capitolo 7.

È passata una settimana da quando la notizia della distruzione del South da parte di mio nonno è stata trasmessa in tutti i telegiornali locali. Da quel momento mio nonno ha passato più tempo a casa nostra che nella sua villa, dato il grande numero di giornalisti che ogni giorno si presenta lì sotto, e ha rotto tutti i nostri equilibri familiari.

Cillian la mattina corre a lavoro salutando tutti velocemente, non si ferma più con noi a fare colazione e questa settimana è saltato anche il nostro appuntamento del mercoledì che prevede guardare seduti sul divano di casa le puntate dei documentari Netflix sulla cronaca nera, una nostra passione comune. Si dilegua velocemente la mattina e torna tardi la sera e anche se da un lato in quest'ultima settimana gli atti di vandalismo da parte degli abitanti del South sono aumentati, e di conseguenza la sua assenza è giustificata, io e la mamma scommettiamo che il nonno ci abbia messo il suo zampino indirettamente. 

La mamma invece è un'architetta e anche se il suo lavoro la porta a stare molto fuori casa adesso la vedo ancora più di rado perché ne approfitta per fare turni extra anche se economicamente non ne abbiamo bisogno. Semplicemente, non riesce a dire al nonno di andarsene via di casa non solo perché casa sua è stata assalita ben due volte nel giro di una settimana, ma anche perché lui è stata l'unica persona che ci è stata accanto quando mio padre ci ha abbandonate. Quindi, anche se mia madre odia avere un via vai di persone in casa non riesce a dire nulla perché si sente in debito con lui.

Anche a scuola l'equilibrio che avevo cercato di creare in queste poche settimane dall'inizio delle lezioni si è frantumato da un giorno all'altro. A scuola gli studenti del North mi idolatrano come se fossi una divinità, specialmente le ragazze che mi invidiano dato l'aumento di popolarità che questa situazione ha portato. I ragazzi in quanto fidanzata del capitano di Lacrosse non ci provano spudoratamente, ma ammetto di aver gettato nella pattumiera accanto al mio armadietto rosa almeno ventitré bigliettini anonimi con dei numeri di telefono. Per quanto riguarda i ragazzi del South, invece loro mi odiano tutti e dieci, nessuno escluso. Solo che alcuni lo nascondono meglio di altri, come ad esempio JJ e Axel. Mentre, Lindsay e Sebastian sono quelli che lo dimostrano meglio di tutti in quanto la prima, ogni volta che mi vede mi lancia delle frecciatine che cercano solo di provocarmi e farmi reagire facendomi così finire nella parte del torto, invece per quanto riguarda Sebastian beh, lui mi sta evitando totalmente. Da una settimana a questa parte io e il mio ex migliore amico non ci siamo più rivolti la parola, neanche uno sguardo o una battutina sarcastica come suo solito. Ma non mi interessa, infondo lui è acqua passata e allontanarmi da Sebastian non può che giovare alla mia relazione con Josh, il quale per festeggiare mi ha invitato a vedere la sua prima partita della stagione della squadra di Lacrosse, che si terrà questo fine settimana, chiedendomi espressamente di indossare la sua maglietta con il numero 1 nonché il numero del capitano.

Un piccolo sorriso spunta sul mio volto e penso che forse l'allontanamento di Sebastian sia stato un bene per me. È una settimana che io e Josh non litighiamo e anche se lo vedo un po' distante a causa degli allenamenti dovuti alla partita di venerdì, so che ce la sta mettendo tutta per conciliare i suoi impegni con me e lo apprezzo. Adesso, infatti siamo seduti accanto nell'aula di informatica, una delle poche lezioni che frequentiamo insieme.

Lui ha la mano posata sulla mia coscia e distrattamente me la accarezza. Conoscendolo, so che fa questo gesto per puro affetto; tuttavia, il ciclo che deve arrivarmi a breve e le scene poco caste dei libri che leggo –e scrivo- fanno arrivare alla mia mente scenari ben poco casti. Tamburello le dita abbastanza freneticamente sul banco e ringrazio il cielo per essermi seduta accanto alla finestra aperta che permette di alleviare quel rossore che sta colpendo le mie guance da ben dieci minuti. Sotto un altro punto di vista quella di Josh è una tortura che non vedo l'ora di scontare quando saremo soli. 

Tuttavia, la fortuna non mi accompagna totalmente dato che pur essendo agli ultimi posti non siamo totalmente esenti da occhi indiscreti dato che, per mia disgrazia, Sebastian si trova nel banco accanto al nostro insieme a Axel e di conseguenza ha una traiettoria perfetta di ciò che stiamo facendo.

Come se sentisse richiamato dai miei pensieri sento in una frazione di secondo i suoi occhi appoggiarsi su di me. Non ci do molto peso e dirotto i miei pensieri su un altro argomento, ossia sullo shopping compulsivo che aspetta me e le mie migliori amiche oggi pomeriggio. Abbiamo tutte e tre bisogno di staccare dalla monotonia e un po' di shopping riparatore non ha mai fatto del male a nessuno. 

Ad un tratto però in corrispondenza alla mano di Josh che sale un po' di più sulla coscia sento la vibrazione del telefono che mi riporta alla realtà. Abbasso la tendina delle notifiche quando il messaggio di un mittente sconosciuto mi fa andare la saliva di traverso. Inizio a tossire interrottamente e tutti si voltano verso di me facendomi diventare ancora più rossa. Fortunatamente la situazione di imbarazzo termina subito e, quando Josh si volta per chiedermi come sto, lascio fuoriuscire dal mio volto un sorriso mezzo tirato rassicurandolo e non accennando per niente al messaggio. 

Sconosciuto: io te l'avrei già ficcata la mano sotto quella gonna, principessa. 

Blocco nuovamente il telefono e lo capovolgo. Lancio un'occhiataccia veloce a Sebastian, dato che con l'utilizzo di quel nomignolo mi ha fatto ben capire di essere lui, cercando di non farmi vedere da Josh e lo incentivo a fermarsi. Non si può permettere di scrivermi determinate cose quando, da una settimana circa neanche mi rivolge più la parola. Anzi, non dovrebbe in primis perché sono fidanzata e da tale non voglio rispondere ad avances che mi metterebbero sotto una luce negativa con Josh. 

Ad un tratto però il mio telefono inizia a vibrare segno non più di un messaggio bensì di una chiamata e sgrano gli occhi consapevole già di chi possa essere. Metto in stand-by il telefono ma la mia mossa provoca ancora di più il lupo affianco al mio banco perché dopo una prima chiamata ne partono altre due, tre fino ad arrivare a cinque chiamate. Il mio ragazzo fortunatamente non si è accorto di nulla dato che sta messaggiando con uno dei gemelli. Ha tolto anche la mano dalla mia gamba, il che mi fa sentire più sollevata dato che per il nervosismo sto tamburellando il piede sinistro.

«Wade deve parlarmi, torno subito.» mi stampa un bacio sulla tempia ed essendo il figlio della preside esce dall'aula senza neanche chiedere il permesso. Il professore alza gli occhi al cielo ma non proferisce parola dato che è consapevole che in tal caso nel torto ci finirebbe lui. 

«Adesso puoi rispondermi, se n'è andato.» sussurra Sebastian cercando di farsi sentire solo dalla sottoscritta. Mi volto lanciando un'occhiata torva nella sua direzione e per poco non mi alzo a tirargli un pugno in faccia quando vedo i suoi occhi verdi soffermarsi un po' troppo sulle mie gambe che sono la parte del corpo che apprezzo di meno, soprattutto quando sono seduta perché in quel caso i miei adorati tacchi non possono dare l'illusione di essere slanciate e magre come vorrei. 

«Guardami in faccia.» sibilo attirando l'attenzione di un ragazzo nel posto davanti a me. Lo guardo male e immediatamente, senza fare domande, si gira di nuovo verso il prof che sta interrogando cinque ragazze. Tra queste ci sono Eileen che si sta arrampicando sugli specchi e Sophie che è sempre stata un genio dell'informatica, perciò, il massimo dei voti le è assicurato. 

«Rispondi ai miei messaggi.» indica con un cenno del capo il telefono ma io nego categorica incrociando le braccia al petto e scuotendo la testa in segno di diniego. Lui però non si ferma anzi, quando vede che al professore cade la penna e si china per raccoglierla il ragazzo dal taglio militare si siede al posto del mio ragazzo facendomi imbestialire ancora di più.

«Vattene o urlo.» affermo rigida e autoritaria mentre guardo ancora dritto a me. 

«Mi piace sentirti urlare.» afferma con non chalance mentre si mette comodo. Inizia a giocare con i miei capelli biondi che stamattina ho legato con un nastrino rosa pastello, come se tra noi non fosse mai successo nulla.

«Okay, ho capito principessa. Vuoi fare l'antipatica e non rispondermi.» ridacchia mentre si avvicina a me con la sedia. Ringrazio Dio per i Mac che essendo enormi coprono la visuale mia e di Sebastian, altrimenti tutta l'aula fraintenderebbe ciò che sta succedendo. 

«Non sono io che ti ho evitato per un'intera settimana.» butto lì senza pensarci per poi pentirmene due secondi dopo perché la frase mi è uscita in un modo totalmente diverso da come pensavo.

«Touché. Ma adesso sono tornato, e sono felice che tu abbia sentito la mia mancanza. Questa settimana è stata molto particolare a causa della bastardata che tuo nonno ha fatto nei nostri confronti.» afferma allusivo chiedendomi sottilmente se io ne sapessi già qualcosa. E anche se il mio orgoglio mi dice di dirgli che l'idea è stata mia per ferirlo come lui ha fatto con me, dall'altra parte non mi vendicherei mai di una persona facendo del male ad altre mille che non c'entrano nulla, e conoscendolo lui questo lo sa. Sa che non sono stata io altrimenti non starebbe seduto accanto a me. E così, per un motivo o per un altro, mi ritrovo a dirgli queste parole perché la Sole bambina vuole che il Seb bambino sappia che lei non farebbe mai una cosa del genere, non a lui. 

«Lo sai che io non centro nulla.» decreto con tono amaro abbassando leggermente l'ascia di guerra, per la prima volta da quando ci siamo rincontrati. Tuttavia, lui non ne sembra sorpreso dato che mantiene il suo solito ghigno che ogni volta mi fa diventare nevrotica a livelli assurdi. 
«Lo so, principessa, altrimenti non sarei qui a parlarti e tu non saresti così tranquilla vicino a me.» cambia tono di voce assumendone uno più baritonale e profondo e dando conferma ai miei pensieri precedenti, ossia che lui lo sapeva. 

«Cosa mi avresti fatto?» domando con voce bassa guardandolo fisso negli occhi. I suoi occhi verdi contro i miei eterocromatici. Una battagli di colori che gli fa spuntare un sorriso, lo stesso che fa balenare nella mia mente un milione di ricordi.

«Cosa non ti avrei fatto, principessa.» mi fa l'occhiolino e dopo avermi sfiorata accidentalmente la coscia ritorna al suo posto proprio quando Josh fa il suo rientro in aula.  Non riesco neanche a raccogliere i miei pensieri che il mio fidanzato interrompe il loro flusso sfiorandomi l'esatto punto dove prima mi aveva toccata lui.

«Tutto okay?» mi domanda Josh quando vede il mio viso ancora più rosso di quando mi ha lasciata. Annuisco leggermente e continuo a seguire la lezione senza proferire più parola dimenticandomi completamente dei messaggi che Sebastian mi aveva mandato prima. 

Dopo la lezione di informatica, che ho passato a ripensare alle parole del mio ex migliore amico e al nervoso che mi fa salire ogni volta che respira la mia stessa aria perché non riesce mai a stare al suo posto, mi dirigo frettolosamente in bagno perché piccoli crampi che si diramano per tutta la mia pancia, arrivando addirittura a prendermi le gambe, fanno capolinea prima del previsto. E infatti, non appena metto piede nel bagno della scuola e mi sbottono la gonna abbassandomela insieme all'intimo noto una chiazza di sangue propagarsi per tutto il salvaslip che avevo preventivamente messo stamattina, fortunatamente.

Uno sbuffo frustrato fuoriesce dalla mia bocca e come sempre in questo periodo del mese il mio nervosismo raggiunge il picco. Anche questa volta il kit di emergenza sembra salvarmi dalle emergenze ma, quando mi rendo conto che l'ultimo assorbente che avevo gliel'ho prestato a Betty due giorni fa, lancio un urlo soffocato che attira l'attenzione di una ragazza fuori dal bagno. Precisamente quella di Sophie.

«Marisol di Laurentiis, come mai questa frustrazione repressa?» mi domanda con tono di scherno la ragazza dai capelli neri che, per molti anni è stata la mia migliore amica. 

«Ho finito gli assorbenti.» sbotto senza peli sulla lingua. Io e lei da bambine eravamo la stessa persona con lo stesso carattere, perciò, ciò che pensa lei e ciò che fa lei, lo farei anche io. Tranne scoparmi suo fratello come lei ha fatto con il mio. 

«Sai ti aiuto solo perché dobbiamo parlare di una cosa seria, Marisol. Altrimenti non mi sarebbe dispiaciuto vederti lì rinchiusa dentro il bagno mentre le persone là fuori cercano la loro ape regina.» afferma ironica mentre da sotto la porta mi passa un assorbente che prontamente afferro per poi mettermi e sistemarmi. Una volta uscita dal bagno mi lavo immediatamente le mani e mi appunto mentalmente di riaggiornare il mio kit delle emergenze.

«Prego.» mi sollecita quando nota che non l'ho ringraziata mentre incrocia le braccia al petto e mi squadra dalla testa ai piedi. Anche io faccio lo stesso e ancora una volta, quando la vedo, mi domando cosa sarebbe potuto succedere se non avessimo mai litigato.

Anche se all'apparenza sembro una persona fredda che odia completamente il genere umano rimugino spesso sulle persone importanti con le quali ho avuto dei legami forti e, ogni volta, mi domando cosa possa aver sbagliato per averle fatte allontanare così. Con Sebastian mi sono detta che magari si era stancato di me perché ero una bambina troppo espansiva che però aveva anche bisogno di stare per fatti suoi quando aveva dei momenti no, rinchiudendosi solo tra le pagine dei libri. 

Con mio padre invece, ho sempre pensato che anche se ci ha perso lui magari non sono stata abbastanza brava per farlo comportare bene con la mamma e di conseguenza non sono stata abbastanza per farlo innamorare di noi. Ogni volta che vado al parco e vedo un padre giocare con il figlio provo una fitta atroce trafiggermi il petto, tuttavia, penso che quello sia il mio più grande punto debole. E anche se sono abituata ad avere Cillian in casa, che mi dimostra ogni giorno il bene che mi vuole, non l'ho mai chiamato papà. Farebbe male a me, come farebbe male anche a lui dato che molto prima che conoscesse mia mamma aveva una bambina, Camille, che è morta di cancro. Anche se si è ricostruito una famiglia con noi ogni giorno pensa a lei e l'elastico viola che ha al polso e che apparteneva a lei lo dimostra dato che non l'ho mai visto senza.

Invece, con Sophie non ho mai capito cosa ci ha portate ad essere rimaste l'una senza l'altra da un giorno all'altro. Lei mi propina sempre la storia di mio fratello e anche se da una parte le credo dall'altra so che lei non è quella persona. Non è quella che abbandona un'amicizia per una relazione finita male, me lo aveva promesso ma a quanto pare uno dei suoi più grandi difetti è non saperle mantenere le promesse. 

«Cosa mi devi dire.» sbotto seria andando dritto al punto. Lei si scioglie dalla posizione austera che aveva assunto pochi secondi prima e, dopo aver controllato che nei bagni non ci sia nessuno, si riposiziona davanti a me. Finalmente, quando inarco un sopracciglio capisce che sto perdendo la pazienza e inizia a parlare «non mi fido di Josh.»

Rimango interdetta per un millesimo di secondo alla sua affermazione, sconcertata dalle sue parole e finalmente quando riesco a riprendermi le scoppio a ridere in faccia. 

«Prego?» questa volta la sollecito io con la stessa espressione che lei aveva usato poco fa. Ma lei, proprio come me non si smonta di un millimetro. 

«Non mi fido di lui, Sole. Quando ero nello spogliatoio maschile ho sent-» alzo una mano in segno di stop e lei non interpreta correttamente il mio gesto in quanto continua a parlare. E dato che la sua storia non mi garba inizio a parlarle sopra «mentre eri nello spogliatoio maschile? Come no, Sophie. Quella zona è sorvegliata a vista dal coach e dubito che tu ci sia entrata.»

«Ci sono andata con Sebastian, lui mi ha fatta entrare.» e a quella frase raggelo anche se per essere ottobre il clima è ancora favorevole. Infatti, come è capitato poche volte mi paralizzo per un secondo perdendo il controllo di me stessa. Non perché avrà sicuramente fatto qualcosa con lui dato che negli spogliatoi maschili non ci vai per giocare a carte, e a me di loro due non interessa, ma perché mi dice quelle cose come se nulla fosse mentre fino a una settimana fa moriva ancora dietro mio fratello.

«Lo sai che non farei mai niente con lui Sole, rispetto te e tuo fratello.» assottiglia gli occhi precisando questa informazione mentre mi scruta attentamente. 

«A me non interessa, puoi fare ciò che vuoi con chi vuoi. E dubito che anche a Kay freghi qualcosa di come passi il tuo tempo libero.» questa volta alla mia affermazione chi gongola è lei perché non si aspettava questo schiaffo immaginario. So che Kayden è il suo punto debole e perciò, quando ha visto che stavo per cedere, non potevo darle la soddisfazione di avermi scalfito. 
«Adesso Sophie» mi avvicino a lei arrivando a pochi centimetri dal suo volto mantenendo il mio sguardo fisso nei suoi occhi color grigio chiaro «torna dal tuo amichetto di basso rango e lascia in pace me e il mio ragazzo. Lui non fa il gioco sporco come hai fatto tu con mio fratello.» e dopo aver preso la giacca ed essermi sistemata velocemente allo specchio un po' di gloss che si era sbavato le mando un bacio volante accompagnato da un occhiolino ed esco dal bagno sbattendo la porta. 

Inutile dire che non appena esco dal bagno mi ritrovo Sebastian davanti e non riuscendomi a fermare in tempo lo colpisco con una spallata, sorpassandolo. Ma non faccio neanche in tempo a fare due passi che mi blocca trattenendomi per il polso «hai per caso visto-» mi divincolo non appena pronuncia quelle parole consapevole di chi sta cercando, altrimenti non sarebbe venuto davanti al bagno delle ragazze, e con tono più acido del solito, come se mi fossi ingoiata un limone intero sbotto «la tua amichetta è in bagno, magari ti sta aspettando» per poi andarmene alla ricerca delle mie amiche. 

Dodici minuti dopo trovo una delle mie due migliori amiche, Eileen, fuori il giardino sulla panchina mentre litiga animosamente con Wade. Il loro tono di voce è così elevato che un gruppo di ragazzi accanto a loro finge di studiare pur di sentirli. E quando riconosco il ragazzo che frequenta il corso di arte e scrittura creativa con me, capisco che tutti loro fanno parte del giornalino studentesco e che quel telefono appoggiato fin troppo distante da loro, ma fin troppo vicino alla coppia che sta discutendo, non è messo lì a caso bensì serve per registrare la conversazione e riportarla su quella stupida rivista di gossip. Wade è considerato una divinità in questo liceo dato il suo status di atleta e di conseguenza tutti vogliono sapere cosa accade nella sua vita. Soprattutto nella sua relazione amorosa dato che è un ragazzo molto ambito, insieme al suo gemello, data la sua stazza imponente da giocatore di lacrosse e i suoi occhi color ghiaccio che sono in grado di trafiggerti con lo sguardo. 

Quando Wade si alza borbottando dalla panchina vedo Eileen più fragile che mai e di conseguenza mi accingo ad andare verso di lei passando direttamente sulla traiettoria del telefono del gruppo di 'giornalisti'. 

Quando sento un 'crack' sotto il mio tacco uno ghigno soddisfatto compare sul mio volto e in men che non si dica mi volto verso il gruppetto di ragazzi che mi guardano sconvolti «vorrei dire che mi dispiace, ma purtroppo non è così» mi inginocchio alla loro altezza per poi catalizzare il mio sguardo dritto nel loro «la prossima volta state lontano dalla mia migliore amica e dai suoi affari privati altrimenti non mi limiterò a distruggere un insignificante telefono. Avete compreso?» sibilo. Solo il ragazzo che frequenta il mio stesso corso, Richard, mi guarda con uno sguardo di sfida che io prontamente ricambio.

«Cristallino Marisol. Io però ti consiglio ti tenere sotto controllo l'home page del sito della nostra scuola, potrebbero esserci regali poco graditi in questi giorni.» e tutti quanti, come una mandria di pecore si dileguano lasciando il suolo vuoto. 

Senza dare peso a quella minaccia velata, dato che ci sono cose più importanti a cui pensare, mi dirigo verso la mia migliore amica che ha uno sguardo perso. 
«che cosa è successo?» domando pacata usando un tono che non mi appartiene quasi mai. Quando la mora appoggia la testa sulla mia spalla e delle lacrime iniziano a fuoriuscire dai suoi occhi la abbraccio e la stringo cercando di darle conforto.

Dopo pochi secondi, o forse minuti, si stacca da me e tira su con il naso cercando di ricacciare indietro le lacrime ma invano e quando inizia a parlare ha la voce rotta.
«Wade e io abbiamo litigato. Al canile dove faccio volontariato è arrivato un ragazzo che frequenta il club dei miei genitori» si ferma per un secondo e io le stringo la gamba per incitarla silenziosamente a continuare. Lei e Wade litigano raramente e di conseguenza quando succede Eileen si incolpa di tutto anche quando lo sbaglio non è il suo.

«ho iniziato ad essere cortese spiegando dove ci fosse tutta l'attrezzatura e la spartizione dei turni, ma è finita lì. Stamattina questo ragazzo mi ha contatta su Instagram ringraziandomi della giornata di ieri e Wade ha dato di matto. So che ho sbagliato dare corda a Ethan, ma volevo si sentisse a suo agio il primo giorno.» snocciola velocemente trattenendo il respiro. Quando lo rilascia una lacrima solitaria solca il suo viso e dai suoi occhioni intrisi di patina lucida e dal respiro rotto capisco che ha bisogno che adesso sia io a parlare. 

«Wade è un coglione» asserisco rigida facendo spuntare un leggerissimo sorriso alla mia migliore amica «e tu non hai colpe. Magari Ethan ha frainteso le tue intenzioni o semplicemente voleva essere gentile con te come tu lo sei stata con lui. Ma tu non hai colpe solo perché hai parlato con un ragazzo. Parla con entrambi e risolvi la situazione, non puoi precluderti il tuo lavoro o il tuo ragazzo per dei fraintendimenti.»

«spiegaglielo tu allora, perché da me non ha voluto sentire ragioni.» dichiara singhiozzando mentre le lacrime tornano a fare da padrone sul suo volto angelico. Si passa una mano tra i capelli e si asciuga le lacrime con un fazzoletto che estraggo dalla mia borsa e le porgo.

«potrei farlo con le cattive maniere, placcarlo, dargli un pugno e poi insultarlo perché è un coglione.» dichiaro sbrigativa proponendo questo piano che a me risulta geniale.

«è un armadio Sole, neanche suo fratello riesce a smuoverlo tra un po'.»

«ma io ho un tacco dodici che potrei ficcarli in un occhio e stenderlo.» faccio spallucce meravigliandomi della mia stessa cattiveria. Wow, il ciclo oggi deve avermi iniettato una dose di adrenalina e malvagità dato le cose che sto dicendo.

Eileen per qualche secondo si ammutolisce e vedo le rotelle nella sua testa girare. Dopo un respiro profondo e un sorso d'acqua sembra aver preso la sua decisione che, conoscendola non comprenderà nessuna delle minacce da me proposte in precedenza.

«Penso che farò come hai detto tu.» oggi tornerò allo studio veterinario dato che devo sostituire una mia collega. Ethan è di turno e metterò le cose in chiaro con lui, poi andrò da Wade e spiegherò che di Ethan non mi interessa e che non voglio avere altri legami oltre che uno professionale e a lui dovrà andare bene così, giusto?» il suo tono deciso ben presto lascia una punta velata di insicurezza e per cercare di darle man forte annuisco in modo rassicurante per poi stringerle forte la mano «ben detto, non abbandonare ciò che ami per la gelosia di Wade.» 

Lei annuisce, questa volta più decisa, e mi stringe in un abbraccio che non ha più quel fare triste e affranto di qualche minuto fa. Adesso è pieno di speranza e di un lieve sorriso che Leen mi regala. Mi ringrazia con gli occhi e non potrei essere più grata di avere queste persone al mio fianco. 

«A proposito, grazie per aver distrutto quel telefono. Non volevo che si venisse a sapere in giro.»

«Non ti preoccupare, adesso si sono aggiunte solo altre persone nella lista di coloro che mi odiano.» affermo sarcastica facendola ridacchiare. 

«Sei una delle persone migliori che conosco Sole e lo sappiamo entrambe che sotto quella corazza da reginetta stronza della scuola si nasconde un cuore grande che deve essere solo scoperto.» questa volta è lei a cercare la mia mano ma fortunatamente la notifica da parte di Betty sul nostro gruppo mi permette di alzarmi e cambiare argomento. Oltre a lei già JJ mi ha fatto un discorso simile a questo e il fatto che più persone, soprattutto quest'ultima, sta riuscendo a capire che la mia è solo una facciata, mi destabilizza.

«Betty ha mandato un messaggio sul gruppo, è in mensa.» leggo velocemente il messaggio informando la mora al mio fianco che come me si è alzata dalla panchina. Sicuramente non sembra appena uscita da una SPA 5 stelle tuttavia, la nostra chiacchierata e la consapevolezza che non ha torto le hanno risollevato il morale. Spero solo riesca a credere di più in se stessa e nelle parole che le ho detto. 

«Dille che la raggiungiamo.» annuisco e rispondo alla rossa dicendo che la stiamo raggiungendo. Ripongo il telefono nella borsa e mi avvio con Leen alla nostra meta quando la mora mi agguanta per un braccio fermandomi «non dire a Betty ciò che è successo. Sai che mi rinfaccerebbe tutto dicendomi che le relazioni sono solo uno spreco di tempo e che le avventure di una notte risolvono tutto.» annuisco e la rassicuro con un sorriso sincero «okay, non le dirò nulla.» e anche se odio mentire a una delle due non posso tradire la fiducia di Eileen.

Anche oggi la mensa pullula di studenti ma il mio tavolo, quello vicino alla porta che da sul cortile, è sempre libero. Ovviamente lì c'è Betty che ci aspetta e con un cenno della mano ci fa segno di sbrigarci, così andiamo a recuperare il nostro pranzo al bancone e poi ci dirigiamo verso di lei. Non appena la raggiungiamo al tavolo ci accoglie con un sorriso impertinente sul volto «non potete capire che gossip ho da raccontarvi.» ridacchia mentre ci fa cenno di avvicinarci ancora di più a lei.

«Ti prego dimmi che non è nessun atto meschino o crudele.» domanda Eileen esasperata dalle continue voci di corridoio che arrivano alla mia migliore amica in quanto capitano della squadra delle cherleader e reginetta indiscussa di ogni tipologia di gossip. Ha molte amiche nel giornalino scolastico e questo l'aiuta molto a essere informata su tutto e tutti. 

«È qualcosa di molto meglio.» ridacchia sotto i baffi per poi portarsi i ciuffi rossi dietro le orecchie. Da un secondo all'altro il suo sguardo è diventato serio e dopo aver visto che nessuno è nei paraggi ad ascoltarci sussurra una notizia che avendo vissuto in prima persona non mi sconvolge più di tanto anche se, mi costa ammetterlo, mi lascia un po' con l'amaro in bocca. Per lei, non per lui. 

«Sophie Sanders e Sebastian Morris si sono rinchiusi nel bagno delle ragazze qualche ora fa e ci sono stati per quasi tre quarti d'ora. Tutti pensano abbiano scopato.» ci informa pettegola la mia migliore amica. La vecchia Sophie non ci avrebbe mai fatto nulla con Sebastian, dato che sa che sono stata persa di lui per anni, ma quella nuova? Non la conosco e non so cosa sarebbe in grado di fare.

Betty ha un sorriso sornione sul volto in attesa delle nostre reazioni per continuare a parlare di questo argomento, mentre Eileen mi guarda profondamente come se aspettasse una mia risposta. Da come mi scruta sembra che voglia dirmi tante cose, come se effettivamente mi fosse successo qualcosa di brutto ma, per mia fortuna, non proferisce parola e io come sempre maschero tutto con una finta risata.

«Spero per loro sia stato piacevole.» borbotto non curante cercando di assumere un tono neutro che però non mi appartiene. 

«Che c'è Sole, sei gelosa che Sophie abbia scopato quel dio greco prima di te?» mi domanda Betty con una punta di malignità nella voce che non le appartiene. Alzo un sopracciglio e la fisso gelida negli occhi «sono fidanzata Elizabeth, Sebastian è stata solo la distrazione di una notte circa sette mesi fa. Può fare ciò che vuole con chi vuole.» affermo lapidaria posando i gomiti sul tavolo della mensa e sporgendomi verso di lei. 

«Lo so Marisol» alza le mani in segno di discolpa pronunciando con tono tagliente il mio nome per intero «mi sembrava solo strano dato che lo vedo sempre ronzarti intorno da quando è arrivato qui a scuola.» 

«Vuole semplicemente infastidire Josh dato che entrambi sono dei giocatori di squadre di lacrosse opposte e sono in competizione, non gli interesso io quindi Elizabeth puoi smettere di preoccuparti di cosa fa Sebastian nei miei confronti perché a me lui non interessa dato che sono perdutamente innamorata di Josh.» ribatto inasprendo il tono e lo sguardo sottolineando il 'perdutamente innamorata'.

«Non ti scaldare Sole, era solo per parlare un po' altrimenti potrei pensare che ti interessa ciò che sto dicendo in quanto verità.» afferma sottile e allusiva puntando lo sguardo su di me e poi facendolo saettare su Sebastian a qualche tavolo di distanza. Lui a quanto pare si sente osservato perché gira il volto nella nostra direzione e quando incontra quello della mia amica, che muove in modo civettuolo la mano verso di lui, si gira senza neanche darle un minimo di considerazione.

«Non mi interessa affatto Betty» adesso anche io uso il suo soprannome «né di ciò che pensi tu, né di Sophie e neanche della tresca che sta avendo con Sebastian. Fatti una vita Elizabeth, non pensare solo alla mia e non insinuare cose di cui poi ti potresti pentire.» ribatto acida e minatoria prima dell'interruzione di Eileen che ci intima di non litigare e di non dare spettacolo. Oramai la mia pazienza ha raggiunto il limite e so che un minimo movimento sbagliato potrebbe accendere la miccia che c'è in me e farmi esplodere. Perciò per evitare che il caos avvenga prendo il telefono e mando un messaggio a Josh.

Due minuti dopo fanno il loro ingresso in mensa Josh e i due gemelli che si avvicinano a noi. Eileen non da neanche il tempo a Wade di fermarsi o di proferire parola che lo trascina fuori sotto lo sguardo curioso di Betty. E anche sotto lo sguardo di JJ che non smette di fissare Eileen neanche per un secondo.

«Come mai è scappata così in fretta?» domanda inquisitoria la prima, curiosa della strana reazione della nostra migliore amica. I due ragazzi alzano le spalle e io seguo il loro medesimo gesto come se non sapessi nulla.

«Cosa ci raccontano le ragazze più belle della scuola?» domanda Josh non appena si siede tra me e Betty abbandonando completamente la questione Eileen-Wade. Mi stampa un bacio casto sulle labbra e poi rivolge l'attenzione a noi due. In un tacito accordo, da persone responsabili e mature io e Betty non proferiamo parola della discussione conclusa qualche minuto fa.

Nel frattempo, dato che il piatto di Eileen è rimasto quasi intatto il mio ragazzo se lo porta davanti a lui e inizia a mangiare spelucchiando qualche patatina fritta.

«Che non dovresti mangiare questa schifezza dato che tra meno di un'ora abbiamo gli allenamenti.» lo rimprovera Betty allontanando il piatto davanti a Josh che alza gli occhi al cielo divertito.

«Tra mezz'ora avrò già digerito tutto quanto, l'allenamento pre-partita è uno dei passaggi fondamentali.» lancia un occhiolino a Betty e stranamente mi irrigidisco sul posto. La sua battuta che, stranamente, non ho ben compreso ha fatto gelare l'aria intorno a me e infatti adesso Betty ha un sorriso tirato. Zade, invece essendo un adolescente medio con gli ormoni a palla coglie la battuta per farne una a sfondo sessuale «come ti capisco, fratello. Ci sono due gemelle che mi aspettano al bagno del secondo piano. Non vedo l'ora di godermele un po' prima dell'allenamento.»

«Che schifo.» emula un conato di vomito la rossa facendo il verso. Zade ridacchia e le da una pacca sulla spalla e dopo un sospiro, come se dovesse ancora scoprire il mondo, le dice una frase che mai mi sarei aspettata da uno come Zade Paxton. Scherzo, oramai da uno come lui posso aspettarmi di tutto. 

«Potrebbe sorprenderti quanto è bello essere venerati come divinità da due ragazze contemporaneamente. Una ti succhia il cazzo, all'altra succhio la figa.» afferma sospirando, sicuramente immaginandosi la scena. Un sorriso appare sul suo volto e poi si scrolla da solo come per tornare alla realtà «dovresti provarci, con me se vuoi.» propone con un tono normale come se non le avesse appena chiesto di scopare.

«No.» afferma di getto Josh tossendo qualche secondo dopo come per fermarsi da cosa ha appena fatto.

«Cosa no?» domando indagatrice mentre scruto il mio fidanzato. Un senso di impotenza inizia a prendere possesso del mio corpo e come se fossimo due calamite dello stesso polo inizio ad allontanarmi da lui ma fortunatamente questa sensazione dura poco perché Josh mi da una giustificazione a ciò che ha appena detto guardandomi con i suoi occhioni blu che in questo momento sembrano pentiti della frase fuoriuscita dalle sue labbra. E la mia faccia bianca torna ad assumere un colorito normale

«No, nel senso che se due ragazze rischiano di sfiancarlo non immagino tre e noi non possiamo permetterci di avere un giocatore inutile a pochi giorni dall'inizio del campionato di lacrosse.» ridacchia per poi avvicinarsi a me. Mi circonda il busto con un braccio mentre continua a parlare con Zade, il quale continua a ripetere quanto sia terapeutico scopare con due gemelle che l'unica cosa che vogliono è il tuo cazzo, non altro. Non il tuo nome o i tuoi soldi.

«Non ti preoccupare, capitano. Il tuo miglior giocatore non ti deluderà.» lancia un occhiolino a Josh il quale alza gli occhi al cielo e tira un pugno al braccio del suo migliore amico che, detto con parole sue, è un coglione megalomane vanitoso. E di sicuro oggi l'ha dimostrato.

«Altrimenti sei fuori, il coach ci fa pressione per l'inizio del campionato. L'allenatore ha visto, casualmente, Morris giocare e ha detto che nonostante il suo problema potrebbe farci il culo ad occhi chiusi.» mi fermo con il boccone a mezz'aria quando sento associata la parola problema a quello del mio ex migliore amico.
La mia curiosità mi spinge a chiedere più informazioni solo che non voglio di nuovo accendere un litigio con il mio ragazzo. Sicuramente non sarà nulla di grave, magari lavorando tanto non può sforzarsi ma di certo non è un problema mio. Giusto? 

«Morris può morire all'inferno come tutti gli altri, sono solo una palla al piede qui dentro nel nostro territorio e poi lo sai che il coach esagera sempre per farci cagare in mano.» afferma Zade alzando un po' troppo il tono di voce. Inspiro profondamente, perché una rissa è proprio l'ultima cosa che voglio vedere oggi e quando noto Sebastian indurire la mascella il mio cuore inizia a palpitare. Fantastico, non sarò io la miccia che esploderà oggi.

Non ha mai avuto una perfetta gestione della rabbia e farlo scattare sarebbe solo una tragedia per lui e la sua permanenza nella scuola. Zade e Josh lo sanno e infatti lo sguardo d'intesa che si stanno scambiando mette in senso di allerta la mia tranquillità.

«Siete solo gelosi del fatto che sono dei fighi della madonna.» ammicca Betty facendo sconcertare i due ragazzi. Pessima mossa amica mia.

«Loro sarebbero meglio di noi?» domanda Zade indicandosi usando un tono retorico beffardo.

«Sono solo dei poveracci che usano la loro storia per fare pena alle persone, le femmine da qui a poco faranno le troie per strada mentre i ragazzi spacceranno. O credo che già lo facciano mi è sembrata di vedere una di loro sul ciglio della strada qualche sera fa.» sputa Josh non curante di quanta cattiveria stia gettando addosso a dei ragazzi che purtroppo non hanno scelto il loro destino.

«Io una di loro me la sono scopata. E si, posso ribadire che la figa ricca è più profumata di quella delle poveracce che contaminano ogni giorno la nostra scuola.» continua Zade dando man forte al mio fidanzato. Adesso tutti hanno lo sguardo puntato su di noi e senza pensarci due volte mi allontano dal mio fidanzato con una faccia alquanto schifata.

«Che c'è amore, stiamo solo dicendo la verità.» sbuffa il mio fidanzato.

«State insultando delle persone senza alcun motivo.» decreto incrociando le braccia al petto. E poco mi importa che tutti stiano sentendo questa conversazione.

«Avanti, Sole fatti due risate. Stiamo scherzando.» si lamenta annoiata Betty, probabilmente del fatto che non sto prendendo questa situazione sul ridere come lei. 

«Scherzate senza di me allora.» getto il tovagliolo sul tavolo e mi alzo velocemente raccogliendo tutte le mie cose. Mi avvio alla porta, guardando di sottecchi il tavolo accanto al nostro, che trasuda rabbia –soprattutto Sebastian che per quanto sta stringendo il tavolo rischia di romperlo date le sue nocche totalmente bianche, quando la voce del mio ragazzo mi fa rimanere impalata facendomi scaturire una rabbia che non pensavo di avere.

«Strano che sia proprio tu a dirlo quando l'idea di distruggere il South è stata tua no, amore? Mi sa che ti sei persa l'articolo del giorno Sole, sei in prima pagina.»

☀️

Non ci credo che finalmente sono riuscita a pubblicare🥳
Dopo una sessione immensa (che non è ancora finita) e dopo tanti ripensamenti su questo capitolo che era già pronto da dieci giorni finalmente vi pubblico il primo capitolo del 2024!🫶🏻 Valgono gli auguri fatti il 21 gennaio?🥲

Spero che questo capitolo vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate.
Seb sempre più provocatore e invasore dello spazio vitale di Sole🤭 lui ama provocare ma proprio tanto e per il suo personaggio ho delle idee davvero brillanti😏deve solo arrivare il momento giusto per metterle in pratica.

Josh lo odiamo ogni capitolo di più e qui si è proprio superato soprattutto con l'ultima battuta che...chissà cosa provocherà nel prossimo capitolo 💣

Nel frattempo vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo (che punto di scrivere entro domenica prossima)🩵

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