capitolo 5.

Il Mama's Restaurant è uno dei ristoranti di cucina europea più lussuosi di tutta la California ed è per questo che Josh ha deciso di portarmi qui. Non solo perché sa che amo la cucina italiana, ma anche perché sa che il cibo è un ottimo compromesso per risolvere le nostre giornate no. Infatti, le cinque volte che siamo venuti qui in quest'ultimo anno era perché avevamo litigato, buffo no?

L'abitacolo si presenta imponente e luminoso. I tre piani lo fanno stagliare come un colosso in mezzo alla spiaggia e lo scrosciare delle onde in vicinanza fa da soave melodia a questo ambiente lussuoso e rilassante. Inoltre, a rafforzare il legame di questo posto con l'acqua non sono solo le varie decorazioni blu cobalto a tema marino sparse in modo ordinato sui tavoli e per l'intera sala che spezzano il bianco dei muri e l'argento del soffitto, ma le vetrate panoramiche che permettono a noi clienti di osservare il mare che, questa sera, è più tormentato del solito.

«Avete una prenotazione?» domanda un grazioso signore sulla cinquantina con un sorriso stampato in volto mentre prende una lista rilegata in pelle dalla mensola accanto a lui. Fa scorrere lo sguardo sul foglio dopo che Josh accenna il suo cognome in modo allusivo, come se dovesse avere un trattamento speciale rispetto agli altri clienti, ma fortunatamente il signore sembra non rendersene conto.

Qualche secondo dopo l'uomo, che dalla targhetta scopro chiamarsi Hayato Akane, annuisce e sempre con il sorriso sul volto ci scorta al nostro tavolo –ovviamente vicino a una vetrata- e dopo aver preso le nostre giacche mi scosta la sedia per farmi accomodare. Sorrido cortese e inizio a sfogliare il menù a base di pesce e carne.

«Ti piace qui?» domanda Josh, cauto, cercando di non fare passi falsi nei miei confronti nonostante sappia quanto io ami questo posto.

Non mi guarda negli occhi, dato che essi sono puntati sui gemelli della camicia che si sta sbottonando per arrotolarsi le maniche fino all'avambraccio, ed è un chiaro segnale di quanto si stia sentendo colpevole. Da questo punto di vista non ho mai compreso il mio ragazzo al cento per cento perché si, lui mi chiede perdono con dei fiori o mi porta a cena, ma non ha mai il coraggio di affrontare l'argomento in modo diretto con me. E io? Io non lo intavolo quasi mai perché litigare continuamente con il mio ragazzo diventerebbe estenuante anche per una come me. 

«Si, sai che amo questo posto.» affermo ammaliata mentre sollevo il mio sguardo sul soffitto che riflette le luci fredde dei lampadari di cristallo appesi per tutta la sala. Successivamente, sposto il mio sguardo verso il mare alla mia destra e osservo come le onde libere si infrangono sugli scogli.

A volte vorrei provare anche io un senso di totale libertà. Senza quell'incubo che ancora oggi bussa nei miei sogni e che mi costringe a non fidarmi totalmente delle persone. Perché a volte i demoni si trasformano in angeli e subito dopo aver ottenuto la tua completa fiducia rivelano la loro vera identità distruggendoti. Per questo è meglio incontrare demoni sul tuo cammino, perché sai che quella è la loro vera natura e che non si sono nascosti in un involucro di sogni, gentilezza e bellezza pur di farti capitolare in un baratro senza fine. 

Ed è anche per questo che ho costruito una corazza intorno a me. Corazza che mi fa comportare da stronza arrogante con tutti coloro che mi circondano. Ne vado fiera? Non molto, ma non mi piace neanche il finto perbenismo della gente e le maschere che indossano per trarti in inganno e farti soffrire.

«Sole, cosa prendi?» a destarmi dai miei pensieri ci pensa Josh prendendomi la mano sul tavolo mentre il cameriere mi fissa in attesa della mia ordinazione. Mi schiarisco la gola dato che ero totalmente persa nei miei pensieri, tant'è che non mi ero accorta dell'intrusione di una terza persona, e quando pronuncio una semplice 'carbonara' immediatamente riconosco il volto di chi sta prendendo le ordinazioni. Axel Akane –si, come il signore all'ingresso- recita la targhetta e subito lo collego al ragazzo del South che non solo ha fatto imbestialire la mia migliore amica ma che ha anche assistito al teatrino messo in piedi da Sebastian questa mattina.

Axel dopo essersi appuntato le nostre ordinazioni ci lascia da soli facendo storcere il naso a Josh il quale sottovoce borbotta che in questo ristorante stanno iniziando ad assumere chiunque. Io fingo di non sentire ciò che lui ha detto e inizio a parlare di tutt'altro iniziando a intavolare diversi discorsi, tra cui la prima partita della stagione che avverrà a breve e il mio corso extrascolastico di arte e scrittura creativa, discorso che subito surclassa a meno importante iniziando a parlare di come lui si sente agitato per i diversi sponsor e per le opportunità che gli si apriranno davanti.

Io lo ascolto per tutta la durata del tempo, anche quando arrivano le portate principali, annuendo qualche volta quando mi trovo d'accordo con lui. Questa doveva essere una cena per farsi perdonare e se apprezzo che per lui la questione Sebastian sia chiusa totalmente dato che non lo ha minimamente menzionato, d'altro canto non si è neanche interessato al fatto che io abbia parlato effettivamente con lui o meno. 

A fine serata, passata a parlare di palle tonde e racchettoni, paga lui il conto e con un sorriso da ragazzo ricco e arrogante lascia una mancia di duecento dollari ad Axel. Se Josh credeva di farlo sentire umiliato si sbagliava di grosso perché Axel si è intascato tutto facendo anche una battutina sarcastica e ironica su quanto lui fosse tirchio a lasciare così poco a un povero cameriere del South.

Ma tornando alla questione 'Sebastian' di certo so che non voglio nascondere più nulla a Josh, ma di certo non tirerò fuori adesso l'argomento, non ora che stiamo andando verso casa sua in macchina.

Durante il breve tragitto rimaniamo in silenzio o meglio, io rimango in silenzio e con lo sguardo fisso su Instagram mentre scorro le varie stories dei miei compagni di classe – non perché effettivamente mi interessa di loro, semplicemente ho paura di guardare davanti, mentre Josh non è attento, dato che sta rispondendo a qualche audio sul gruppo WhatsApp della squadra.

Non gli dico che lo voglio concentrato alla guida mentre siamo in macchina insieme anche se lui conosce la mia paura, e così, con un groppo alla gola, finalmente arriviamo davanti alla villa imponente dei suoi genitori che in questo momento, a detta di Josh, non ci sono. 

Non appena entriamo nel salotto un freddo gelido oltrepassa il mio corpo e mi stringo ancora di più nel mio cappotto nero lungo fino alle caviglie.

Di certo il mio tubino bianco e i miei tacchi non aiutano a mantenere la mia temperatura corporea calda e accogliente.

«Amélie si sarà dimenticata di lasciare il riscaldamento acceso» afferma Josh controllando dal suo cellulare la temperatura della casa. Quando appura che la temperatura è veramente troppo bassa accende velocemente il riscaldamento per poi avvicinarsi a me con passo felpato e un sorriso sghembo sul volto «va meglio?» 

Annuisco mugolando quando sento le sue labbra soffermarsi e soffiarmi dietro l'orecchio e come un riflesso istantaneo inarco la schiena appoggiandomi completamente a lui.

Mi afferra un fianco e sento premere la sua erezione sul mio sedere e quando nota che sono ben volevole a proseguire la serata in questo modo mi trascina in camera sua e, dopo avermi spogliata di ogni indumento, penetra dentro di me fino all'orgasmo. 

*

La mattina dopo, ancora in balia del sonno dato che sono tornata a casa dopo l'una del mattino, trovo una divisa bianca e bordeaux appoggiata allo schienale della sedia posta di fronte alla mia scrivania. Dato che, dal discorso della preside, sapevo dell'uso di un nuovo abbigliamento scolastico ne ho approfittato per posporre la sveglia un paio di volte tant'è che adesso sono le sette in punto e sono in perfetto orario. 

Mi stiracchio e dopo essere scesa dal mio letto infilo le mie ciabatte a forma di rana –si, queste sono le uniche cose che mi riesco a concedere fuori dal mio standard di stile- e mi dirigo in bagno con la divisa sottobraccio.

Mi sciacquo velocemente e infilo la nuova divisa che non mi sta per niente male. Essa consiste in una camicetta bianca infilata in una gonna a pieghe bordeaux il tutto abbinato con un blazer del medesimo colore della gonna e dei mocassini neri che non indosserò mai. A) perché non sono quelli di Prada, gli unici mocassini a cui sono devota B) odio le scarpe senza almeno dieci centimetri di tacco.
Ed ecco perché alle otto in punto sono davanti alla Royal Prep School, con le mie immancabili Valentino, grazie al passaggio in macchina di Cillian. 

Passo dal piccolo chiosco situato in mezzo al cortile e raggiungo le mie due migliori amiche che anche stamattina sono arrivate prima di me. Saluto entrambe con un bacio sulla guancia e mi accomodo in mezzo a loro.

«Allora Sole, com'è andata ieri sera con Josh?» mi domanda Betty in maniera allusiva sgomitando verso di me.

Le rubo un sorso di frullato –l'ho fatto con lei perché so quanto Eileen odi che le venga toccato il cibo- e un sorriso appare sul mio volto al pensiero di ieri sera.

Dopo aver fatto l'amore io e Josh abbiamo chiarito del tutto ogni divergenza e anche se non ho raccontato ciò che io e Sebastian ci siamo detti ho ammesso che abbiamo parlato, o meglio litigato, e che tra di noi non ci sarà mai nessuna amicizia e che quindi può stare tranquillo.

«Si dai, raccontaci tutto.» afferma Eileen dopo aver mandato giù l'ultimo boccone della sua ciambella glassata al cioccolato. Prendo un respiro profondo e snocciolo alle mie amiche tutto ciò che è avvenuto ieri sera partendo dalla cena al ristorante europeo fino a quando non sono tornata a casa all'una sorvolando il particolare del riscaldamento e dei dettagli focosi durante l'atto. 

«Eppure dal nostro capitano mi aspettavo qualcosa di più, tu che ne pensi Axel?» una voce alle mie spalle, e purtroppo so benissimo a chi appartiene, mi distrae dal discorso con le mie amiche. Perché anche se Sebastian non ha urlato la sua domanda ad alta voce ha fatto in modo che io la sentissi. 

«Penso che dovresti farti i cazzi tuoi.» sputo acida rivolgendo il mio sguardo al ragazzo dal taglio militare. Vorrei essere meno sboccata quando sono con lui ma il mio ascendente gemelli in queste occasioni non collega cervello e bocca. 

«Di solito le ragazze dopo una scopata non sono tutte sorridenti e felici? Sembra che qualcuno ti abbia ficcato un palo su per il culo, principessa.» e senza neanche essere invitato posa il suo zaino malridotto sulla sedia e si accomoda di fronte a me nel tavolo circolare del chiosco.

Il suo migliore amico, come un cane con il suo padrone, lo imita e gli obbedisce ridendo di tanto in tanto alle sue battute, tuttavia, concentra per lo più la sua attenzione sulla mia migliore amica Betty, la quale è tutta presa a osservare il bicipite di Sebastian flettersi a ogni suo movimento. Traditrice. 

«Ti vorrei dare io un palo, in faccia magari. Così quell'unico neurone che possiedi si risveglia Sebastian. Inoltre, non sono affari tuoi ciò che faccio con il mio fidanzato e poi non avevi detto che non mi consideri neanche più?» incalzo a tono facendo riferimento alla frase di ieri e rincaro la dose sottolineando la parola 'fidanzato' con il messaggio celato che non deve ronzarmi più intorno.

Ma lui non demorde. Si arrotola i polsini della camicia fin sopra gli avambracci, esattamente come aveva fatto Josh ieri sera, e immediatamente noto la differenza muscolare tra i due. Quella di Sebastian è più massiccia ed evidente, nonostante il tatuaggio che dovrebbe mascherare le reali dimensioni, ma alla fine la mia era solo una constatazione. Perché quel lembo di pelle scoperta non mi appicca neanche una minima scintilla al contrario di come fa Josh.

«Lui è Sebastian?» Betty passa frettolosamente lo sguardo tra me e lui e vedo una lampadina accendersi e illuminarsi sopra la sua testa come se avesse scoperto una nuova formula di fisica.

Il suo sguardo sconcertato non le permette di dire più nulla se non andare in un brodo di giuggiole quando lui le rivolge un sorriso impertinente mentre a me solo uno da bastardo che vorrei prendere a pugni. Mi fissa come se volesse accusarmi di aver parlato di lui alla mia migliore amica, cosa che ho fatto prima che lui venisse qui, e ovviamente per questo ne va orgoglioso. 

Inoltre, non ho avuto tempo di raccontare ogni dettaglio a Eileen e Betty, ossia che Sebastian e il ragazzo della discoteca –Steph- fossero la stessa persona perché, dopo la telefonata di mio fratello e la litigata con Josh, ho cercato di pensare a lui il meno possibile oltre il fatto che non ho avuto il tempo materiale di parlare con loro.

«In persona, dolcezza. Ora però sono curioso di cosa ti ha detto la principessa su di me.» i suoi occhi sono fissi nei miei anche se la sua affermazione era rivolta alla rossa ma io non me ne curo più di tanto. Anzi, stanca della situazione e in ritardo per la lezione inizio a racimolare tutte le cose che avevo sparse sul tavolo.

«Io vorrei sapere prima chi è Sebastian, tu non eri lo Steph dell'heartbreaker?» domanda sempre con tono pacato e gentile la mora al mio fianco che, poverina, non conosce ancora le dinamiche della situazione. Sa che lui è il ragazzo di San Valentino dalla nostra immemorabile lezione in palestra però di Sebastian Morris, il mio ex migliore amico, non sa nulla. 

«È una questione un po' troppo lunga da raccontarti adesso, Leen e poi siamo in ritardo.» cerco di sorvolare l'argomento con tono sbrigativo quando noto Josh avvicinarsi al nostro tavolo. La piega del discorso sta prendendo una direzione che a me non piace e ovviamente si sta creando una situazione totalmente diversa da quella che potrebbe sembrare agli occhi del mio fidanzato. 

Mi faccio per alzare mettendomi la mia borsa in spalla ma Eileen, che non è la ragazza più perspicace d'America in questi contesti di emergenza -ma di certo è la più buona- mi rassicura dicendo che abbiamo tempo e che vuole sentire la storia.

Io mantengo lo sguardo fisso su Josh, il quale ha un cipiglio sul volto, e Betty che ha notato la situazione non mi sta dando man forte anzi smette di parlare con Axel, il quale ci stava andando giù pesante con le battute a sfondo sessuale, e si rivolge verso Sebastian. Batte le unghie sulla superficie in marmo del tavolo in attesa di avere anche lei una risposta, come se non conoscesse parte della storia.

Il mio sguardo fisso su Josh attira l'attenzione di Sebastian, il quale volta lo sguardo nell'esatto punto in cui io sto guardando e quando nota Josh arrivare verso di noi mi lancia un sorriso provocatorio e inizia a spifferare alle mie due migliori amiche il nostro rotto rapporto.

«Quella sera c'è stata un po' di confusione con le presentazioni» incalza lanciandomi di tanto in tanto un'occhiata fugace «perciò io sono sia Sebastian, il suo migliore amico» ex, ribadisco con un colpo di tosse che però risulta percettibile solo a me «e sia Steph il ragazzo che si è sc-» ma non fa in tempo a terminare la frase perché non appena vedo Josh dietro di lui, pronto a proferire parola, con finta sbadataggine faccio cadere il frullato alla fragola di Betty addosso a Sebastian. 

Betty si alza velocemente per evitare di essere colpita dal liquido rosa che sta grondando dal tavolo e stessa cosa fanno Axel e Sebastian. Ma mentre Axel se la ride perché ha capito il mio scopo, Sebastian rimane serio e mi fissa duramente negli occhi. Odio il suo cambiamento repentino di carattere ma allo stesso tempo non potevo permettere che Josh sentisse tutto quanto; perciò, ho agito per il mio bene.

Al suono della campanella Sebastian se ne va, non prima di avermi dato una spallata e avermi un sussurrato 'grazie per avermi informato che lui non lo sa, principessa. Adesso ci divertiamo per bene' mentre io e le mie amiche entriamo nell'istituto non facendo riferimento a ciò che è successo là fuori. Non do peso alle parole di Sebastian perché per il momento ho troppe cose da gestire e la testa mi sta esplodendo.

Devo chiarire ancora con Kayden, devo cercare di mantenere intatta la mia relazione e devo parlare al più presto con le mie due migliori amiche prima che facciano parlare Sebastian. Perché doveva ritornare qui e rovinarmi la vita? È sparito per dieci anni e se fosse rimasto ovunque fosse prima di tornare sarebbe stato meglio per tutti. Per me.

Fortunatamente, riesco a far passare la caduta del frullato come un incidente e di conseguenza riesco a liquidare velocemente l'argomento, tuttavia, la sfortuna mi perseguita perché Josh mi blocca davanti l'aula di lingua inglese e a bruciapelo mi fa la fatidica domanda che sapevo dovesse arrivarmi da un momento all'altro.

«Che ci faceva lì con te?» fortunatamente non ha un tono alterato e di conseguenza evito di mettermi sulla difensiva. A quanto pare il discorso di ieri se non totalmente ha in parte funzionato. Sciolgo le braccia lungo il busto e cerco di assumere un tono pacato e controllato.

«Non era lì con me, c'erano anche Leen, Betty e il suo amico. Axel va dietro a Betty e quindi ne hanno approfittato per sedersi lì con noi.» bugia. Ma neanche totalmente. Axel sembra stare davvero dietro alla mia migliore amica, ma al contempo sta dietro anche alle quattro ragazze che mangia con gli occhi ogni qual volta passano davanti a lui. L'ho osservato pochissime volte ieri, eppure tutte le volte aveva gli occhi puntati a una ragazza diversa. 

«Non voglio che ricapiti più, Sole.» annuisco solamente in quanto sono completamente in torto e dopo pochi convenevoli entro in aula lasciando dietro di me il viso deluso del mio ragazzo.

Perché mi sembra di sbagliare in tutto ciò che faccio? In tutto ciò che dico nei confronti di Josh? Perché ogni passo avanti con lui equivale a tre passi indietro? E tutto da quando quel maledetto passato è tornato a bussare con insistenza alla porta della mia vita facendomi cadere in un tormento senza fine perché io odio il suo ronzarmi perennemente in giro con l'unico scopo di darmi fastidio.

Sto dicendo troppe bugie non solo al mio fidanzato, ma sto tenendo all'oscuro anche le mie migliori amiche e tutto questo mi destabilizza. Josh non mi ha mai nascosto nulla e facendo così, in favore di Sebastian, mi sento una mera traditrice anche se poi i miei sentimenti sono perfettamente devoti al mio fidanzato. Per Josh provo qualcosa di forte, per Sebastian solo tanta rabbia. 

Quando apro il libro di inglese mi costringo mentalmente a non pensare più a nessuno. Non posso permettermi di calare i miei voti a causa di persone alle quali non vale la pena pensare e perciò ascolto il professore, prendo molti appunti in modo ordinato e rigorosamente con il colore rosa, e sottolineo tutte le nozioni importanti che il prof spiega durante la lezione. Adotto lo stesso procedimento per tutte le discipline della giornata e quando alle tre del pomeriggio suona la campanella dell'ultima ora di lezione sospiro e raccolgo velocemente le mie cose per andare al piano di sopra a seguire la lezione di arte e scrittura creativa della professoressa Millicent, una donna buffa e spiritosa sulla sessantina e con un delizioso caschetto color argento che si abbina perfettamente ai suoi look monocolore. 

Durante il corso di tutta la giornata non ho incrociato né Josh per gli allenamenti e né Sebastian, e forse è stato un miracolo. Ho pranzato con Eileen, dato che Betty ha affrontato lo stesso problema della squadra di Lacrosse solo che con le cheerleader, e le ho spiegato tutto cercando di non tralasciare nessun dettaglio. Le ho detto di come io e Sebastian eravamo migliori amici da bambini, di come lui sia sparito nel nulla per anni senza lasciare alcuna traccia, di come sia ricomparso dieci anni dopo in una discoteca flirtando con me e nascondendomi la sua identità e le ho raccontato di come qui a scuola mi sta dando il tormento. Lei all'apparenza non è sembrata delusa dal mio silenzio durato tutto questo tempo, anzi la sua bontà ha prevalso come sempre, e mi ha consigliato di non giocare allo stesso gioco di Sebastian. 

«Il gioco non vale la candela, hai una relazione stabile con Josh da molto tempo, non buttare all'aria tutto per un ragazzo che si diverte solo a infastidirti. So che vuoi delle risposte, Sole ma non saranno queste a farti riavere intorno il bambino che ti manca.» e io non ho proferito parola. Lei mi ha accarezzato una mano, con uno sguardo colmo di sincerità e altruismo e poi è mi ha lasciato lì per andare a rispondere a una chiamata urgente da parte dei suoi genitori. 

Ma prima che potesse tornare indietro sono andata in biblioteca, dietro troppi scaffali, a rifugiarmi nei libri in un mondo che non mi appartiene, lontana da occhi e orecchie indiscrete. 

Un'ora dopo, usando le scale di servizio, quelle meno trafficate ma con molta probabilità di trovare adolescenti pronti a pomiciare, arrivo al terzo piano che come sempre è isolato se non per alcuni bidelli che stanno facendo alcune pulizie.

Qui, in quest'aerea dell'edificio si tengono sempre i corsi extrascolastici ma ne sono così pochi, a causa dell'elevatissimo numero di atleti e cheerleader, che a stento ce ne sono più di tre in una giornata. Difatti oggi ci sono oltre al mio solo quello di teatro e di informatica.

Lascio la mia borsa firmata in aula, prendendo solo telefono e trucchi, e mi dirigo verso il bagno delle ragazze per ritoccarmi il make-up.

Sicuramente il trucco a quest'ora della giornata sarà un disastro e anche se non posso rifarmelo da capo voglio dare una sistemata all'impossibile per evitare di risultare oscena e disordinata sia durante che dopo l'orario scolastico. 

Mi avvicino al bagno delle ragazze quando sento due voci provenire dall'interno. Una voce acuta sta ridendo mentre l'altra sussurrando cerca di zittire l'altra. Sicuramente sarà una coppia scappata all'obbligo di non fare esplicite effusioni pubbliche dettata dalla scuola e una morsa mi stritola lo stomaco al pensiero che, effettivamente tolto per il letto io e Josh non abbiamo scopato altrove. Lui è un tipo classico e io ho paura di risultare incompresa delle volte, perciò non proferisco parola. Ma scuoto la testa cercando di levare dalla mia mente questo futile e stupido pensiero. Eppure... non credo sarebbe male essere legati da quella stessa cravatta dell'uniforme che circonda il suo collo.

Faccio per bussare alla porta del bagno, in modo da dare il tempo alla coppia di nascondersi, perché stronza a interromperli sì ma con un trucco osceno in faccia mai, quando essa si apre rivelandomi le due persone che non mi sarei mai aspettata di vedere davanti a me.

JJ e Sebastian Morris.
Mentre lei ha la cravatta legata alla bene e meglio lui ha la camicia allacciata male e sgualcita e quando abbasso lo sguardo noto che le sue scarpe sono slacciate, fantastico mi tocca entrare in un bagno dove quelle due persone hanno appena scopato.

«Non è successo nulla in bagno.» afferma la ragazza dai capelli marroni-rosa sulla difensiva. Ma dal suo sguardo percepisco qualcosa di più dell'essere colta in flagrante durante una scopata nei bagni, sembra come se si sentisse in dovere di scusarsi. 

Io alzo le spalle in segno di disinteresse totale e esterno a parole ciò che effettivamente volevo mostrare con i miei gesti «non mi interessa, adesso levatevi che devo entrare.» ribatto secca mentre allungo il passo per superarli ed entrare in bagno. 

JJ si scosta a lato mentre cerca di rifarsi il nodo alla cravatta senza molto successo, mentre Sebastian rimane lì impalato davanti alla porta del bagno delle ragazze non permettendomi di entrare. 

«Spostati.» affermo brusca alzando il volto fino a fissarlo negli occhi. Assumo la sua stessa posizione –braccia incrociate al petto- e aspetto che faccia ciò che ha fatto la sua amichetta, togliersi dalle palle. 

«Prima mi devi un favore, principessa.» indica con un cenno del capo le chiazze ancora ben evidenti del frullato che stamattina gli ho versato addosso. Poso velocemente gli occhi sulle chiazze rosa e poi gli riporto su di lui mantenendo uno sguardo impassibile e imperturbabile.

«Te la sei cercata, non ti devo un bel niente.» lui sgrana gli occhi divertito alla mia frase iniziando a ridere di gusto.

«Stavo semplicemente dicendo la verità su quella sera, le tue amiche erano curiose e io volevo accontentarle.» alzo gli occhi al cielo e lo placco posandoli il mio indice sul petto.
«Quella sera, quella sera... hai sempre in bocca quella notte. Dopo di me non hai più avuto una quasi-scopata decente?» incalzo lanciando al contempo una frecciatina alla ragazza dietro di me che finalmente è riuscita ad annodarsi quasi bene la cravatta. Nel frattempo, noto come lei, senza darlo a vedere si sta interessando del nostro discorso senza emettere fiato e dubito che io avrei reagito allo stesso modo. Insomma, se una ragazza inizia ad insultarmi come minimo le vado a strappare tutti i capelli che ha in testa. 

«Non montarti la testa Sole.» mi incalza mentre si appoggia allo stipite della porta del bagno non degnandosi ancora di farmi passare. Potrei tornare indietro e ritoccarmi il trucco in classe con lo specchietto che è immancabile nella mia trousse, tuttavia, queste litigate quotidiane stanno aggiungendo quel sano divertimento che in questa scuola mancava da un po'. E poi, ovviamente non voglio dargliela vinta.

«Adesso, principessa.» sbuffa spazientito ma al contempo riesco a percepire una nota di divertimento nella sua voce «vuoi ascoltare il favore che mi devi?» 

«Non vedo l'ora.» ribatto ironica mentre alzo gli occhi al cielo. Se continueremo di questo passo i miei occhi rimarranno incastrati in quella posizione. Dio, che brividi. 

Lui non si scompone, anzi si sposta leggermente per aprirmi di più la porta del bagno e, quando noto che la ragazza dai capelli fuxia si dilegua sbrigativa, inizio a temere per la mia vita. Davvero vuole sbarazzarsi di me in un bagno della scuola? Pessima scelta e troppi testimoni. 

«Là dentro con te non ci entro.» affermo risoluta e neanche qui lui si scompone. Perché insomma se lo aspettava «puoi dirmi qui quello che ti serve.»

Inizia a portare le mani al colletto della camicia e quando tira fuori dall'asola il primo bottone il mio corpo entra in stato d'emergenza emanando segnali da tutti i pori. Esattamente che cazzo sta facendo? Quando sento delle voci provenire dalle scalinate inizio a gesticolare facendo segno di rivestirsi ma lui non accenna ad ascoltarmi. Così, quando la camicia è quasi sbottonata –giuro che non ho ancora abbassato lo sguardo- e le voci nel corridoio si fanno più vicine e nitide faccio l'unica cosa che mi viene in mente per salvare me e il mio fondoschiena da possibili pettegolezzi poco raccomandabili e non veritieri. 

La mia prima idea, di solito le mie idee sono molto pessime, è quella di trascinare entrambi nel bagno e chiudere la porta a chiave perché anche se noi due non stiamo facendo nulla di sbagliato le persone andranno sempre a dire ciò che loro conviene e io odio attirare gossip e persone fallite in cerca di fama.

«Sei impazzito?!» esclamo alzando il tono di voce quando percepisco che le voci che prima si sentivano nel corridoio, adesso sono ben lontane da noi. 

«Mi devi una nuova camicia Marisol Celine di Laurentiis.» mi inchioda con lo sguardo subito dopo essersi liberato dell'indumento. Dio, ma in che situazione mi sono cacciata? 

«Te lo scordi, Sebastian Dante Morris. Dovevi tenere la bocca chiusa stamattina.» rispondo al volo ignorando la camicia che mi sta porgendo. 

«Le brave ragazze non nascondono nulla ai propri fidanzatini Sole, soprattutto quando lui si è comportato allo stesso modo. Quindi se non vuoi che vada a spifferare tutto al tuo Josh devi aiutarmi o non ti crederà più quando dirai che quella sera sei stata tu la santa della vostra relazione.» cerco di non farmi abbattere dal suo ricatto e mi appunto mentalmente di trovare qualcosa per giocare al suo stesso gioco. Non può essere diventato così tanto bastardo nel giro di dieci anni e ricattarmi per colpa di una stupida camicia, anche se una di quelle costa minimo cento dollari.

E quando abbasso lo sguardo noto che il bambino che conoscevo non è cambiato solo dal punto di vista caratteriale –peggiorando drasticamente- ma è cambiato anche dal punto di vista fisico, e se le luci stroboscopiche della discoteca andavano a nascondere ogni suo dettaglio su quel fisico scolpito che ha, la luce naturale del bagno scolastico fa risaltare ogni singolo appezzamento corporeo. E non solo quello dato che mi ritrovo ad osservare un gran numero di tatuaggi sul suo torace e sulle sue braccia. E addirittura se ne sono aggiunti altri, alcuni dei quali avevo già individuato nell'ora di educazione fisica come, ad esempio, il rovo spinato sul braccio sinistro.

Tuttavia, ciò che mi rimane sconosciuto è il significato e la descrizione dell'immenso tatuaggio sul braccio destro. Rimango per troppi secondi a fissarlo senza neanche rendermene conto e quando lui inizia a proferire parola, con tono piatto, mi rendo conto della pessima figuraccia che ho fatto subito dopo del suo commento poco carino nei miei confronti. Perché se ho lasciato perdere il perfido commento di ieri di certo qui non la passerà liscia ma non attaccherò battaglia adesso.

Perché se c'è una cosa che mia madre mi ha insegnato in fatto di uomini è che devi sempre tenerli per le palle e fargli credere che tutto va bene almeno fino a quando non arriverà il momento della vendetta. La vendetta non devi cercarla, si paleserà lei da sola come offerta a te nel momento più adatto. 

«È la divina commedia.» afferma lasciando cadere il discorso precedente.

«Cosa?» domando non avendo capito a cosa di preciso si sta riferendo.

«Lo osservi continuamente sempre con la fronte aggrottata e deduco che tu non lo abbia capito. Quindi ecco, è la divina commedia.» e effettivamente tutto ha un senso. Adesso che l'osservo meglio ne riconosco alcune figure e da subito percepisco che se sulla mano e sull'avambraccio c'è l'inferno, sul gomito c'è il purgatorio e nel resto del braccio c'è il paradiso. Affascinante e poetico data la sua provenienza italiana, tuttavia fingo di rimanere impassibile davanti a quello spettacolo. 

Ma non faccio neanche in tempo a proferire parola che qualcuno cerca di aprire la porta che fortunatamente è chiusa a chiave. Ma quando sento la voce di Josh e Wade chiamare Sebastian il mio mondo si paralizza perché ancora una volta mi trovo nel luogo sbagliato con il ragazzo sbagliato.

☀️

Ciao amiciii!
Finalmente sono tornata a pubblicare🩵 l'università mi toglie un sacco di tempo e sto andando un sacco a rilento per questo.
Fatemi sapere se questo capitolo vi piace e lasciatemi una stellina in segno di supporto.⭐️
Un bacio.💋

Ah, prima di andare vi dico che ovviamente la scena 'spicy' di Josh e Sole è stata descritta così perché noi odiamo Josh e quando al suo posto ci sarà qualcun altro tutto sarà ben descritto👀

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