.
"... e poi farò lo stesso con Kuningas."
Afferrò la lancia e ritornò fra gli alberi mentre la vespa non sospettava minimamente di essere osservata dal lupo che iniziò a camminare verso di lei.
CIAU.
Che ne pensate della reazione a catena?
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