NUOVA GESTIONE
Akhena voltò il proprio corpo per poter fissare negli occhi il felino che aveva osato esiliare il suo secondogenito.
"Cosa hai fatto a Mornei?" chiese intenta a muovere le gambe in modo sicuro in avanti.
"Le tue parole sono taglienti come la pietra della tua lancia, Akhena."
Micah avanzò a sua volta finché i due furono abbastanza vicini da sentire il respiro l'uno dell'altra sul pelo.
La lupa fissava gli occhi di chi aveva di fronte senza che le pupille fosse alzate o abbassate vista l'altezza identica di entrambi.
"Non hai risposto alla domanda." sussurrò la più anziana senza perdere la rabbia nello sguardo.
Il conflitto fra gli opposti di classe era così intenso che nemmeno uno fra i presenti riuscì a scorgere Kawab intento ad avanzare con la schiena curvata in avanti.
Raggiunse la casa del gatto bianco per poi voltarsi per un istante a osservare Akhena, fu proprio in quel momento, veloce come quanto la caduta di un fulmine, a permettere a uno sguardo di vedere il cane intento a entrare.
Il canide restò immobile quando i suoi occhi centrarono la figura di Mornei, il leader era seduto sul giaciglio privo di sensi, mentre delle liane robuste erano avvolte con durezza attorno ai polsi e alle caviglie grigie.
Ma la cosa che colpì di più il cacciatore fu un altro pezzo di tessuto vegetale stretto al collo, non molto per ucciderlo ma abbastanza da far morire la parola nella gola.
Kawab si voltò di scatto pronto a usare l'arma ma si ritrovò davanti Sophira che, distrattamente, aveva provocato troppo rumore durante la sua entrata.
"Mornei." sussurrò la felina con il labbro spaccato mentre osservava il capotribù bloccato come un qualunque prigioniero.
Il cacciatore dal pelo bianco si avvicinò rapidamente al lupo e iniziò a sfregare la pietra della lancia sulla liana che teneva bloccata la mano destra.
"Sophira, se mi aiuti possiamo liberarlo prima."
La gatta fece due passi rapidi prima di restare ferma sul posto, il bruciore sul labbro, ora leggermente gonfio sul punto colpito, non faceva che ricordarle ciò che Lika e Akhena pensavano di lei in quel momento.
"Sophira." sussurrò nuovamente Kawab.
Cosa sarebbe successo se Mornei fosse tornato a capo della tribù? Lei sarebbe stata esiliata o almeno in modo spirituale, non avrebbe più avuto una famiglia.
Alzò lo sguardo sul leader per poi fissare dietro di sè.
"Sophira, dove..."
Quando il cacciatore alzò lo sguardo notò che era rimasto solo.
"Kawab sta liberando Mornei!" urlò la gatta appena uscita.
Micah strinse la propria lancia ma ricevette un colpo di bastone sul volto.
Akhena aveva fatto lo stesso e si preparava alla lotta, nel frattempo intorno ai due la tribù si era divisa in una battaglia dettata da chi condivideva il punto di vista della lupa e chi quello del gatto.
"Il Dio Sole ti ha fatto vedere molti anni, come pensi di poter essere al mio livello?" chiese il felino intento a sorridere.
Per tutta risposta il canide fece un piccolo scatto e poggiò entrambe le mani sulle spalle bianche per poi fare una verticale in aria e atterrare con i piedi sul terreno proprio dietro il suo avversario a cui diede un colpo sul posteriore tramite il legno della lancia.
"La Dea Giungla allena il mio corpo in ogni singola caccia."
Nel frattempo il leader momentaneo si massaggiava il punto colpito, umiliato quanto furioso.
Fu lui a prendere l'iniziativa e scontrò l'arma con quella della cacciatrice matura così da creare una ics fatta di legno e pietra.
I bastoni sfregarono fra loro come fossero spade impegnate in un duello medievale, quando le lance tornarono interamente ai proprietari Akhena colpì il ventre del gatto con la base dell'oggetto fra le sue mani.
Micah si curvò leggermente per il fiato mancante e fu facile al lupo costringerlo sul terreno.
"Perché?" chiese con un piede sul torace dell'avversario.
"Perché hai esiliato mio figlio? Perché hai creato tutto questo?"
Le mani rosse indicarono la tribù che si rivoltava contro sè stessa, gli amici che incrociavano le lance senza ricordarsi i momenti in cui le avevano usate gli uni affianco agli altri.
Tuttavia la risposta non arrivò in quanto Kabal, tornato in piedi dopo la batosta ricevuta dalla lupa, afferrò la cacciatrice dalle spalle.
Il felino tornò in piedi e si avvicinò minacciosamente ma solo per ricevere un paio di calci, l'ultimo dei quali favorì la fuoriuscita di sangue dalla narice destra.
"Kabal!"
La voce femminile venne seguita da un pugno in testa proveniente da Lika che
afferrò il topo e lo spinse contro Talia, quest'ultima fece scontrare il suo pugno sulla faccia del roditore.
Akhena, tornata libera, costrinse l'avversario a sentire il terreno sulla schiena un'altra volta.
Le lance avevano formato una ics molto più stretta questa volta, come se le linee fossero lunghe e molto meno oblique del solito.
Gli occhi del felino finirono per centrare Sophira che, in tutto questo, era rimasta a guardia della casa.
Micah raccolse tutte le sue forze e riuscì a liberarsi della lupa per poi correre verso la gatta.
"Fermatevi!"
La sua voce sembrò avere effetto e la battaglia cessò, mentre tutti lo fissavano in silenzio.
"Siamo un tribù, una sola famiglia, un unico cuore."
Akhena fissava chi parlava con molta diffidenza non erano parole dettate dal cuore, giocava d'astuzia.
"Adesso, perché non gettate le armi."
Solo allora il suo gioco venne fuori, la lancia mirava alla schiena della gatta poco più avanti di lui ma, allo stesso tempo, non toccava il pelo nero.
L'aveva presa in ostaggio senza che lei potesse accorgersene.
La lupa matura era furiosa nei confronti della figlia adottiva, ma restava comunque la piccola Sophira che aveva cresciuto e nutrito.
A malincuore gettò l'arma e lo stesso fecero Lika, Talia e tutti gli altri.
"Grazie Sophira, il tuo aiuto è stato prezioso." sussurrò Micah intento a camminare sorridente.
Mentre la gatta si voltava verso la casa... Kawab era scomparso.
Il cane era già in mezzo alla giungla intento a fissare come il gatto avesse preso il potere nel suo villaggio.
"Piangerete per questo giorno, lo giuro sulla Dea Giungla, piangerete."
Ankar fissava l'amico quasi privo di respiro per quello che aveva udito, sua madre, sua sorella, Talia, Liam... erano tutti in pericolo.
"Ho camminato senza sosta per arrivare qui... Ankar, ti prego, forse non mi perdonerai mai per quello che ti ho fatto ma, ti prego, dai a Micah ciò che merita."
Kawab ebbe solo il tempo di sbattere le palpebre per idratare gli occhi, quando il suo sguardo tornò fisso il lupo era scomparso.
CIAU.
Allora, secondo voi come finirà?
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