capitolo 42.
L'heartbreakers si staglia imponente davanti alla mia figura e sarei una bugiarda nel dire che questo locale mi sia mancato.
Persino adesso, in pieno giorno, con le luci neon spente mi mette i brividi e sembra proprio essere un edificio abbandonato. Diciamo anche che la facciata nera decisamente troppo sgretolata e pericolante per un locale abbastanza frequentato non aiuta per nulla.
Lo osservo lapidaria e quando lentamente inizio a procedere verso il locale, sento qualcuno agguantarmi per la vita e trascinarmi all'indietro. Riconosco il tocco caldo di Sebastian e il suo profumo al gelsomino, perciò, non do in escandescenza e mi tranquillizzo.
«Non mi merito un bacio per averti aiutata?» sussurra al mio orecchio per poi stamparmi un bacio sotto di esso.
Alzo gli occhi al cielo fintamente scocciata e con uno spintone cerco di allontanarlo da me, «non ti prendere confidenze che non ti appartengono Morris.»
Rimango al suo gioco perché so che Sebastian non mi sta rinfacciando nulla e, soprattutto, non pretende quel bacio perché mi ha aiutata. Deduco stia facendo tutto ciò per farmi distrarre dato che da quando sono scesa dalla sua macchina il mio volto ha assunto un colorito sin troppo diafano.
«Poche ore fa ero letteralmente con la faccia tra le tue cosce. Penso che oramai io e te abbiamo già un bel po' di confidenza.» mi regala un occhiolino e mi fa quel sorrisetto sghembo che mi fa venire voglia di prenderlo a schiaffi. Lui sa quanto mi dia fastidio e lo fa apposta per tormentarmi e provocarmi.
Improvvisamente il colore della mia pelle muta completamente da bianco a rosso per l'imbarazzo e mio fratello, voltandosi verso di noi e captando la situazione, scocca un'occhiataccia nei confronti del mio ex migliore amico.
Io abbasso la testa ancora imbarazzata e Sebastian, in tutta risposta, alza le mani in segno di resa e poi se le infila in tasca.
Continua a camminare accanto a me seguendo il mio ritmo lento dato che ho i tacchi, e ogni tanto mi lancia un sorrisetto divertito.
Quando arriviamo davanti l'entrata del locale rimango meravigliata dal fatto che all'interno ci sia qualcuno dato che da quello che avevo inteso oggi sarebbe dovuto essere giorno di chiusura.
Ad un tratto dall'interno del locale proviene un frastuono assurdo e prima che me ne possa rendere conto un piccolo tornato di otto anni esce dalla porta e corre verso Sebastian.
Cindy, con una gonna in tulle gialla che svolazza intorno a lei, si lancia tra le braccia del fratello che prontamente l'afferra e se la porta in braccio. Le stampa un bacio sulla guancia e lei imbronciata si scansa.
«Finalmente sei arrivato. Perché ieri non sei tornato a casa e non mi hai raccontato la favola della buonanotte?» sorrido divertita a questa scena perché non è da tutti i giorni vedere Sebastian messo al muro, soprattutto da una bambina di otto anni. E poi, vorrei mascherare la bava che mi esce dalla bocca perché vedere il ragazzo di fronte a me nelle vesti di fratello maggiore è un attentato ai miei ormoni.
Lui le scosta una ciocca ribelle fuoriuscita dalla treccia – se così la possiamo definire – e indica con un cenno del capo la mia figura «perché un'altra bambina aveva bisogno del mio aiuto per rilassarsi.» il suo tono completamente pacato viene spezzato da un occhiolino nei miei confronti che mi fa intendere il doppio senso celato delle sue parole.
Fortunatamente, mio fratello è ben distante da noi dato che sta parlando al telefono e non ha sentito nulla.
«Seb, non mi prendere in giro. Lei non è una bambina ma è la tua fidanzata.» il suo cipiglio sul volto si definisce sempre di più a ogni parola del fratello, tuttavia, quando i suoi occhi marroni incontrano i miei un piccolo sorriso spunta sul suo volto. Sorriso che scompare quando si ricorda che in questo momento non deve essere felice, bensì arrabbiata.
«Noi non siamo fidanzati.»preciso invano consapevole di averle già dette queste parole all'officina diAlister.
E, naturalmente, avendo Cindy lo stesso sangue del ragazzo che mi fa completamente dannare dalla mattina alla sera, non demorde. Anzi, rigira completamente il coltello nella piaga.
«Io coloro sempre i tatuaggi che Seb si è fatto per te e papà mi ha detto che i sono una cosa seria, sono pernamenti e non si possono cancellare. Perciò non ti credo, altrimenti perché se li sarebbe fatti?» domanda con tono saccente e io sorrido a questa visione perché Cindy Morris mi ricorda me da bambina.
«Si dice permanenti,» il fratello le dà un buffetto sul naso e poi prosegue «e non importunare Sole. Non siamo fidanzati, capito?»
«No. Allora perché parli sempre di lei a casa?» sgrano gli occhi a questa confessione e posso percepire l'imbarazzo di Sebastian fino a qui. Vedere in imbarazzo il mio ex migliore amico mi mancava.
«E cosa dice? Spero solo cose belle.» mi intrometto nel discorso sia per far innervosire e imbarazzare ancora di più il ragazzo dagli occhi verdi e sia per saperne di più.
«Dice che sei-» ma non conclude la frase perché il fratello le tira una treccia e se la carica in spalla, «dico che dobbiamo andare a fare l'albero di Natale dentro e chiudere la bocca.»
Cindy scoppia a ridere e inizia a scalciare su Sebastian che facilmente riesce a tenerla ferma.
Io, al contrario, mi fermo a metà tra l'ingresso e l'uscita del locale.
«Albero di Natale?» domando.
Di certo questa è l'ultima cosa che mi sarei aspettata di fare oggi, soprattutto all'heartbreakers.
Cindy, tuttavia, non aspetta la risposta del fratello perché riesce a divincolarsi dalla sua presa e una volta libera corre all'interno del locale.
«Si, un albero di Natale. A casa non ne abbiamo uno e dato che sarebbe una spesa superflua comprarlo ho pensato di farglielo fare qui. Il capo è uno che ci tiene alle festività,» e l'ho notato quando l'anno scorso a San Valentino sono venuta qui con Betty «quindi vuole che tutto sia decorato a tema. So che Cindy si diverte a fare queste cose e perciò l'ho fatta venire qui.»
Il suo tono neutro mi fa attorcigliare le budella ma non mostro nessuna tipologia di pietà o compassione nei suoi confronti perché so che lo odierebbe. Ma non posso negare che il tono che ha usato per parlare, come se effettivamente fosse normale che una bambina di otto anni non possa comprarsi un albero di Natale, fa crollare il mio umore drasticamente perché non so cosa dire.
«Non essere triste, lei non lo è. Riesce ad essere felice così quindi non crucciarti per qualcosa che non puoi controllare. Noi siamo ancora fortunati, al South c'è chi è messo peggio di noi ed è costretto a dormire sotto le tettoie dei nostri caravan per non prendersi la pioggia.» e non so come facciano a sopravvivere a tutto ciò.
Io sono estremamente fortunata e non potrò mai smettere di ringraziare mia madre per tutto quello che mi ha dato e che mi da ancora adesso.
Quando Sebastian mi esorta ad entrare nel locale, scuoto la testa e indico mio fratello che sta ancora al telefono.
«Aspetto Kayden.» lui annuisce ed entra dentro venendo accolto da un grido euforico che sicuramente proviene da Axel. Sorrido inconsciamente e mi avvicino a mio fratello non appena vedo che chiude la chiamata.
«Tutto okay?» domando con un velo di preoccupazione non appena lo raggiungo.
«Si, Sophie sta arrivando.» annuisco e non proferisco parola. Conosco mio fratello e so che vuole dirmi qualcosa, perciò, rimango in silenzio in attesa di una sua mossa che arriva nientemeno che dieci secondi dopo.
«Sei innamorata di lui?» Kayden, in completo imbarazzo, si passa una mano fra i capelli e sgancia questa bomba che mi lascia letteralmente senza parole. Boccheggio per qualche secondo e poi lancio un'occhiataccia nella sua direzione.
«Sei completamente impazzito? Assolutamente no.»
Io non amo Sebastian, non dopo tutto ciò che è successo. È vero, ci siamo baciati -perché abbiamo fatto sesso e ci è sfuggito, non per volontà personale-, abbiamo scopato, abbiamo fatto molti preliminari e ci provochiamo continuamente ma il denominatore comune a tutto questo è che noi ci detestiamo. Amiamo infastidirci come due bambini, ecco questo è l'unico tipo di amore che proviamo uno nei confronti dell'altro.
«Non ti giudicherei, sei mia sorella.»
Inclino la testa nella sua direzione e incrocio le braccia al petto.
«Solo perché abbiamo fatto sesso non significa che io lo ami.» puntualizzo incredula di star intavolando questo discorso proprio con Kayden.
Lui alza gli occhi al cielo, «non intendevo questo, scema. Ma noi Di Laurentiis abbiamo un luccichio negli occhi quando ci innamoriamo. Mamma ce l'ha con Cillian, io con Sophie e beh, tu con Sebas-» ma non gli faccio neanche terminare la frase che lo fermo.
«Non dirlo Kayden. Ho rotto con Josh solo qualche mese fa, non posso di nuovo essere innamorata e soprattutto non di Sebastian. Ho sofferto troppo per lui, te lo ricordi?» il tono spezzato che emetto evidenzia tutta la sofferenza che ho provato per lui in quei dieci anni in cui mi ha abbandonata.
E si, sono consapevole che fosse un bambino con poca possibilità di scelta ma perché non mi ha detto nulla? Perché non mi ha salutata?
Una partenza per l'altra parte del mondo non si sa il giorno prima.
«Al contrario di quello che pensi non ti sto dicendo questo perché voglio che voi due vi fidanziate. Ti sto dicendo questo perché non voglio vederti soffrire.» le sue mani si posano sulle mie spalle e i suoi occhi marroni incontrano i miei eterocromi.
«Non sono innamorata di lui, non c'è possibilità che io soffra.» ammetto lapidaria e lui scuote la testa, frustrato, come se non mi credesse.
«Sole, lui tra qualche mese tornerà in Italia e se ne andrà. L'ha detto alla tortura dell'hell, ricordi? Fallo per te stessa, non innamorarti di lui. Sei mia sorella e non voglio raccogliere i cocci del tuo cuore ancora una volta e vederti stare male per lui.»
A grandi linee è lo stesso discorso che Sebastian mi ha fatto stamattina. Lui tornerà in Italia e io andrò al college, perciò, siamo entrambi consapevoli che a un certo punto le nostre strade si divideranno ancora una volta.
Forse per un po' o forse per sempre, nessuno lo sa ma al contempo sono conscia di come lui sia stato una parentesi importante nella mia vita.
«Non ho intenzione di innamorarmi di lui, non voglio soffrire un'altra volta.» sussurro quest'ultima frase non appena vedo la figura di Sophie avvicinarsi a noi; neanche l'avevo vista arrivare.
«Come stai?» le domando non appena ci stringiamo in un abbraccio.
Di solito non sono molto propensa al contatto fisico ma oggi è un'eccezione.
«Stordita, confusa? Non ne ho idea. Voglio solo che questa storia finisca al più presto e soprattutto voglio sapere chi ci sta facendo questo e perché.» annuisco e mi allontano da lei mentre quest'ultima lancia un sorriso tirato a mio fratello.
Anche lei è in imbarazzo, fantastico.
«Anche io,» sussurro riferendomi alla frase pronunciata precedentemente dalla ragazza dagli occhi grigi, «anche io.»
Non appena varco la soglia del locale numerosi volti familiari si girano nella mia direzione, in quella di mio fratello e in quella di Sophie.
Ci sono tutti, proprio al completo.
Scruto ogni presente fino a quando il mio sguardo si sofferma su quello sorridente della mia migliore amica.
In tutta risposta, Eileen subito si alza dal suo posto e corre ad abbracciarmi e io prontamente ricambio con una morsa al cuore consapevole che le sto nascondendo alcune cose - fin troppe se contiamo anche la cottà di JJ nei suoi confronti.
Dopo ciò che era accaduto con Betty le avevo promesso di non nasconderle più nulla tuttavia, non posso e non voglio riferirle nulla di ciò che sta accadendo in questo momento nella mia vita sia perché ho una tremenda paura di metterla in pericolo e sia perché lei, così pura e genuina, non merita di affrontare questa tortura infernale.
«Ti senti meglio? Sebastian mi ha detto che in questi giorni sei stata male, per questo non ti sei fatta viva.» il senso di colpa attanaglia il mio stomaco ma ingoio un masso e annuisco cercando di autoconvincermi che questa in realtà sia una bugia bianca. Le sto mentendo per il suo bene e quando saprà la verità, o se la saprà mai, mi ringrazierà.
Lucifero, a quanto pare, non è uno che ci va piano e un esempio lampante è proprio la ragazza dai capelli neri al mio fianco che è da molto tempo che si porta dietro tutta questa sofferenza.
«Si. Mi sento molto meglio. Grazie Leen.» la rassicuro e ringrazio mentalmente il mio ex migliore amico per aver intavolato questa scusa per me.
«E quando saremo da sole mi dirai perché Sebastian era a conoscenza delle tue condizioni?» mi fa l'occhiolino e mi tira una leggera gomitata sul fianco. Io sorrido e scuoto la testa «perché è amico di mio fratello Leen, non metterti strane idee in testa.» lei mi guarda come per dire 'non ci credo proprio' e quando vede le mie gote diventare rosse subito sgrana gli occhi consapevole della bugia dietro le mie parole.
«Tu-» ma non riesce neanche a completare la frase perché rimane con la bocca semi aperta mentre un esemplare di Axel Akane, ancora sulla sedia a rotelle, arriva verso di me guardandomi dall'alto verso il basso con un cipiglio sul volto.
«Hai la faccia di una che è stata appena scopata.» la tranquillità con cui Axel pronuncia queste parole mi lascia completamente senza fiato. Perché deve essere così schietto?
«Ti prego Axel, non toccare questo argomento.» il tono supplichevole di mio fratello non solo dà conferma al ragazzo dagli occhi a mandorla di ciò che è successo ma suscita anche una risatina generale. O meglio, ridono tutti tranne Lindsay.
Non c'è neanche bisogno di specificare chi ci sia dall'altra parte dell'amplesso dato che è chiaro a tutti.
«Che significa? Io la vedo normale.» Cindy si infila nel discorso guardando tutti con estrema curiosità; d'altronde anche lei non ha riso.
Il ragazzo dagli occhi verdi scocca un'occhiataccia al suo migliore amico e si avvicina a Cindy per prenderla in braccio. Insieme poi di dirigono nuovamente verso il bancone.
«Axel ha detto una parolaccia, non devi dargli retta.»
«Sei diventata tutta rossa e non hai negato quindi ci ho visto giusto eh.» le sue parole neanche sono state poste sotto forma di domanda, bensì in maniera affermativa e nonostante questo sia un argomento totalmente personale, il suo tono divertito contagia anche me perché mentre alzo gli occhi al cielo fintamente spazientita, sorrido «vaffanculo, Akane.»
«Lo prendo per un sì. Dovrei dire a Sebastian di farlo più spesso perché dopo risulti più simpatica.»
«Ma io sono sempre simpatica.» lo rimbecco e il ragazzo dagli occhi a mandorla alza un sopracciglio, «come una scopa nel culo ma ehi, io ti voglio bene anche per questo.»
«Pensa un po' se non me ne volessi di bene.» ripeto tra me e me mentre un senso di calore si propaga nel mio petto.
È raro che persone al di fuori della mia famiglia o di Leen mi dicano queste quattro parole – 'io ti voglio bene' – e sentirsele dire così improvvisamente, senza nessun motivo plausibile, mi fa sorridere. Cazzo, mi sto proprio rammollendo.
«Bene sono felice che qui stia nascendo un'amicizia ma possiamo smettere di perdere tempo con queste cavolate e iniziare a decorare il locale? Ho un appuntamento all'hell tra poco.» Lindsay con il suo tono acuto manifesta la sua presenza. Fa scoppiare una chewing gum con fare annoiato e osserva scrupolosamente le sue unghie rosse.
«La tua presenza qui è superflua dato che, come sempre, ti sei auto-invitata quindi Linds puoi andartene anche adesso.» JJ bofonchia ma la ragazza dai capelli marroni finge di non sentirla. Anzi, si rivolge a Sebastian con quello sguardo seduttore e quel sorriso sfacciato che mi provocano un tic nervoso.
Non sono gelosa semplicemente odio le persone maleducate.
Tuttavia, lei non risponde neanche a JJ bensì si rivolge a Sebastian con fare civettuolo, «Seb iniziamo ad andare a prendere le decorazioni? Altrimenti non ci sbrighiamo più e io ci terrei tanto a fare l'albero di Natale con tua sorella.» il tono mellifluo di Lindsay è così stucchevole che Axel, al mio fianco, la pensa come me dato che emula un conato di vomito.
Cindy, che è seduta a un tavolino posto in un angolo, alza la testa disgustata.
Le dita con cui Lindy si attorciglia i capelli gliele spezzerei così come staccherei il capo dal corpo di Sebastian quando, dopo un momento di titubanza, annuisce.
«Quella ragazza è senza pudore.» afferma Sophie al mio fianco per poi superarmi e andare a sedersi al tavolo insieme a JJ e Leen che, da quello che posso vedere, stanno ripetendo letteratura italiana.
Cazzo, a breve ci sarà il test della professoressa Anderson e se non ne voglio risentire alla fine dell'anno scolastico sulla media - e soprattutto per la domanda per il college a gennaio - devo prendere almeno una B-.
Io e Axel siamo in alto mare e mi appunto mentalmente che dobbiamo organizzare almeno altre due sessioni di studio per metterci in pari con il programma.
Alle parole della sua ex fidanzata, Kayden si volta verso di me e mi lancia un'occhiata di rimprovero probabilmente per farmi rammentare il discorso che mi ha fatto poco fa.
Dopo essersi assicurato che abbia recepito il messaggio, si dirige dietro il bancone e senza troppe cerimonie estrae una Diet Coke dal frigo e lascia una banconota di dieci dollari vicino alla cassa.
«E lui è un coglione.» apre la lattina e ne beve un sorso, il tutto sotto lo sguardo accigliato di Cindy che lo guarda male per via della parolaccia. Kayden si scusa e lei ritorna a disegnare.
«Cindy,» Axel scocca le dita per attirare l'attenzione della sorellina di Sebastian che non appena sente pronunciare il suo nome alza il capo sorridente e corre verso il ragazzo con la sedia a rotelle «potresti portarmi al nostro tavolo?»
La bambina dagli occhi marroni annuisce e io con un cipiglio sul volto osservo questa scena bizzarra. Perché mai Cindy sta trasportando Axel quando quest'ultimo si potrebbe muovere benissimamente da solo?
Apro la bocca per domandare proprio ciò ma JJ mi ferma, «non fare domande. Axel non ha ancora capito che Cindy è una bambina e non la sua schiava.»
«Io sono la sua dottoressa quindi mi devo prendere cura di lui e renderlo felice. Giusto Axel?»
Axel sghignazza divertito e annuisce.
«Esatto, Cindy si sta esercitando a diventare una brava dottoressa aiutandomi.» il ragazzo dagli occhi a mandorla batte il cinque alla bambina che dopo essersi assicurata che Axel stia comodo, ritorna a disegnare.
«Io lo chiamerei sfruttamento.» borbotta Sophie incrociando le braccia al petto.
Leen ridacchia e torna a scarabocchiare qualcosa sul suo quaderno mentre JJ di sottecchi la guarda estasiata. Osserva ogni suo gesto e sorride di nascosto quando pensa che nessuno la stia vedendo. Addirittura, noto un baglio nel suo sguardo quando Leen si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Annuisce ad una domanda che le fa la mia migliore amica e successivamente, sentendosi osservata, si volta verso la sottoscritta. Il suo sguardo in tralice non mi mostra uno stralcio di fragilità che non è solita far emergere e lo capisco perché, quando interrompe il contatto visivo con la sottoscritta si guarda intorno a disagio senza posare mai lo sguardo sulla ragazza seduta davanti a sé.
La situazione con JJ sta diventando più complessa del previsto e ne ho ancora di più la certezza quando la ragazza dalle meches fuxia borbotta un concitato: «e poi mi chiedono perché mi piacciono le donne, i maschi sono troppo stupidi» quando Axel senza staccare gli occhi dalle pagine del libro che sta leggendo ordina a Cindy, in tono saccente, di andare a prendergli una bottiglietta d'acqua frizzante, fredda.
O meglio, non è tanto la frase di JJ che mi sconvolge bensì la reazione della ragazza dai capelli marroni nonché la mia migliore amica.
Leen inizia a tosse, come se la saliva le fosse andata di traverso, e diventa completamente rossa. Cerca di mascherare la sua reazione ma io essendo seduta sugli sgabelli di fronte al bancone e parallela al suo tavolo riesco a vederla perfettamente.
Sgrano gli occhi.
Che Leen sappia qualcosa dei sentimenti che JJ prova per lei?
Ho dato a quest'ultima tempo fino al test di letteratura italiana per stare accanto alla mia migliore amica – come tutor intendo – e poi, una volta finito tutto si sarebbe dovuta allontanare da lei. La scadenza è vicina e tra poco tutto tornerà come prima.
Non voglio che Leen soffra soprattutto non dopo ciò che è successo con Wade. Ci è stata male e non voglio più vederla così e anche se JJ sembra essere molto presa dalla mia migliore amica da come la guarda non posso permettere che venga trascinata in questa situazione del cazzo dell'hell e di Lucifero.
Non so effettivamente quanto JJ ci stia dentro ma so con certezza che non né è all'oscuro.
La mia attenzione tuttavia, viene distolta da una vocina al mio fianco che mi chiede aiuto. Perciò, mi volto verso Cindy e le sorrido.
«Dimmi tutto piccolina.»
«Non riesco ad aprire il frigo, puoi aiutarmi?» annuisco e dopo essermi alzata dal mio sgabello faccio il giro del bancone per darle una mano; essendo lei troppo bassa non arriva alla maniglia del frigo.
Quando apro lo sportello di vetro, Cindy afferra due bottigliette con etichette diverse e dopo averle lette entrambe ripone quella con l'etichetta 'naturale' e porta ad Axel l'altra.
Saltella verso il suo paziente che la ringrazia. Axel apre la bottiglia e ne trangugia un sorso , dopodiché sotto lo sguardo attento di Cindy riprende in mano il suo libro. Adesso che ci pongo più attenzione noto che l'autrice del romanzo è Lily Gold perciò il trope principale della storia che sta leggendo è il Reverse Harem.
Uno dei miei trope preferiti.
Quando Cindy si rende conto che Axel è soddisfatto abbassa la testa sui suoi fogli e riprende a colorare.
«Il bagno dei clienti è ancora rotto?» domanda ad un tratto Leen posando la penna e chiudendo il quaderno. JJ la segue a ruota e annuisce «si, ma puoi usare quello del personale. Si accede dalla porta dietro il bancone.» proprio quella da dove Sebastian e Lindsay sono entrati oramai più di dieci minuti fa.
Leen annuisce e si alza dal suo posto e dopo essersi aggiustata la sua camicetta floreale, rivolge la sua attenzione alla sottoscritta.
«Sole, mi accompagni?»
«Certo.»
«Se hai paura ad andare da sola ti posso accompagnare io.» il tono divertito di Axel fa imbestialire JJ che, cercando di nascondere il fastidio, inizia a tamburellare le dita sul tavolo e un piede a terra. Axel ridacchia consapevole dell'effetto che ha scaturito sulla sua migliore amica. Al contrario, Eileen diventa rossa e scuote la testa imbarazzata.
«No grazie Axel, non c'è né bisogno.»
«Smettila di importunarla.» borbotta JJ infastidita e Sophie si gode la scena alternando lo sguardo tra i due. È divertita per la situazione che si è venuta a creare proprio perché lei sospetta di una possibile attrazione da parte di JJ verso la ragazza al mio fianco.
«La mia era una semplice richiesta cortese. Sei sicura che io la stia infastidendo? O forse sei-» ma prima che il ragazzo dagli occhi a mandorla finisca la frase, trascino Eileen verso la porta saloon a due ante dietro il bancone.
Quando imbocchiamo il corridoio che ci porterà in bagno mi rendo conto di quanto io sia stata troppo egoista in quest'ultimo periodo. Focalizzata troppo su me stessa e su ciò che mi accadeva intorno. So che ho appositamente tagliato fuori Leen da questa situazione del cazzo ma per il resto non le ho chiesto nulla. Neanche su sua nonna che è stata male.
Ed è per questo, per i sensi di colpa che mi attanagliano, che la fermo per un braccio.
«Leen sai che puoi raccontarmi tutto, vero?» le sussurro cauta guardandola negli occhi. Lei annuisce e mi sorride, «lo so, Sole. Sei la mia migliore amica.»
«Se ti piace qualcuno puoi parlarmene liberamente.» o qualcuna vorrei aggiungere ma taccio. Non voglio che JJ pensi le abbia messo una pulce nell'orecchio e se la sconti con me. Abbiamo già un rapporto - se così lo possiamo definire - pessimo, non voglio di certo peggiorare le cose.
Lei apre la bocca, ma la richiude frettolosamente e annuisce «adesso non mi piace nessuno ma lo lo so Sole, come tu sai che puoi parlarmi liberamente di Sebastian. Non so cosa sia accaduto tra di voi e non so se sei pronta a raccontarmelo, ma voglio di nuovo passare del tempo con te proprio come ai vecchi tempi. Mi manchi.» a questa confessione il mio cuore si scioglie e subito la stringo in un abbraccio.
Si, credo di essere malata perché non credo di aver mai dato due abbracci in un solo giorno.
E mi rendo anche conto di essere stata un'amica di merda in quest'ultimo periodo.
«Domani dèlices au chocolat, solo noi due?» propongo allusiva mentre è ancora abbracciata a me. Sì, sono già consapevole della risposta ed è per questo che ho usato quest'arma a mio favore. Eileen ama i dolci, soprattutto quelli della pasticceria più buona e importante di Santa Monica; è gestita da una coppia francese quindi parliamo di qualcosa di veramente maestoso.
Lei ovviamente non delude le mie aspettative e annuisce. Dopodiché, timidamente, mi indica con un cenno del capo la porta da cui siamo entrate.
«può venire anche Sophie, nel caso. Mi sta simpatica anche lei.»
«Sei sicura?» e lo so, può sembrare una domanda alquanto banale ma per Eileen non lo è. Quando eravamo io, Betty e lei, quest'ultima tendeva sempre a mettersi da parte solo perché non proviene dal North di Santa Monica ma dalla fazione neutrale, dove ci sono le persone comuni. Né troppo ricche e né troppo povere.
E anche se io e la rossa cercavamo di non escluderla e di farle capire quanto poco ci importasse del ceto sociale, lei ha sempre messo una linea flebile tra noi. Non voglio che accada anche adesso perché io ho bisogno di lei, di averla accanto a me indipendentemente da degli stupidi soldi.
Ed è per questo che le faccio questa domanda perché non voglio che si auto escluda o che si metta a un gradino inferiore di quello dove si trova realmente all'interno della mia vita.
«Si. Sophie ha gli occhi spenti Sole, forse ha bisogno anche lei di sfogarsi con te. Quindi perché non farlo tutte insieme davanti a un croissant di centocinquanta dollari offerto da te?» mi fa un occhiolino e io scoppio a ridere. Scuoto la testa divertita e mentre ci dirigiamo in bagno, continuando a soffocare qualche risatina, una voce, o meglio due voci, troppo familiari attirano la nostra attenzione.
Sebastian e Lindsay.
«Non puoi chiedermi questo, Linds. Devo dirle ciò che è successo qui dentro.» è Sebastian a parlare.
Un brivido corre lungo la mia schiena e mi domando a cosa, o meglio a chi, il mio ex migliore amico si stia riferendo.
Io ho la vaga sensazione di avere una risposta così come la ragazza al mio fianco e infatti, senza neanche parlare, ci acquattiamo alla porta che conduce alla stanza dove si trovano Sebastian e Lindy per ascoltare.
«Assolutamente no, Sebastian. Inventa qualche stronzata se questo ti farà avere la coscienza pulita e se è necessario dà a me la colpa di tutto. In fondo, sono io che ci ho provato con te là fuori per farti venire qui.»
Di che diamine stanno parlando?
«Cristo, non dovevo seguirti.» posso sentire un gemito di frustrazione sfuggire dalle labbra del mio ex migliore amico e rumore di tacchi che rimbombano per la stanza.
«Non farne una questione di stato. Dille che è successo e che non l'abbiamo fatto apposta.» la lingua di Lindsay schiocca sul palato e il suo tono saccente si disperde nell'aria.
Non dovremmo origliare, ne sono perfettamente consapevole, ma né io e né la mia migliore amica riusciamo a fare un passo indietro.
«Urti un passante per sbaglio, fai cadere qualcosa per sbaglio. Questo non succede per sbaglio, è surreale.»
«Tecnicamente io sono caduta.» precisa la ragazza dai capelli scuri facendo imbestialire ancora di più il ragazzo dagli occhi verdi.
«Stai rendendo tutto più complicato.»
«E tu stai ingigantendo la questione. Ci parlerò io con lei, mi inventerò qualcosa dato che non possiamo dirle la verità.»
Sento lo sguardo di Eileen perforarmi il corpo ma non mi volto nella sua direzione perché ho paura di rendere evidenti cose che per troppo tempo, forse, ho cercato io stessa di reprimere.
«Ti detesta e non ti ascolterà mai. Anzi, da oggi detesterà entrambi e io la perderò.» e Sebastian non ha tutti i torti.
Quando sento qualche altro borbottio concitato e rumore di passi che si stanno dirigendo verso la porta, io ed Eileen capiamo che è arrivato il momento di andarcene. Senza fare troppo baccano, dato che io ho anche i tacchi, ci infiliamo nel bagno e chiudiamo la porta alle nostre spalle.
Quando comprendiamo di essere al sicuro, rilasciamo tutto il fiato che non ci eravamo accorte di star trattenendo.
Il bagno dell'heartbreakers, che ci accoglie in questo momento, si presenta in un modo del tutto differente al resto del locale. Se la sala principale è ricca di decorazioni a neon e piante finte il bagno è angusto e totalmente cupo anche a causa della luce gialla che fa sembrare lo spazio ancora più piccolo di quello che è. Una sfila di sei lavandini in ceramica bianca, pieni di crepe e calcare si alternano a asciugamani automatici e porta saponi dalla pulizia discutibile. Dei sei specchi che ci dovrebbero essere davanti a ogni lavabo ne sono sopravvissuti tre così come tre sono le porte dei bagni; le altre sono state scardinate e mi domando quante malattie mi prenderei qui toccando anche il nulla più totale.
Inoltre, se proprio voglio essere puntigliosa neanche riesco a fare lo squat quando faccio pipì e questo mi rende impossibile usare ogni tipologia di bagno pubblico. Al massimo, se lo faccio devo pregare in cinquanta lingue e sperare di non infettare la mia parte intima.
«Secondo te di che stavano parlando?» sussurra Eileen interrompendo la mia ispezione con lo sguardo.
Io riporto l'attenzione su di lei e scuoto la testa, «non lo so. Probabilmente avranno scopato e lui adesso si è pentito.» il mio tono adesso risulta impassibile ma dentro di me c'è un turbinio di emozioni che non mi fa essere razionale.
Lui e io non siamo nulla quindi, oggettivamente, può fare ciò che vuole.
«Sole, stiamo parlando dello stesso Sebastian? No, perché quello che conosco io non smette di fissarti neanche per un secondo e venera il terreno su cui cammini.» la ragazza di fronte a me, mi guarda con un cipiglio sul volto esortandomi sfacciatamente a darle torto.
«Probabilmente abbiamo frainteso.» aggiunge e si dirige verso una porta grigia per aprirla e chiudersela alle spalle; mentalmente le auguro buona fortuna.
«Non lo so Leen e francamente non mi interessa. Abbiamo scopato, ci siamo divertiti e niente di più. Non mi ha messo un anello al dito e non mi ha promesso l'amore eterno.»
Sento lo sciacquone del WC e dopo pochi secondi la mia amica esce dal bagno, si dirige al lavandino e si lava le mani. Mi osserva dal riflesso dello specchio con un sorrisetto divertito, «Sole, non ci credi neanche tu.»
«Pff, io sono fermamente convinta di questo Leen e posso dimostrartelo.»
«Come dici tu, amica mia. Ma prima di arrivare a conclusioni affrettate vediamo cosa succede quando ritorneremo dagli altri.»
Lascio cadere il discorso perché darle ulteriori spiegazioni sarebbe inutile. Leen ha un'idea del romanticismo molto profonda, tipica dei film Disney, dove i due protagonisti si innamorano ad uno sguardo e sono già pronti a condurre la loro vita insieme.
Al contrario, il mio senso di romanticismo è ben più distorto e perverso a causa di tutto ciò leggo e sono convinta che i miei libri seppur in minima parte abbiano modellato la mia personalità.
«Sole.» mi richiama Leen non appena poggio la mano sulla maniglia per uscire finalmente da questo luogo angusto.
«Si, Leen?» mi volto verso di lei e quando lo faccio noto che le sue gote, per l'ennesima volta in questa giornata, sono diventate paonazze.
«Almeno a letto, è stato bravo?» sgrano gli occhi a questa domanda e ne rimango spiazzata. Non mi sarei mai aspettata questa tipologia di curiosità da parte di Eileen.
«Diciamo che nel nostro caso è difficile parlare di letto,» perché noi non l'abbiamo neanche visto con il binocolo «però sì, è stato discretamente bravo. Lo ammetto.» scrollo le spalle con non chalance mentre ingoio una piccola bugia.
Sebastian è stato tutto tranne che discretamente bravo ma il mio orgoglio in questo momento mi impedisce di dire la verità. Okay, io sono la prima che scinde il sesso dal rapporto tra due fidanzati – perché si può scopare anche da single – tuttavia, dopo quelle parole che ho sentito tra il mio ex migliore amico e Lindy non voglio mostrarmi ancora più debole e legata a lui.
Se le dicessi che per via del piacere che ho provato con Sebastian sono caduta nella spirale infernale sembrerei patetica perché ciò vorrebbe dire che mentre lui ha toccato ogni punto sensibile del mio corpo rendendolo suo, io non avrei fatto altrettanto. E ciò lo avrebbe portato da un'altra ragazza: Lindsay.
E ciò significherebbe che non ci avrebbe messo neanche mezza giornata per sostituirmi.
E mi ringrazio mentalmente per aver dato a Leen questa risposta disseminata di una piccola bugia perché quando torniamo dentro e vedo una macchia di rossetto rosso sbiadita sul colletto della maglia di Sebastian, fingo indifferenza.
Forse il mio ragionamento è abbastanza insensato ma ehi, mi sa che non ho avuto sale in zucca neanche quando mi sono conceduta a Sebastian dopo tutto ciò che è successo tra noi.
Leen quando segue la direzione del mio sguardo e nota ciò che ho visto io abbassa il capo come se si sentisse colpevole delle parole che ha pronunciato su Sebastian in bagno. Io, al contrario, sorrido ironica e beffarda davanti a tutta questa situazione.
Se invece gli altri si sono accorti della macchia abbastanza evidente sul colletto della maglia bianca del loro amico non lo danno a vedere. Che poi, se proprio vogliamo essere puntigliosi, la maglietta non è neanche sua dato che, non potendo venire vestito come il gala, ha preso in prestito una maglietta di Cillian dato che i vestiti di Kayden gli andavano troppo stretti.
È vero, Cill neanche si ricorderà più di questa maglietta dato che nella depandance ci sono i vestiti di quando era 'noiosamente in forma' – parole sue, non mie – tuttavia, gliela vorrei strappare via e rinfacciargli che non può farlo.
Non può sporcare la maglia degli altri e non può calpestare ciò che è successo tra noi stamattina. È vero, siamo entrambi single e possiamo fare ciò che vogliamo, con chi vogliamo ma cazzo almeno abbi un po' di pudore e fai aspettare ventiquattro ore prima di ficcare la lingua in bocca a Lindy. E non farlo davanti a me soprattutto.
Si sono solo baciati? Hanno anche scopato? Non ne ho idea e non mi interessa ma di una cosa sono certa, per esserci un segno proprio in quel punto ci deve essere stato un contatto un po' troppo ravvicinato.
Ma io fingo di non essermene accorta, non do in escandescenza e non dico nulla perché non ne ho diritto e perché, ripeto, non mi interessa.
Tuttavia, se la mia mente è di questo avviso e quindi cerca di essere menefreghista ovviamente, il mio corpo non collabora. Evito Sebastian come la peste.
Il mio corpo scatta lontano da lui quando si avvicina un po' troppo e risponde a monosillabi, o non risponde proprio, quando il ragazzo dal taglio militare mi pone qualche domanda.
Non riesco a guardarlo perché ogni volta che il mio sguardo cade su di lui, anche per sbaglio, fisso quella macchia rossa inconfondibile.
Tutti si sono resi conto che qualcosa non va in me compresa Lindy che sfacciata, prima di oltrepassare la soglia per uscire dal locale, mi ha scoccato un sorriso impertinente e compiaciuto, consapevole dei miei pensieri e delle mie reazioni ai gesti di Sebastian.
Al contrario, Kay, Leen e Sophie nonostante abbiano capito che il mio umore in questo momento non è dei migliori, hanno compreso che è meglio starmi alla larga. In questo momento vorrei solo stendermi sul letto a pancia in su e ascoltare Shawn Mendes mentre mi perdo nei pensieri e cerco di capire cosa diamine mi sta accadendo.
Di quello che fa Sebastian non me ne frega un cazzo eppure, perché ci sto rimuginando così tanto?
Forse lo sai ma non ti ascolti abbastanza...
«Le rotelle nel tuo cervello stanno facendo molto rumore.» Axel si avvicina a me, cauto.
Alzo il capo verso di lui, dato che sono accovacciata a terra, e mi stampo un sorriso tirato sul volto, «ci credo. Non riesco a trovare la pallina rosa glitterata che mi ha chiesto Cindy.» e non sono neanche sicura l'abbia chiesto a me direttamente.
Solo che, ci sono così tanti cartoni sparsi per la stanza che dovevo in qualche modo distrarmi e cercare di fare qualcosa perché altrimenti il mio sguardo avrebbe sempre seguito la figura del mio ex migliore amico domandandosi cosa sia successo all'interno di quel dannato stanzino. E perciò, mi sono messa a frugare in un mare di decorazioni rotte e impolverate.
«Intendi quella?» indica un punto che dalla mia prospettiva è ben visibile e dove, guarda caso, c'è anche la fatidica pallina.
«Giusto, adesso vado a-» ma lui mi impedisce di alzarmi perché mi posa una mano sulla spalla e mi fa riabbassare.
«Sono consapevole che un giorno la mia curiosità mi ucciderà, o lo farai tu non appena ti farò questa domanda ma, come mai sei giù?» lui lo sa il motivo, lo sanno tutti, eppure vuole farmi dire a me quelle determinate parole.
Io però non gli do alcune soddisfazione.
«Sto sorridendo Axel,» indico con il dito il mio falso sorriso «e sono molto felice.»
«L'ultima volta che ho sorriso così avevo il corpo pieno di bolle perché avevo toccato un gatto e stavo cercando di nasconderlo a mio padre. Avevo detto una bugia Sole, quindi perché adesso sei tu quella a mentire?» il suo tono brusco mi lascia impietrita perché rare sono le volte in cui ho visto Axel così serio.
Perciò, dato che non posso e non voglio dimostrarmi debole uso quella carta da stronza arrogante che mi permetterà di crogiolarmi, da sola, nei miei pensieri.
«Sono triste perché l'unica cosa che avrei voluto fare oggi era restare a leggere nel mio letto, tra le mie lenzuola di seta. Di certo nei miei programmi non c'era quello di fare un albero di Natale con voi.» la lingua brucia per la bugia appena proferita e spero che il tono acido usato lo faccia allontanare da me. Non sono in vena di parlare e colpire le persone è il metodo più veloce per allontanarle senza domande.
Tuttavia, contro ogni mia aspettativa, Axel non se la prende bensì inarca un sopracciglio e ridacchia.
«Sì, sei davvero pessima a dire le bugie e io al contrario degli altri non sono stupido e perciò non ti credo. Ho un radar anti-bugie e ne ho captata una dalla grandezza colossale. Quindi, che cos'hai?»
Ma io devio la sua ultima domanda e non rispondo. Anzi, cambio totalmente argomento e fortunatamente il ragazzo dagli occhi a mandorla ci casca.
«Sai, potresti andare d'accordo con mia mamma. Non solo perché anche lei ha un radar anti-bugie ma, come te, adora torchiare le persone in modo estenuante e invadente.» sorrido veramente per fargli capire che, in parte, sto scherzando. Potrebbe sul serio andare d'accordo con mia mamma.
«Se mi dici che è appassionata anche di gatti e libri spicy potrei declassare JJ e far diventare tua madre la mia nuova migliore amica.»
«Odia ogni essere vivente, tranne Cillian, e tiene più al suo cartonato ad altezza naturale di Damon Salvatore che a me e mio fratello. E no, non legge ma ha un'ossessione per i vampiri a torso nudo.» a ogni parola gli occhi di Axel si illuminano sempre di più, «la adoro. Quando mi inviti a casa tua?» schiocca la lingua sul palato e io rido davvero.
Axel mi fa un occhiolino e io comprendo tutto. Lui, tuttavia, me ne da conferma a parole: «finalmente hai sorriso raggio di sole. Però sul serio, quando mi inviti a casa tua?»
«Il più presto possibile dato che dobbiamo anche finire le ripetizioni. Tra poco meno di due settimane ho il test di letteratura italiana e dire che so qualcosa è un complimento.» sbuffo e lui mi appoggia una mano sulla spalla.
«Due settimane sono un mucchio di tempo, perciò, stai tranquilla e non ti crucciare, altrimenti ti verranno le rughe.»
«Verranno a me le rughe se non la smetti di dire stronzate.» si intromette JJ per poi prendere da una scatola accanto a noi un festone da appendere alla parete.
«E verranno anche a me se mio fratello non smette di rovinare il mio lavoro.» Cindy viene a recuperare la famigerata pallina rosa glitterata e lancia un'occhiata in tralice a Sebastian che sta decorando l'albero mezzo sgangherato. È un albero vecchio pieno di spazi vuoti segno che alcuni rami nel corso del tempo si sono rotti. Anche la neve finta incollata sugli aghi di pino è minima e il tronco finto su cui si regge la struttura principale è molto rovinato e infatti il complesso risulta completamente obliquo.
Il piccolo tornado ritorna frettolosamente dal fratello per rimproverarlo ma lui non l'ascolta. Anzi, sembra averci preso gusto a infastidirla e infatti, appositamente, mette le palline o troppo lontane o troppo vicine e a ogni movimento del fratello Cindy alza gli occhi al cielo.
«Qualcuno lo vuole come regalo di Natale? Non lo sopporto più.» sbuffa Cindy con tono teatrale facendo ridere quasi tutti.
Solo Sebastian non ci segue a ruota anzi, la guarda malissimo e il mio stomaco si stringe in una mora quando la prende in braccio e le morde una guancia.
Sebastian che gioca con la sorella non può diventare un altro mio punto debole. Non posso sciogliermi ogni volta che scherza con lei, cazzo.
«Colpo basso. I ragazzi con spirito paterno sono proprio fighi, vero? E no, non sto parlando del mio migliore amico, che schifo. Io vado per quelle che hanno almeno due anni meno di me e per quelli che hanno almeno dieci anni più di me. Se sono uomini d'affari ricchi ancora meglio.»
«Non l'hai detto sul serio.» borbotta JJ per poi proseguire, «I libri ti stanno dando alla testa.»
«Ti scandalizzi per così poco Jennifer Jensen? Eppure, sembravi una tipa tosta. Credo sia arrivato il momento di farti scandalizzare ancora di più e raccontarti di quando ho fatto un threesome con un medico e un poliziotto.» ascolto poco e nulla del racconto di Axel che, entusiasta, inizia a raccontarci le sue avventure cercando di mascherare termini volgari con parole stupide ogni volta che Cindy passa accanto a noi.
Dopo il pranzo offerto da Kayden – dopo un grande tentennamento da parte degli abitanti del South – abbiamo continuato a decorare l'heartbreakers e io, per evitare di rimanere troppo vicina a Sebastian, sono rimasta incollata a Eileen e Sophie.
Il mio ex migliore amico, proprio come immaginavo, non mi ha rivolto la parola e deduco che tutto questo sia la conseguenza di ciò che è accaduto nello stanzino tra lui e Lindsay.
Forse, il sesso con lei è stato così stupefacente e con la sottoscritta così deludente che ha preferito evitarmi l'umiliazione e non parlare direttamente più con me.
Invece, se io ho evitato per tutto il tempo Sebastian, JJ e Kayden hanno osservato di sottecchi Leen e Sophie e un moto di tristezza ha fatto capolinea in me quando ho visto JJ sorridere ogni volta che Leen sbuffava e diventava rossa per l'imbarazzo.
Forse, e dico forse, sono stata una stronza a parlare in quel modo a Jennifer obbligandola ad allontanarsi dalla mia migliore amica per paura che potesse ferirla. Forse Leen non ha paura di lasciarsi andare, nonostante ci sia la paura di essere abbandonati, come me. Forse lei è più coraggiosa di me e JJ forse è meglio di Sebastian.
Sgrano gli occhi a questo pensiero perché, diamine, non dovevo pronunciare il suo nome. Non si può fare nessuna tipologia di paragone in questo contesto perché a me Sebastian non piace, al contrario di JJ che muore dietro la mia migliore amica.
E poi, come posso pretendere di proteggere il cuore di qualcun altro quando a malapena riesco a capire il mio che si discosta da tutto ciò che penso e agisce in modo impulsivo?
Sono estremamente confusa e in questo momento invidio Axel che è tornato a casa con suo padre che, dopo il lavoro al Mama's Restaurant, è passato a prenderlo. Ha letto per tutto il pomeriggio e ha impartito ordini a tutti quanti dall'alto della sua sedia a rotelle lamentandosi di quanto fosse scomoda e di quanto fossero inutili i suoi amici perché non seguivano le sue indicazioni. Poi ha ordinato a Cindy di fargli fare un giro per il locale per scrutare attentamente l'operato fatto fino a quel momento e se n'è andato discretamente soddisfatto.
Secondo i miei calcoli, e facendo riferimento a ciò che mi ha detto Axel quando eravamo in macchina di Sebastian, tra un paio di giorni dovrà tornare in ospedale per una nuova visita di controllo e se tutto andrà come sperato dovrà rimettersi quella protesi in metallo sicuramente poco funzionale ma che almeno gli permette di stare in piedi e giocare a Lacrosse.
Con la scusa di accompagnarlo alla macchina per non farlo affaticare troppo – e lui per alimentare il suo ego naturalmente ha accettato – gli ho chiesto come stesse e inoltre l'ho ringraziato implicitamente per avermi fatta distrarre un po'; non gliel'ho detto direttamente perché non volevo fraintendesse che fossi gelosa di Sebastian.
Alla mia domanda del tutto seria, il ragazzo dagli occhi a mandorla mi ha risposto con la sua solita dose di sarcasmo che, ci scommetterei la mia borsa Chanel, nasconde le sue fragilità.
«Sono stato servito per tutto il giorno, ho mangiato gratis e ho letto i miei adorati romanzi. Cosa potrei volere di più dalla vita?»
«Nulla, ma nel caso in cui avessi bisogno di toglierti quella maschera basata sul sarcasmo sai dove trovarmi.»
«Sei troppo buona per dei tipi come noi, raggio di sole. E nel caso tu avessi bisogno di parlare con qualcuno puoi contare su di me. Sono disposto a venire a casa tua, mangiare qualcosa che possono permettersi solo i ricchi e fingere di ascoltarti mentre ti do consigli di merda.» scuoto la testa divertita e aspetto che entri in macchina aiutato da suo padre.
Mi saluta scuotendo la mano come un bambino e poi inizia a parlare con il padre.
Oh, Axel...
Quando torno dentro il locale noto che tutto è immacolato. Gli scatoloni sono spariti e anche i brillantini delle diverse palline non sono più per terra appiccicate al pavimento.
Mi guardo intorno e noto come tutto è decorato per Natale che sarà all'incirca tra venti giorni.
L'albero decorato con luci mezze funzionanti e palline e decorazioni non propriamente integre è situato all'angolo del locale tra il corridoio che imbocca la strada per il bagno e la scalinata che porta al secondo piano. I vari festoni penzolano sul soffitto aggrappati ai diversi lampadari e sono anche attorcigliati alle piante finte mentre, diversi gnomi di pezza di grandi, medie e piccole dimensioni sono appoggiati sul bancone; su cinque solo tre sono intatti perché mentre uno gnomo è sfilacciato e perde cotone, l'altro non ha un occhio.
«Ti piace?» domanda Sebastian avvicinandosi con cautela a me.
Il mio sguardo automaticamente cade lì, sul colletto della sua maglietta ancora sporco, e annuisco bruscamente.
Inutile dire che mi rimprovero un secondo dopo per essere stata così impulsiva.
Cazzo Sole, riprenditi.
«Ti sei pentita di ciò che è successo questa mattina?» a questa domanda lo guardo sbalordita. Forse, quello pentito fra i due è lui non io.
«Non sarei così codarda da non venirtelo a dire.» non credo abbia capito la mia frecciatina velata ma se così fosse è bravo a mostrare il suo stupore nelle mie parole.
«Dobbiamo tornare domani per il secondo piano?» domanda JJ infilandosi la sua giacca di pelle fucsia e interrompendo almeno a parole la diatriba tra me e il ragazzo dagli occhi verdi.
Sebastian continua a mantenere lo sguardo su di me e, al contempo, risponde alla sua amica che alterna lo sguardo tra noi.
«No, se ne occuperanno gli altri.», i suoi colleghi dell'heartbreakers deduco.
«Perfetto. Io vado all'he-» all'hell stava per dire, ma si corregge «a lavoro.»
Quindi anche lei è invischiata in quella setta di malati, grandioso. Se prima ero in dubbio sulla sua appartenenza all'hell, adesso ne sono completamente certa.
JJ se ne va così come Sophie e Eileen dato che vengono i loro genitori a prenderle.
Così, rimaniamo solo io, Sebastian, Kayden e Cindy.
Tuttavia, ben presto anche mio fratello da forfait «Cill sta venendo a prendermi. Mi accompagna dal nonno per prendere la macchina. Tu vieni?»
«Non andare, ti prego aiutami a convincere Sebastian ad andare al Mc.» Cindy mi tira il braccio e i suoi occhioni marroni, completamente diversi da quelli di Sebastian, sbattono velocemente per convincermi.
«Sarà stanca Cindy, non pressarla. E poi hai la maglia tutta sporca, una brava signorina non può andare a mangiare fuori così.» la ammonisce Sebastian con un tono per nulla adirato ma semplicemente...dispiaciuto? Non saprei dirlo ma se seriamente mi conosce come professa continuamente dovrebbe capire che c'è qualcosa che non va.
«Ma io le avevo fatto anche un disegno.» scappa dalla presa dal fratello e si dirige verso il tavolo dove prima stava con Axel e trafuga tra i mille fogli sparsi sul tavolo. Quando trova quello che cercava lo brandisce in segno di vittoria e corre verso di me, mentre la sua gonnellina rimbalza a ogni suo movimento. Quando arriva davanti alla mia figura me lo porge e io lo volto osservando la mia sagoma stilizzata con un abito rosa e una corona da principessa. Al posto degli occhi ho due palle di colore diverso così enormi che subito mi rammento il motivo per cui me l'ha fatto.
Quando ci siamo incontrate per la prima volta all'officina di Alister, suo padre, mi ha dato dell'alieno e io ho riso per la sua innocenza.
«Allora vieni?» domanda sgranando gli occhi e mostrandomi quasi tutti i denti allineati un un sorriso, «ti ho anche rappresentata come una principessa.»
«Vorrei tanto Cindy, ma ho promesso ai miei genitori che avrei cenato con loro. Potrebbero prendersela se all'improvviso decidessi di non andare più. Capisci?»
Lei scuote la testa in segno di diniego.
«Se ti vergogni di me perché ho la maglietta sporca posso tenere la giacca tutta la sera, nessuno la guarderà e così sembrerò una signorina grande come te.» sussurra e nel frattempo gioca con le sue mani. Io prendo un respiro profondo e nella mia testa cerco di formulare qualche frase di senso compiuto che possa togliermi da questa situazione nel modo più pulito possibile.
«Non mi vergogno assolutamente di te, piccolina. Ma ti prometto che la prossima volta andremo a mangiare da qualche parte insieme, intesi?» le alzo il mento e inclino il capo. Quando sorrido flebilmente lei mi segue a ruota mostrando i dentini. Le manca uno degli incisivi e questo non solo la rende ancora più dolce – solo all'apparenza perché Cindy Morris è un tornado – bensì fa sentire me ancora più stronza di quanto credessi perché sto mentendo a una bambina di otto anni.
«Promesso?» sibila triste porgendomi il mignolino. Io lo afferro con il medesimo dito e sorrido sincera.
«Promesso.»
Quando mi rialzo e prendo tutte le mie cose per andarmene insieme a mio fratello sento lo sguardo di Sebastian perforarmi la schiena. Kayden gli è andato vicino e ha blaterato qualcosa sulla maglietta ma io ho volontariamente evitato di ascoltare il discorso.
Sono stata messa in guardia da tutti su di lui e nonostante mi abbia ferita abbandonandomi per dieci anni e usandomi, io ho dato retta al mio corpo che ha ceduto a lui.
Perché come una scema, la mia mente non l'hai mai odiato. O meglio, l'ha perdonato subito.
E il motivo è semplice: non mi sono mai sentita così viva e forse leggo troppi libri. Il mio destino è già scritto ed è lontano da lui perciò forse è meglio che sia andata a finire così. Meglio soffrire adesso che riesco ancora a resistergli che incappare in qualcosa di più grosso e soffrire quando andrò al college e sarò nuovamente sola.
Anzi, è impossibile parlare di dolore e sofferenza quando non si prova nulla per l'altra persona.
«Sole.» Cindy mi richiama quando sto per uscire dal locale con mio fratello. Sebastian, alle sue spalle, rimane immobile. Il piccolo tornado di otto anni mi fa segno di accovacciarmi e così seguo le sue indicazioni e nuovamente mi ritrovo alla sua altezza.
«Lo so che sei arrabbiata con mio fratello ma non litigare anche con me, okay? Mamma e papà discutevano sempre e anche se io Sebastian non c'entravamo nulla, lei adesso non ci parla più. Tu e JJ siete le mie due uniche amiche, perciò, non abbandonarmi anche tu come ha fatto la mamma, quando la colpa non era nemmeno la mia.» alle sue parole un macigno inizia a fare leva sul mio petto impedendomi di deglutire e respirare.
«Non farò nulla di tutto ciò, non preoccuparti.» le sposto da davanti al volto una ciocca ribelle e gliela porto dietro l'orecchio.
Lei, entusiasta, sorride e mi abbraccia sotto lo sguardo di Sebastian che mantiene un doloroso contatto visivo con me.
Pochi secondi dopo l'abbraccio della piccola Morris io e mio fratello ci dirigiamo verso la macchina di Cillian che è venuto a prenderci. Dopo ciò che è successo per strada con Kayden e Sebastian ho ancora un po' di ansia di entrare di nuovo in questo aggeggio mortale perciò, lascio il posto davanti a mio fratello.
Fortunatamente, Kayden non mi ha chiesto nulla su ciò che è successo lì dentro con Sebastian e sono certa che non l'abbia fatto per pietà o benevolenza bensì perché non ne abbiamo avuto tempo. Spero rimanderà ancora a lungo questa conversazione perché francamente non ne ho la minima voglia di parlare.
Che poi, non ci sarebbe neanche nulla da dire se non un 'te l'avevo detto' concitato del biondo posto davanti a me.
Ed è per questo che evito tutta la mia famiglia non appena torniamo a casa. Con la scusa del ciclo che deve arrivarmi e di un mal di testa improvviso corro a nascondermi in camera mia pronta ad uscire a mangiare un boccone quando tutti se ne saranno andati a dormire.
Ripeto, non ho voglia di affrontare questo discorso e sono consapevole che mentre Cillian sarà quello più cauto e non farà neanche una domanda, - ed è per questo che sono tornata con lui a casa e non con Kayden quando siamo passati dalla villa del nonno per riprendere la macchina di mio fratello - mia mamma è una grandissima pettegola e ama darmi consigli amorosi... e sessuali. Non che io glieli chieda, per carità.
Mio fratello invece vuole il mio bene e per questo ha come obiettivo quello di proteggermi e, in realtà, non lo biasimo perché a parti inverse farei anche io il contrario. Solo che mentre da mia madre riesco a sfuggire alle sue domande scomode con mio fratello il tutto risulta ancora più complesso e questo perché lui sa come mettermi alle strette, tipo stamani.
Perciò passo la serata in camera mia a buttare giù qualche idea per la mia nuova storia wattpad - quella su due ex migliori amici che avevo iniziato ad appuntare qualche settimana fa - nonché progetto per il corso della professoressa Millicent; prima delle vacanze del Ringraziamento le avevo accennato la mia idea e lei ne era sembrata entusiasta.
Certo, ho ancora scritto pochissimo e nonostante a lei basti solo il prologo io sento di voler mettere nero su bianco molte più parole non solo per avere un progetto più vasto ma anche perché ne sento il bisogno viscerale. Attraverso la scrittura riesco a mostrare la mia vera essenza e tramite i miei personaggi le mie paure e le mie fragilità. Nessuno però riesce mai a comprenderlo perché tutti credono sia semplice immaginazione e questo se da un lato mi permette di sfogarmi, dall'altro mi permette di mantenere quella maschera da ape regina che mi porto dietro.
E che pian piano si sta sgretolando.
Scuoto la testa quando la figura di Sebastian inizia a immettersi nei miei pensieri e riprendo a scrivere senza sosta sfogando i miei sentimenti più reconditi. Sorrido, prendo appunti, piango e cancello intere scene perché non mi soddisfano e arrivo alle due del mattino con gli occhi gonfi, le dita dolenti e ben due capitoli pronti che pubblicherò non appena ne scriverò almeno altre tre in modo da portarmi avanti.
E sorrido beffarda quando noto che all'interno di questa storia sto inserendo un po' troppe cose che riprendono la mia vita.
Smetto non per la stanchezza, perché quando scrivo mi sento più viva che mai, semplicemente il mio stomaco inizia a brontolare. Così, scendo dal letto, mi infilo le mie ciabattine a forma di rana e mi copro con la vestaglia dopodiché, scendo giù in cucina nella speranza che non ci sia nessuno.
Beh, dopo la nottata del gala dove non siamo riusciti a dormire, tutti dovrebbero ronfare come sassi in questo momento. Senza fare troppo rumore mi dirigo in cucina e dopo aver aperto il frigo e gli sportelli della dispensa opto per qualche Reese's nonché i miei dolci preferiti dopo quelli Kinder.
Ne faccio scorta e me li porto in camera.
L'altra opzione erano i biscotti ma odio le briciole nel letto.
Quando metto piede nella mia stanza, illuminata solo da una abat-jour, noto che il display del mio telefono è acceso, segno che mi è arrivata una notifica o un messaggio. Allarmata mi dirigo velocemente verso il letto e quando vedo il nome di Sebastian il mio cuore perde un battito.
Una chiamata persa.
Dopo gli ultimi avvenimenti avvenuti con Lucifero neanche ci penso due volte e apro la rubrica per contattarlo solo che lui mi precede perché mi invia un messaggio.
Sebastian: è stata Cindy a chiamarti per sbaglio. Perdonala.
Spero tu non stessi dormendo.
Da quando sei diventato così freddo?
Sole: non preoccuparti, ero sveglia.
Non riesco a dormire.
E non so neanche perché glielo sottolineo.
Lui, però, a questa mia affermazione mi telefona e il mio cuore inizia a scalpitare nel petto. Mormoro uno 'stronzo traditore' al mio organo vitale e con finto tono annoiato rispondo alla chiamata.
«È stata di nuovo Cindy a chiamarmi?» replico sardonica.
Brava Marisol, caccia fuori le palle.
«Perché non riesci a dormire?» la sua domanda diretta mi spiazza.
Perché sono impegnata a scrivere e a tenere la mente impegnata pur di non pensare a ciò che hai fatto. Perché se chiudessi tutto e provassi a dormire nella mia mente si alternerebbero duecento pensieri riguardanti te. E cazzo, non posso permettermelo.
Tu non puoi farmi questo Sebastian, non puoi togliermi il sonno e occupare la mia mente ogni singolo secondo.
Tuttavia, non dico nulla di ciò.
«Ho mal di testa.» mento e lui mugugna, «non volevo arrivare a questo punto, occhi belli.»
«Ho ancora una domanda, giusto?» il mio tono piatto e lapidario è sconnesso, come le frasi che dico. Sembra che stiamo parlando di cose totalmente diverse ma entrambi siamo consci che ci stiamo riferendo alla giornata appena trascorsa.
«Come, scusa?»
«Oggi ti ho fatto tre domande su quattro e beh, dato che alla fine abbiamo scopato mi merito la mia quarta domanda. Giusto?» mi mordo il labbro inferiore, nervosa e in attesa di una sua risposta mentre cerco di far passare ciò che abbiamo fatto stamattina come qualcosa di poco conto.
Tuttavia, prima che possa proferire parola però aggiungo un dettaglio indispensabile «una domanda semplice, senza nessun secondo fine Sebastian. Non mi toglierò nessun indumento.»
Lui mi risponde in maniera affermativa e io sospiro consapevole che questo sarà il momento della verità. Questa mattina circolavano un sacco di pensieri e domande all'interno della mia testa che neanche riuscivo a capire quale porgli e se avessi potuto mi sarei tolta pure la pelle pur di scoprire altri lati nascosti del mio ex migliore amico.
Ma in questo momento avvolta dalla penombra della mia camera c'è solo un tarlo che mi perfora il cervello e che mina di uscire. La mia lingua brucia per le parole che sto per pronunciare e anche se oggettivamente il mio scopo dovrebbe essere quello di carpire più informazioni su Lucifero e sull'hell io cedo alla tentazione.
Domani me ne pentirò, questo è poco ma sicuro, ma ho bisogno di raggiungere quel punto di non ritorno e di sofferenza che mi permetterà finalmente di aprire gli occhi e capire che tutto ciò che è successo con Sebastian è stato un immenso errore.
Per duemila motivi diversi.
Devo raggiungere quella fase di 'auto distruzione' che mi permetterà di tornare a respirare, togliendomi questo peso sul petto che mi impedisce di fare qualsiasi cosa.
«Perché avevi il colletto della maglietta sporco di rossetto?»
E dio, mi sento così ridicola. È come se avessi appena chiesto ad un bambino perché ha mal di pancia dopo che è sparita la cioccolata dal frigo.
E non mi illudo neanche che sia stato un incidente perché sarebbe così ridicolo che neanche ci crederei probabilmente.
Anzi, togliamo il probabilmente perché non ci crederei e basta.
Sebastian tentenna e per qualche minuto non proferisce parola. Se non fosse stato per il respiro irregolare che sento dall'altro capo del telefono penserei abbia attaccato ma non è così.
Sebastian è dall'altra parte della linea e ancora non mi sta dando una risposta.
A ogni secondo che passa il mio petto si stringe in una morsa perché ciò significa che alla fine non può non essere successo nulla lì dentro, altrimenti avrebbe smentito in maniera diretta.
«Seb-»
«Ci siamo baciati, Sole. Io e Lindsay ci siamo baciati e per sbaglio ha sporcato la mia maglietta.»
Mille parole vorrebbero uscire dalla mia bocca, mille pensieri vorrebbero prendere vita ma questo magone che mi porto dietro da oggi mi impedisce di parlare.
Il telefono mi scivola dalle mani e mi maledico mentalmente quando comprendo di avere la vista appannata e gli occhi lucidi.
☀️
Buonasera lettori, come state?🩵
Scusate per l'attesa di questo capitolo ma l'ho riscritto praticamente da capo durante la revisione perché non mi piaceva per nulla (non che ora mi faccia impazzire). Spero ne sia valsa almeno un minimo la pena.🥲
Voi, ovviamente, fatemi sapere cosa ne pensate (sempre con gentilezza ed educazione) e soprattutto ditemi la vostra sulla scena finale.🤞🏼👀
E anche su ciò che è successo tra Seb e Lindy😈
Per denunce varie vi invito a seguirmi sui miei social dove sono molto più attiva ed esaurita:
Ig: beeckyrose.stories
Tiktok: beeckyrose_stories
Un bacio🩵💋
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