capitolo 8.

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«Strano che sia proprio tu a dirlo quando l'idea di distruggere il South è stata tua no, amore? Mi sa che ti sei persa l'articolo del giorno Sole, sei in prima pagina.»  

Josh con un cenno del capo mi indica alcuni giornali che stanno circolando tra i vari studenti e, quando vedo che quelli del South mi guardano con odio misto a disgusto, mi dirigo verso il tavolo più vicino a me e ne sfilo una copia dalle mani da una ragazza che subito borbotta, ma non ci faccio caso.

Josh aveva ragione, sulla copertina del giornalino c'è un primo piano di una mia foto presa dal mio profilo Instagram con sopra una scritta a dir poco squallida, anche per me: 'reginetta vindice: Marisol Celine di Laurentiis contro il South; volevo vendicarmi del mio migliore amico.'

«È una palla.» decreto rigida mentre sfoglio il giornalino fino ad arrivare alla pagina che riguarda l'articolo incriminatorio. Do uno sguardo veloce a cosa c'è riportato e mentalmente faccio un applauso alla persona che l'ha scritto, deve proprio odiarmi dato che mi ha raffigurata più stronza di quanto io non sia già «sono tutte cazzate.»

«Eppure il giornalino non mente mai.» afferma Richard mentre gongola su sé stesso lanciandomi un sorrisino scaltro. Mi avvicino al suo tavolo e stringo tra le mani la bottiglietta in plastica di coca cola che era lì appoggiata facendo strabordare il liquido addosso a lui che, subito si alza inviperito «Sei impazzita!» esclama furibondo.

«Oh no, Richard. Semplicemente odio le bugie quindi dimmi chi cazzo ti ha dato queste informazioni.» ribatto apparentemente tranquilla mentre scandisco ogni singola parola. E se fuori mi mostro così dentro di me c'è un mix di nervosismo e acidità che mi sta ribollendo nel sangue.

«Top Secret, Marisol.» ridacchia sorpassandomi. Ma, fortunatamente essendo un ragazzo mingherlino e alto quanto me riesco ad agguantarlo per un polso senza troppa difficoltà. Dalla coda dell'occhio riesco a notare ogni ragazzo fare un filmato con il suo stupido telefono per riprendere questo teatrino che dio, è realmente ridicolo.

«Escimi il nome Richard, altrimenti sarai tu a pagarne le conseguenze. E questa non è una bugia.» sibilo mentre cerco di stringere ancora di più il suo polso. So che non è stato lui ad aver scritto di sua spontanea volontà questo articolo per due semplici motivi: il primo è che non conosce le vicende tra me e Sebastian e di conseguenza non ci avrebbe mai potuto scrivere un articolo con delle informazioni così riservate e secondo so che l'ha scritto al posto di qualcun altro con una sola promessa, diventare capo redattore. Per quanto lui possa odiarmi sa che in questa scuola siamo pochi ad avere il coltello dalla parte del manico, e lui non è uno di questi, perciò, solo uno di noi, dei piani alti, avrebbe potuto fare una promessa del genere.

«Mi fai male, vuoi che scriva un articolo anche su quanto tu sia aggressiva?» domanda retorico mentre mi guarda negli occhi, non più con la sicurezza di prima, e cerca di divincolarsi.

«Suvvia Sole, la stai prendendo troppo sul personale.» mi ammonisce Josh affiancandosi a me e sfilando dalla mia presa la mano di Richard che subito si defila fuori dalla mensa.

«L'hai fatto scappare.» cerco di inseguire Richard per placcarlo e sfilargli qualche informazione solo che la sua mano mi agguanta prima che io possa fare troppi passi. Beh, te la sei cercata anche tu amore mio dato che ho un conto in sospeso con entrambi.

«Dovevi dirmelo, Josh.» punto un dito sul suo petto delusa dal suo comportamento non appena mi volto verso di lui. Nel frattempo, Eileen, Wade e –stranamente- anche Sophie stanno facendo sgomberare tutti dalla mensa. Tutti tranne quelli del South a quanto pare dato che sento i suoi occhi infiammarmi la schiena.

«Cosa doveva dirti eh, Sole?» si intromette una voce sprezzante alle mie spalle che immediatamente mi fa irrigidire «di quanto tu sia meschina e bugiarda verso chiunque non sia tu?»

Mi volto verso Sebastian ostentando una sicurezza che non sapevo di avere e immediatamente aggancio le mie iridi di colore diverso alle sue che sono diventate di un verde intenso. Il suo collo e le sue braccia sono piene di vene che sporgono e poiché ho imparato a conoscerlo so che è così nervoso che potrebbe distruggere la scuola mattonella dopo mattonella senza alcun problema. 

Josh al mio fianco irrigidisce la mascella e si posiziona accanto a me non curante del fatto che io mi sia mossa per andare incontro a Sebastian. Quando vede che mi sono allontanata da lui alterna lo sguardo tra me e il mio ex migliore amico e solo quando ci siamo fermati uno di fronte all'altro proferisce parola «non rivolgerti così a lei.»

Sebastian ride non curante di ciò che sta dicendo Josh ribattendo con tono sarcastico e sicuro di sé «altrimenti cosa, capitano? Mi farai il culo?»

«Non vuoi davvero saperlo, Morris.» Josh assottiglia lo sguardo e capisco che fa sul serio. Anche se adoro leggere delle liti tra ragazzi nei libri, preferirei evitare di vederne una al momento dato che sono sicura che Josh ne uscirebbe sconfitto. Ho molta fiducia nel mio fidanzato ma oggettivamente Sebastian lo metterebbe KO con un pugno, data la sua stazza imponente.

«Dimmi dove figlio di papà, non vedo l'ora di vederti tornare a casa piangendo.» Sebastian si siede sul tavolino alle sue spalle e allarga le braccia sfidando Josh con lo sguardo ma io, mettendomi in mezzo ai due interrompo il loro contatto visivo.

«Voi due non farete un bel nulla.» decreto lapidaria guardando i due fissi negli occhi. 

«È la prima cosa saggia che dici principessa da quando ho messo piede in questa scuola di merda. In fondo sai chi ne uscirebbe vincitore.» e anche se odio ammetterlo, anche lui per la prima volta da quando ha messo piede in questa scuola ha ragione. Ma non glielo dico.

«Principessa?» sussurra Josh cercando di attirare la mia attenzione che, volontariamente evito rivolgendo il mio sguardo all'uomo che più odio al mondo, dopo mio padre sia chiaro.

«Vattene.» sibilo a denti stretti verso il mio ex migliore amico che ha ancora un sorriso da idiota sul volto.

«Dai raggio di sole, non puoi precludermi questo divertimento. Non vedo Seb in azione da parecchio tempo.» si intromette Axel alzandosi in piedi e avanzando verso il suo migliore amico. Istintivamente abbasso lo sguardo sulla sua gamba destra e non noto nessuna differenza con la sinistra, non sembra essere di metallo...sembra essere normale. Lui anche se si accorge del mio sguardo fermo lì non dice niente, e mentalmente lo ringrazio.

«Ed è meglio così, non vogliamo finire ancora di più nei guai. Guardia bassa, ricordate?» dichiara JJ che fino a quel momento era rimasta in silenzio. Con le sue movenze eleganti anche lei si avvicina a Sebastian, mettendosi dal lato opposto ad Axel e adesso sì che è guerra fatta. Se prima era soltanto un'idea, un pensiero, che North e South fossero completamente in competizione adesso ne vedremo delle belle dato che Josh e Sebastian sono a capo di queste due fazioni.

«A me eccita vedere i ragazzi combattere.» Betty saltella e con un sorriso sornione, come se non stesse accadendo nulla di che, si affianca a Eileen che nel frattempo ha lo sguardo abbassato.

«Ti posso accontentare quando vuoi zuccherino.» Axel fa un occhiolino ammiccante verso la mia migliore amica che in tutta risposta ridacchia e sento Josh stringere i pugni dietro di me.

«Nessuno farà niente qui dentro.» affermo austera mettendomi al centro della stanza seguita da JJ che come me mostra il suo disappunto.

«Quanto sei noiosa dio, dovresti venirti a fare un giro all'inferno.» ridacchia Lindsay alzando gli occhi al cielo con fare annoiato. Ma immediatamente si ammutolisce quando riceve un'occhiata gelida da Sebastian. 

«Scherzo,» si giustifica con un tono di voce più basso del normale alzando gli occhi al cielo, per poi aggiungere un «forse» ancora meno udibile questa volta mentre mi fissa negli occhi con un sorriso malvagio a contornarle quel viso da apparente angioletto che si ritrova. Ma nessuno le presta molta attenzione. E io ovviamente non faccio caso a ciò che dice, semplicemente devio il mio sguardo sugli altri.

«Io ci sto» afferma ad un tratto il mio ragazzo sorprendendo tutti i presenti «è arrivato il momento di far vedere a questi poveracci chi comanda.»

Ad un tratto un fischio si leva nella sala e vedo che il responsabile è Axel che batte i pugni sul tavolo infervorato da come si sta ribaltando la situazione. Anche uno dei gemelli, Zade, segue l'esempio di Axel e fomenta Josh che ha un sorriso vittorioso sul volto.

«Sei pazzo? Cosa ti è saltato in mente.» sussurro adirata a Josh che sta guardando con occhi pieni di sfida il suo nemico che, al contempo, sta fissando noi. Ma lui non mi risponde, o meglio non lo fa a me.

«Ti stai prendendo troppo spazio in questa scuola. Prima il posto da capitano e adesso dai stupidi nomignoli alla mia ragazza. Devi girarle alla larga.» 

«Josh-» ma non faccio in tempo a parlare che mi ritrovo davanti Sebastian che con il suo solito atteggiamento da sfrontato e provocatore si è alzato dal tavolo per arrivare fino a noi. Fa un ghigno beffardo che fa spuntare una fossetta, che quand'ero piccola amavo, e il mio sguardo cade sulle sue labbra che lambisce con la lingua mentre il suo sguardo è fisso su di me. Cristo, adesso gliela strappo e cavo i suoi occhi così la smette di guardarmi in quel modo. Come se sapesse leggermi dentro, come se sapesse cosa effettivamente provo quando lui è nelle vicinanze. Tuttavia, non sa o non vuole ammettere a sé stesso che l'unico effetto che mi provoca è il disgusto oltre che la rabbia.

«Beh, ma prima dovremmo chiedere alla principessa se le piace essere chiamata così. Ti piace ricevere queste attenzioni, occhi belli?» mi scosta una ciocca di capelli dal viso e mi sussurra quest'ultima frase all'orecchio. Il tono pacato e profondo provoca un fastidio nello stomaco che non riesco a identificare ma che subito viene sostituito da una piccola scheggia nel mio cuore di pietra quando pronuncia quel nomignolo derivante dall'eterocromia dei miei occhi. Fortunatamente però il mio cuore non si è scalfito, oramai non lo fa più.

Josh lo allontana con uno spintone violento che fa scoppiare una risata nei ragazzi del South –tranne in JJ che scruta attentamente la situazione- che, abituati ad ottenere ciò che vogliono sanno che loro sono i predatori e noi siamo le prede. Perché anche se numericamente parlando noi siamo in netto vantaggio, loro sono senza scrupoli e violenti. Non hanno paura di mostrare la loro vera essenza, la mascherano solo per cercare i punti deboli del proprio avversario per poi colpirlo e ucciderlo.

«Non chiamarmi più così.» ribatto fredda mentre un sorriso fiero compare sul volto di Josh che prontamente mi abbraccia e mi affianca a lui, orgoglioso di me e della mia risposta. Sebastian mi guarda, sa che non mi riferisco alla frase che ha pronunciato davanti a tutti ma a quel nomignolo che ha rivolto solo a me nell'orecchio e, come un riflesso involontario per ottenere stabilità, mi aggrappo al mio ragazzo che mi stringe ancora di più a sé.

«L'hai sentita?» ribatte Josh sprezzante.

«Ho sentito la sua voce,» dice a Josh per poi rivolgere lo sguardo su di me e farmi un occhiolino «come ho sentito anche il suo corpo.»
Spero solo che non abbia frainteso i miei brividi di freddo per altro, mi dico mentalmente mentre rimango aggrappata al mio ragazzo.

«Quindi Sebastian, dove ci vediamo? Non vedo l'ora di farti sentire i miei pugni.» continua Josh non mollando la presa e usando appositamente quella parola 'sentire' per provocarlo. Ma non funziona, perché il suo tono rimane pacato. Quella scia di nervosismo che prima si era impossessata della mensa adesso è sparita e non so come sia potuto succedere.

«All'inferno Josh, ti dirò io quando.» e detto questo Sebastian lascia la stanza seguito dai suoi amici, prima di farlo, però mi lancia un'occhiata che percorre completamente il mio corpo. Io, in cambio lo fulmino con lo sguardo suscitando in lui solo un sorrisetto.

Dio, non credo di aver sostenuto una conversazione così lunga con lui da quando è tornato e ne sono rimasta scossa. Sembra combattere contro un mix composto da un bambino prepotente di cinque anni e un adolescente nervoso di diciotto. 

Anche Josh dà forfait, perché dopo avermi stampato un bacio a stampo, dicendo che farà in modo che Sebastian non mi dia più fastidio, esce dalla mensa anche lui con i gemelli e quindi, nella stanza rimaniamo solo io, Betty, Eileen e Sophie. Quest'ultima abbandona la mensa però prima di andarsene in completo silenzio anche lei mi lancia un'occhiata che però non riesco a decifrare.

Come un fulmine a ciel sereno, ma neanche così tanto, la signora preside annulla tutte le lezioni del giorno, comprese le attività extrascolastiche, in quanto troppo delusa dal comportamento dei ragazzi del giornalino scolastico che hanno trattato una tematica sin troppo delicata senza prima chiedere la sua supervisione. Ed è per questo motivo che adesso sono in macchina con le mie due migliori amiche in procinto di tornare a casa.

«Quindi rimaniamo per oggi pomeriggio con lo shopping terapeutico?» domanda Betty alzando gli occhi dal telefono sul quale sta smanettando da circa dieci minuti.

«Io passo, devo fare volontariato al canile.» dichiara Eileen imboccando una curva che gira proprio verso il viale dove abito.

«Ma non ti stanchi mai ad accudire quegli animali pelosi, gratis?» la rossa inarca un sopracciglio mettendo via il suo iPhone. Eileen, sempre dall'animo gentile, alza le spalle e scuote la testa «no, Betty. È davvero rilassante prendersi cura di qualcun altro e mi piace farlo, almeno cambio aria.»

«Non ti piace stare con noi?» domando infilandomi nel mezzo dei due sedili della rossa e della mora, guardando quest'ultima anche io con un cipiglio sul volto.

«Siete le mie due migliori amiche e amo stare con voi» dichiara sincera mentre parcheggia tra due macchine vicino il mio cancello di ingresso «ma delle volte ho bisogno anche di ricordarmi chi sono e da dove vengo. Non posso spendere mille dollari come voi per una borsa e non voglio che per il dispiacere mi facciate dei regali, quindi oggi sarete costrette a divertirvi senza di me.»

Anche se percepisco la sua totale sincerità e tranquillità nella sua voce, senza nessuna punta di invidia nei nostri confronti, un senso di disagio si impossessa del mio corpo «lo sai che se hai bisogno di qualcosa puoi sempre chiedercela, che sia una borsa da mille dollari o una da dieci.»

«Si esatto Leen, se hai bisogno di qualcosa noi siamo qui per te.» mi dà manforte la rossa facendomi sorridere e facendo completamente cadere nell'anticamera del mio cervello quella spiacevole discussione avvenuta in mensa.

«Oggi ho bisogno di stare con i miei animaletti pelosi, perciò voi andate e divertitevi.» e anche se mi fido totalmente di Eileen Morgan, una piccola parte di me mi dice di stare più attenta e di vedere come sta realmente.

«Va bene Leen, nel caso dovessi cambiare idea chiamaci.» le stampo un bacio sulla guancia e faccio lo stesso con la rossa. Ci accordiamo su dove e quando vederci e dopodiché esco dalla macchina che non riparte fino a quando non chiudo il cancello alle mie spalle.

Oltrepasso la fontana e la depandance oramai inutilizzata e quando sfilo accanto alla piscina un'idea malsana si impossessa del mio corpo. Nonostante sia autunno il clima qui a Santa Monica è davvero ottimo, perciò, l'idea di farmi un bagno in piscina non è per niente male. Raramente capita di uscire da scuola così presto e il bel tempo che adesso sta accarezzando la mia pelle approva la mia idea.

Entro in casa e come sospettavo dall'assenza delle macchine parcheggiate fuori ne mamma e ne Cillian sono in casa, le cose del nonno sembrano essere sparite e spero vivamente che sia tornato nel suo appartamento lussuoso.

Mi dirigo in camera mia, che ovviamente ha uno stile principesco come il mio, tutto bianco e rosa, e pesco dall'armadio un costume fendi di colore nero. Non prediligo questo colore addosso, tuttavia, avendo il ciclo è meglio prevenire che curare. Indosso anche un tampax e dopo essermi messa un copricostume mi dirigo al piano di sotto dove ci sono anche mia mamma e Cillian che sicuramente saranno appena arrivati.

«Già di ritorno?» mi domanda mia madre con il solito completo gessato e la solita acconciatura tirata.

«Si, a causa di alcuni problemi tecnici la preside ha annullato tutte le lezioni pomeridiane.» mento. Adesso non ho la benché minima voglia di sorbirmi Caroline di Laurentiis e i suoi discorsi filosofici, c'è una meravigliosa piscina che mi aspetta e non sarà lo sguardo tirato che mi sta lanciando mia madre –Radar Menzogne, lo chiamo io – a impedirmi di rilassarmi.

«Benissimo» esulta Cillian con un sorriso che non vedevo spuntare sul suo volto da troppo tempo e questo mi dà conferma che Adam di Laurentiis ha definitivamente lasciato casa nostra.
«Io e tua madre volevamo andare nella sala cinema tra poco e poi andare a cena, vuoi unirti a noi? Anche se vedo che hai altri piani.» aggiunge cordialmente facendomi sorridere. Scuoto la testa e con un tono così genuino che rare volte mi appartiene lo ringrazio «divertitevi voi due, ve lo meritate dopo tutto il lavoro di questa settimana. Io faccio una nuotata in piscina e poi vado al centro commerciale con Betty.»

«Va bene tesoro, ti lascio qualcosa in frigo per stasera?» domanda mia madre facendomi scuotere la testa nuovamente «penso che stasera ordinerò del sushi. Adesso vado, voi non fate i bravi.» faccio un occhiolino ai due e mentre Cillian scoppia in una risata che lo fa diventare totalmente rosso mia madre, nel misto tra l'imbarazzo e l'essere adirata per ciò che ho detto, mi punta un dito contro con fare minatorio. 

«Noi faremo i bravi come anche tu stasera la farai, mi raccomando Sole nessun essere maschile deve entrare in casa stasera quando noi non ci siamo. Soprattutto Josh.» mi minaccia mia madre facendomi ridere, e facendo peggiorare la reazione di Cillian. Diciamo che non nasconde facilmente il suo poco apprezzamento nei confronti di Josh, ma oramai ci ho smesso di lottare. Non ha ancora accettato il fatto che io l'abbia perdonato e quando ne ha occasione sottolinea sempre la mia pessima scelta, ma oramai ci sono così abituata che non me la prendo neanche più.

Alzo le mani in segno di resa e scappo fuori ridendo mentre sento borbottare infervorita colei che mi ha messo al mondo mentre Cillian, con tono dolce le dice di calmarsi e che sono una ragazza responsabile. Almeno uno dei due ha fiducia verso la sottoscritta anche se, come stanno messe le cose e a causa dello stress accumulato non mi dispiacerebbe rimanere a casa da sola e dedicarmi un po' a me stessa scrivendo e leggendo un buon libro. Romanzo rosa possibilmente spicy.

Quando i miei piedi toccano il pavimento in pietra realizzato intorno alla piscina un brivido di felicità percorre il mio corpo. Per quanto possa amare i make-up freddi, i vestitini di lana e il Natale l'estate è il mio elemento, di conseguenza, un bagno in piscina o al mare risolverà il 99% dei miei problemi.

Infilo i miei piedi e successivamente tutto il corpo in piscina, dopo essermi accuratamente legata i capelli in uno chignon morbido, e inizio a muovermi nel modo più imbranato possibile. Già, non so praticamente nuotare e riesco a malapena a tenermi a galla facendo il morto, non a caso non ho mai esplorato la parte 'dei grandi' della piscina, quella dove non riuscirei a toccare neanche se fossi alta un metro e novanta. Non mi sono mai sbilanciata superando quel confine che divide le due zone della piscina, mi sono sempre limitata a rimanere nella mia comfort zone perché qui so di essere al sicuro, e indirettamente questo 'non rischiare' è un aspetto che ho applicato alla mia vita.

Tolta quella cazzata fatta quasi otto mesi fa la mia vita non è mai stata una montagna russa fatta di rischio e pericolo, o semplicemente di follia. Mi sono sempre accontentata di rimanere nel mio posto sicuro perché odio non avere tutto sotto controllo. Una situazione abitudinaria è facilmente gestibile, un contesto nuovo e mai esplorato mi manda in tilt il cervello perché non riesco a controllarlo. Ed è anche per questo che inserisco costantemente sveglie al mio telefono per cronometrare ogni cosa che faccio, che ho mille agende con troppe 'to do list' da spuntare, che al ristorante non prendo mai nulla di nuovo ma solo ciò che conosco. Non ho mai chiesto nulla a mia madre di mio padre perché ho paura che possa stravolgere di nuovo la mia vita, non potrei gestire la sua presenza come non riesco a gestire la presenza di Sebastian che ha ribaltato ogni pensiero futuro che mi ero fatta di lui. Lui era sparito dalla mia vita e secondo i miei piani non sarebbe mai dovuto tornare. E soprattutto non doveva esserci quella follia fatta in un momento di poca lucidità. Fortunatamente la razionalità però è tornata subito perché avevo capito che la mia quotidianità era Josh. Era cambiato e aveva ristabilito quell'ordine che riesce a calmarmi, quindi perché non riprovarci?

Sguazzo qualche minuto nell'acqua, e nei miei pensieri contorti, quando la suoneria del mio telefono inizia a interrompere questo eden che mi ero appena costruita. Sbuffo scocciata dalla situazione, perché dubito che sia già l'ora di uscire con Betty, ma lo stesso vado a vedere il mi ha disturbata. Quando prendo in mano il mio iPhone il mittente è un numero sconosciuto e dato che la curiosità non è uno dei miei talloni d'Achille premo il pulsante rosso e chiudo la chiamata con la vana speranza di non essere più infastidita. 

Ma non faccio neanche in tempo ad allontanarmi che il telefono vibra ed è solo quando vedo che con quel numero sconosciuto avevo una chat in sospeso capisco che il mittente delle chiamate era Sebastian.

Sconosciuto: principessa, il tempo sta scadendo. Ho bisogno della camicia.

La mia mente ha un blackout fino a quando l'episodio di una settimana fa non fa capolinea nei miei pensieri ricordandomi che si, effettivamente devo restituire la camicia a Sebastian se voglio riavere indietro i miei amati trucchi. Fortunatamente l'indumento lo sono già passata a ritirare in lavanderia tuttavia, con le cose successe in questa settimana non ho avuto per nulla il tempo di restituirgliela. Mi sorprende il tono che ha usato, almeno non è stato uno stronzo di prima categoria.

Sole: domani te la porto, ricordati i trucchi. E smettila di chiamarmi in questo modo.

Rispondo semplicemente sperando di chiudere la conversazione, forse per la prima volta in modo normale. 

Sconosciuto: d'accordo...

E se in un primo momento penso che finalmente le mie preghiere sono state esaudite, qualche secondo dopo mi ricredo perché Sebastian non demorde.

Sconosciuto: principessa.

E in allegato ci inserisce un emoji che fa l'occhiolino. 

Alzo gli occhi al cielo e dopo aver risposto con una mia memoji –ovviamente con la corona, il che potrebbe dare ragione a ciò che sta dicendo- con un dito medio chiudo la chat e fuoriesco dall'acqua della piscina, consapevole che non potrò più avere lo stesso relax di cui godevo prima. 

Il clima è estremamente fresco e se non voglio beccarmi l'influenza è meglio che corra a cambiarmi. Fortunatamente, la sala cinema si trova al piano interrato insieme alla cantina piena di vini di Cillian, perciò, trovandosi la mia camera al piano di sopra non incrocio nessuna scena imbarazzante. Preparo già i vestiti per dopo e porto tutto in bagno. Accendo una candela rilassante e dopo aver avviato la playlist di Tiziano Ferro – un cantante italiano conosciuto anche qui in America- che parte con la canzone 'ti scatterò una foto' mi infilo sotto il getto bollente dell'acqua e inizio a lavarmi, non prima di aver impostato una sveglia che mi avvisa che ho quindici minuti per farlo, e venticinque per vestirmi, se voglio arrivare in tempo all'appuntamento. 

Mi sciacquo e mi insapono usando il mio bagnoschiuma preferito e dopo essermi risciacquata nuovamente esco dalla doccia asciugandomi velocemente e infilandomi l'intimo. Cospargo il mio corpo con una crema apposita e indosso i vestiti scelti per l'occasione: una semplice maglietta bianca a maniche lunghe, una gonna a pieghe grigia, i miei stivali con tacco e platform e la mia mini saddle di Dior. Mi pettino i miei lunghi capelli biondi che mi arrivano fino alla bassa schiena, indosso poi il mio amatissimo cerchietto di perle, e infine mi trucco mettendo la mia solita base composta da correttore, blush e bronzer, il mio solito mascara e la mia classica tinta nude.

Una volta finito mi scatto una foto da postare sul mio profilo dei libri con allegato un box domande e rispondo al messaggio di Betty che mi avvisa che ha appena parcheggiato sotto casa. 

Dio, è così frustante farsi scorrazzare in giro dalle persone quando l'unica cosa che ti ferma dal farlo è una stupida paura che ti porti dietro da quando sei piccola. Oramai il mio è un pensiero fisso, una paura che voglio sconfiggere ma che non riesco ad affrontare. Neanche la mia psicologa ci è riuscita, l'unico consiglio che mi ha dato è stato 'un giorno, quando meno te lo aspetti accadrà qualcosa che ti costringerà ad affrontare le tue paure. Solo in quel momento metterai quella situazione davanti al tuo trauma riuscendolo a superare'. Ma per il momento queste rimangono solo parole vuote uscite da una vecchia suonata di sessant'anni, perché la sottoscritta non ha ancora avuto il coraggio di ficcarsi in una macchina da sola. Scuoto la testa sospirando, come se per magia i miei pensieri potessero sparire, e mi dirigo verso l'Audi rossa della mia migliore amica che prontamente saluto con un bacio sulla guancia mentre lei si lamenta del mio piccolo ritardo.

«Pronta per questo pomeriggio di shopping sfrenato?» mi domanda entusiasta alzandosi gli occhiali da sole e facendomi un occhiolino, terminando subito la predica sul mio ritardo. Annuisco raggiante e mi allaccio la cintura di sicurezza pronta ad uscire da ogni singolo negozio con sempre più buste in mano e il portafoglio sempre più leggero.

Arrivate al Santa Monica's Mall Betty parcheggia la sua macchina e dopodiché scendiamo pronte a fare danni. Iniziamo con Chanel per me, passando da Victoria's Secret e YSL per entrambe, per poi proseguire con Hermes e Dior fino ad arrivare al negozio di trucchi dove facciamo scorta –io più di tutte perché effettivamente non so se domani riuscirò a riavere i miei trucchi intatti- e infine andiamo nel mio angolo di paradiso: la libreria.

«Io ti aspetto fuori Sole, dopo raggiungimi al bar.» annuisco distrattamente a Betty che, come al solito, odia tutto ciò che comprende i libri o lo studio e mi lascia nel mio piccolo mondo dove ho intenzione di passarci più tempo possibile. Girovago tra i vari scaffali accarezzando delicatamente i libri con i polpastrelli delle dita quando arrivo al reparto che più mi interessa: i romanzi rosa.

Inizio a racimolare una pila di libri sullo scaffale accanto a me basandomi sulle copertine che più mi ispirano, neanche fossi a casa mia, e inizio a leggere le trame dei libri scartando subito quelli che non mi convincono. Alla fine scelgo di comprare 4 libri: Vicious, Corrupt, Twisted Love e ti ho trovata Adeline. 
Bene, prevedo una bella dose di testosterone maschile questa sera.

Tuttavia, prima di andare alla cassa passo per altri due reparti, il fantasy romance dove recupero il secondo volume della saga di ACOTAR, e quello dei libri in lingua. Inizio a sfogliarne alcuni in lingua italiana, capendo solo qualche parola generale, e scatto qualche foto per postarla sul mio profilo bookstagram.

E se ci penso a fermarmi è strano vedere e sentire come delle piccole lettere stampate su un pezzo di carta possono fare la differenza nella giornata di una persona. Quando tutto va male e la mia vita cade a pezzi so che tra le righe di un libro ci sarà sempre il mio posto sicuro. Quello dove so che posso essere me stessa, quello dove so che potrò essere capita da personaggi che non esistono e quello dove so che potrò apprendere lezioni di vita importanti, perché i personaggi dei libri seppur non esistenti, combattono le loro battaglie due volte. Una per loro, una per noi. Per farci capire come non dovremmo mai affrontare le nostre. Ed è anche piano piano, grazie a loro, che io sto cercando di affrontare la mia.

Abbasso inconsciamente il mio sguardo sulla gonna che indosso e sui miei tacchi che mi fanno risultare le gambe più snelle e un sospiro fuoriesce dalle mie labbra. Stringo tra le mani la coscia destra e quando noto che la carne in eccesso è maggiore rispetto all'ultima volta che l'avevo misurata, un groppo di saliva mi si incastra nella gola provocandomi un magone che non può uscire in questo momento. Non davanti a tutti. Prendo un respiro profondo e lascio la gamba fasciata dai collant e mi ripeto che qualche millimetro in più non è nulla. Sono riuscita ad apprezzare la mia pancia non totalmente piatta dopo tanto tempo dicendomi che mi piacevo così e che mi andavo bene così, con le cosce sto facendo un po' più fatica ad accettarmi e a volte alcuni commenti indiretti non aiutano il processo...tuttavia, so che il percorso di accettazione non è mai facile perciò cerco sempre di non essere troppo dura con me stessa.

Come disse la mia psicologa -si, sempre la vecchia suonata di sessant'anni- a volte è normale avere questi momenti down perché sono proprio loro a farci capire che dobbiamo reagire ed è da loro che dobbiamo imparare a capire come gestire la situazione senza essere trascinati a fondo, e anche se dopo il percorso con lei i miei momenti 'no' sono drasticamente diminuiti a volte quel tarlo torna presente, tipo adesso.

Cerco di scacciare via questo pensiero intrusivo e ripongo sullo scaffale i libri che non mi interessano. Devo far fuoriuscire dalla mia testa questi pensieri e il modo migliore per farlo è spegnere il cervello. 

Inizialmente mi risultava difficile farlo, insomma a meno che tu non sia Stefan di The Vampire Diaries non puoi spegnere le tue emozioni e il tuo cervello semplicemente schioccando le dita. Poi però ho imparato a farlo e anche se il giorno dopo il dolore non sparisce si allevia, almeno temporaneamente, e non ci penso per un po'.

Devo semplicemente circondarmi di persone finché non mi scordo del problema. Che siano le mie amiche, i miei genitori, mio fratello o persone totalmente a caso, non mi interessa. Devo semplicemente stare con qualcuno e mostrare quel potere che in realtà non ho, devo nascondere quella fragile parte di me che dimostra quanto anche io sia umana. Devo essere semplicemente quell'ape regina che tutti temono ma al contempo detestano -o ammirano a seconda dei casi.

La maniera più semplice però non è questa. Sarebbe più facile piangere e crogiolarsi nel dolore in attesa di parole finte e vuote pronte a risollevarmi il morale, ma io non piango. Non più. Piangere è da deboli e il mio cuore non vuole più esserlo, perché una volta che inizi a piangere per una cosa la tua mente riporta a galla così tanti momenti negativi che alla fine piangerai per tutto, e a me non piace. Non mi piace la sensazione di impotenza che provo in quei momenti. La vista annebbiata dalle lacrime e il respiro bloccato nella gola che ti impedisce di parlare.. sono cose con cui non voglio più avere a che fare. E per il momento ci sto riuscendo.

A distogliermi dai miei pensieri ci pensa però Betty che con un messaggio mi ordina di raggiungerla urgentemente al bar. La ringrazio mentalmente per avermi distratta dai miei pensieri e, dopo essermi diretta alla cassa e aver pagato i miei cinque libri, raggiungo la rossa preoccupata.

Quando ritrovo la mia migliore amica seduta al bar con un frullato in mano, che viene torturato dal continuo movimento frenetico del bicchiere che Betty compie, noto che ha il volto del medesimo colore dei suoi capelli, perciò, dopo essermi seduta accanto a lei le domando cosa accade.

«Easton Sanders, ecco cosa accade.» sbuffa contrariata alzando gli occhi al cielo e indicandomi con un cenno della testa un gruppo di persone non molto lontane da noi. È la famiglia Sanders al completo formata dalla Signora e dal Signor Sanders con i due figli, Sophie e Easton.

«Che ha fatto questa volta?» posiziono le buste della libreria nella sedia accanto a me e ordino anche io un frullato come la mia amica non appena la barista si avvicina per chiedere informazioni. 

«Si è seduto esattamente dove sei tu e con quell'aria da coglione mi ha chiesto come stessi. Si aspettava che mi prostrassi ai suoi piedi come una sgualdrina?» sorride amara mentre lancia uno sguardo fiammeggiante verso il diretto interessato che è impegnato ad affrontare una conversazione profonda con la sua famiglia. 

«Spero che tu non l'abbia fatto, perché decisamente non se lo merita. Ha bisogno solo di un altro calcio solo andata per New York.» ringrazio con un cenno del capo la barista e prendo il mio frullato che inizio a sorseggiare, mentre sento le moine della rossa che impreca contro il suo ex con un tono di voce un po' troppo elevato per essere rivolto solo a me.

«Ha smesso di interessarmi quando mi ha lasciata il giorno prima di partire per il suo stupido college a New York.» decreta seria mentre alzando la testa in segno di sfida lo saluta con un dito medio dopo il suo breve cenno della mano. Sia io che Eileen eravamo convinte fosse ancora cotta di lui dato la quantità di ragazzi che ricerca ogni settimana eppure, devo dire che da quando è iniziata la scuola il numero dei ragazzi che frequenta è diminuito drasticamente. 

«Ed è per questo che fino a poco tempo fa uscivi con un ragazzo diverso ogni settimana? Perché di Easton non ti interessa nulla?» tasto il terreno lentamente cercando di scovare qualche indizio. Per quanto non possano essere affari miei sarei felice se dopo un anno Betty ricominciasse a credere nell'amore, almeno per non costringere Eileen o me a scorrazzarci ad una festa ogni fine settimana. 

«Diciamo che avere un solo partner non è ancora la mia priorità anche se-» si blocca spontaneamente e fa un sorriso strafottente ma al contempo scherzoso che mi fanno rimanere sulle spine. Ecco, è tornata la solita Elizabeth Jones che conosco.

«Anche se, cosa Elizabeth?» la incito mentre lei sempre con il solito ghigno continua a bere il suo frullato. Si porta un ciuffo dietro l'orecchio e si avvicina a me come se mi stesse per rivelare un segreto, ed effettivamente lo fa «forse qualcuno ha attirato la mia attenzione.»

Un sorriso malizioso compare sul mio volto e da brava pettegola quale sono mi fiondo sulla mia migliore amica per importunarla di domande a cui lei risponde molto vagamente.
«Non lo conosci, Sole.» 

«Fammi un nome dai, magari ti sbagli. Frequenta la nostra scuola?» la incito nuovamente cercando di estrapolarle qualche informazione in più ma non cede «Forse.»

«E?» roteo la mano in segno di andare avanti. A quanto pare la mia tortura di domande funziona perché lei cede, in parte. «Ha 18 anni come noi e frequenta l'ultimo anno, in più gioca a lacrosse.» 

«Non ha un nome questo ragazzo misterioso?» 

«Non smetterai finché non cederò, vero?» domanda retorica alzando gli occhi al cielo. Faccio cenno di no in modo frenetico ed entusiasta per la mia migliore amica e quando lei pronuncia il nome del ragazzo –Paul- cerco di fare mente locale ma non riesco a ricordarlo. Anche se fa parte della nostra scuola e della stessa squadra di Josh io ho una pessima memoria con le cose o persone che non mi interessano quindi con questo ragazzo potrei averci effettivamente parlato solo che non lo ricordo.

Ad un tratto però una lampadina si accende nella mia mente e subito ricollego il ragazzo al volto di un amico di Josh, quello con cui fa filone a scuola la maggior parte delle volte che il professore di lingua o letteratura inglese deve interrogare.

«Non dirmi che è Paul Miller, insomma deve essere lui penso sia l'unico Paul della squadra.» punto i palmi delle mani sopra il tavolo e spalanco la bocca entusiasta alzando leggermente il tono della voce, e questa volta è lei a dirmi di abbassarlo dandomi conferma che è lui. Ma non le do neanche il tempo di continuare a parlare perché inizio a elogiare il ragazzo che è la copia perfetta di Gabriel Guevara. 

«Si, Sole è lui ma non sbandierarlo ai quattro venti. Per il momento siamo solo amici.» annuisco poco convinta con un sorrisetto furbo sul volto perché nessun essere maschile può essere solo amico di Betty, lei è una seduttrice nata e riuscirebbe a far cascare ai suoi piedi qualsiasi uomo. L'ha fatto con tutti i ragazzi che si è scopata dall'inizio dell'anno e anche con Axel. Per il momento gli unici immuni sono stati mio fratello, il mio ragazzo, i gemelli Paxton e Sebastian.

«Farò finta di crederci, però non tenermi sulle spine e raccontami tutto.»

Io e Betty trascorriamo il viaggio di ritorno a parlare non solo della sua pseudo amicizia con Paul ma anche delle cose più superficiali e frivole del momento. O meglio, lei mi aggiorna sugli ultimi gossip della scuola e nel mondo delle celebrità. Se non facesse parte delle cheerleader la vedrei bene nel giornalino scolastico e anche se alcuni suoi amici, sempre del giornalino, le hanno proposto di entrarci a far parte lei ha sempre rifiutato. Mira di trovare una borsa di studio per il college da atleta, non da giornalista.

«Come va con Josh?» mi domanda ad un tratto mentre parcheggia nello stesso punto in cui Eileen si era fermata stamattina e deviando l'attenzione dal discorso precedente. Per quanto riguarda Josh non ho ancora parlato della lite che ha avuto con Sebastian e sinceramente non voglio neanche essere io a intavolarlo. Primo perché non voglio che si faccia malsane idee -dato che Sebastian ha utilizzato quel soprannome davanti a tutti facendo intendere una confidenza che non abbiamo- e secondo perché è stressato a causa degli sponsor che andranno a vedere la partita venerdì e non voglio che metta a rischio questa grande opportunità per un litigio. Oggi è giovedì, perciò ancora un po' di pazienza e ci potrò parlare.

«Tutto bene, fortunatamente. Nonostante la piccola divergenza di stamani. Questa settimana passata insieme ci ha fatto rinsavire. E, a proposito, com'è andato il tuo soggiorno da tuo padre in questi giorni?» sfortunatamente i genitori di Betty sono separati in quanto sono più amanti del loro lavoro che del reciproco partner. Hanno divorziato quasi due anni fa ma fortunatamente Betty non ci è mai rimasta troppo male, già sapeva la sua condizione in casa e quando ne parlava con noi diceva sempre che avrebbe preferito vedere i suoi genitori distanti che vicini. Riceve più amore –e più regali, a detta sua- così. 

«Una completa favola» sospira felice mentre alza le mani in alto e mi rivolge un sorriso a 360 gradi «si è fatto installare una piscina idromassaggio e mentre voi eravate a penare con Mitchell, io me la spassavo senza pensieri.» 

«Ti invidio amica, punto a essere invitata la prossima volta che vai.» e, detto ciò, la saluto con un bacio sulla guancia ed esco dalla macchina pronta a tornare a casa, ovviamente dopo averla fatto promettere che mi deve assolutamente tenere informata della sua amicizia con Paul.

Una volta aperta la porta di casa mi rendo conto che non c'è nessuno e dopo aver sostituito i miei amati stivali con le mie pantofole a forma di ranocchio mentalmente mi appunto tutte le cose da fare prima di dare avvio alla mia serata relax.
Numero uno, portare tutte le buste dei miei acquisti in camera.
Numero due, ordinare il sushi.
Numero tre, doccia rigenerante.
Numero quattro, meritata serata riposo.

Dopo aver posizionato le mie diciassette buste colme di abiti, borse, vestiti, trucchi e libri vicino all'armadio ordino una porzione di sushi d'asporto che mi arriverà a detta dell'app tra circa un'ora. Nel frattempo, come terzo punto della lista prendo dal cassetto un pigiama pulito di Victoria's Secret e mi dirigo in bagno pronta a farmi una total shower molto più lunga di quella del pomeriggio; questa volta in sottofondo però metto la playlist di Shawn Mendes. 

Mentre canticchio una delle mie canzoni preferite, there's nothing holdin' me back, e dopo essermi fatta lo shampoo ai capelli seguito dal balsamo, mi insapono con il mio amato bagnoschiuma al gelsomino e dopo quarantacinque minuti di puro relax esco dalla doccia per poi avvolgermi immediatamente nel mio asciugamano rigorosamente rosa. 
Faccio anche un turbante ai capelli per evitare che mi si appiccichino alla schiena e nel décolleté del mio corpo applico la solita crema profumata della medesima profumazione del bagnoschiuma. 

Ad un tratto però, a destarmi dai miei pensieri ci pensa il campanello che inizia a suonare ininterrottamente e se da un lato sono felice che il ragazzo del sushi sia arrivato in anticipo dall'altro non voglio mi distrugga il campanello e così mentre quella razza di idiota continua a disturbare il mio quieto vivere –sono già pronta a fare una segnalazione al suo capo- sono costretta a scendere giù in asciugamano. Almeno ho fatto in tempo ad asciugarmi i capelli.

«Cristo, oltre alla cena mi devi un campanello nuo-» apro la porta in modo brusco ma le parole mi muoiono in gola quando noto che il ragazzo davanti a me non è il fattorino che deve portarmi la cena, bensì Sebastian.

«Accogli sempre così i tuoi ospiti o sono stato solo fortunato? E non mi riferisco al tuo tono da stronza, principessa.» mi squadra dalla testa ai piedi soffermandosi sulle mie gambe. In un gesto istintivo mi abbasso l'asciugamano scoprendo un po' di più il mio seno, ma preferisco che veda quello che non le mie nemiche principali.

«Che cazzo ci fai a casa mia, a quest'ora della sera e sotto un diluvio universale?» domando scioccata mentre vedo che fuori il cielo è completamente nero; qui a Santa Monica non piove spesso ma, quando succede, giù viene un disastro.

«Sono venuto a giurarti amore eterno.» afferma ironico e sgocciolando per strada si va a sedere sul divano in pelle di mia madre che dio, se fosse qui, lo ucciderebbe con un semplice sguardo.

«Lieta di questa tua confessione Sebastian, ma a meno che non sia qualcosa di effettivamente importante puoi tornartene a casa.» lo raggiungo in salotto e rimango impalata quando vedo che si sta togliendo il giubbotto. Non avrà mica intenzione di restare, giusto?

«Devi darmi la camicia, quella che mi hai sporcato.»

«Al tuo contrario io le promesse le mantengo, te l'avrei portata domani mattina.» asserisco imperturbabile lanciando una piccola frecciatina che lui ha colto pienamente dato il silenzio che è calato. Ma a quanto pare non si perde subito d'animo dato che qualche secondo dopo riporta il suo sguardo su di me, fissandomi spudoratamente le tette.

«Non lo metto in dubbio principessa, ma ne ho bisogno. Cindy mi ha sporcato l'altra e se non voglio essere cacciato dalla scuola domani devo indossarla.» 

«Devo farle dei complimenti allora. Questa potrebbe essere l'occasione giusta per farti uscire nuovamente dalla mia vita.» decreto seriamente mettendoci un pizzico di sarcasmo. Lui ridacchia e si alza dal divano venendomi incontro.

Mentre cammina verso di me involontariamente abbasso lo sguardo e noto come la maglietta grigia si sia incollata perfettamente al suo torace e ai suoi addominali mettendo in risalto quel fisico da adone per cui tutte le ragazze vanno matte. Perché anche se Sebastian non è ricco e non proviene da una famiglia benestante come tutti noi, le ragazze riconoscono la sua bellezza e gli muoiono dietro, e in più il suo carattere da predatore non facilita il lavoro agli ormoni di quelle poverette che lo osservano di nascosto. 

Lui sa di essere bello, ne è consapevole, ed è per questo che ama tutte le attenzioni che gli vengono rivolte. Non a caso, quando vede che il mio sguardo è calato e che non lo guardo più in faccia alza la mano piena di tatuaggi, che si passa sulla testa ricoperta da capelli decolorati di lunghezza millimetrica, e quando seguo il suo movimento mi ritrovo a guardarlo dritto negli occhi. Ha un ghigno stampato in volto e sa perfettamente cosa stavo osservando e quanto lo stavo apprezzando perché anche se è uno stronzo di prima categoria, tolta la testa, il resto si può dichiarare abbastanza discreto.

«Ti piaccio troppo per farmi fuori.» mi incalza ironico avvicinandosi ancora di più a me. Tuttavia, qualche passo prima di arrivare dalla sottoscritta si appoggia alla colonna che separa l'entrata dal salotto e flette le braccia incrociandole. I tatuaggi del braccio destro si muovono in completa armonia come se stessero danzando e solo per qualche secondo il mio sguardo si sofferma lì, sulla raffigurazione della divina commedia, ma prontamente lo scosto per evitare di fargli aggiungere carne alla brace sulle cose che ha da dire su di me.

«La convinzione ti fotterà il cervello, Morris.» ridacchio aspra. 

«O puoi fottermi tu.» dichiara lascivo e senza peli sulla lingua. Ma che razza di problemi ha?

«Sono fidanzata.» dichiaro lapidaria sentendomi ad un tratto in colpa per la situazione in cui mi trovo adesso. Cosa direbbe Josh se mi vedesse in questo momento? Sono nuda –se non per gli slip che indosso dato che ho il ciclo e un asciugamano striminzito- davanti al peggior nemico del mio fidanzato e lui sta flirtando con me, nonostante sia anche lui fidanzato. 

«Fortuna allora che non sono geloso.» mi fa l'occhiolino e un sorriso sghembo compare sul suo volto mentre il mio è indispettito. Non faccio però neanche in tempo ad aprire bocca per rispondere a tono che il campanello suona facendomi sobbalzare.

«Aspetti qualcuno?» domanda curioso mentre si stacca dalla colonna e mi scruta con sguardo inquisitorio.

«È il fattorino con la mia cena, che mangerò da sola non appena tu ti sarai tolto dalle palle.» mi dirigo verso la porta quando il braccio di Sebastian mi agguanta per la vita facendomi fermare sui miei passi. Immediatamente una scia di calore pervade il mio corpo e mi appunto mentalmente di abbassare il riscaldamento. 

«Non daremo anche a lui la fortuna di vederti così, principessa.» sussurra al mio orecchio scandendo ogni singola sillaba come se dovessi imprimere nella mente ciò che ha detto, e dopo aver staccato la presa fin troppo lentamente dalla mia vita mi sorpassa andando ad aprire la porta, accogliendo il fattorino con quel solito tono da brontolone.

Non appena Sebastian sparisce dal mio campo visivo salgo immediatamente per le scale pronta darmi una sistemata e vestirmi, soprattutto. Quando arrivo in bagno noto che la mia faccia è rossa e rapidamente la sciacquo nella speranza di far scivolare dalla mia mente anche la scena accaduta qualche secondo fa. Questa serata sta andando completamente a rotoli e l'arroganza di Sebastian non aiuta per niente. Per quale cazzo di scherzo del destino è ricomparso nella mia vita? Spero solo che non ci stia troppo a lungo, altrimenti potrei impazzire e strangolarlo.

Indosso velocemente il pigiama mentre, mentalmente, gliene dico di tutti i colori per essersi presentato a casa mia, mi faccio una morbida treccia ai capelli e dopo aver infilato le mie ciabatte a forma di rana –no, non mi interessa di come mi vedrà con queste addosso- scendo giù pregando che si sia volatilizzato.

Tuttavia, le mie preghiere non sono state accolte perché quando torno in salotto lo vedo seduto per terra di fronte al tavolino.

«Spero non ti dispiaccia principessa ma ho corrotto il fattorino, con i tuoi soldi, affinché mi dasse il panino del Mc che qualcuno aveva deciso di rimandare indietro. Non volevi mica farmi tornare a casa con questa pioggia, vero? E poi dobbiamo affrontare ancora una discussione noi due, riguardante un certo articolo su un giornalino scolastico.» alza le spalle come se nulla fosse e quando addenta il suo panino capisco che questa sarà una lunghissima serata.

Mi faccio mentalmente il segno della croce e mi accomodo vicino a lui nella speranza di strozzarmi con del sashimi.

☀️

Finalmente sono riuscita a pubblicare il capitolo 8!!🥳
Era da una settimana, circa, che era pronto solo che mi mancava l'ultima scena che sono riuscita ad aggiungere solo oggi perciò eccolo qui. Come si dice, meglio tardi che mai.

Fatemi sapere cosa ne pensate, per ora questo è uno dei miei capitoli preferiti perché finalmente entriamo nella storia, piano piano vi farò scoprire ogni personaggio e ho voluto iniziare prima da Axel nel capitolo precedente e adesso Sole che, anche se si vuole mostrare forte e impossibile da scalfire in realtà è umana tanto quanto noi. Ho tante idee in mente e spero che tutto quello che immagino nella mia testa, su wattpad renderà perché ho in mente questa storia dal lontano 2020 e ci tengo un sacco.

Nel frattempo però possiamo dirlo quanto odiamo Josh e quanto siamo #teamseb anche se si sta comportando da stronzo?
Tra l'altro tra Josh e Seb c'è una sfida aperta e se avete letto i capitoli precedenti potete immaginare di cosa si tratta... non vedo l'ora di portarvi all'inferno con Sebastian per farvi conoscere il suo mondo.

Ma nell'attesa vi pubblico qualche video sui miei profili Instagram e tiktok:
Tiktok: beeckyrose_stories
Instagram: beeckyrose.stories

Ci vediamo al prossimo capitolo,
vi voglio bene🩵

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